Triste Terre – Grand œuvre

Interessante esordio di questo duo francese, capace di creare ambientazioni maestose, imponenti e ammantate da tristezza e nostalgia: un black avanguardistico intriso di suggestioni doom e funeral.

Inner Shrine – Heroes

Heroes è un lavoro relativamente breve che gode di un’elegante levità nel suo scorrere dai tratti quasi cinematografici: l’operato del duo toscano si rivela in ogni frangente fresco ed evocativo, grazie anche ad una notevole scorrevolezza che compensa l’assenza, di fatto, di una forma canzone vera e propria.

Hex A.D. – Netherworld Triumphant

Netherworld Triumphant risulta quindi un ritorno altamente riuscito da parte della band norvegese, altra ottima band dalle sonorità vintage in arrivo da quel paradiso musicale che è la penisola scandinava, almeno per quanto riguarda le sonorità rock e metal.

Caustic Vomit – Festering Odes to Deformity

I Caustic Vomit, rispetto a molti dei validi interpreti del death doom più incompromissorio, mostrano spunti di varietà che ben si inseriscono all’interno di un contesto che, comunque, mette la melodia decisamente in secondo piano a favore dei risvolti più ruvidi del genere.

0N0 – Cloaked Climax Concealed

Gli 0N0 sono una band che merita un approfondimento retrospettivo alla luce di quanto offerto in questa concisa ma interessante uscita.

Red Beard Wall – The Fight Needs Us All

All’interno del panorama della musica pesante la loro miscela è unica e da ascoltare con attenzione, e c’è anche un’evoluzione sonora, con tanta abrasività ma anche tanta melodia da scoprire.

Lucifer’s Fall – Tales From The Crypt

L’album è di fatto è una raccolta di brani già licenziati in passato dai Lucifer’s Fall con l’aggiunta di alcun cover: non imprescindibile, ma quanto meno utile per farsi un’idea di quello che propongono questi doomsters australiani.

Open Door Of Doom – Open Door Of Doom

L’esordio degli Open Door Of Doom non è nulla di epocale ma sicuramente conserva sapori ed aromi di un tempo, sempre graditi a chi ama queste sonorità.

Endimion – Latmus

Latmus si dipana per circa un’ora di musica destinata a restare confinata, a livello di ascolti, entro i confini degli appassionati più accaniti del genere i quali, comunque, non resteranno delusi da una prova di buona sostanza.

Horrisonous – A Culinary Cacophony

Band da non perdere di vista per un auspicato passo avanti verso una personalità più accentuata, gli Horrisonous convincono comunque e si meritano una chance dagli amanti del death/doom di matrice old school.

Tankograd – Totalitarian

Questi quattro polacchi si insinuano con il loro sound nel nostro immaginario quasi di soppiatto, e quello che ad un primo ascolto può sembrare un disco di doom come tanti, a lungo andare continua a ronzare in testa sotto forma di squarci melodici ed intuizioni da band di ottimo livello: un buon motivo per prestare attenzione ad un lavoro davvero intrigante.

Onirophagus – Endarkenment (Illumination Through Putrefaction)

Endarkenment possiede le caratteristiche per trascinare chiunque nel gorgo di oscurità che gli Onirophagus riescono a creare, magari senza strabiliare e men che meno mostrando bagliori di novità, ma offrendo con competenza e convinzione quelle sonorità che affondano le loro nodose radici negli anni novanta, con un occhio di riguardo ai primi vagiti della sacra triade albionica.

Even Vast – Warped Existence

Warped Existence risulta un’opera imperdibile per gli amanti dei suoni doom/sludge ma non solo: la natura estremamente eterogenea di brani come I Know, Somebody o Upon Deaf Ears, costituisce una risorsa per entrare nelle corde degli ascoltatori più attenti e liberi dalle catene che imprigionano la musica nelle buie celle dei generi.

Illimitable Dolor – Leaden Light

Il death doom atmosferico degli Illimitable Dolor trova qui la sua ideale sublimazione, grazie ad un songwriting che in ogni suo frammento è finalizzato ad evocare emozioni struggenti, anteponendo l’aspetto melodico a qualsiasi altra sfumatura stilistica.

Il Vuoto – Vastness

Vastness è un lavoro che, per essere apprezzato al meglio, necessità d’essere ascoltato più volte, possibilmente come se fosse un corpo unico senza saltare da un brano all’altro: solo così si potrà godere pienamente della bellezza di quest’opera destinata a divenire un termine di paragone per il genere negli anni a venire, almeno a livello nazionale.

Maestus – Deliquesce

Un atmosferico funeral doom è quanto ci offrono gli statunitensi Maestus: imponenti squarci strumentali evocativi,intrisi di romantica oscurità.

Noyde – Surface

Questi quattro brani mostrano l’intenzione di proporre il genere in una maniera tra il sognante ed il rarefatto e per far ciò il contributo di una componente post metal diviene inevitabile; l’operazione però convince solo a tratti, perché tale connubio unito ad una voce femminile, invero non troppo incisiva, riesce ad evocare sensazioni di malinconico abbandono così come momenti piuttosto tediosi.

Warp – Warp

Diverse ma ancora più estreme rispetto a quelle americane, le aree desertiche del loro paese hanno ispirato non poco questo trio israeliano che dimostra notevole competenza in fatto di psichedelia, stoner ed heavy doom.