FVNERALS – Wounds

Suoni plumbei e oppressivi, ma che affascinano e feriscono noi ascoltatori

Crypt Of Silence – Awareness Ephemera

La contiguità stilistica con i Mourning Beloveth è sempre piuttosto marcata e questa è l’unica perdonabile pecca di un album bellissimo a prescindere.

Ill Neglect / Lambs – Trisma

Due maniere diverse, ma ugualmente efficaci, di maneggiare una materia incandescente come quella del metal che, sposandosi all’hardcore, ne porta alle estreme conseguenze l’impatto virulento.

Uktena – Our Path to Trouble

Il tema del lavoro degli Uktena verte su quel senso di libertà e di simbiosi con la natura che ha sempre costituito il modus vivendi degli indiani d’America, prima d’essere oppressi e confinati nelle riserve dall’invasore “pallido”.

Bethlehem – Bethlehem‬

L’ottava fatica su lunga distanza dei Bethlehem è sicuramente un qualcosa che non deve essere trascurato, anche per il tentativo, spesso riuscito, di scandagliare l’oscurità in musica in tutti i suoi meandri, specialmente quelli più inaccessibili e ripugnanti: resta il fatto che, per il mio gusto personale, manca sempre il canonico centesimo per fare l’euro.

Ornaments – Drama

Drama è un disco che vive, ed è una vita affascinante, piena di dolore e quindi vera, perché la vita è sofferenza, i greci lo avevano capito, e anche gli Ornaments.

The Human Condition – Pathways

Considerando che Pathways è il primo album del gruppo, il risultato può sicuramente considerarsi discreto, rimanendo confinato nel purgatorio dei lavori di genere.

Serpent – Trinity

Trinity per i fans del doom è un album da riscoprire: non imperdibile, ma senz’altro consigliato agli appassionati del genere.

Shambles – Realm Of Darkness Shrine

Realm Of Darkness Shrine è il classico album per puri appassionati, senza compromessi e circondato da un’aura malsana: un lavoro che va assaporato nella sua natura estrema, e se siete amanti del doom/death vecchia scuola un ascolto è sicuramente consigliato.

Dead End – Reborn from the Ancient Grave

Reborn from the Ancient Grave torna al sound primordiale, un lento incedere catacombale, a tratti agitato da tempeste death metal, ma per gran parte della sua durata mosso dall’inerzia del doom, potente, oscuro e monolitico.

Ordog – The Grand Wall

The Grand Wall gode di una compattezza invidiabile e non c’è davvero nulla che non vada: ogni episodio scorre con buona fluidità, andando a costruire un insieme sonoro che verrà apprezzato non poco dagli appassionati del genere.

John, The Void – II

Il primo album dei John, The Void si rivela l’ennesimo straniante parto di una scena musicale che non vuole arrendersi all’omologazione sonora e alla banalità.

Qaanaaq – Escape From The Black Iced Forest

Cinque brani piuttosto lunghi e ricchi di repentine aperture melodiche, alternate a qualche accelerazione e a fughe strumentali di matrice prog, sono quanto offre un album anomalo come Escape From The Black Iced Forest.

Barbarian Swords – Worms

Secondo full length per i catalani Barbarian Swords, band capace di offrire un interpretazione piuttosto interessante del black metal imbastardendolo con una massiccia dose di doom.