Demetra Sine Die – Past Glacial Rebound

Una vera lezione di stupendo post-black sperimentale, con intrusioni dark, noise, drone e doom. Un nuovo ed ulteriore volto dei Demetra Sine Die, fedeli a sé stessi eppure sempre capaci di rinnovarsi.

Black Rose – A Light In The Dark

Il gruppo è protagonista di un album piacevole, melodico e grintoso in ugual misura, graffiante e raffinato quanto basta per soddisfare gli amanti dell’hard & heavy melodico e classico.

The Sponges – Official Demo

Oggi va di moda la parola old school per descrivere una proposta che guarda al passato e l’hard rock suonato dai The Sponges è sicuramente da inserire nel filone classico, con le ispirazioni che seguono il passato da cover band dei gruppi citati, ai quali andrebbero aggiunti i primi UFO.

Tannoiser – Alamut

Con una classica formazione a tre, i Tannoiser propongono un lavoro che spazia con buona fluidità tra le influenze dichiarate (Celtic Frost, Electric Wizard e primissimi Cathedral), mettendo a frutto l’esperienza live maturata in questi anni.

Wombbath – The Great Desolation

Nove brani compongono questa colonna sonora di morte violenta e trucida, tra riff che sono asce affilate che spaccano teste e staccano arti, con solos di lancinante sofferenza e un growl abissale che comanda le operazioni.

Astray Valley – Unneth

La furia con la quale la band affronta la tempesta estrema risulta indirizzata verso un melodic death metal dal taglio moderno, ma dalle ritmiche che in alcuni casi toccano lidi thrash metal ed una chitarra che ricama ottimi solos melodici.

Disconnected – White Colossus

Groove, prog metal, core ed alternative: sembra più facile a dirsi che a farsi e invece i Disconnected riescono nell’impresa di far convivere il tutto in questo lotto di brani che entusiasmano, perfetti nell’uso abbondante delle linee melodiche senza sembrare far sembrare d’essere alle prese con la solita boy band con ambizioni da classifica.

Vor – Depravador

Un lavoro a dir poco urticante il cui solo scopo e quello di scuotere e mettere a disagio l’ascoltatore: zero fronzoli, cosi come totale è l’assenza di una qualsiasi parvenza melodica.

Omega Diatribe – Trinity

Il quintetto ci va giù pesante senza soluzione di continuità per quasi un’ora di mid tempo potentissimi, accelerazioni ritmiche da infarto con cambi di tempo perfetti per mantenere l’attenzione dell’ascoltatore.

Mortify The Flesh – Caverns of the Unwanted

I Mortify The Flesh liberano tutti gli istinti repressi in questo primo episodio di una carriera partita bene e che, speriamo, regali ancora violente scariche death metal dai rimandi brutal di matrice americana.

Ribspreader – The Van Murders – Part 2

Un delirio di metal estremo old school, come la ditta Rogga Johansson insegna, perfetto nel suo genere, travolgente ed assolutamente degno della fama del suo creatore.

Skogen – Skuggorna Kallar

Realtà consolidata nel panorama black metal nord europeo, gli Skogen dimostrano, come sempre, la loro identità e la loro personalità; suggestive emozioni in un black metal dagli antichi sapori nordici.

Dark Doom – Dust

L’inglese Alex Wills, dopo aver proposto in tempi piuttosto ravvicinati due ep ed un singolo, decide di compiere il passo su lunga distanza e lo fa dimostrando di possedere idee a sufficienza per reggere tale prova.

Heavenblast – Stamina

Gli Heavenblast si considerano una band heavy prog, ed in effetti molte delle trame che si ascoltano sull’album si rifanno ad un progressive spinto dalla potenza dell’heavy power, ma i molti cantanti a disposizione, un buon talento per le melodie ed un’attitudine a non lasciare nulla di scontato nel songwriting porta la band ad esplorare con successo diversi modi di suonare musica rock/metal.

Adramelech – Pure Blood Doom

Una ferale mazzata death metal vecchia scuola, un monolite estremo che non conosce pause, ispirato dai gruppi che misero l’Europa a ferro e fuoco negli anni prima dell’avvento del nuovo millennio.

Derdian – DNA

DNA va gustato nella sua interezza, quale bellissimo affresco musicale, magari lungo da digerire per gli ascolti frettolosi dei fans moderni, ma un’opera che ancora una volta conferma i Derdian come gruppo tra i migliori della scena power progressiva odierna.

Goad – Landor

Nuovo lavoro da parte dello storico gruppo toscano, interprete di un incantevole hard prog gotico, dalle inflessioni ora più folk ora più doomeggianti. Puro romanticismo dark in musica, malinconico e melodico insieme.