J.D. Overdrive – Wendigo
Wendigo non conquisterà il mondo ma si fa ascoltare che è un piacere, quindi preparate le borracce ed addentratevi nel deserto virtuale dei J.D. Overdrive, ma solo se sapete cosa vi aspetta dal genere in questione.
Nortt – Endeligt
Sono passati dieci anni ma Nortt sembra ancora più convinto nell’esplorare oscuri e vuoti abissi, ove non risiedono speranza ma solo morte e desolazione.
Graveyard Of Souls – Mental Landscapes
Chicote dimostra ampiamente d’essere un musicista rispettabile e ciò rende sicuramente gradevole un disco che potrebbe rappresentare, in qualche modo, un punto di svolta per i Graveyard Of Souls, fino ad oggi interpreti onesti ma non di di primissimo piano della materia death doom.
My Silent Wake – There Was Death
Tutta la vostra attenzione dovrà andare al puro ascolto per questo nuovo album. Non c’è tempo per discutere, i My Silent Wake, come sempre, pensano solo a produrre sensazioni, riuscendoci nuovamente.
Clamfight – III
L’elemento principale del gruppo è la sua capacità di rendere una moltitudine di atmosfere diverse, i passaggi repentini, e i pezzi più lenti, ma il loro meglio è l’essere molto musicali in tutte le sfaccettature, regalando sempre un brivido all’ascoltatore.
Lorelei – Teni Oktyabrya (Shadows Of October)
I Lorelei ripropongono un gothic doom di matrice fortemente “draconiana” e con un notevole gusto melodico, il che consente loro di offrire con buona continuità brani intensi, intrisi di un sentore malinconico e marchiati con forza dall’imprinting di quella che, ormai, si può definire una scuola vera a propria in ambito doom come quella russa.
Nordlumo – Embraced by Eternal Night
Come spesso accade, la musica che ci giunge dalla Siberia non delude e il misterioso Nordmad riesce nell’intento di produrre un bellissimo lavoro, tramite l’esibizione di un funeral doom melodico ma al contempo molto essenziale.
Slow – V-Oceans
Dall’Aurora alle Tenebre, dal Diluvio al Nulla, per chiudere ineluttabilmente con la Morte: giocando con i titoli dei brani è questo il percorso cosparso di lacrime lungo il quale ci conduce ancora una volta il talento di Déhà.
Uruk – I Leave A Silver Trail Through Blackness
Gli Uruk sono quanto di meglio possiate trovare nell’ambient drone e travalicano i generi, perché parlano un linguaggio universale, questa musica è ricerca, vita e morte, inizio e fine.
Aporya – Dead Men Do Not Suffer
Dead Men Do Not Suffer, grazie al lavoro chitarristico di grande classe fornito da Cristiano Costa, pur essendo catalogabile alla voce death doom potrebbe rivelarsi molto appetibile anche per chi apprezza l’ heavy metal dai tratti più malinconici.
Druid Lord – Grotesque Offerings
Un lavoro che saggiamente mantiene la sua natura underground, rendendo i Druid Lord un gruppo da seguire, almeno per chi ama il genere ed il death metal rallentato e appesantito da cascate di watt che si trasformano in magma infernale.
BuiOmega – Decay
Decay è un album interessantissimo, solcato da una vena progressiva che si evince nelle non facili partiture che attraversano i brani, complessi ma fluidi nel loro incedere tra furia black metal, spirito hardcore e potenza death.
Telepathy – Tempest
Nonostante l’ampia e qualificata concorrenza, l’operato dei Telepathy merita d’essere posto nella giusta evidenza, alla luce di una profondità del sound che regala nuove e piacevoli sensazioni ad ogni successivo ascolto.
Milkilo – Atlas
La formula prescelta dai Milkilo è coraggiosamente lontana da ogni ammiccamento commerciale e, se la cosa non può che risultare apprezzabile, riduce di molto il potenziale numero di fruitori di un’opera interessante ma di difficile decrittazione.
Asthme – Asthme
L’ep d’esordio degli Asthme si rivela un buon passo d’inizio che pone le basi per offrire al pubblico qualcosa di importante nel prossimo futuro.
Æsthetica – Sonorus Æon
Sicuramente una band che rappresenta una gradevolissima novità, direttamente dalla tundra norvegese. Energia, impegno grande qualità sono le parole chiave.
Twingiant – Blood Feud
La progressione è incessante e senza scadimenti o cedimenti, anzi più ci si addentra dentro il disco più si viene ammaliati da questo suono, che renderà felice chi ama la musica pesante e pensante.
Professor Emeritus – Take Me To The Gallows
Take Me To The Gallows è un buon lavoro incentrato su un heavy/doom classico tra Dio, Black Sabbath e Candlemass, un album dallo spirito underground ma sicuramente da non perdere per gli amanti del genere.
V – Pathogenesis
La visione della società da parte dei V appare cinica e distaccata ma, nonostante ciò, il sound è tutt’altro che asettico, grazie alla maestria con la quale la band maneggia e rielabora le pulsioni del metal più oscuro.
Fister & Chrch – Split
La Crown and Throne Ltd pubblica questo notevole split album a tutto sludge, che vede quali protagoniste due band statunitensi, i Fister ed i Chrch.