AMARANTHE

Il video di “365”, dall’album “Helix” in uscita ad ottobre (Spinefarm Records).

Il video di “365”, dall’album “Helix” in uscita ad ottobre (Spinefarm Records).

Spinefarm Records è lieta di annunciare la pubblicazione di “Helix”, il nuovo album degli AMARANTHE, previsto in uscita il 19 ottobre 2018. Oggi la band presenta anche il primo singolo con il video di “365”, girato da Patric Ulleaus. L’album è il primo con il nuovo cantante Nils Molin che va a sostituire Jake E.

Tracklist:
The Score
365
Inferno
Countdown
Helix
Dream
GG6
Breakthrough Stardust
My Haven
Iconic
Unified
Momentum

Inoltre gli AMARANTHE saranno in tour assieme ai Powerwolf nel mese in ottobre. Prevista una data italiana il 7 novembre 2018 al Live Music Club di Trezzo sull’Adda (MI).

Four albums into their career, Amaranthe have racked up north of 118 million YouTube views and half-a-billion song streams, have landed at #1 on the Billboard Heatseekers Chart three times, and possess a panoply of gold and platinum discs for albums and singles alike.

“And so the time is finally NOW! We have been itching to release this monster of a track – ‘365’ represents the Amaranthe sound in every conceivable way,” commented guitarist and composer Olof Mörck. “The foundation is the heaviest and most down-tuned soundscape we have produced to date, from the bone-crunching guitars and drums, all the way to the juggernaut keyboards kicking off the song. The ‘365’ video was shot with Patric Ulleaus to perfectly counterpoint the take-no-prisoners approach of the song, undeniably demonstrating the unity and chemistry of the Amaranthe line-up.”

He added, “The Helix album itself is a statement, a declaration and an assertion that we are here to stay, and that the songwriting and musicianship has been honed and maximized to the highest level yet on an Amaranthe record. The process of composing this album with Elize [Ryd] was as inspiring as it was smooth, and from a composer’s and arranger’s perspective, a dream collaboration. The time is nigh, the die is cast, and all the stars are right: the Helix will steamroll across the globe, and in its wake, the touring machine that is Amaranthe will conquer all!”

Vocalist and composer Elize Ryd offered her take, saying, “Helix describes the concept of how the past forms us and how life makes us become. No excuses, no regrets. We express the challenges and the uplifting moments in time, and all that in between with the sounds that we love. We want to dedicate this album to all the fighters and friends out there.”

In support of the new album, Amaranthe will embark on a European Tour with Powerwolf in October / November.
All tour dates here: http://amaranthe.se/tour/

AMARANTHE are:
Elize Ryd: Vocals
Henrik Englund Wilhelmsson: Screams
Nils Molin: Vocals
Olof Mörck: Guitar, Keys
Johan Andreassen: Bass
Morten Løve Sørensen: Drums

AMARANTHE online:
www.amaranthe.se
www.facebook.com/AmarantheBand
twitter.com/amaranthemetal
Instagram.com/amarantheofficial

Slidhr – The Futile Fires of Man

Secondo progetto della band di Joseph Deegan: puro black metal viscerale, intenso e debitore delle lande scandinave, ma dotato di una propria forza e identità.

Il cuore nero che pulsa incessante nel petto di ogni adoratore della nera arte troverà linfa vitale all’ascolto della nuova opera degli Slidhr, terzetto irlandese che giunge, dopo cinque anni dal buon debutto Deluge, a proporci il suo viscerale approccio alla materia black.

Tre musicisti con trascorsi e presenti importanti nella scena estrema: il leader Joseph Deegan fu lo strumentista principale del progetto Myrkr (bel disco Black Illumination del 2009), mentre i suoi sodali rappresentano la sezione ritmica di due importanti band underground islandesi (Sinmara e Almirkvi). In questi sei brani non troviamo particolari commistioni con suoni tanto di moda oggi, senza mostrare derive shoegaze o atmospheric, ma si lancia in cavalcate potenti guidate da una grande chitarra capace di creare momenti melodici e dal tocco epico peculiare (Summon the Rivers). La title track apre fragorosamente le danze alternando parti dissonanti ad altre più complesse e sofisticate e nei suoi abbondati otto minuti accende i sensi per poi agghiacciarli con un sinistro finale. Nella mitologia norrena Slidhr è il fiume velenoso che i corpi martoriati degli assassini, degli adulteri e degli spergiuri devono attraversare per raggiungere Nastrond, la spiaggia dei morti; le onde di Slidhr non sono assolutamente rinfrescanti ma sono composte da coltelli e spade affilate che lacerano incessantemente le carni. Debitori della scena scandinava i brani sono carichi, intensi ma allo stesso tempo hanno un quid di introspettivo e meditativo; non vi è solo l’assalto all’arma bianca, ma dopo diversi ascolti si nota che all’interno del brano si nasconde una anima più profonda, più perversa e oscura (To Celestial Depths). Le misteriose linee melodiche di A Scattered Offering sono veramente notevoli e il guitar work di Deegan è sempre ispirato e di alto livello, riuscendo a costruire brani con una propria identità, vigorosi ma profondi, e la sezione ritmica veemente lavora in modo decisamente funzionale creando il giusto substrato sia al suono che allo scream e al growl di Deegan. L’ incedere incalzante di Through the Mouth of the Beast porta in posti gelidi e innevati creando suggestioni che mi ricordano qualcosa dell’ultimo splendido disco degli Immortal; cooordinate diverse ma le mie sensazioni sono quelle. Ottimo progetto che non satura il mercato ma che centellinando le uscite con opere di livello mantiene alta la nera fiamma.

Tracklist
1. The Futile Fires of Man
2. Summon the Rivers
3. To Celestial Depths
4. A Scattered Offering
5. Rise to the Dying
6. Through the Mouth of the Beast

Line-up
Bjarni Einarsson – Drums
Joseph Deegan – Vocals, Guitars
Garðar S. Jónsson – Bass

SLIDHR – Facebook

Lucifer – Lucifer II

Lucifer II, anche per i nomi coinvolti, non fa prigionieri: il carisma innato della Sadonis ed un songwriting di livello assoluto sono gli elementi che danno vita ad un album tra i migliori ascoltati quest’anno, almeno per quanto riguarda il genere proposto.

Johanna Sadonis tre anni fa si presentava sulle scena doom e occult rock in compagnia di Gaz Jennings, compagno di litanie doom del grande Lee Dorrian nei Cathedral e magica chitarra nel primo album targato Lucifer, licenziato proprio dalla Rise Above del mitico vocalist.

La firma con Century Media e la separazione con Jennings hanno portato a questo bellissimo secondo lavoro, semplicemente intitolato Lucifer II, nel quale la cantante berlinese, se ha perso un chitarrista dal curriculum importante, trova un altro elemento che non ha bisogno di presentazioni come Nicke Andersson (altra leggenda per i suoi trascorsi con Entombed e The Hellacopters) ad occuparsi di chitarra, basso e batteria, oltre al chitarrista Robin Tidebrink.
Lucifer II prende forma in un’atmosfera settantiana lasciando al primo album le sfumature occult rock, e regala nove brani di hard rock classico, a tratti ancora legato al doom, ma incentrato sulla parte rock’n’roll del genere.
L’interpretazione della Sadonis segue la scia del sound, meno evocativa rispetto al primo lavoro, mettendo sul piatto l’anima più melodica, mentre mette i panni della sacerdotessa doom solo nella splendida Dreamer, pezzo da novanta di questo nuovo album che trae linfa da Black Sabbath certo, ma anche dai Led Zeppelin con un prevedibile pizzico di The Heallacopters; il blues fa capolino e sposta gli equilibri del sound con le sfumature esoteriche che si diradano man mano che l’album entra nel vivo, regalando brani di rock vintage straordinari come Reaper On Your Heals e Before The Sun.
Rimane il dubbio che questa svolta possa in qualche modo essere stata causata dall’approdo ad una label importante, vero è però che Lucifer II, anche per i nomi coinvolti, non fa prigionieri: il carisma innato della Sadonis ed un songwriting di livello assoluto sono gli elementi che danno vita ad un album tra i migliori ascoltati quest’anno, almeno per quanto riguarda il genere proposto.

Tracklist
1. California Son
2. Dreamer
3. Phoenix
4. Dancing with Mr. D (The Rolling Stones cover)
5. Reaper on Your Heels
6. Eyes in the Sky
7. Before the Sun
8. Aton
9. Faux Pharaoh

Line-up
Johanna Sadonis – Vocals
Robin Tidebrink – Guitars
Nicke Andersson – Guitars, Bass Drums
Alexander Mayr – Live Bass
Martin Nordin – Live Guitar

LUCIFER – Facebook

CLOUDS

Il video di Dor, title track dell’album in uscita a novembre.

Il video di Dor, title track dell’album in uscita a novembre.

Clouds – Dor
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Taken off “Dor” the bands’s third full length, out November 14th.

Credits: Kostas Panagiotou (main character)
Directed by Daniel N and Produced by Bro’D Productions
(c) Clouds Official Band

LYRICS:
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BURN FIRES OF DAWN
RESTLESS
BRING PAIN TO AN END
AND FILL ME WITH HOPE
RIDE THE EMPTY SKY
FORGET ALL YOUR MEMORIES
MIRRORS WILL BRING YOU FAITH
EMPTY PAGES BURNING
THEY ROLL AND DIE
THEY TURN AND SLIDE IN NOTHINGNESS
EMPTY SOULS ARE RISING
TO AN EMPTY SKY
WITHOUT HOPE
MY LIFE WAS BROKEN BEFORE
MY LIFE WAS BROKEN AND I WAS LOST
LIFE HAS PERISHED
YOUR AURA IS GONE
AND NO ONE WILL FIND ME
MY BODY IS GONE
HELPLESS AND TORN
MORNINGS WILL BRING BACK THE DARK
MY SOUL SHATTERED AGAIN
ONE MORE TIME
I’LL WALK THIS ROAD ALONE

Halcyon Way – Bloody But Unbowed

Bloody But Unbowed deflagra in tutta la sua potenza espressiva, unendo come da tradizione power metal statunitense, thrash, metal estremo e progressive, non rinunciando ad input moderni.

Tornano con questo monumentale lavoro gli statunitensi Halcyon Way, gruppo da considerare ormai storico nella scena metallica del nuovo continente, essendo attivi dall’alba del nuovo millennio ed arrivati oggial quarto full length, successore del notevole Conquer licenziato quattro anni fa.

Bloody But Unbowed conferma il quintetto di Atlanta come una delle massime espressioni del power/progressive metal americano, ambito nel quale non si rinuncia a contaminazioni estreme e moderne per un susseguirsi di sorprese a livello compositivo e meraviglie tecniche, a cominciare dalla prestazione del singer Steve Braun.
Ovviamente i complimenti non si fermano al solo vocalist, perché la band in toto sprigiona una potenza di fuoco esagerata e, con l’aiuto di una serie di prestigiosi ospiti, dà vita ad un’opera di notevole metallo potente e progressivo.
Registrato, mixato e masterizzato da Mark Lewis (Whitechapel, Trivium, Bad Wolves, Death Angel) ed accompagnato dall’artwork creato da Travis Smith (Opeth, Overkill, Death, Iced Earth), Bloody But Unbowed deflagra in tutta la sua potenza espressiva, unendo come da tradizione power metal statunitense, thrash, metal estremo e progressive, non rinunciando ad input moderni.
Sull’album è presente il The Nailhead Choir, composto come scritto da diversi ospiti come Todd LaTorre (Queensryche), Matt Barlow (Iced Earth/Ashes Of Ares), Ben Huggins (Galactic Cowboys), Sean Peck (Cage/Denner-Shermann), Troy Norr (THEM), Norm Skinner (Niviane), Sean Shields (ex-Halcyon Way) e lo stesso Steve Braun.
Pronti e via, si comincia a salire sulle montagne russe marchiate Halcyon Way per poi scendere in picchiata, con il fiato che già dalla title track manca, spezzato dal continuo saliscendi emozionale tra ripartenze power classiche, evoluzioni progressive e bordate metalliche potentissime.
Il gruppo è in forma smagliante, i brani risultano uno più bello dell’altro, da Blame a Superpredator, passando per Then Thousand Ways e la conclusiva spettacolare Desolate.
Nella versione europea, alla tracklist si aggiungono altre due tracce, per quello che risulta uno dei migliori album usciti negli ultimi tempi nel genere proposto.
Nevermore, Iced Earth, Pyramaze (il cui tastierista Jonah Weingarten dà il suo contributo nell’intro Devolutionize e nel brano The Church Of Me), Testament e Dream Theater, il tutto viene rivisto, corretto e trasformato nell’imperdibile sound degli Halcyon Way.

Tracklist
1. Devolutionize
2. Bloody But Unbowed
3. Blame
4. Slaves To Silicon
5. Superpredator
6. Primal Scream
7. Ten Thousand Ways
8. The Church Of Me
9. Cast Another Stone
10. Crowned In Violence
11. Burning The Summit
12. Desolate +
European edition bonus tracks:
13. Insufferable
14. Stand For Something

Line-up
Steve Braun – Vocals
Jon Bodan – Lead Guitars, Backing Vocals, Death Vocals
Max Eve – Guitars, Backing Vocals
Skyler Moore – Bass, Death Vocals
Aaron Baumoel – Drums

HALCYON WAY – Facebook

Abhorrence – Megalohydrothalassophobic

In un periodo di ritorni più o meno illustri gli Abhorrence fanno parte di quelli più cult e preferiti dai fans del death metal underground, testimoni anche loro di quella che fu la scena estrema all’alba degli anni novanta.

Old school death metal: con questa abusata, ma in questo caso perfetta definizione potrei già concludere l’articolo e passare ad altro, in quanto per questo nuovo ritorno degli storici deathsters finlandesi Abhorrence il tempo si è davvero fermato al 1991, anno che ha visto la band licenziare l’ultima testimonianza in quanto a musica inedita.

La band infatti nasce nel 1990, nel periodo che definire leggendario per il genere risulta un eufemismo.
Purtroppo l’attività del gruppo si sviluppa in un solo anno, tra il 1990 ed il 1991, vengono dati alle stampe, oltre all’ep, un demo ed uno split, poi il silenzio durato circa vent’anni ed il ritorno nel 2012 con la compilation Completely Vulgar e la testimonianza live, Totally Vulgar: Live at Tuska Open Air 2013, licenziata lo scorso anno prima di questo granitico ed oscuro mini cd.
Megalohydrothalassophobic è composto da quattro brani più intro, quattro tellurici esempi di death metal vecchia scuola che ricalcano il sound dei gruppi cardine del metal estremo.
Un clima malvagio ed oscuro, accompagnato da una forza d’impatto che ricorda le battaglie sonore dei Bolt Thrower, così come le malefiche note di Morbid Angel e Suffocation, incarnate in brani devastanti e da una componente “scandinava” comunque presente come Anthem for the Anthropocene o Hyperobject Beneath the Waves.
In un periodo di ritorni più o meno illustri, gli Abhorrence fanno parte di quelli più cult e preferiti dai fans del death metal underground, testimoni anche loro di quella che fu la scena estrema all’alba degli anni novanta.

Tracklist
1.Intro: The Mesh
2.Anthem for the Anthropocene
3.The Four Billion Year Dream
4.Hyperobject Beneath the Waves
5.The End Has Already Happened

Line-up
Tomi Koivusaari – guitar
Kalle Mattsson – guitar
Jukka Kolehmainen – vocals
Jussi “Juice” Ahlroth – bass
Waltteri Väyrynen – drums

ABHORRENCE – Facebook

MICHAEL SCHENKER FEST

Il video di “Take Me To The Church”, dall’album “Resurrection” (Nuclear Blast).

Il video di “Take Me To The Church”, dall’album “Resurrection” (Nuclear Blast).

Dopo la conquista del Giappone a fine agosto, MICHAEL SCHENKER FEST sarà in tour in Europa a ottobre e novembre per presentare l’ultimo album in studio “Resurrection”, uscito su Nuclear Blast.

Qualche giorno fa la band ha dato un piccolo assaggio del video ufficiale di “Take Me To The Church”, girato recentemente a San Pietroburgo (Russia).

Michael Schenker commenta: “Oggi pubblichiamo il nuovo video di ‘Take Me To The Church’, canzone tratta dall’album di debutto di Michael Schenker Fest, ‘Resurrection’. L’abbiamo girato in una vecchia chiesa di San Pietroburgo, Russia, e durante il concerto tenuto la stessa sera in città. È stata un’esperienza interessante e i fan russi sono stati grandiosi per la riuscita del video”.

Doogie White aggiunge: “‘Take Me To The Church’ era una scelta ovvia, visti i responsi entusiasti tanto in sede live quanto da parte di critica e fan, quindi abbiamo deciso di girare il video. È la prima delle tre canzoni scritte da me e Michael per ‘Resurrection’, proseguendo la collaborazione iniziata in ‘Temple of Rock’. È sempre affascinante vedere come altri interpretano i testi e li portano in vita visivamente. Sapendo poi che ai fan piacciono le riprese dal vivo, ne abbiamo aggiunte alcune. Una volta visto il video e imparate le parole, non potrete fare a meno di cantare la canzone in coro, quando verremmo nella vostra città a suonare”.

Il making-of del video può essere visto qui: https://www.youtube.com/watch?v=34L618zHM5s

Il leggendario chitarrista Michael Schenker sarà accompagnato in tour dai cantanti del MICHAEL SCHENKER GROUP Gary Barden, Graham Bonnet e Robin McAuley, oltre che dal cantante di Michael Schenker’s TEMPLE OF ROCK Doogie White. Chris Glen suonerà il basso, mentre Ted McKenna siederà dietro la batteria e Steve Mann si occuperà di chitarra e tastiere.

MICHAEL SCHENKER FEST LIVE 2018
con i tre cantanti di M.S.G. Gary Barden, Graham Bonnet e Robin McAuley più Doogie White (ex RAINBOW, Michael Schenker’s TEMPLE OF ROCK) presentato da Rock Hard, guitar, Rock It!, musix, Nuclear Blast, a.s.s. concerts, Dragon Productions

con ABSOLVA
27.10. ES Málaga – Paris 15
28.10. ES Madrid – Sala Riviera
30.10. IT Trezzo Sull’Adda (MI)- Live Club
31.10. CH Pratteln – Z7
01.11. DE Oberhausen – Turbinenhalle
02.11. DE Karlsruhe – Festhalle Durlach
03.11. NL Amsterdam – Melkweg

con EDEN’S CURSE
05.11. UK Glasgow – O2 ABC
06.11. UK Birmingham – O2 Institute
08.11. UK Gwynedd – Hard Rock Hell *SOLD OUT*
09.11. UK Newcastle – O2 Academy
10.11. UK London – O2 Forum Kentish Town
11.11. UK Manchester – Academy
13.11. PL Lodz – Klub Wytwórnia
14.11. CZ Prague – Kongresový Sál

Altre date:
29.08. JP Osaka – Zepp Namba
30.08. JP Nagoya – Zepp
31.08. JP Tokyo – Pit *NEW*
02.09. JP Sapporo – Zepp
04.09. JP Sendai – Pit
05.09. JP Tokyo – International Forum

MICHAEL SCHENKER FEST ha pubblicato “Resurrection” a marzo, ottenendo critiche entusiastiche. Prodotto da Michael Schenker e Michael Voss-Schoen, al disco partecipano in qualità di ospiti Kirk Hammett, Wayne Findlay e Michael Voss-Schoen.

Cinzas – Demo I

Anche se ovviamente siamo sempre nell’ambito dei prodotti per fans accaniti, questa uscita rappresenta l’ennesima conferma dell’esistenza di una scena lusitana che, oggi, è probabilmente quella che ha raccolto con la maggiore convinzione e purezza d’intenti l’eredità della nera fiamma che cominciò ad ardere quasi trent’anni fa in Scandinavia.

Il Portogallo sia divenendo il luogo in cui il black metal pare aver ritrovato la propria spinta primigenia per rinascere in un certo senso dalle proprie ceneri, dopo aver lambito, se non a tratti raggiunto, un’imprevedibile collocazione nel mainstream metallico.

E’ un paradosso che tutto ciò stia succedendo in un paese lontano anni luce, non solo geograficamente, dalle lande in cui tutto ebbe inizio; escludendo improbabili considerazioni di carattere climatico (non bisogna per forza aggirarsi con sguardo torvo in foreste innevate per suonare black metal), il fatto che sia il paese del fado a trovarsi il prima linea nella produzione di sonorità così malignamente crude e vintage non deve sorprendere: fondamentalmente qui troviamo due facce della stessa medaglia chiamata inquietudine o disagio, e se da una parte vediamo la sua espressione più ripiegata su sé stessa e malinconica, dall’altra abbiamo la reazione misantropica ad un destino che resta ineluttabile, senza che per questo debba essere accettato passivamente
Cinzas è il progetto solista di Mortiferus e Demo I raccoglie buona parte del materiale che il musicista lusitano compose all’inizio del decennio per la sua precedente band D.O.R. , messo finalmente a disposizione del pubblico dalla Purodium Rekords con il sempre più apprezzato formato in cassetta (in edizione limitata a 66 copie).
Il contenuto del demo è un black scarno, violento, dalla produzione lo-fi (la voce spesso è un qualcosa che si sente il lontananza), ma talmente intonso e fedele ai dettami che non lo si può non amare; anche se ovviamente siamo sempre nell’ambito dei prodotti per fans accaniti, questa uscita rappresenta l’ennesima conferma dell’esistenza di una scena lusitana che, oggi, è probabilmente quella che ha raccolto con la maggiore convinzione e purezza d’intenti l’eredità della nera fiamma che cominciò ad ardere quasi trent’anni fa in Scandinavia.
Chi è alla ricerca di questo tipo di sonorità tenga quindi i fari costantemente puntati sulla splendida Lisbona, non ne resterà deluso.

Tracklist:
1. I
2. II
3. III
4. IV
5. V

Line up:
Mortiferus – All instruments, Vocals

Toxikull – The Nightriser

Ogni tanto si ha bisogno anche di band come i Toxikull, una sorta di panacea per la vostra fame di heavy metal veloce e maledettamente classico.

I gloriosi anni ottanta, con tutta la loro carica ed ignoranza, tornano ad essere protagonisti con i portohesi Toxikull, quartetto dedito ad un heavy/speed metal che non rinuncia ad iniezioni thrash per un risultato che, tutto sommato, sa risvegliare il metallaro duro e puro che è dentro a chi gli anni d’oro li ha vissuti.

The Nightraiser è il secondo lavoro del gruppo, un ep di sei brani successore di Black Sheep, primo album licenziato nel 2016: una raccolta di mitragliate speed metal dai molti riferimenti all’heavy e al thrash, assolutamente old school, suoni perfettamente assecondati da Lex Thunder e compagni che, senza fronzoli scaricano cinque brani più la cover di Rocker, brano degli Hollywood Rose (che in seguito diventeranno i Guns N’Roses).
Rozzi e cattivi, i Toxikull suonano heavy metal, veloce e adrenalinico; con la sezione ritmica che produce scintille, le chitarre che urlano e i chorus da gridare con quanto fiato in corpo, mentre la title track dà via all’headbanging sfrenato e Surrender Or Die scatena l’inferno metallico, sorretta da un irresistibile riff e un ritornello assolutamente travolgente.
Con la band portoghese verrete trasportati indietro nel tempo, mentre il chiodo d’ordinanza vi apparirà invecchiato e più aderente rispetto al passato, con Satan Bloody Satan che vi ricorderà che il diavoletto suggeritore è ancora li che vi parla all’orecchio.
Ogni tanto si ha bisogno anche di band come i Toxikull, una sorta di panacea per la vostra fame di heavy metal veloce e maledettamente classico.

Tracklist
1.Nightraiser
2.Surrender Or Die
3.Hellmaster
4.Freedom To Kill
5.Satan Bloody Satan
6.Rocker

Line-up
Lex Thunder – Vocals, Guitars
Michael Blade – Guitars
Antim “The Vicking” – Vocals, Bass
The Lorke – Drums

TOXIKULL – Facebook

Shredder 1984 – Nemesis

Nemesis è il terzo disco per questo progetto elettronico di Steve Shredder sotto il moniker Shredder 1984 ed è un’opera di elettronica composta e suonata sotto la diabolica possessione del metal.

Debutto su queste pagine per la splendida etichetta di synthwave e retrowave marsigliese Lazerdiscs.

Nemesis è il terzo disco per questo progetto elettronico di Steve Shredder sotto il moniker Shredder 1984, ed è un’opera di elettronica composta e suonata sotto la diabolica possessione del metal. I suoni sono quelli della retrowave fatta con i synth, ma le similitudini con l’attuale scena synthwave si fermano qui, perché il substrato ed il risultato sono totalmente differenti. Il tutto potrebbe ricordare una colonna sonora dei migliori giochi per consolle e computer dei primi anni novanta, ed infatti l’immaginario è quello ma maggiormente futuristico. Nemesis ci cala in un’atmosfera tetra, come una caverna fatta con il silicio dei microchip di un essere in parte demone ed in parte computer, che governa le vite degli uomini superstiti in un lontano futuro. Alcuni giornalisti musicali hanno coniato l’indubbiamente efficace termine darksynth per descrivere la musica del francese, ma c’è di più. Le tracce hanno un svolgimento immaginifico e magniloquente, anche grazie ad una produzione davvero adeguata e fedele che sottolineano la bravura di Shredder nel trovare sempre la giusta riuscita sonora alla trama fantascientifica. A differenza di alcuni dischi di synthwave, Nemesis garantisce molti ascolti perché contiene moltissime cose dentro di sé, disparati elementi come un tocco del dubstep più vicino al metal, sfuriate sytnhwave che sarebbero state benissimo all’interno di Akira, tastiere che si espandono verso il cielo e momenti di ortodossia synthwave. Un lavoro eccezionale e altamente coinvolgente, che interesserà sia gli amanti di questo suono che metallari con la voglia di cercare altri lidi dove poter gustare il metallico verbo in diverse declinazioni.

Tracklist
1.Ghost In The Machine
2.DoomWave
3.Darkness Is Coming
4.Witch-Hunt
5.Alaska
6.Gargantua
7.RazorBlade
8.CyberKult

SHREDDER 1984 – Facebook

Fallen – Glimpses

Gli scorci di vita, propria o altrui, passata, presente o futura che sia, vengono trasmessi con l’ormai consueta maestria da Fallen, musicista in grado come pochi altri di questi tempi nell’offrirci l’ideale accompagnamento sonoro alle varie fasi della nostra esistenza.

Pochi mesi dopo ást, Lorenzo Bracaloni, alias Fallen, torna a regalarci sprazzi della sua musica ambient che, grazie alla qualità esibita, sta ottenendo consensi da più parti.

Glimpses, come ci dice l’autore, è una raccolta di brani composti durante la notte, un momento della giornata nel quale di norma il corpo si riposa e la mente si colloca in stand by, ma questo non vale per tutti.
La notte per molti è il momento ideale magari per studiare, oppure può essere l’occasione giusta, sfruttando il silenzio ed il buio circostante, per fare il punto rispetto a qualche situazione che ci provoca ansietà o che merita d’essere approfondita con calma; allo stesso tempo, le tenebre fanno indulgere alla malinconia, al ricordo di qualcosa o qualcuno smarrito per sempre, piuttosto che osservare con sguardo distaccato gli scenari notturni come se tutto ciò che accade attorno non ci riguardasse.
Le otto tracce si snodano tra tutte queste sensazioni, spesso di matrice opposta a livello umorale, ma accomunate dal loro acuirsi durante le ore più tarde: ovviamente ne risente anche la struttura musicale che, se per la natura stessa dell’ambient non è soggetta a scostamenti bruschi, diviene ugualmente più minimale e soffusa, sacrificando magari qualche slancio melodico a favore di un approccio più rarefatto.
Gli scorci di vita, propria o altrui, passata, presente o futura che sia, vengono trasmessi con l’ormai consueta maestria da Lorenzo, musicista in grado come pochi altri di questi tempi nell’offrirci l’ideale accompagnamento sonoro alle varie fasi della nostra esistenza.
L’ambient targata Fallen continua quindi a regalare puntualmente sensazioni magnifiche, a maggior ragione in considerazione anche della recentissima uscita di Tout Est Silencieux, lavoro del quale contiamo di parlare prossimamente, anche se come sempre quando si tratta di sonorità simili le parole sono davvero nulla rispetto ad un ascolto diretto.

Tracklist:
01 in between days
02 glimpses
03 heart(less)
04 3:05 AM
05 night reveries
06 shape(less)
07 empathetic
08 an overview

Line-Up:
Fallen – piano, celesta, guitars, synthesizers and field recordings (gardens, squares, radios)

FALLEN – Facebook

The Evil – The Evil

Il sound è apocalittico, a tratti al limite dello sludge ma classicamente doom , le atmosfere di lirica evocazione rimanda ai nostri Goblin, mentre il lento scendere nei meandri più bui alterna impatto old school a più moderne soluzioni estreme.

La voce del destino, evocativa e drammatica, sarcastica e maligna, ci racconta di un mondo in febbrile discesa verso un’apocalisse sempre più vicina.

Le piaghe sociali e politiche, un’umanità travolta dai suoi stessi vizi scende lentamente verso l’inferno, accompagnata dalla musica dei The Evil, quartetto brasiliano formato da componenti di diversi gruppi della scena, ed arrivato oggi al primo parto discografico, una covata malefica di sette brani più intro, a rappresentare il male.
Doom metal pesantissimo, epico ed evocativo, liturgico e monolitico, con la voce della sacerdotessa Miss Aileen che ci dona brividi di terrore lungo la schiena con un’interpretazione teatrale e liricamente personalissima.
Il sound è apocalittico, a tratti al limite dello sludge ma classicamente doom , le atmosfere di lirica evocazione rimanda ai nostri Goblin, mentre il lento scendere nei meandri più bui alterna impatto old school a più moderne soluzioni estreme.
La presentazione dell’album da parte della Osmose parla di definitivo suono dell’apocalisse: ci sono molte maniere di immaginare una colonna sonora adatta alla fine del mondo, ma quella scelta dai The Evil risulta davvero credibile.
Siamo molto vicini ad entrare nella manciata di dischi dell’anno per quanto riguarda il genere: The Evil non ha un momento che non sia splendidamente angosciante, con i dieci minuti di Sacrifice To The Evil One picco di una raccolta di brani magnifici per l’intensità con la quale il male sgorga dalle ferite aperte dal gruppo brasiliano, a colpi di doom metal devastante.
L’uso delle tastiere di marca horror accentuano le atmosfere di pesantissimo e morboso metallo, spuntato dall’abisso per risucchiare in una caduta senza tempo tutto il mondo conosciuto ed i suoi abitanti.
Per gli amanti del genere i The Evil risultano una realtà da venerare e l’album un gioiello di arte nera imperdibile.

Tracklist
1. Voices From the Deep (Intro)
2. About None Guilty
3 . Screams
4. Sacrifice To The Evil One
5 . Satan II
6. Silver Razor
7. The Ancients

Line-up
MISS AILEEN – All Voices, Screams and Whispers
IOSSIF – Distortions and Screech Noises
THEOPHYLACTUS – Bass Fuzz
SAENGER– Drums and Percussions

THE EVIL – Facebook

LOSA

Il video di Mastrucatum, dall’ep omonimo (Third I Rex).

Il video di Mastrucatum, dall’ep omonimo (Third I Rex).

I LOSA hanno reso pubblico oggi il loro nuovo video per il brano “Mastrucatum” tratto dall’omonimo debutto in uscita a fine mese tramite Third I Rex! Il pre-ordine del disco è possibile tramite la pagina bandcamp della label inglese a 3rdirex.bandcamp.com!

Brutal Kraut – Brutal Kraut

Brutal Kraut è composto da otto brani nei quali death metal tecnico, thrash progressivo e gothic rock uniscono le forze per creare musica di spessore, melodica ed estrema, violenta e dark, in un contrasto di atmosfere che rimangono ovviamente confinate in un quadro musicale dai toni scuri, drammatica e teatrale.

Debutto molto interessante questo dei Brutal Kraut, quartetto tedesco dedito ad un death metal vario, progressivo e melodico, attraversato da umori gotici e dark, così da alternare atmosfere estreme classiche e melodie oscure.

La band arriva all’esordio sulla lunga distanza dopo il classico demo di rodaggio ed un ep (III Pieces) licenziato tre anni fa, entrando nel vasto mondo del metal estremo underground dalla porta principale, grazie ad un sound fresco e con quel tocco personale che fa la differenza.
Brutal Kraut è composto da otto brani nei quali death metal tecnico, thrash progressivo e gothic rock uniscono le forze per creare musica di spessore, melodica ed estrema, violenta e dark, in un contrasto di atmosfere che rimangono ovviamente confinate in un quadro musicale dai toni scuri, drammatica e teatrale.
La bravura dei musicisti coinvolti alza non poco l’asticella, i brani mantengono un’anima progressiva che permette di godere di ricami tecnici sopra la media, mentre si susseguono spumeggianti partiture heavy/thrash alternate a potenti esplosioni death metal ed atmosfere gotiche.
I Brutal Kraut hanno confezionato un piccolo gioiello metallico, composto da una serie di brani che si lasciano ascoltare con vivo interesse dalla prima nota dell’opener Layers Of Mind, passando per le sfumature doom/death di Release, il death melodico di matrice scandinava con cui è composta Breaker, ed il thrash progressivo di Criminal.
Dark Tranquillity, Crematory e Slayer vengono shakerati producendo un cocktail estremo molto interessante e coinvolgente: date una chance a questa ottima band tedesca, ne vale la pena.

Tracklist
1.Layers Of Mind
2.Release
3.Manic
4.Breaker
5.Face To Face
6.Facades
7.Criminal
8.Legends Never Die

Line-up
Rouven Constantin – Vocals,Guitars
Lukas Ludwig – Guitars
Marlin Constantin – Drums
Henry Ludwig – Bass

BRUTAL KRAUT – Facebook

SCARLET AURA

Il video di “Hail To You!”, dall’album “Hot’n’Heavy”, in uscita a dicembre (Sliptrick Records).

Il video di “Hail To You!”, dall’album “Hot’n’Heavy”, in uscita a dicembre (Sliptrick Records).

Romanian female-fronted melodic metallers SCARLET AURA will release their new album “Hot’n’Heavy” on December 11th, via Sliptrick Records. Today, Scarlet Aura and Sliptrick Records are proud to announce the release of “Hail To You!” – the first single from the upcoming Scarlet Aura studio album “Hot’n’Heavy”. Combination of fast tempo, catchy guitar riffs and powerful lyrics together with powerful and touching vocals could set this song as the next metal anthem for the new metal generation.

The band comments: “Hot’n’Heavy became a statement and unfolds our spirits as they grew and developed in the last 4 years. The first single “Hail To You!” is about metaphorical war, what becomes of us, soldiers, during the war. As you know, war changes everyone – you can try to be different, but… you just can’t. So the ones that have to change are not soldiers that are fighting. But the people they’re fighting for… At the end – we have to be all together, to stand united. Brothers and Sisters, hail to you!”

“Hot’n’Heavy” tracklisting:
1. This Future Becomes Our Past
2. Hail To You
3. In The Name Of My Pain
4. Hot’n’Heavy
5. Fallin’ To Pieces
6. Glimpse In The Mirror
7. You Bite Me I Bite You Back
8. Hate Is Evanescent, Violence Is Forever
9. Silver City
10. Light Be My Guide
11. Let’s Go Fuckin’ Wild
Bonus Track:
12. Balkan Stars Project – To New Horizons

The release of the CD will be also accompanied by the publication of “The book of Scarlet – Ignition” (the first book within a trilogy) written by Scarlet Aura’ singer-songwriter Aura Danciulescu. In the book you`ll find the lyrics of the songs combined with the amazing story of “Scarlet” that alongside the album will drive the audience intro the amazing world of Scarlet Aura.

SCARLET AURA is a female-fronted new age melodic metal band from Bucharest, Romania that are gaining attention as one the rising metal groups of the East with seductive, unique stage performances, a sparkling appearance and bold music. In Spring 2018, SCARLET AURA toured as an opening act for Rhapsody Reunion’s 20th Anniversary Farewell Tour in Europe with 24 dates across 13 countries and during September/October 2018, the band is set to appear as a special guest for Angra with 31 dates in North America, promoting their upcoming album “Hot’n’Heavy” due out via Sliptrick Records on December 11th, 2018.

SCARLET AURA tour dates w/ ANGRA:

07/09/2018 – USA – Winter Park, FL – The Haven
08/09/2018 – USA – Margate, FL – O’Malleys
09/09/2018 – USA – Tampa, FL – Orpheum
11/09/2018 – USA – Baltimore, MD – Soundstage
12/09/2018 – USA – NYC, NY – Gramercy Theater
13/09/2018 – USA – Worcester, MA – Palladium
14/09/2018 – USA – Philadelphia, PA – The Foundry
15/09/2018 – CA – Quebec City, QC – Salle Multi
16/09/2018 – CA – Montreal, QC – Petit Campus
17/09/2018 – CA – Toronto, ON – MOD Club
18/09/2018 – USA – Westland, MI – Token Lounge
20/09/2018 – USA – Joliet, IL – The Forge
21/09/2018 – USA – Milwaukee, WI – Miramar Theater
22/09/2018 – USA – Minneapolis, MN – The Cabooze
25/09/2018 – CA – Vancouver, BC – Rickshaw Theater
26/09/2018 – USA – Seattle, WA – El Corazon
28/09/2018 – USA – Sacramento, CA – Holy Diver
29/09/2018 – USA – Anaheim, CA – The Grove
30/09/2018 – USA – San Diego, CA – Brick by Brick
01/10/2018 – USA – West Hollywood, CA – Whiskey A GoGo
02/10/2018 – USA – Tempe, AZ – Marquee Theater
03/10/2018 – USA – Las Vegas, NV – Dive Bar
05/10/2018 – USA – SLC, Utah – Liquid Joes
06/10/2018 – USA – Denver, CO – Globe Hall
07/10/2018 – USA – Kansas City, MO – Riot Room
08/10/2018 – USA – Dallas, TX – Trees
09/10/2018 – USA – San Antonio, TX – Alamo City Music Hall& Club
10/10/2018 – USA – Houston, TX – Scout Bar
12/10/2018 – USA – Louisville, KY – Diamonds
13/10/2018 – USA – Ft Wayne, IN – PIerre’s
14/10/2018 – USA – Cleveland, OH – Agora Ballroom

More information at:
https://www.facebook.com/scarletaura
https://scarletaura.net

Junkyard Drive – Black Coffee

Successore dell’acclamato album di debutto Sin & Tonic, uscito lo scorso anno, Black Coffee è un’irresistibile tuffo nel rock potenziato da riff di matrice zeppeliniana, in un contesto travolgente che il singer Kristian Johansen trasforma in oro con la sua magnifica prestazione.

Quando Black Coffee comincerà a girare sui vostri supporti musicali, resisterete giusto un brano o due, poi vi ritroverete a sbattere gli arti come indemoniati al suono prodotto dai Junkyard Drive e di queste undici nuove splendide perle di hard rock che, sventolando la bandiera a stelle e strisce, porta una ventata di sano rock’n’roll in questa fine estate 2018.

Successore dell’acclamato album di debutto Sin & Tonic, uscito lo scorso anno, Black Coffee è un’irresistibile tuffo nel rock potenziato da riff di matrice zeppeliniana, in un contesto travolgente che il singer Kristian Johansen trasforma in oro con la sua magnifica prestazione.
L’album non conosce pause, con il gruppo danese che si trasforma in una micidiale macchina hard rock’n’roll dove sua maestà il riff viene immortalato in una delle sue migliori apparizioni degli ultimi anni, con il chitarrista Birk a formare una coppia d’altri tempi con il cantante (vedi Page/Plant) e gli altri musicisti a fornire il potentissimo motore a questa inarrestabile fuori serie (Ben Høyer alla chitarra ritmica, Claus Munch alla batteria e Tim Meldal al basso).
Registrato ai Medley Studios di Copenaghen con Soren Andersen (Glenn Hughes, Mike tramp, Jesper Binzer) in veste di produttore, Black Coffee risulta quanto di meglio il genere abbia regalato in questo ultimo periodo, rivelandosi spettacolare anche quando il gruppo regala semi ballad ed atmosfere in crescendo che fungono da conto alla rovescia, prima che il sound esploda ed il cielo venga illuminato da fuochi d’artificio che lasciano in cielo scie luminose che riportano il nome del più famoso dirigibile della storia del rock, seguito da quello dgli Aerosmith, dei Cinderella e dei più giovani Rival Sons e Scorpion Child.
Inutile negare l’evidenza: Johansen meraviglia ed esalta, essendo un singer dotato di un’estensione vocale ed una personalità da rock star, e si permette di giocare con l’hard rock di brani travolgenti come il singolo Sweet Little Dreamer, Backseat Baby (Buckcherry era Time Bomb) ed il gran finale composto da tre autentiche esplosioni di verace e rock’n’roll che vede il gruppo andare oltre il consentito dalle vostre coronarie (Wasted Nights, Where I Belong e See You Next Time).
Le atmosfere southern della ballad Way To Long ed il crescendo di Same Old Story, non fanno che valorizzare questo bellissimo lavoro nato nella fredda Danimarca ma ispirato dalle calde terre di quell’America da vivere senza freni.

Tracklist
1. Time Is Over
2. Sweet Little Dreamer
3. Sucker For Your Love
4. Make Up Your Mind
5. Backseat Baby
6. Way To Long
7. Through The Door
8. Same Old Story
9. Wasted Nights
10. Where I Belong
11. See You Next Time !

Line-up
Kristian Johansen – Lead and backing vocals
Birk – Lead guitar and backing vocals
Ben Høyer – Rhythm guitar and backing vocals
Claus Munch – Drums and percussions
Tim Meldal – Bass and backing vocals

JUNKYARD DRIVE – Facebook

Oddfella – Oddfella EP

L’approdo ad una vera e propria forma canzone favorisce un approccio più lineare e meno nervoso, quindi da una parte più prevedibile ma anche maggiormente logico e attraente: di sicuro ogni brano è ben connotato da un sempre pregevole quanto misurato lavoro chitarristico.

Questo ep è il secondo lavoro per Oddfella, il progetto solista del portoghese João Henriques, uscito lo scorso anno poco dopo il full length Am/Fm.

Quella prima prova su lunga distanza, di natura strumentale, aveva messo in mostra le buone doti del musicista lusitano, evidenziate dalla proposta di un sound dalle sfumature dark ed elettroniche e sorretto da un pregevole operato dal punto di vista della tecnica esecutiva e della produzione.
L’ep autointitolato che prendiamo in esame rappresenta la naturale evoluzione di quell’album, soprattutto a causa dell’introduzione delle parti vocali che danno un senso di compiutezza al songwriting di Henriques.
I quattro brani in questione (due, Intro Spection e Interlude At Dawn, sono brevi tracce strumentali) mettono in luce un rock alternativo dai tratti velatamente oscuri, elegante e dalla buona orecchiabilità, e sicuramente molto ben interpretati (non è dato sapere se la voce sia effettivamente dello stesso João ma, in mancanza di comunicazioni al riguardo, si ritiene che possa essere così).
Chiaramente l’approdo ad una vera e propria forma canzone favorisce un approccio più lineare e meno nervoso, quindi da una parte più prevedibile ma anche maggiormente logico e attraente: di sicuro ogni brano è ben connotato da un sempre pregevole quanto misurato lavoro chitarristico.
Born Again, Swimming Angels, Bridges e Drowning Angels sono brani tutti indistintamente molto belli, di grande fluidità e curati dal punto di vista melodico: João Henriques, in coda all’ultima traccia, ci saluta con un “to be continued” che fa presagire un seguito a questo ep decisamente riuscito ed in grado di schiudere nuovi scenari nel futuro degli Oddfella.

Tracklist:
1.Intro Spection
2.Born Again
3.Swimming Angels
4.Interlude At Dawn
5.Bridges
6.Drowning Angels

Line-up:
João Henriques

ODDFELLA – Facebook

The Secret – Lux Tenebris

Una band unica che usa tantissimi riferimenti culturali diversi fra loro e porta la musica pesante su un altro livello, ben sopra le nostre teste e ben al di sotto dei nostri piedi.

Torna dopo sei anni di silenzio discografico uno dei migliori gruppi che abbiamo in Italia, i triestini The Secret, sempre su Southern Lord.

Il disco uscirà per la Subscrition Serie per il ventennale di quella che è una delle etichette più importanti nel panorama della musica pesante. I The Secret sono stati tre anni senza parlare fra di loro e solo nel 2015 sono ricominciate le operazioni per dare alla luce materiale nuovo: Lux Tenebris è il frutto di tutto ciò. Non si riparte dall’ultimo disco, ovvero Agnus Dei, siamo già oltre, il suono è ulteriormente migliorato, continuando quella perenne mutazione che solo i grandi gruppi compiono incessantemente nella loro parabola musicale. L’impatto è devastante, come e più di prima, un concentrato di furia hardcore, black metal e un qualcosa che solo loro hanno. I The Secret ti annientano, ti fanno chiaramente capire che siamo delle nullità se ci consideriamo essere umani, e dobbiamo osservare principalmente ciò che sta intorno al nostro traguardo finale: la morte. Il disco parla del sepolcro, della luce delle tenebre, dell’inizio del nostro vero viaggio, e del caos che è oltre la nostra percezione fisica. Lux Tenebris ti ipnotizza e ti porta dentro un vortice che non ti lascia scappare, come se la sapienza ancestrale e moderna dell’uomo sulla morte fosse concentrata in tre splendide creazioni che chiamare canzoni è davvero riduttivo. Il combo friulano è qualcosa di assolutamente unico ed irripetibile, un archetipo che fa musica moderna, ma in realtà è molto antica e viene dal nostro stesso io. Il sapiente uso di saper bilanciare sfuriate in stile black scandinavo per poi aprire la melodia e far scoppiare visioni nella testa dell’ascoltatore, ecco forse questo è il migliore fra i tanti pregi di questo gruppo, come si può ascoltare chiaramente nella finale Cupio Dissolvi che è un compendio di cosa siano i The Secret. Una band unica che usa tantissimi riferimenti culturali diversi fra loro e porta la musica pesante su un altro livello, ben sopra le nostre teste e ben al di sotto dei nostri piedi. Un’opera che si pone fra le migliori sul lunghissimo discorso umano intorno alla morte, che non è una fine, ma nemmeno un inizio.

Tracklist
1. Vertigo
2. The Sorrowful Void
3. Cupio Dissolvi

Line-up
Michael Bertoldini – Guitar
Marco Coslovich – Vocals
Lorenzo Gulminelli – Bass Guitar
Tommaso Corte – Drums

THE SECRET – Facebook

Angry Nation – Embracing The Collapse

Il thrash/death deglI Angry Nation solo in alcuni episodi supera il livello di guardia in quanto a velocità, avanzando potente e pesantissimo come uno schiacciasassi metallico, valorizzato da ottime melodie incastonate in armonie chitarristiche piazzate perfettamente nel contesto dei brani.

Thrash/death roccioso, potente e melodico è quello che suona il quartetto chiamato Angry Nation e formato dagli italiani Alessandro Vagnoni (batteria) e Jacopo Rossi (basso) e da due musicisti austriaci, Walter Oberhofer (chitarra) e Wolfgang Süssenbeck (voce).

Embracing The Collapse è il secondo lavoro del gruppo, dopo l’esordio licenziato un paio d’anni fa intitolato The Fail Decade, sul mercato tramite la Woolfblood Productions.
Il thrash/death degli Angry Nation solo in alcuni episodi supera il livello di guardia in quanto a velocità (Trail Of Dead Bodies, Dead World Empire), avanzando potente e pesantissimo come uno schiacciasassi metallico, valorizzato da ottime melodie incastonate in armonie chitarristiche piazzate perfettamente nel contesto dei brani (Universal Seduction), così che Embracing The Collapse non esibisca solo doti distruttive, dimostrandosi invece un buon lavoro di metal estremo tra tradizione e input moderni.
I tre musicisti ci sanno fare, l’esperienza c’è e si sente, messa al servizio di deflagrazioni musicali come Supremacy Of Reason o State Of Deception; il thrash metal lascia il comando del sound al death e viceversa, mantenendo inalterata l’atmosfera apocalittica dell’album.
Quasi cinquanta minuti in balia delle atmosfere da fine del mondo, incubo che il carillon e le voci infantili della devastante Black Ink Terrorists, opener dell’album, accentuano invitandoci nel mondo post nucleare di Embracing The Collapse.
Se amate i due generi confluenti nel sound del quartetto italo austriaco, questo nuovo lavoro non mancherà di stupirvi positivamente, riunendo sotto lo stesso cielo oscurato dai fumi di morte Asphyx, primi Machine Head, Obituary e Kreator.

Tracklist
1.Black Ink Terrorists
2.Universal Seduction
3.Armed Revolution
4.Supremacy Of Reason
5.Trail Of Dead Bodies
6.Embracing The End
7.State Of Deception
8.Dead World Empire
9.Automaton Mentality
10.America Has Traps
11.Freedoms Origin

Line-up
Jacopo Rossi – Bass
Alessandro Vagnoni – Drums
Walter Oberhofer – Guitars
Wolfgang Süssenbeck – Vocals

ANGRY NATION – Facebook