Imago Imperii – Fate Of A King
I bolognesi Imago Imperii danno alle stampe il loro secondo full lenght, un concept all’insegna di un power metal epico, sinfonico e valorizzato da un’anima neoclassica consigliato agli amanti del genere, che troveranno più di un riferimento alle opere passate di Grave Digger, Rage e Gamma Ray.
Jag Panzer – Mechanized Warfare
Doverosa riedizione per un classico dello US power, ancora oggigiorno splendidamente carico di suggestioni musicali d’alta scuola.
Asymmetric Universe – When Reality Disarticulates
When Reality Disarticulates è il biglietto da visita di questo notevole trio che agisce con il monicker Asymmetric Universe: da segnare sul taccuino perché la sensazione è che questo sia solo l’avvio di un percorso artistico molto interessante.
Padus – Diva Sporca
Diva Sporca è un disco che sa di antico, di qualcosa che si muove nelle nebbie, di sguardi impauriti al cielo verso la luna nera che sta sopra di noi da millenni, è anche ricerca musicale e passione che porta oltre.
Grand Magus – Wolf God
Wolf God si inserisce in una discografia con pochi eguali a livello qualitativo e, considerando che siamo arrivati all’album numero nove per i Grand Magus, tanto di cappello.
Myrath – Shehili
Di un album come Shehili resta sempre ben in evidenza la sua natura metallica, una potente tempesta di sabbia musicale che travolge senza trovare ostacoli, esaltata da raffinate sinfonie che passano agevolmente dal classico symphonic prog metal al sound intriso della tradizione musicale araba.
Kavod – Wheel Of Time
Wheel Of Time è un disco che, molto semplicemente, è una scintilla che può far scattare molte cose, ma soprattutto è un pezzo di musica unico e bellissimo, puro e da ascoltare assolutamente.
Gorguts – From Wisdom to Hate
Riedizione, davvero benemerita, di un grande disco della basilare cult band del death metal made in
Canada.
Tronos – Celestial Mechanics
Album da maneggiare con molta cura, questa nuova opera firmata da Embury risulta un lavoro di non facile comprensione al primo approccio: i brani spostano gli equilibri del sound tra metal e rock, death, industrial e hardcore, continuando imperterriti in un’altalena di sonorità cangianti.
Shuffle – Won’t They Fade?
Won’t They Fade? è un album che ha bisogno però di orecchie allenate all’ascolto di generi diversi tra loro per essere apprezzato, pena il rischio di apparire un minestrone fine a sé stesso: a voi l’ardua sentenza…
Equaleft – We Defy
Un album riuscito, anche in presenza delle spigolose ed intricate vie della tecnica, che il gruppo dimostra a tratti di saper maneggiare senza stancare l’ascoltatore, il cui ascolto è consigliato agli amanti del thrash moderno e del death core tecnico e progressivo.
Avem – Meridiem
Meridiem dei progsters austriaci Avem è un lavoro collocabile tra quelli di matrice progressiva, moderna e pregna di umori che alternano sfumature alternative, metal e dark.
Thamiel – Sator
Sator funzione bene dall’inizio alla fine, ha un bella carica e un bel suono che arrivano molto diretti all’ascoltatore.
Blood Thirsty Demons – …In Death We Trust
L’opera non cala di tensione in tutta la sua durata: atmosfere macabre e cavalcate heavy si inseguono in brani perfettamente strutturati nei quali l’influenza primaria rimane Steve Sylvester e la sua leggendaria creatura, a cui Cristian Mustaine rende il doveroso tributo.
None – Damp Chill of Life
L’opera di None è di assoluto rilievo per l’abilità nell’unire in maniera ottimale le componenti più cupe e al contempo più atmosferiche del black metal, al cui interno la tendenza di matrice depressive viene infatti stemperata da aperture melodiche.
Philadelphia – Search And Destroy Deluxe
Versione rimasterizzata e deluxe ad opera della Roxx records per Search And Destroy, secondo album dei Philadelphia, storica band cristiana attiva nella prima metà degli anni ottanta.
Accursed Spawn – The Virulent Host
Tra le trame sonore dell’album si riconosce più di una influenza di matrice death/thrash/brutal, e se gli Accursed Spawn non inventano nulla si rivelano una macchina da guerra da non sottovalutare.
Mortado – Rupert The King
Ascoltando Rupert The King ci si mette di fronte a quel mostro musicale che è il metal in una delle sue più potenti e riuscite versioni, un esempio di heavy/thrash che sgorga dagli altoparlanti come sangue da un arto tagliato.
Vultures Vengeance – The Knightlore
Un songwriting di livello e il gran lavoro strumentale non fanno che confermare le ottime sensazioni che avevano destato i lavori precedenti e i Vultures Vengeance ne escono alla grande anche dalla prova su lunga distanza.
Origin – Abiogenesis – A Coming into Existence
Più diretto rispetto alle più intricate ultime prove, il sound degli Origin era comunque valorizzato dalla tecnica stupefacente che ha reso il gruppo statunitense è diventato un punto di riferimento per gli amanti del genere.