Diktatur – L’agonie d’un monde
Il lavoro offre una ventina di minuti di black di ottimo livello, rigorosamente cantato in francese con buona versatilità ed eseguito senza tentennamenti.
Lux Ferre – Excaecatio Lux Veritatis
Oscurità, intensità, credibilità e senso melodico, il tutto per di più eseguito con grande competenza: difficile fare meglio di quanto riuscito ai Lux Ferre con un album che, se fosse uscito originariamente nel 2016, sarebbe stato inserito sicuramente tra i migliori della nostra classifica del metal estremo.
1914- Eschatology of War/Für Kaiser, Volk und Vaterland
Dischi molto belli, dove vengono scandagliate le assurdità della guerra, ma soprattutto le tante assurdità della nostra vita, attraverso una ricerca storica e musicale imponente e molto affascinante.
Bethlehem – Bethlehem
L’ottava fatica su lunga distanza dei Bethlehem è sicuramente un qualcosa che non deve essere trascurato, anche per il tentativo, spesso riuscito, di scandagliare l’oscurità in musica in tutti i suoi meandri, specialmente quelli più inaccessibili e ripugnanti: resta il fatto che, per il mio gusto personale, manca sempre il canonico centesimo per fare l’euro.
Endemise – Anathema
La band dei fratelli Sauvé, con questo disco, si crea decisamente la possibilità di uscire dai confini nordamercani per approdare ad un Europa senz’altro più ricettiva a questo tipo di sonorità
Misanthropic Rage – Gates No Longer Shut
Come appare chiaro dal monicker scelto, la misantropia la fa da padrone, una malinconica e rabbiosa solitudine raccontata attraverso sette brani articolati di black metal progressivo.
Damnatus – Io Odio La Vita
Una buona prova d’esordio, alla quella forse manca soltanto qualche spunto melodico più incisivo e melodico in grado d’imprimersi più a lungo nella memoria.
Terra – Mors Secunda
Un disco meraviglioso, che riuscirà a toccare dentro chi è ancora disposto ad emozionarsi con la musica pesante.
Mordskog – XIII
Un debutto davvero positivo, un gran disco di black metal dal Messico.
Witchery – In His Infernal Majesty’s Service
Il nuovo album risulta uno dei migliori della discografia degli Witchery nel nuovo millennio e noi non possiamo che inchinarci a cotanta maestria in questo tipo di sonorità.
Laster – Ons Vrije Fatum
Non è black metal, seppur cominci da lì, sono i Laster, un gruppo da scoprire ed ascoltare, perché è un’esperienza davvero unica.
Barbarian Swords – Worms
Secondo full length per i catalani Barbarian Swords, band capace di offrire un interpretazione piuttosto interessante del black metal imbastardendolo con una massiccia dose di doom.
Siaskel – Haruwen Airen
Questo disco è speciale, poiché raramente si riesce ad ascoltare un black death che riesca a coniugare epicità ma, anche e soprattutto, un’esecuzione pulita e chiara, che conferisce maggior forza al disco
Paganland – From Carpathian Land
Il lavoro scorre molto fluido dall’inizio alla fine, regalando una quarantina di minuti di buona musica che, se non gode di una particolare peculiarità, neppure aderisce in maniera scoperta ad un preciso modello compositivo.
Earth And Pillars – Pillars I
Si rimane attoniti e piacevolmente allibiti nell’ascoltare canzoni di oltre quindici minuti, che come un vento impetuoso ci sradicano dall’abituale sradicamento del tempo come lo conosciamo, per portarci lontano, ma anche molto vicini alla nostra anima.
Draugsól – Volaða Land
I Draugsól fanno un black metal unico per intensità, potenza e melodia, vicino ai primi Ulver per epicità e maestosità.
Reveal – Flystrips
Black/death metal old school, forse un po’ troppo, tanto che sembra di essere al cospetto di un demo dei primi anni novanta, con suoni terribili, voce dall’oltretomba e batteria piatta.
Insonus – Nemo Optavit Vivere
La capacità di variare le sfumature stilistiche da parte degli Insonus, rende Nemo Optavit Vivere un lavoro di un certo interesse.
Gaerea – Gaerea
Quello dei Gaerea è black metal di elevata qualità, corrosivo per contenuto ed aspro nella sua forma, nonostante non disdegni passaggi più melodici ed altri più ragionati.
Ctulu – Ctulu
L’album omonimo dei Ctulu non può essere considerato deludente e ne consolida il nome senza, però, dare seguito alla progressione iniziata con Seelenspiegelsplitter. Una scelta ponderata o solo un lieve calo di ispirazione?