Wraithmaze – Fields Of Nihilism
I finnici Wraithmaze si ripropongono al pubblico dopo l’esordio su lunga distanza del 2011 con questo riuscito Ep a base di un death-doom dai tratti spiccatamente melodici.
Wijlen Wij – Coronachs of the Ω
Il secondo album della band belga alterna momenti eccellenti ad altri piuttosto opachi, per un risultato complessivo soddisfacente ma non esaltante.
Descend Into Despair – The Bearer of All Storms
La giovane età dei musicisti e la loro manifesta volontà di non limitarsi ad un semplice e timido compitino fa pensare che i Desced Into Despair possiedano potenzialità per ora ancora inespresse.
Woe Unto Me – A Step into the Waters of Forgetfulness
Sicuramente i Woe Unto Me potranno piacere ai fruitori del funeral più melodico ma, in considerazione di una proposta così brillante e ricca di sfaccettature, potrebbero fare breccia anche nei cuori di chi ama sonorità malinconiche e più rarefatte, non necessariamente associate a forme di doom estremo.
Deadly Carnage – Manthe
I Deadly Carnage ci regalano un lavoro maturo, che trasuda di umori antichi senza per questo apparire obsoleto, in virtù di una rara sensibilità compositiva.
Gum – But Woman Monkey
Stoner doom annichilente, per il secondo bellissimo album della band toscana.
Dom – Dom Vampyr
Dom Vampyr regala una mezz’ora scarsa di musica assolutamente piacevole, purchè non si faccia l’errore di attendersi qualcosa che assomigli al funeral come lo intendono i veri appassionati; sgombrando il campo da questo equivoco, l’operato di Belial si rivela, invero, del tutto apprezzabile.
Allochiria – Omonoia
Gli ateniesi Allochiria ci rovesciano addosso una cinquantina di minuti di rabbia controllata a base di un post-metal/sludge dalla qualità sorprendente, capace di mettere in fila molte delle uscite succedutesi nel settore negli ultimi tempi.
A Young Man’s Funeral – Thanatic Unlife
Un‘uscita interessante per un progetto dalle buone potenzialità.
Demon Eye – Leave The Light
Un album che nei suoi quarantasei minuti di durata racchiude il meglio degli anni settanta/ottanta in materia doom classico.
Abbotoir – Reclaim
Una proposta migliorabile ma che già oggi risulta sicuramente intrigante oltre che coraggiosa.
Bosque – Nowhere
Un disco che va a scavare l’anima in profondità, lasciando ferite e lacerazioni difficilmente sanabili.
Ea – A Etilla
Gli Ea si confermano una garanzia in ambito funeral melodico, anche se “A Etilla” si rivela leggermente inferiore al suo predecessore.
Hollow Leg – Instinct
La musica qui incede e incide lentamente con la potenza dell’acqua, scorrendo sotterranea e trovando sempre una via per passare.
Eye Of Solitude – Canto III
Canto III è la quintessenza del funeral death-doom e, senza alcun dubbio, il capolavoro che finalmente giunge a riscrivere le coordinate del genere, composto per di più da una band che ha avuto una crescita esponenziale in soli 2 anni e che si trova in una fase contrassegnata da un’entusiasmante progressione stilistica.
Kuolemanlaakso – Musta Aurinko Nousee
Una band da tenere d’occhio nel prossimo futuro, quindi, indipendentemente dalla lettura dei nomi presenti in line-up.
Slow – III Gaia
Un disco nel quale vengono sviluppate armonie di grande intensità e capaci di evocare sentimenti di malinconia e disillusione.
Hamferð – Evst
“Evst” va a collocarsi in assoluto tra le migliori uscite del 2013
Monolithe – IV
Il quarto atto su lunga distanza dei Monolithe consolida lo status invidiabile di una band incapace di fallire un colpo dal momento della sua apparizione sulla scena.
Lorelei – Ugrjumye Volny Studenogo Morja
Ottimo esordio per i Lorelei che, in un prossimo futuro, potrebbero anche trovare una maggiore esposizione se optassero anch’essi per l’adozione di testi in lingua inglese.