Lucifera – La Caceria De Brujas
I Lucifera non tradiscono chi aveva apprezzato i precedenti lavori, ed anche quest’ultimo album risulta impedibile per gli amanti della vecchia scuola estrema.
Kings Destroy – Fantasma Nera
La musica dei Kings Destroy è fatta per durare, si può ascoltare molte volte, ed ogni volta è come fosse la prima.
Lividity – Perverseverance
Perverserance è caratterizzato da una raccolta di bombe sonore che non deluderanno affatto gli amanti del brutal death.
Sanguinary Trance – Wine, Song and Sacrifice
Wine, Song and Sacrifice è un primo passo senz’altro utile a far sì che il nome dei Sanguinary Trance venga annotato tra quelli da tenere sotto la lente d’ingrandimento nel prossimo futuro.
Vanik – II Dark Season
Un altro massacro vecchia scuola: questo ci propongono i Vanik, mezzora di scariche adrenaliniche, di metallo veloce e diretto, accompagnato da testi di ispirazione horror.
In-Sight – Enlightened By Shadows
Questo nuovo lavoro torna a far parlare in maniera estremamente positiva della band lombarda, che lascia ad altri ispirazioni ed influenze dark progressive, per un approccio che rimane estremo in tutta la durata dell’opera.
Lysithea – Star-Crossed
Star-Crossed è un lavoro maturo e impeccabile sotto tutti i punti di vista, e potrebbe essere l’opera ideale per portare definitivamente il nome dei Lysithea all’attenzione anche degli appassionati europei.
Crystal Lake – Helix
In questo disco ci sono in dosi fortissime, potenza, melodia, qualche stiloso accenno di rap e tanto metal moderno.
New Disorder – Mind Pollution
Potente e melodico, questa è la caratteristica principale del nuovo lavoro, che conferma dunque la buona qualità della proposta di un gruppo dalle molte anime unite in un sound moderno e vincente, grazie ad un talento melodico che emerge tra aggressività metal, graffiante alternative rock e pulsioni elettro/industriali, presenti ma mai invadenti.
Hænesy / Moondweller – Earth and Space
Trattandosi dell’operato di due realtà ancora sconosciute ai più, Earth and Space si rivela sicuramente una graditissima sorpresa per chi non disdegna il black metal nella sua veste più sognante ed atmosferica.
Childrain – The Silver Ghost
Il gruppo è in definitiva molto interessante e ha ancora ampi margini di miglioramento: questo quarto disco potrebbe essere quello che li impone all’attenzione mondiale, anche se l’attenzione del pubblico dura poco e bisogna agire in fretta.
Onydia – Reflections
Reflections offre fughe strumentali, atmosfere eleganti, una forma canzone ben presente ed in generale una forte personalità, pur rimanendo all’interno del progressive metal tradizionale.
Eresia – Airesis
Il ritorno, graditissimo ed a lungo atteso, di una band realmente storica del death made in Italy.
The Royal – Deathwatch
Talento e consapevolezza nei propri mezzi, ma anche una grande conoscenza di ciò che possa far saltare il pubblico ad un concerto, questi sono tutti elementi che depongono a favore dei The Royal, per uno degli album metalcore migliori del 2019.
Gorgon – Elegy
Un lavoro riuscito questo Elegy, il cui sound ripropone i cliché usati a suo tempo dai gruppi più famosi, ma non manca di regalare momenti pregni di epiche sinfonie perfettamente incastonate tra le trame estreme del gruppo parigino.
Hiss From The Moat – The Harrier
The Harrier è di fatto un bombardamento sonoro dove tradizione e sfumature moderne trovano la loro perfetta alchimia, in un metal estremo di matrice death/black, derivativo quanto si vuole ma che lascia comunque una sensazione di forte personalità in chi l’ha creato e suonato.
Planet Of Zeus – Live In Athens
Live In Athens è un ottimo supporto per fare la conoscenza dei Planet Of Zeus o comunque per per saggiarne le potenzialità on stage.
Overkill – The Wings Of War
Sono invecchiati bene gli Overkill, senza tradire fans vecchi e nuovi, rimanendo fedeli ad un certo modo di fare metal, ma migliorando e curando ogni particolare di album in album, così che ancora oggi possono competere con quelle nuove leve che. al cospetto di un lavoro come The Wings Of War, arrancano alle spalle della band statunitense.
Noyde – Surface
Questi quattro brani mostrano l’intenzione di proporre il genere in una maniera tra il sognante ed il rarefatto e per far ciò il contributo di una componente post metal diviene inevitabile; l’operazione però convince solo a tratti, perché tale connubio unito ad una voce femminile, invero non troppo incisiva, riesce ad evocare sensazioni di malinconico abbandono così come momenti piuttosto tediosi.
Overkind – AcheroN
Un grande disco di metal moderno ed originale, orgogliosamente privo di schemi prefissati, con ex membri dei Fatal Destiny.