Body Count – Bloodlust

La maggior parte dei gruppi rapcore o nu metal si sono dissolti, mentre i Body Count sono sempre qui a spargere terrore.

Invidia – As The Sun Sleeps

Un lavoro curato nei minimi dettagli, duro ma dall’appeal elevato e che, senza abbassare la guardia, convince in ogni passaggio.

Deez Nuts – Binge & Purgatory

Le canzoni in questo disco sono tutte valide e sono un ulteriore passo in avanti per questo gruppo che produce un altro disco notevole, da ascoltare a fondo e più volte, poiché è più profondo e meno immediato dei precedenti.

Forming The Void – Relic

I Forming The Void hanno le stimmate del grande gruppo, perché è impossibile far convivere nella propria musica accenni dei Tool con minuetti grunge, post rock e post doom, il tutto facendo qualcosa di molto personale.

Vitja – Digital Love

Digital Love si compone di undici brani per soli quaranta minuti di musica diretta, melodica, potentissima e sapientemente elettronica

Ghost Season – Like Stars In The Neon Sky

Debutto per i greci Ghost Season, band alternative sulla scia degli dei americani Alter Bridge, con Like Stars In The Neon Sky che risulta un buon ascolto in grado di ritagliarsi uno spazio nei cuori dei fans dell’hard rock moderno.

Fall Of Carthage – The Longed-For Reckoning

I musicisti hanno esperienza da vendere e si sente, ma molti dei brani proposti non vanno oltre la sufficienza, tra spunti hardcore, nu metal e violenza da scontri sui marciapiedi di metropoli allo sbando.

Ninjaspy – Spüken

La fusione tra metal estremo e note provenienti da generi come reggae, jazz o fusion non è certo una novità appunto, ma Spüken non lascerà sicuramente indifferenti gli amanti di questo ibrido musicale.

Cry Excess – Vision

Il disco è molto ben bilanciato fra pesantezza e melodia, fra accelerazioni e parti mid tempo, ed il tutto è molto intenso e coinvolgente, cosa non è facile da trovare oggi.

Chetyre Muzhika – Howl

Un quartetto da seguire in futuro, non fosse che per la sua originalità che lo porta ad essere un compromesso tra Mastodon, Primus e Nirvana uniti sotto la bandiera dell’hardcore.

Kadinja – Ascendancy

Se l’idea era quella di rendere ultra-tecnico un genere che si basa principalmente sull’impatto, i Kadinja riescono nell’impresa solo a sprazzi, mentre trovo ormai superato l’uso della doppia voce, specialmente se non si è maestri nel far funzionare un abbinamento che negli ultimi tempi sta tirando la corda.

Ibyss – Hate Speech

Questi sei brani forse non cambieranno la storia del genere ma hanno la caratura per consentire agli Ibyss di ritagliarsi un meritato spazio; e chissà che, come spesso accade, una forma di censura non provochi un effetto diametralmente opposto a quello desiderato da chi l’ha imposta …

2nd Face – Nemesis

L’opera prima di 2nd Face dimostra come non sia necessario imbracciare delle chitarre e dotarsi di un aspetto truce per proporre musica ugualmente minacciosa e rumorosa.

The Royal – Seven

Questi cinque ragazzi sanno come suonare metal moderno cercando di piacere non solo a giovanissimi dal capellino rovesciato, ma anche ai metallari che hanno raggiunto la maggiore età, con una serie di melodie che si incastrano in brani aggressivi e perfettamente studiati.

Van Halst – World Of Make Believe

Un album americano doc in cui la componente alternative ha il sopravvento su quella gotica, con buone idee che diventano geniali quando il diavolo ha la meglio sui vampiri ed il blues irrompe con tutto il suo dannato appeal nel sound del gruppo.

Pyogenesis – A Kingdom To Disappear

Metal estremo che si trasforma, fagocitato e poi riversato sotto altre forme da un’entità geniale che fa dell’ eclettismo la sua micidiale arma musicale.