Dun Ringill – Welcome

Un disco frutto di passione e di amicizia, e di un livello musicale molto alto per un progetto davvero interessante.

West of Hell – Blood of the Infidel

Blood of the Infidel è una colata di acciaio fuso, un lavoro che risulta un tagliente e massiccio esempio di heavy metal statunitense, pregno di iniezioni thrash.

Geezer – Spiral Fires

Tradizione americana ma anche tanto altro per una band che possiede un groove piacevole e che ben si sposa con la forma dell’uscita discografica dell’ep, attraverso il quale riesce a comporre musica notevole senza dispersioni, facendo concentrare l’ascoltatore sul risultato.

Hellraiser – Heritage

Heritage è un lavoro riuscito, imperdibile per i fans dell’heavy metal di ispirazione maideniana.

Altar Of Oblivion – The Seven Spirits

L’unione tra heavy metal old school, doom classico ed epic metal è la ricetta usata dagli Altar Of Oblivion, in apparenza semplice ma non così facile da mettere in pratica.

Minority Sound – Toxin

La dote principale dei Minority Sound è quella di offrire un metal industrializzato ma, allo stesso tempo, ben fruibile attingendo ai nomi di punta del settore senza richiami espliciti ma fondendo efficacemente il tutto.

GosT – Skull 2019

A parte i generi, la cosa importante è che Skull 2019 ha un suono unico e molto affascinante, un’allegra messe di sangue compiuta da macchine impazzite, o che forse finalmente seguono la loro vera natura.

Chiral – The Twilight Songs (Part I)

The Twilight Songs (Part I) rappresenta una sorta di oasi sonora ma è, in fondo, sempre musica volta a toccare le corde più profonde del nostro animo, un fine che viene raggiunto percorrendo una strada meno impervia e dolorosa rispetto al black o al doom, ma che conduce infine ad uno stesso approdo.

Dreams Of The Drowned – Dreams Of The Drowned I

Come spesso accade nei dischi più illuminati, il black metal è un punto di partenza per qualcosa che va oltre e che abbraccia molte vie musicali, trattando di vecchie leggende europee, con una forte valenza della natura.

Monovine – D.Y.E

Il sound dei Monovine risulta influenzato dal rock alternativo di primi anni novanta e dal grunge dei Nirvana, la band che influenza ogni nota di D.Y.E.

Half Life – I’ve Got To Survive

I quattro potentissimi brani sono sorretti da un gioco di squadra che fa degli Half Life una band compatta nella quale ciascun membro si ritaglia uno spazio importante nell’economia del sound, dai cori epici ai taglienti solos di scuola priestiana fino a ritmiche mai troppo veloci ma potentissime.

Martyrdöd- Hexhammaren

Nel corso dei vari dischi il suono dei Martyrdöd è cambiato, e questa ultima fatica è la sintesi più completa e compiuta di cosa sia questo gruppo, sicuramente uno dei migliori nel proprio genere.

Sühnopfer – Hic Regnant Borbonii Manes

La one man band di Ardraos ritorna dopo cinque anni, proponendoci il suo medieval black metal che ci immerge in atmosfere ancestrali, colme di furore e melancolia.

Jesus Chrüsler Supercar – Lucifer

Confermando totalmente le aspettative, Lucifer si candida come album dell’anno per quanto riguarda queste sonorità, resta solo la curiosità di vedere cosa di cosa siano capaci i Jesus Chrüsler Supercar in sede live, assieme al timore di non uscire vivi da cotanta potenza rock’n’roll.

Bright Delight – Let’s Make It Real

Pericoloso e graffiante come un piccolo batuffolo felino, il sound dei Bright Delight sa tanto di pop, e nonostante le apparenze non trova sponda in nessuno dei generi che formano la famiglia del rock/metal moderno, dal metal core, all’hardcore passando per l’alternative metal.

FIDDLER’S GREEN – Heyday

Sedicesimo album per i re dello Speed Folk teutonico. Una carriera formidabile, costruita su ben 16 album, che dal folk basilare delle origini, ha saputo evolversi nel sound attuale, aggressivo ma melodico, incalzante ma soave ed armonioso nel contempo, decretandone per la band il successo planetario e divenendo fonte di ispirazione nell’ambito del genere Celtic Folk.

Blueside – Small Town, Good Wine & Sad People

I Blueside mostrano il dito medio in maniera molto intelligente, con testi in italiano ed in inglese: canzoni come Fuori e Notorietà sono geniali, ma tutto il disco è molto al di sopra della media, e soprattutto è un qualcosa finalmente di dissacrante, da parte di un gruppo che non ha pose ma molta sostanza, riuscendo inoltre a fare qualcosa di nuovo di un genere trito e ritrito.

Hellnite – Midnight Terrors

Si passa con disinvoltura da cavalcate heavy metal a brani diretti e speed thrash, in parte penalizzati dalla poco curata parte cantata, mentre la buona preparazione al basso ed alla chitarra alzano di qualche punto il valore di un album assolutamente rivolto ai soli appassionati del genere.

Seax – Fallout Rituals

La giostra gira vorticosa, le tracce si susseguono spazzando via tutto come sferzate di un vento metallico tempestoso dove i tanti cenni ai maestri dell’heavy thrash metal anni ottanta non fanno che confermare l’assoluta dedizione e attitudine dei Seax.

Thronehammer – Usurper of the Oaken Throne

L’album riesce ad incorporare nelle stesse trame, in modo assolutamente convincente, ispirazioni che vanno dai Bathory, ai Count Raven, dai Celtic Frost ai Saint Vitus, dai Candlemass ai Cathedral, in una sorta di versione sludge dell’epic doom tradizionale.