Enslaved – E
E è uno dei capolavori del genere musicale chiamato metal, è un avanzamento della specie, un immenso universo fatto di note, tenebre, colori e gusti, che va gustato ad occhi rigorosamente chiusi per poter viaggiare nella sua interezza.
Rancho Bizzarro – Rancho Bizzarro
I Rancho Bizzarro arrivano da Livorno con due chitarre, un basso e una batteria e fanno un desert stoner rock strumentale molto efficace e molto desertico.
Dead Woman’s Ditch – Seo Mere Saetan
Folklore albionico, horror, doom, sludge e black: ecco la ricetta per un buonissimo esordio da una band con grandi potenzialità.
Brume – Rooster
Album di nicchia per un genere già di per sé ad uso e consumo di pochi fans, ma consigliato se siete amanti delle trame pesanti di Revelation, Sleep e St. Vitus.
Lento – Fourth
I Lento sono un magnifico vortice che ti attrae al suo interno, un’ipnosi musicale che non vorresti finisse mai, rompono i confini dei generi e fluttuano inesorabilmente attraverso dimensioni diverse, mondi persi dentro al nostro io. Fourth è un disco da ascoltare e riascoltare all’infinito per poterne conoscere almeno la maggior parte dei sentieri, delle […]
Old Night – Pale Cold Irrelevance
Questo disco d’esordio degli Old Night si presenta come una delle più belle sorprese dell’anno in ambito doom.
Bluedawn – Edge Of Chaos
Un album nato da un’arcobaleno di tonalità che dal nero si spostano al grigio, teatrale ed affascinante: Edge Of Chaos è un lavoro riuscito, magari di nicchia, ma in grado di intrattenere le anime dalla sensibilità dark che popolano le notti del nuovo millennio.
71TonMan – Earthwreck
Chiaramente sconsigliato a chi nella musica ricerca ricami e svenevolezze assortite, questo monolite firmato 71TonMan è esattamente ciò che si vorrebbe sempre ascoltare da una band sludge.
Crimson Altar – Clairvoyance
Buoni riff che denotano la devozione per il sound ottantiano, interessanti e auspicabilmente incrementabili interventi del flauto, che conferiscono al tutto un’aura particolare, ed una sincera attitudine per il genere, rendono Clairvoyance una prova interessante soprattutto in prospettiva.
Kroh – Altars
Altars è il secondo full length dei doomsters britannici Kroh, ottimi cultori del verbo sabbathiano portato ad un livello di misticismo occulto affascinante e ricco di sfumature oniriche.
Three Eyes Left – The Cult Of Astaroth
Chitarre ribassate, basso che schiaccia per terra, mentre la batteria ci percuote i neuroni e la voce di un caprone che ci comanda: tutto ciò è pesante, bellissimo e sta in questo disco.
Process Of Guilt – Black Earth
Non c’è nulla di più catartico della rabbia per sopportare quella che ogni volta appare un’inutile ed impari lotta dell’uomo con il proprio destino, e i Process Of Guilt sono oggi tra i più credibili ed efficaci cantori di questo stato d’animo.
Grand Delusion – Supreme Machine
Supreme Machine è un lavoro sufficiente, nel quale non manca qualche difetto ma che nel suo insieme può sicuramente dire la sua, specialmente al cospetto degli amanti dei suoni doom/stoner e vintage
Celesterre – The Wild
Il sound dei Celesterre convince soprattutto nei momenti in cui il sound si fa più epico ed evocativo, un po’ meno negli altri frangenti: resta comunque apprezzabile l’approccio non convenzionale della band olandese, che ha il merito di provare a svincolarsi dagli schemi consolidati.
The Father Of Serpents – Age Of Damnation
Cercando di mettere contemporaneamente sul piatto gli influssi provenienti soprattutto da Moonspell, My Dying Bride e Paradise Lost, i The Father Of Serpents riescono senza dubbio nella non facile impresa e, laddove viene sacrificata in parte la freschezza della proposta, si riceve in cambio un’interpretazione pulita e ricca di buoni spunti melodici.
Mesmur – S
S è un’opera magnifica, che si propone come la migliore per distacco del 2017 in ambito funeral.
Usnea – Portals into Futility
Magnifico disco degli statunitensi che raggiungono il loro apice creativo: funeral, sludge e death fusi in modo magistrale.
Nephilim’s Howl – Through The Marrow Of Human Suffering
I Nephilim’s Howl risultano credibili nel proporre ognuna delle diverse sfumature stilistiche immesse nell’album, dimostrando una buona varietà compositiva e nel contempo chiarezza di intenti su come sviluppare la propria idea di black doom.
I, Forlorn – My Kingdom Eclipsed
Il death doom offerto in My Kingdom Eclipsed è focalizzato al 100% al richiamo di impulsi emotivi ammantati di malinconia ma non di drammaticità o disperazione, il tutto grazie ad un sempre solido impianto esecutivo che demanda soprattutto alla chitarra solista il compito di delineare le migliori melodie.
Ufomammut – 8
8 non è un nuovo inizio ma la continuazione dell’opera che gli Ufomammut stano portando avanti dall’inizio del loro percorso, un’opera alchemica come suggerito dai molti indizi occulti che hanno lasciato nei loro dischi.