Marianas Rest – Ruins

Ruins va ben oltre le già elevate aspettative, proiettando i Marianas Rest ai vertici di una scena melodic death doom che, in Finlandia, pare davvero attingere ad un filone aureo apparentemente inesauribile.

Signs Of Human Race – Inner Struggle Of Self-Acceptance

E’ un sound intimista e nervoso quello che la band ha creato per dar vita ai cinque lunghi brani che compongono la tracklist di Struggle Of Self-Acceptance, che alterna, com’è da tradizione del genere, parti metalliche ed estreme a più pacati momenti di post rock dalle atmosfere che non permettono di scendere al di sotto di un grado di tensione elevato.

Evangelist – Deus Vult

Album consigliato agli amanti del doom classico, Deus Vult porta avanti la tradizione dei maestri svedesi e chiudendo gli occhi vi sarà chiara la sensazione di essere al cospetto del saio di Messiah Marcolin.

Second Youth – Juvenile

I Second Youth hanno una marcia in più e lo dimostrano con questi quattro pezzi, potenti, melodici e precisi.

Lyfordeath – Nullius In Verba

Oscuro, pesante, dai ritmi serrati e dal grande impatto, il sound della band portoghese reclama un posto nelle novità più convincenti del panorama estremo del loro paese e non solo, l’album è un esempio dell’alta qualità dei gruppi lusitani, sempre un passo avanti quando si tratta di metal estremo dalle atmosfere più cupe.

Eluveitie – Ategnatos

Il lavoro migliore e più oscuro di un’ottima discografia, un’avventura musicale che continua ad essere notevole ed unica.

Artemisia – Anime Inquiete

Per chi non conoscesse ancora questa splendida realtà tricolore il consiglio è di non perdersi questo live dalla resa sonora che esalta la prestazione della band e la qualità dei brani: un salto a ritroso nella discografia passata sarà il passo successivo.

Flesh Temple – Fire, Promise…

Nel complesso questo ep deve essere valutato positivamente nella sua veste di prima uscita per i Flesh Temple: i tre brani sono piuttosto efficaci pur se non ancora in grado di lasciare un segno indelebile.

Iced Earth – Enter The Realm EP

La Century Media ristampa Enter The Realm, il primo demo degli Iced Earth, inizio di una delle carriere più longeve ed importanti del metal classico americano.

Falaise – A Place I Don’t Belong To

Furia, stasi, estasi, pianto e meraviglia, per un disco che non si vorrebbe mai smettere di ascoltare, facendosi trascinare in qualcosa di molto intimo, di struggente e di solipsistico.

Svanzica – Red Reflection

Nel suo insieme Red Reflection si può senz’altro definire un album riuscito, le idee ci sono e diversi brani lasciano intravedere potenzialità ancora parzialmente inespresse dagli Svanzica.

Amber Tears – When No Trails

When No Trails (Когда нет троп) non delude le aspettative con i suoi cinque brani intensi, emozionanti e rivestiti di quella patina pagan folk che rende sufficientemente peculiare la proposta degli Amber Tears

Autumn Tears – Colors Hidden Within The Gray

Colors Hidden Within The Gray è un immersione in un quadro, dove le tinte ed il sentire sono molto lontani dalla nostra concezione di mondo moderno, qui dentro c’è una ricerca di melodie antiche, di costruzioni sonore inusuali e minimali.

Imprecation – Damnatio Ad Bestias

Un death metal oscuro e abissale, un pozzo senza fondo dove anime dannate in caduta libera trovano il loro tragico destino, mentre riff macabri si alternano a più veloci sfuriate estreme in un clima catacombale.

Nibiru – Salbrox

Come e più dei lavori precedenti ci sono dei momenti di totalità (in italiano non esiste una parola adatta a descriverli), in cui la saturazione musicale è al massimo ed è così raffinata che si raggiunge qualcosa simile ad uno stato di coscienza alterato.

Uncledog – Passion Obsession

Gli Uncledog ripartono per un excursus musicale sul rock alternativo che ha caratterizzato gli ultimi venticinque anni di musica, tramite dieci brani, assolutamente perfetti, convincenti, zeppi di melodie e urla elettriche che tornano a far parlare di grunge rock, senza per forza trasformarsi in copie sbiadite di più famose e riconoscibili canzoni provenienti dall’altra parte dell’oceano.

Urza – The Omnipresence Of Loss

The Omnipresence Of Loss si rivela un lavoro senz’altro riuscito anche se, per le sue caratteristiche, la durata che supera di poco l’ora ne rende piuttosto impegnativo l’ascolto.