Phlebotomized – Deformation Of Humanity .

Non sappiamo quale sia stata la molla che ha spinto Tom Palms a tornare sul mercato con questo leggendario monicker, resta il fatto che ascoltare musica di questo livello è sempre un piacere, quindi mai come in questo caso deve essere accolto un rientro sulla scena dopo oltre vent’anni come quello dei geniali Phlebotomized.

Quercus – Verferum

Questo quarto full length dei Quercus conferma quanto di buono già offerto in passato dal gruppo ceco, rafforzandone lo status di band di valore collocabile alle spalle dei mostri sacri del funeral.

Forest of Shadows – Among the Dormant Watchers

Among the Dormant Watchers è l’opera di chi conosce alla perfezione la materia ed è in grado di maneggiarla per restituire un prodotto che trasuda depressione e malinconia evocando un senso di ineluttabilità più che di disperazione: un album che in tal senso rasenta la perfezione nel suo rappresentare il lato più “autunnale” dell’esistenza.

Ghostheart Nebula – Reveries

I Ghostheart Nebula riescono a far proprie le diverse sfumature del genere convogliandole in un sound che mette sempre in primo piano l’impatto emotivo, e questo è esattamente ciò che chiede chi si approccia a queste sonorità.

Helevorn – Aamamata

Non era facile riuscire a fare un ulteriore passo avanti rispetto ad un disco già splendido come Compassion Forlorn, ma gli Helevorn si sono letteralmente superati pubblicando un’opera con la quale si dovrà confrontare da oggi in poi chiunque voglia cimentarsi con il gothic doom.

Sönambula – Bicéfalo

Bicéfalo è un album che, fin dalla prima nota, si rivela grezzo, asciutto, basato su un riffing sempre incisivo e da un supporto ritmico ben in evidenza: l’andamento mediamente sostenuto viene interrotto da bruschi rallentamenti, così come da ottime sortite metodiche delineate dalla chitarra solista.

Viscera/// – City of Dope and Violence

Anche quando sono di durata ridotta, come in questo caso, le uscite dei Viscera/// non si rivelano mai banali; l’evoluzione di questa band è stata costante negli anni ma ogni passo in avanti è la logica conseguenza di quello compiuto in precedenza e non frutto di una sperimentazione priva di una direzione precisa

Ferum – Vergence

Per i Ferum, Vergence rappresenta un primo passo ineccepibile e quindi una base ideale per costruire qualcosa di ancora più interessante e consistente in futuro.

The Ghost I’ve Become – Circle of Sorrow

L’auspicio è che i The Ghost I’ve Become trovino quanto prima l’appoggio esterno ideale per cominciare a pensare ad un primo full length che, con questi presupposti, potrebbe svelarne le indubbie doti ad numero ben più consistente di appassionati.

Comatose Vigil A.K. – Evangelium Nihil

Evangelium Nihil è esattamente ciò che speravamo ci venisse nuovamente regalato prima o poi dai Comatose Vigil, indipendentemente dalla loro configurazione: questo è il funeral doom, strumento d’elezione per il raggiungimento della catarsi attraverso l’evocazione quasi fisica di un dolore che sembra impossibile poter circoscrivere.

The Crawling – Wolves and the Hideous White

Wolves and the Hideous White non è affatto un’esibizione del death doom nella sua versione più tetragona o putrescente, ma trae correttamente linfa dalla fondamentale scuola britannica, mettendo da parte tentazioni gotiche per privilegiare un impatto più opprimente ma non scevro di appigli melodici.

Helllight – As We Slowly Fade

As We Slowly Fade è un album che non deve sfuggire a chi apprezza il death doom melodico nelle sue espressioni emotivamente più elevate.

Norilsk – Weepers Of The Land

Weepers Of The Land non è affatto un brutto album, perché i due musicisti sono autori di un sound gradevole al quale manca quell’incisività e soprattutto quel pathos che vengono richiesti a chi si cimenta in ambito doom e dintorni: la sensazione è che ci siano ampie potenzialità per fare decisamente meglio, magari offrendo un ‘interpretazione meno dispersiva del genere.

Cóndor – El Valle del Cóndor

Il sound del quintetto colombiano amalgama in modo sagace gli elementi dell’heavy/death/doom, e li modella lasciando che le atmosfere si dilatino senza perdersi troppo, potenziate da mid tempo potenti ed un rantolo di matrice death nel cantato.

Svarthart – Awaiting The Return

Il problema degli Svarthart è che il loro death doom è davvero troppo scarno per poter attrarre chi desidera ascoltare dolenti melodie, ma non è neppure abbastanza crudo ed incisivo per lasciare un segno.

Nattravnen – Kult Of The Raven

Kult Of The Raven è l’ennesimo gioiello estremo nato dal talento di questi due grandi musicisti uniti sotto il monicker Nattravnen.

Rigor Sardonicous – Ridenti Mortuus

Il funeral, nell’interpretazione del duo di Long Island, è quanto mai essenziale e minimale ed è rivolto perciò a chi apprezza il genere nella sua versione più ottundente e meno atmosferica.

Iteru – Ars Moriendi

Ars Moriendi è un lavoro a suo modo sorprendente e che merita di arrivare alle orecchie degli appassionati del doom più oscuro e malevolo.

Painthing – Where Are You Now…?

Where Are You Now…? è un esordio ideale, che consente ai Painthing di piazzare una base già solida per un impianto compositivo che sembra avere i numeri necessari per crescere ulteriormente di livello in futuro.