BuiOmega – Decay
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Decay è un album interessantissimo, solcato da una vena progressiva che si evince nelle non facili partiture che attraversano i brani, complessi ma fluidi nel loro incedere tra furia black metal, spirito hardcore e potenza death.
Telepathy – Tempest
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Nonostante l’ampia e qualificata concorrenza, l’operato dei Telepathy merita d’essere posto nella giusta evidenza, alla luce di una profondità del sound che regala nuove e piacevoli sensazioni ad ogni successivo ascolto.
Milkilo – Atlas
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La formula prescelta dai Milkilo è coraggiosamente lontana da ogni ammiccamento commerciale e, se la cosa non può che risultare apprezzabile, riduce di molto il potenziale numero di fruitori di un’opera interessante ma di difficile decrittazione.
V – Pathogenesis
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La visione della società da parte dei V appare cinica e distaccata ma, nonostante ciò, il sound è tutt’altro che asettico, grazie alla maestria con la quale la band maneggia e rielabora le pulsioni del metal più oscuro.
Zolle – Infesta
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Il duo erge un muro di groove a proteggere idee e sprazzi molto originali e di sicura efficacia, spaziando per i generi più disparati, dato che praticamente ogni canzone fa storia a sé.
Atlases – Penumbra
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Penumbra si snoda lungo 26 minuti di ottimo post metal, melodico e ammantato di quella malinconia che forse solo i finnici hanno così spontaneamente nelle corde.
Moebius – Hybris
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Arcaico, matematico, affascinante e di lunga durata, queste sono solo alcune delle caratteristiche di questo disco che ti trascina, dall’inizio alla fine, in un turbinio di emozioni e di rivelazioni.
Catapult The Dead – A Universal Emptiness
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A Universal Emptiness è una delle sorprese dell’anno, è un album la cui intensità si fa a tratti spasmodica e quello che può apparire un difetto per chi non sa cosa sia il doom (l’incedere monolitico, la voce che rifiuta a priori ogni accenno di pulizia formale), diviene l’irrinunciabile nutrimento per l’anima capace di saziare chi ama il genere.
Las Casas Viejas – ghoule/H
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I cinque lunghi brani valgono un ascolto d’insieme che dovrebbe rivelarsi gratificante per chi ricerca qualche novità in ambito post metal.
Perihelion – Örvény
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Örvény è un album magnifico, di quelli che inducono ad un ascolto destinato ad andare in loop a tempo indeterminato: merito di una band, come quella magiara, che si è dimostrata capace di rileggere la materia post metal/rock piegandola ad un gusto melodico superiore.
Ubiquity – Forever/Denied
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Gli Ubiquity convincono grazie ad un sound che mantiene sempre alto il suo carico tensione, tra sfuriate post hardcore, black metal, pesantezze sludge e limitate pause di interlocutoria riflessione.
Ixion – Return
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L’album va approcciato ben sapendo che avrà l’impatto emotivo di una carezza e non di uno scossone: stabilito questo, non vi saranno più ostacoli di sorta ad impedire che il flusso sonoro di Return attraversi gli animi più sensibili.
Hundred Year Old Man – Black Fire
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Gli Hundred Year Old Man non offrono nulla di differente a livello stilistico rispetto a molte altre band, ma sicuramente lo fanno al meglio delle loro possibilità, caricando di una costante tensione questa mezz’ora di musica.
Charnia – Het Laatste Licht
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Het Laatste Licht è una lavoro decisamente anomalo per come è costruito, ma sicuramente affascinante e dall’indubbio spessore qualitativo, mostrando un volto del genere meno virulento e più emotivo.
Postcards From Arkham – Manta
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Manta è un disco molto maturo e completo di un gruppo affatto comune e che, insieme ad altri, sta portando il metal in qualche dimensione sconosciuta che ha come compagni di viaggio il post rock ed il prog.
Wheelfall – The Atrocity Reports
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Gli Wheelfall hanno trovato una strada che può spalancare loro diverse porte, che lo voglia o meno chi si trova dall’altra parte …
Odradek Room – A Man Of Silt
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Nel complesso l’intero album è contraddistinto da una naturale eleganza, oltre ad un invidiabile equilibrio compositivo che conferma gli Odradek Room come l’ennesima grande band doom proveniente dalle fredde lande dell’est europeo.
Gravity – Noir
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Consiglio vivamente a chi ama sonorità moderne di lasciar perdere le plastificate ed innocue realtà anglo-americane proposte dalle etichette di grido e spostare la propria attenzione sui Gravity: la gratificazione è garantita.
Crackhouse – Be No One . Be Nothing
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Tante emozioni musicali differenti e un filo conduttore che è la capacità di creazione dei Crackhouse, i quali non smettono mai di progredire, arrivando a sfiorare tantissimi generi senza inscatolarsi dentro nessuno di essi ma continuando a correre liberi per le loro sconfinate praterie sonore
Bréag Naofa – Cearo
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I Bréag Naofa sorprendono e convincono con un’interpretazione di grande maturità, pienamente espressa tramite una ricerca melodica che viene sempre anteposta al riffing ossessivo che caratterizza di norma lo sludge.