Inner Shrine – Heroes

Heroes è un lavoro relativamente breve che gode di un’elegante levità nel suo scorrere dai tratti quasi cinematografici: l’operato del duo toscano si rivela in ogni frangente fresco ed evocativo, grazie anche ad una notevole scorrevolezza che compensa l’assenza, di fatto, di una forma canzone vera e propria.

Ghostheart Nebula – Reveries

I Ghostheart Nebula riescono a far proprie le diverse sfumature del genere convogliandole in un sound che mette sempre in primo piano l’impatto emotivo, e questo è esattamente ciò che chiede chi si approccia a queste sonorità.

Helevorn – Aamamata

Non era facile riuscire a fare un ulteriore passo avanti rispetto ad un disco già splendido come Compassion Forlorn, ma gli Helevorn si sono letteralmente superati pubblicando un’opera con la quale si dovrà confrontare da oggi in poi chiunque voglia cimentarsi con il gothic doom.

Nailed To Obscurity – Black Frost

Un album come Black Frost, pur nel suo peccare in originalità, resta in ogni caso un ascolto fortemente consigliato agli amanti di un genere che riesce sempre a toccare le corde emotive giuste.

Locus Titanic Funus – Never Pretend

Never Pretend è un disco che trova una sua ragione d’essere nei passaggi più atmosferici, delineati da un buon lavoro chitarristico, ma ciò avviene in maniera troppo sporadica e frammentaria per spingere quest’album dei Locus Titanic Funus oltre una sufficienza di stima.

Krypta – The Name / Omerta

Per i Krypta un inizio incoraggiante, ovviamente con tutte le riserve e le incognite derivanti da una proposta dal minutaggio così ridotto.

Adfail – Poetry Of Ruins

Nel complesso l’ep finisce per incidere meno del dovuto: gli otto brevi brani faticano a farsi ricordare dando l’impressione d’essere al cospetto di un lavoro interlocutorio, che arriva dopo quattro anni nel corso dei quali gli Adfail non sembrano aver fatto quei progressi che sarebbe stato lecito attendersi.

Omit – Medusa Truth, Part 2

In questo mondo ovattato le regole della nostra dimensione vengono cambiate e si entra in un qualcosa di profondamente diverso. Un disco suonato e composto con cura e dedizione, e che non lascia nulla al caso, una splendida fuga.

Fading Bliss – Journeys in Solitude

Journeys in Solitude è gradevole, ben suonato e ben prodotto, tutti i tasselli sono al loro posto ma non penetra in profondità, come dovrebbe e potrebbe, con la necessaria continuità.

Goad – Landor

Nuovo lavoro da parte dello storico gruppo toscano, interprete di un incantevole hard prog gotico, dalle inflessioni ora più folk ora più doomeggianti. Puro romanticismo dark in musica, malinconico e melodico insieme.

The Chapter – Angels And Demons

Gli otto brani che vanno a comporre il lavoro sono tutti decisamente validi, ognuno equilibrato nel suo oscillare tra un’anima più pesantemente metallica e quella più malinconica e gotica.

Rome In Monochrome – Away From Light

Nella poetica dei Rome In Monochrome la reazione al dolore avviene in maniera dignitosa e composta, quasi a rappresentare l’accettazione di un destino ineluttabile che, quindi, non viene restituito esibendo tratti disperati bensì attraverso un senso di mestizia diffusa.

Paragon Collapse – The Dawning

Per chi ha apprezzato in passato band come The Third And The Mortal, Stream Of Passion e, ovviamente, The Gathering era Anneke, The Dawning potrebbe rivelarsi una gradita sorpresa.

Polynove Pole – On the Edge of the Abyss

L’album viene eseguito con tale competenza e credibilità da renderlo un ascolto tutt’altro che superfluo, non solo per gli appassionati più attenti alle produzioni provenienti dall’est europeo.

Deeper Down – The Last Dream Arms

Tra le trame di The Last Dream Arms si torna a respirare l’eleganza tragica e poetica del gothic/doom, con brani che si colorano di un arcobaleno dalle tinte scure che dal nero portano al grigio, creando una spessa coltre di nebbia che nasconde romantici giochi di luci ed ombre.