Dustrider – Event Horizon
Le canzoni di Event Horizon superano di gran lunga la forma canzone e sono jam spirituali e spaziali, fumosamente particolari e molto godibili.
King Woman – Created in the Image of Suffering
Una buona prima opera da una band che “condensa” doom emozionale con shoegaze e post rock.
Funeralium – Of Throes And Blight
Un disco magnifico, ma da maneggiare con estrema cura anche da parte di chi frequenta lidi sonori contigui al funeral doom.
Longhouse – II: Vanishing
I Longhouse, seppure nell’ambito di un territorio angusto come quello del doom, brillano proprio per la loro versatilità, evitando la reiterazione stilistica lungo tutti i brani e riuscendo anche con buon successo a districarsi lungo minutaggi importanti.
Sincarnate – In Nomine Homini
Il death doom dei Sincarnate è pervaso da una costante tensione: la band si muove con grande consapevolezza su un terreno scivoloso, sul quale una minore competenza nel maneggiare la materia porterebbe inevitabilmente a tediare l’audience, cosa che non avviene mai grazie a spunti ora ritmici, ora melodici, esaltati da un produzione di qualità.
Imindain – The Enemy of Fetters and Dwellers in the Woods
Per gli Imindain un ritorno gradito e tutt’altro che superfluo, con la ragionevole speranza che questo ep sia il logico antipasto di un nuovo lavoro su lunga distanza dal quale, oggettivamente, ci si aspetta molto.
The Doomsday Kingdom – The Doomsday Kingdom
Questo nuovo capitolo della carriera di Leif Edling troverà spazio su molte delle classifiche di fine anno riguardanti il metal dalle sonorità classiche, c’è da scommetterci.
Neos – Neos
Lo stile musicale di Nika prende le proprie basi dal doom, le ammanta di un piacevole alone di “kosmische musik” e, tra pulsioni psichedeliche e post metal, convince ed avvolge il giusto rendendo il lavoro decisamente apprezzabile.
The Obsessed – Sacred
“Signori” si nasce! Wino può ancora insegnare l’arte di fare grande musica.
Ell – Sweetest Nightmare
Sweetest Nightmare è un’opera breve ma di notevole interesse, almeno per chi ha voglia di scavare un po’ sotto la superficie degli album e non si stanca di andare alla ricerca di realtà intriganti e dal notevole potenziale
Ruin – Ruin
L’opera prima dei Ruin è senz’altro valida, magari non ancora all’altezza delle migliori espressioni del genere, ma ricca di spunti interessanti che fanno ragionevolmente ritenere i due musicisti dell’Alberta in possesso di tutti i mezzi per incidere, con ancor più efficacia e convinzione, alla prossima occasione.
Calliophis – Cor Serpentis
Cor Serpentis è un lavoro di grande compattezza e di altrettanta qualità, al quale manca forse il picco emotivo capace di attrarre fatalmente l’appassionato, ma che regala ugualmente un’interpretazione della materia ben al di sopra della media.
Hollow Leg – Murder ep
Due brani che confermano le ottime impressioni già destate da questo gruppo statunitense e che aggiungono carne sanguinolenta sul fuoco del genere, aspettando il prossimo capitolo sulla lunga distanza.
Space Witch – Arcanum
Un sound che è più di quanto disturbato si possa trovare in giro se si parla di doom metal, una musica che rispecchia jam drogate e pesantissime, un labirinto sonoro dove ragione e pazzia vivono divise da una linea sottile.
Frailty – Ways Of The Dead
Questo ritorno dei Frailty mostra una decisa sterzata verso un indurimento sonoro che, comunque, non snatura l’indole doom della band, ma ne sposta con più decisione le coordinate sonore verso il death.
Kaunis Kuolematon – Vapaus
Quello che fino a qualche anno fa era una gruppo in chiara ascesa può essere considerato, fin da oggi, una realtà tangibile ed affermata, perché comporre due album di siffatto valore è prerogativa solo delle band di levatura superiore alla media.
Devil – To The Gallows
Riffoni pesanti, ritmiche che si mantengono robuste e regolate su mid tempo grondanti lava vulcanica ed almeno la metà dei brani di altissima qualità, fanno di To The Gallows un lavoro imperdibile per i fans dell’heavy doom tradizionale.
Morast – Ancestral Void
Ancestral Void conferma quanto di buono esibito precedentemente dai Morast, senza che però avvenga il salto di qualità sensibile che forse era lecito attendersi.
Pallbearer – Heartless
Ascoltare Heartless è un’esperienza che ti fa essere grato di non essere morto prima di poter sentire un disco così.
Naga – Inanimate
I Naga si stabilizzano tra gli esponenti di punta di un genere che. nel nostro paese. sta producendo frutti sempre più prelibati.