Seconda edizione dell’Argonauta Fest, con alcune band del roster di una delle etichette emergenti nel mondo della musica pesante.
Quasi tutto è cambiato, dai gruppi in cartellone, alla location. Quest’ultima, ora alle Officine Sonore di Vercelli,è stata una scelta felice, poiché rispetto al locale della prima edizione, questo, seppur più piccolo, è molto più coinvolgente e soprattutto con uno staff molto gentile, erudito in fatto di musica pesante e ben disposto, che è la cosa più importante. Tutti i presenti erano a proprio agio, ed ecco arrivare la prima band, i torinesi Jordaan che confermano quanto di buono hanno fatto su disco, anzi andando molto oltre il supporto fonografico, confermando il loro ottimo tiro tra post rock e post metal, il tutto in equilibrio e ben fatto.
Dopo di loro i veronesi Wows, che già impressionano per gli ottimi gusti musicali che portano stampati sulle magliette portate, e che sul palco sono strepitosi, con il loro post metal estremamente originale, fra richiami tooliani ed estrema capacità di far sognare, un gruppo che andrà molto lontano.
Ed ecco quella che è stata la sorpresa della serata, i Muschio. Il gruppo di Verbania ha letteralmente spazzato via i presenti con una miscela mortale di una musica estremamente originale con due chitarre e una batteria. Immensa potenza ed una grandissima personalità, che permette di fare cose che solo loro possono fare, e sono stati sicuramente la sorpresa della serata.
Dopo questa incendiaria esibizione hanno suonato i Filth In My Garage, con un tiro più metalcore, molto bravi e giovani, e nonostante la giovane età hanno già le idee molto chiare, e sono il gruppo Argoanuta che può piacere maggiormente a chi non ascolta post metal o sludge.
Da Livorno arrivano i Bantoriak, che con Weedoism l’anno scorso avevano scosso l’underground italiano e non solo e che confermano dal vivo la loro fortissima impronta stoner sludge ritual, con riferimenti metal, di grande effetto, anche per merito della cantante Rosy, davvero grintosa e potente. Una bella performance, è un gruppo che non sbaglia mai.
Come ultimo atto dell’Argonauta Fest chiudono i Sepvlcrvm, duo genovese guidato da Marco Paddeu, già nei Demetra Sine Die e autore dello splendido progetto Morgengruss, che presentano il loro nuovo disco in uscita in questi giorni Vox In Rama, una continuazione del percorso sacro e ritualistico di Hermeticvm. La loro musica è un rito che appartiene ad un altro tempo, e suscita nell’ascoltatore ricordi atavici. Il loro concerto è la chiusura perfetta per questa seconda edizione dell’Argonauta Fest e che conferma il valore di questa giovane etichetta, che oltre a proporre musica validissima e di alto livello come ascoltato questa sera, è soprattutto una grande famiglia.