Dauþuz – Die Grubenmähre

Die Grubenmähre è un’opera che vale la pena ascoltare, risultando tutt’altro che uno spreco di tempo per per gli estimatori del black metal di matrice germanica.

Warfist / Excidium – Laws of Perversion & Filth

La Godz Ov War licenzia questo split che vede impegnati due gruppi polacchi, Warfist ed Excidium, dediti ad un thrash metal old school pregno di attitudine black come da tradizione nelle terre dell’est europeo.

Ulvegr – Vargkult

Vargkult rafforza lo status raggiunto dagli Ulvegr con il precedente album, offrendo mezz’ora scarsa di rara efficacia per sintesi e maturità.

Grafjammer – Schalm & Schabauw

Quest’album dei Grafjamemer ha tutto per mettere d’accordo ascoltatori dai gusti più disparati, perché di certo qui non ci si annoia, essendo costretti a fare headbanging dal primo all’ultimo minuto, senza pause di sorta.

Vargrav – Netherstorm

Privo di punti deboli evidenti, Netherstorm dimostra quanto ci sia ancora da dire in ambito symphonic black metal senza per forza scadere in soluzioni plastificate o eccessivamente ammiccanti.

Bergrizen – Der Unsterbliche Geist

Il black offerto in quest’occasione è di chiara impronta nordica, atmosferico, gelido e solenne come si faceva molto bene nel secolo scorso senza stravolgere i dettami di base del genere.

Gribberiket – Sluket

Band norvegese notevolissima con forte personalità: doom, noise e black miscelati ad arte per un risultato originale e per nulla scontato.

Aosoth – V: The Inside Scriptures

L’annichilimento sonoro chiamato V: The Inside Scriptures dura poco più di tre quarti d’ora di musica che non dà  respiro, rovesciandoci addosso tutto il male dell’universo convenuto in cunicolo spazio-temporale che conduce alla Terra.

Forgotten Woods – The Curse of Mankind

I Forgotten Woods, nonostante la lenta e numericamente esigua produzione nel corso della loro carriera, non hanno fatto mancare la loro vicinanza a tutti gli amanti del black e del depressive che si rispettino, questa volta con la ristampa del capolavoro The Curse of Mankind.

Lloth – Athanati

In Athanati, i Lloth antepongono a tutto un’emotività che si percepisce ad ogni nota, nonostante il dolore venga esplicitato tramite un sound robusto e spesso rabbioso, per quanto ammantato senza soluzione di continuità da un afflato melodico in grado di fare la differenza.

Bunkur / Mordor – Split LP

Gli olandesi Bunkur e gli svizzeri Mordor, prendono due brani a loro modo storici e li stravolgono piegandoli alla loro deviata idea di metal estremo.

Paroxsihzem – Paroxsihzem

I canadesi Paroxsihzem tornano dall’inferno grazie alla Krucyator Productions che ristampa in formato musicassette il loro unico lavoro sulla lunga distanza in dieci anni di attività, uscito originariamente autoprodotto nel 2010, poi ristampato due anni dopo dalla Dark Descent Records e nel 2013 licenziato in vinile dalla Hellthrashers Productions. La loro discografia viene completata da […]

Auroch – From Forgotten Worlds

Ispirato nei testi dall’immaginario lovecraftiano, From Forgotten Worlds è un furioso assalto senza soluzione di continuità, oscuro e mefistofelico, estremo e profondo, tanto da lasciare un’impressione notevole nell’ascoltatore specialmente per l’impatto devastante del sound.

Greytomb – Monumental Microcosm

Monumental Microcosm è un lavoro breve ma in grado di cogliere nel segno, creando una certa aspettativa per quelle che saranno le prossime mosse della band australiana.

Halphas – Dawn of a Crimson Empire

Dawn of a Crimson Empire è un ottimo ascolto per chi vuol farsi un pieno di rabbia iconoclasta veicolata da una forma di black metal offerta in maniera impeccabile.

Infernotion – Habits

Habits possiede tutti i crismi per cercare di farsi largo nel mare magnum delle uscite di qualità in campo estremo, grazie anche ad un concept lirico tutt’altro che banale.

Azziard – Metempsychose

Di Metempsychose colpisce la potenza che viene sprigionata da ogni singola nota , con i rari rallentamenti vicini al doom che hanno la funzione di una breve sosta, utile per riprendere il fiato prima che che la macchina si rimetta in moto con tutto il suo carico di malevola oppressione.

Hoofmark – Stoic Winds

Per le sue caratteristiche è comprensibile che l’album proceda un po’ a strappi, ma nel complesso questo approccio non dispiace affatto per coraggio e creatività.