Mortiis – Ånden som Gjorde Opprør / Keiser av en Dimensjon Ukjent
Funeral Industries e Plastichead, a poco più di vent’anni dalla prima pubblicazione, offrono la riedizione di Ånden som Gjorde Opprør e Keiser av en Dimensjon Ukjent, due lavori, usciti all’epoca per la leggendaria Cold Meat Industry, che portarono all’attenzione di una più vasta fascia di pubblico il nome di Mortiis.
Deinonychus – Ode To Acts Of Murder, Dystopia And Suicide
Il black doom dalle forti venature depressive dei Deinonychus torna ad inquietarci, sempre sotto l’egida della My Kingdom Music.
Rise Of The Wood – First Seed
Il sound di First Seed è tutto meno che una sorpresa per gli ascoltatori del genere, il gruppo orange spacca i timpani con una serie di riff scavati nella roccia sabbathiana, passati a fil di spada sopra dirigibili persi nei cieli degli anni settanta e strafatti con radici trovate sotto la sabbia nella Sky Valley.
Isle of Avalon – Of Tulgey Wood and the Table Rounde
Con gli Isle Of Avalon ci tuffiamo nelle atmosfere leggendarie dei cavalieri della tavola rotonda e di re Artù, con la colonna sonora che non può che essere un power metal dai rimandi folk, epico, sognante e battagliero, ma poco incisivo.
MINDFEELS
Il lyric video di “Skyline”, dall’album “XXenty” (Art Of Melody Music / Burning Minds Music Group).
De La Muerte – Venganza
Immaginate la frontiera messicana di film come El Mariachi o Machete raccontata tramite una colonna sonora che amalgama metal classico, hard rock, groove ed atmosfere tradizionali, suonata ed interpretata da un vocalist eccezionale ed avrete un’idea più o meno esatta di quello che i De La Muerte intendono per musica metal.
Satanath – Your Personal Copy
L’approccio all’ambient di Aleksey Korolyov non prevede lunghe reiterazioni di uno stesso tema. bensì è caratterizzata da un continuo cambio di scenario, e più che la colonna sonora di missioni spaziali o di documentari naturalistici, Your Personal Copy potrebbe essere l’ideale accompagnamento di qualche strambo cartone animato.
Atlases – Penumbra
Penumbra si snoda lungo 26 minuti di ottimo post metal, melodico e ammantato di quella malinconia che forse solo i finnici hanno così spontaneamente nelle corde.