Gandalf’s Owl – Winterfell
Decisamente apprezzabile questo esperimento, proprio perché Gandolfo Ferro, rivolgendosi ad una fascia di ascoltatori sostanzialmente diversa da quella degli Heimdall, si mette coraggiosamente a nudo rinunciando alle sue più riconosciute peculiarità,
Sepvlcrvm – Vox In Rama
Il rito dei Sepvlcrvm è un convolgere piani diversi della nostra esistenza.
Wöljager – Van’t Liewen Un Stiäwen
Un capolavoro in grado rendersi appetibile anche a chi, pur non frequentando in maniera assidua questo genere, sia in grado di assimilare le emozioni offerte da una musica solo apparentemente semplice ma che arriva dritta al cuore, trovandovi una sua stabile dimora.
Blackwood – As the world rots away
Elettronica e noise, rumori e silenzi in negativo, riverberi maledetti e tanto altro, quello dei Blackwood è un disco importante, intimo e allo stesso tempo catartico e malevolo dannatore.
Les Discrets – Live At Roadburn
Per chi sta scoprendo lo shoegaze e colpevolmente non conoscesse ancora i Les Discrets, Live At Roadburn potrebbe rappresentare il pretesto per colmare tale lacuna
THE MAGIK WAY – CURVE STERNUM
A differenza di quanto accade sovente, in occasione di reunion che per motivi di marketing vengono contrabbandate come eventi epocali, per i The Magik Way si può invece tranquillamente affermare che di un ritorno di questa levatura se ne sentiva davvero il bisogno.
Fallen – Secrets Of The Moon
Un bellissimo lavoro, capace di rievocare in maniera del tutto personale le sonorità che furono portate alla ribalta negli anni ’70 dalla florida scena tedesca, con nomi quali Klaus Schulze, Tangerine Dream e Popol Vuh, tra gli altri.
Olam Ein Sof – Reino De Cramfer
Il lavoro è nel suo complesso pregevole, anche se talvolta affiorano diversi cali di tensione sotto forma di brani meno ispirati che finiscono per appesantire inevitabilmente l’ascolto
Mirna’s Fling – For The Love Of Me
Arjan Hoekstra ci guida in un mondo dai colori tenui ma tendenti invariabilmente a rivestirsi di una cappa di grigio, stante il mood malinconico che pervade anche episodi ingannevolmente più spensierati.
Oberon – Dream Awakening
Bard, con questo suo ritorno discografico, ottiene un risultato eccellente mettendo sul piatto una fluidità compositiva che gli consente di muoversi senza apparenti scossoni tra umori neofolk, punte di oscurità, passaggi di stampo progressive ed riferimenti cantautorali di nobile lignaggio.
OvO – Averno / Oblio
Ritornano gli abissi sonori di uno dei migliori gruppi italiani che ripesca due eccellenti pezzi dalle sessioni di registrazione del suo ultimo album.
Negura Bunget – Gind A Prins
L’unica maniera per apprezzare pienamente i dieci minuti di musica contenuti in Gind A Prins è quello di liberarsi dell’ingombrante pregiudizio che può derivare dal nome della band stampato sulla copertina.
Vàli – Skogslandskap
Musica senza tempo, capace di ricondurci al nostro naturale status di ospiti del pianeta, che più ci si addice rispetto a quello di usurpatori di un regno che non ci appartiene.