Izegrim – Beheaded By Trust

Gli Izegrim si dimostrano una band interessante, sicuramente ben salda nella scena underground europea, e Beheaded By Trust potrebbe risultare un buon modo per fare la loro conoscenza o per far passare il tempo in attesa di un prossimo full length.
Rise Of Avernus – Eigengrau

Eigengrau appare ben focalizzato e soprattutto anche impeccabile per resa sonora, per cui gli otto brani scorrono via senza intoppi offrendo passaggi ora più melodici ora più robusti e mostrando una certa varietà.
Eartheria – Awaken The Sun

L’ep, della durata di mezzora, fatica a tenere l’ascoltatore con l’attenzione concentrata su brani come Myriad o la conclusiva Nihil, tracce tenute prigioniere dalle catene di un sound che segue le peripezie tecniche di Gojira e compagnia, ma che fatica nel lasciare qualcosa in termini di emozioni in chi ascolta.
Morbid Saint – Destruction System

Un ottimo gruppo statunitense, poco conosciuto dai più, che seppe traghettare il thrash verso i lidi del death metal floridiano.
Bloodland/Necrosi – Death Metal Attack Split

Buona iniziativa della Unholy Fire Records che unisce in uno split i tedeschi Bloodland ed i nostri Necrosi.
Atomwinter – Catacombs

Il quartetto tedesco non conosce compromessi e fin dalla copertina è palese l’intenzione di presentarci un lavoro basato su un sound old school, marcio e putrido come l’odore di morte che pervade le catacombe dalle quali, una volta entrati, sarà impossibile uscirne.
Repulsione – Desecrating

I Repulsione picchiano e gridano come un’ora di primitivi hooligans, e fanno un suono old school che sarà amato da chi ascolta grind da parecchi anni.
Dustin Behm – The Beyond

Behm, cresciuto a pane e James Murphy, con contorno di Satriani e Gilbert, licenzia un debutto che ricorda più un testo didattico che un’opera musicale e che potrebbe piacere solo a chi si trastulla con i guitar heroes ed i virtuosi degli strumenti.
Sotz’ – Tsak’ Sotz’

La band portoghese si destreggia con maestria tra le intricate ispirazioni che il death metal melodico ha prodotto in questi ultimi anni, lasciando intravedere un buon talento e confermando così il valore delle nuova generazione dei musicisti metal nati all’estremo ovest della penisola iberica.
Ataraxy – Where All Hope Fades

La proposta di questa ottima realtà estrema chiamata Ataraxy si colloca perfettamente nel doom/death metal e risulta una lenta agonia, tra impietose ed estreme parti death old school e sofferenze senza fine tramutate in cadute negli abissi eterni del doom.
Demonical – Chaos Manifesto

Riff inossidabili, ritmiche forsennate, accenni melodici in solos che sono l’abc dello swedish death, colmano un gap temporale di quasi trent’anni, tornando a far risplendere nomi storici del metal estremo mondiale come Dismember, Entombed ed Unleashed.
Bestialord – Law of the BurningBestialord – Law of the Burning

Il problema di un album simile, scritto ed interpretato con buona competenza, è quello di non riuscire a colpire come dovrebbe, tanto che in certi frangenti viene persino il dubbio che il lettore si sia incantato sullo stesso brano.
Eye Of The Destroyer – Starved And Hanging

Quattro brani, quattro pallottole death/grind/hardcore sparate ad altezza d’uomo da questa macchina da guerra estrema per la quale la parola d’ordine è fare male, senza pietà.
Xenosis – Devour and Birth

Devour And Birth è un album molto interessante, progressivo e piacevole nell’ascolto anche per chi non stravede per la tecnica fine a se stessa e questo a mio parere è il complimento più bello che si possa fare alla band.
Strike Avenue – Human Golgotha

Human Golgotha torna a far parlare in modo estremamente positivo del death metal moderno, oltretutto per merito di una band italiana.
Shambles – Primitive Death Trance

Primitive Death Trance è un nuovo esempio della proposta malsana e senza compromessi dei thailandesi Shambles.
Phendrana – Sanctum: Sic Transit Gloria Mundi

Anuar Salum offre una sua personale interpretazione del black metal avvolgendolo in un involucro progressivo ed atmosferico, optando così per un approccio più melodico che avanguardista.
Crescent – The Order Of Amenti

Una continua e crescente tensione viene portata al massimo da brani pieni di malvagità, tutti medio lunghi ed elaborati quel tanto che basta per farne otto dimostrazioni di pura malvagità fatta musica.
Oracle – Into The Unknown

Secondo album e bersaglio centrato per gli Oracle, anche perché non si accontentano di tributare il death, ma lo valorizzano con ripartenze al limite del black e mid tempo dal piglio moderno e più in linea con la tradizione statunitense.
Ayat – Carry On, Carrion!

Dieci pallottole che deflagrano in faccia a chiunque abbia il coraggio di avvicinarsi a questo disco, frenetico, viscerale, urgente, incompromissorio.