L’album di debutto di questa band catanese, come spesso accade ai lavori appartenenti alla cerchia del funeral doom, ha avuto una gestazione molto lunga, nel caso specifico quasi tre anni al termine dei quali finalmente I.N.D.N.S.L.E. (In Nomine Dei Nostri Satanas Luciferi Excelsi) viene immesso sul mercato dall’etichetta specializzata russa Endless Winter.
Partendo dal presupposto che dalle nostre parti il genere non è frequentato in maniera assidua come avviene nel nord Europa o nei paesi ex sovietici, i Fordomth portano un contributo importante con un disco di notevole spessore, all’interno del quale la materia viene trattata in maniera oculata, senza eccessi né in senso melodico né sperimentale.
Abbiamo così per le mani un’opera che segue canoni consolidati e piuttosto corposa per la sua durata di quasi un’ora, della quale gran parte viene occupata dalla lunghissima Chapter III – Eternal Damnation.
Già da queste coordinate si intuisce come il lavoro sia dedicato a chi maneggia certe sonorità in maniera assidua e non si fa certo respingere al primo approccio dall’incedere rallentato e caliginoso al quale la band siciliana rinuncia di rado, ora a favore di passaggi più delicati ed evocativi (Chapter IV – Interlude) ora consentendosi qualche ragionata accelerazione come nella conclusiva title track.
Nonostante i Fordomth citino quali possibili fonti di ispirazione band come Ahab ed Evoken, in realtà il loro sound possiede quell’impronta mediterranea che si esplicita sotto forma di un sound mai troppo aspro né algido, lasciando che sia l’aspetto emotivo a dominare anche quando è l’impietoso growl di Gabriele Catania a dominare la scena.
Indubbiamente il fulcro del lavoro è appunto Chapter III – Eternal Damnation, brano che da solo fattura venticinque minuti di doom rituale guidato da un notevole lavoro chitarristico che detta una linea melodica ben definita: è proprio in questi momenti, quando il suono si fa più rarefatto, oppure quando l’interpretazione vocale diviene più drammatica, che affiorano reminiscenze dei Cultus Sanguine, seminale band la cui eredità non è mai stata del tutto raccolta, mentre la chiusura dell’album rimanda ad una realtà più gotica come furono i portoghesi Desire.
Il fatto che queste band siano ormai defunte, o comunque inattive da tempo dal punto di vista discografico, è sintomatico di un’interpretazione del genere molto genuina, dai contenuti importanti rivestiti da una produzione efficace proprio perché restituisce suoni molto novantiani, aumentando così il fascino di un bellissimo album.
Dalle note biografiche si evince che la crescita dei Fordomth è stata in parte ostacolata dai consueti problemi di line-up, e non a caso della formazione che ha registrato I.N.D.N.S.L.E. oggi restano solo Gabriele Catania e Gianluca Buscema; c’è solo da sperare che la band trovi, in tal senso, l’opportuna stabilità, alla luce delle capacità dimostrate con un lavoro in grado di condurre l’ascoltatore in quei meandri dell’esistenza in cui molti amano perdersi, accompagnati da queste oscure e dolenti partiture.
Tracklist:
1. Chapter I – Intro
2. Chapter II – Abyss of Hell
3. Chapter III – Eternal Damnation
4. Chapter IV – Interlude
5. Chapter V – I.N.D.N.S.L.E.
Line-up:
Gabriele Catania – vocals
Federico ‘Fano’ Indelicato – vocals
Giuseppe Virgillito – lead guitar
Riccardo Cantarella – rhythm guitar
Gianluca ‘Vacvvm’ Buscema – bass
Mario Di Marco – drums
Guests:
Federica Catania – violin on “Chapter IV – Interlude”
Salvatore Calamarà – vocals “Chapter V – I.N.D.S.L.E.”