Apotheon – Mechanically Consumed

Per gli amanti del metal estremo dai rimandi progressivi e tecnicamente ineccepibili una band da seguire, aspettando un lavoro sulla lunga distanza, ciliegina su di una torta ormai pronta per essere divorata.

Non sono ancora arrivati al traguardo del full length i deathsters statunitensi Apotheon, ma vista l’ottima qualità del sound proposto questo rimane solo un dettaglio.

Nato nel 2014 infatti, il gruppo ha licenziato solo tre ep di cui Mechanically Consumed è l’ultimo in ordine cronologico ed anche il più riuscito.
Gli Apotheon suonano death metal tecnico e progressivo in maniera impeccabile, la loro musica sconvolge nelle parti estreme, mentre le atmosfere teatrali sono marcette che, se possibile, aumentano la tensione, mentre progressive e sfumature classiche si danno il cambio sullo spartito, raffinando non di poco la parte brutale, rovescio di una medaglia o parte oscura di una realtà molto interessante.
Sono una ventina di minuti su e giù per le montagne russe del metal estremo: intricatissime e devastanti parti estreme fanno da motore alla proposta progressiva del gruppo di Denver e, se lo strumentale Premonition scalda gli animi preparando l’esplosione, a detonazione avvenuta le note fuoriescono devastati da Tyken’s Rift come acque dalla rottura di una diga.
La title track e, soprattutto, The Flesh Machine sono perle di metal estremo progressivo, con i quattro musicisti a dispensare tecnica sopraffina in un contesto di inumana, ma chirurgica violenza.
Nell’ep troverete le anche le spettacolari versioni strumentali dei brani proposti, nei quali il gruppo dimostra ancora di più la sua bravura.
Per gli amanti del metal estremo dai rimandi progressivi e tecnicamente ineccepibili una band da seguire, aspettando un lavoro sulla lunga distanza, ciliegina su di una torta ormai pronta per essere divorata.

TRACKLIST
1. Premonition
2. Tyken’s Rift
3. Mechanically Consumed
4. The Flesh Machine
5. Tyken’s Rift (Instrumental Version)
6. Mechanically Consumed (Instrumental Version)
7. The Flesh Machine (Instrumental Version)

LINE-UP
Andrew Morris – Drums
Fernando del Valle III – Guitar
Ibrahim Jimenez – Bass
Reece Deeter – Vocals

APOTHEON – Facebook

Nyss – Princesse Terre (Three Studies of Silence and Death)

Dischi come questo sono un arricchimento culturale ed un estremo oscuro piacere per gli amanti del genere, perché qui ci troviamo a livelli altissimi.

Black metal esoterico, atmosferico e maledettamente affascinante.

I Nyss sono un duo francese che dopo aver pubblicato quattro ep arriva al debutto per Avantgarde Music, ed è un gran disco di black metal moderno e sperimentale. I pezzi sono tre, la presentazione è molto semplice, la musica viene messa in primo piano ed occupa lo spazio più importante del progetto, tanto che si hanno pochissime informazioni sul gruppo, come nella tradizione dei gruppi francesi di black metal. Ascoltando il loro debutto intitolato Princesse Terre (Three Studies Of Silence And Death) si apre un mondo popolato di dolore e di verità negate, un affondare nella nostra maledizione, il tutto reso con un black di taglio atmosferico molto debitore alle origini ed all’ortodossia del genere. Il risultato è un disco eccezionale, moderno e sperimentale ma soprattutto sovraccarico di emozioni, in un continuo rollio di tempi ed atmosfere. I tre pezzi sono altrettante piccole nere sinfonie legate fra loro dal filo comune della sofferenza, mediate da una composizione al di sopra della media, con un piglio che solo i grandi gruppi black hanno, soprattutto nei crescendo con chitarre e tastiere molto presenti nel disco. Le tre lunghe suite hanno migliaia di sorprese in serbo, come un vecchio castello abbandonato infestato dagli spiriti, ma quel vecchio castello è la nostra anima. I Nyss confermano e superano quanto di buono avevano fatto nelle precedenti uscite, ed appartengono di diritto a quell’aristocrazia black metal atmosferica che sta contando ottime uscite, come potete bene vedere nel catalogo della stessa Avantgarde Music. Dischi come questo sono un arricchimento culturale ed un estremo oscuro piacere per gli amanti del genere, perché qui ci troviamo a livelli altissimi.

Tracklist
I
II
III

Line-up
Þórir Nyss ~ Instruments of the art
L.C. Bullock ~ Invocations

NYSS – Facebook

RADIO MOSCOW

Il lyric video del primo singolo “New Beginning”, dall’album omonimo in uscita a d ottobre (Century Media).

Il power trio psych rock californiano RADIO MOSCOW ha reso disponibile un primo assaggio del nuovo lavoro in studio, la title-track “New Beginning”. L’album sarà pubblicato il 29 settembre 2017 su Century Media Records.

La band sarà inoltre in Italia per tre date:
09.10.17 Roma (IT) Traffic
10.10.17 Altroquando (IT) Zero Branco
11.10.17 Torino (IT) Blah Blah

The album was recorded at Lost Ark Studio in San Diego with Mike Butler, produced by the band’s own Parker Griggs and mastered by Mark Chalecki at Little Red Book Mastering. “New Beginnings” is available in the following vinyl editions:

Golden LP+CD & Poster – limited to 100 copies / available on the band’s upcoming European tour
Transparent magenta LP+CD & Poster – limited to 200 copies / available at the official Century Media store: http://bit.ly/RMcmdistro
Orange LP+CD & Poster – limited to 200 copies / available at Green Hell & Flight13: http://bit.ly/RMGreenHell & http://bit.ly/RMFlight13
Mint green LP+CD & Poster – limited to 500 copies / available at: https://www.indiemerchstore.com/b/radio-moscow
Black LP+CD & Poster – no limitation

The album is also available as Special Edition CD Digipak (international version), jewelcase CD (USA, Mexico, Canada) & on all digital platforms.

To stream/download the new single or pre-order the album, please visit http://smarturl.it/RMNewBeginnings

RADIO MOSCOW just finished a short trip to mainland Europe and the UK, are about to kick off an US west coast tour on August 25th and will be returning on an European headlining run from September 26th until October 31st to present “New Beginnings” live!

US West Coast tour
with The Last Internationale
25.08.17 Costa Mesa, CA – The Wayfarer
26.08.17 Los Angeles, CA – The Resident
27.08.17 San Francisco, CA – Bottom Of The Hill
29.08.17 Portland, OR – Doug Fir Lounge
30.08.17 Vancouver, BC (CAN) – The Cobalt
31.08.17 Seattle, WA – Chop Suey
01.09.17 Boise, ID – The Olympic
02.09.17 Salt Lake City, UT – Crucial Fest
03.09.17 Las Vegas, NV – Bunkhouse

“The Drifting Tour” 2017
with special guests Kaleidobolt
26.09.17 Paris (FR) Backstage
27.09.17 Nantes (FR) Le Ferrailleur
28.09.17 Bilbao (ES) Kafe Antzokia
29.09.17 Gijon (ES) Casino Acapulco
30.09.17 Porto (PT) Hard Club
01.10.17 Lisbon (PT) RCA
02.10.17 Madrid (ES) Caracol
03.10.17 Barcelona (ES) Rocksound
04.10.17 Montpellier (FR) Secret Place
06.10.17 Pratteln (CH) Up In Smoke
07.10.17 Athens (GR) Desertfest
09.10.17 Roma (IT) Traffic
10.10.17 Altroquando (IT) Zero Branco
11.10.17 Torino (IT) Blah Blah
12.10.17 Stuttgart (DE) Goldmarks
13.10.17 Antwerpen (BE) Desertfest
14.10.17 Groningen (NL) Vera
16.10.17 Wiesbaden (DE) Schlachthof
17.10.17 Wien (AT) Arena
18.10.17 Innsbruck (AT) PMK
19.10.17 Etagnieres (CH) Croc the Rock Festival
20.10.17 Munich (DE) Keep it Low
21.10.17 Dresden (DE) Beatpol
23.10.17 Hamburg (DE) Hafenklang
24.10.17 Copenhagen (DK) Stengade
25.10.17 Stockholm (SE) Undergangen
26.10.17 Göteborg (SE) Sticky Fingers
27.10.17 Oslo (NO) Blå
28.10.17 Bergen (NO) Garage
30.10.17 Hannover (DE) Chez Heinz (* no Kaleidobolt)
31.10.17 Berlin (DE) Festsaal (* no Kaleidobolt)

Radio Moscow line-up
Parker Griggs (vocals, guitar)
Anthony Meier (bass)
Paul Marrone (drums)

Radio Moscow online
http://radiomoscow.net/
www.facebook.com/radiomoscowband
www.instagram.com/radiomoscowband

Narbeleth – Indomitvs

In Indomitvs non troviamo alcuna tentazione avanguardistica, sinfonica o atmosferica: Narbeleth è sinonimo di puro e fedele black scandinavo, sebbene la sua progressiva crescita stia avvenendo da una zona del pianeta ben lontana dalle gelide e maestose foreste del Nord Europa.

Narbeleth è il progetto musicale del musicista cubano Dakkar, il cui operato è già stato trattato in occasione dei due lavori precedenti, A Hatred Manifesto e Through Blackness and Remote Places.

Indomitvs è il quarto full length pubblicato a partire dal 2013 e rappresenta il consolidamento di una posizione di tutto rispetto assunta dal musicista dell’Avana, rappresentando peraltro un qualcosa che nulla ha a che vedere con la normale curiosità destata dalla provenienza caraibica, oggettivamente anomala quando il genere trattato è il black metal.
Dakkar non fa nulla per trasformare la materia, ma la prende nella sua versione primitiva riversandola sullo spartito con convinzione e competenza: è così, infatti che il black riacquista le sue sembianze originarie grazie ad un incedere ruvido, diretto, ma non privo di un senso melodico in grado di fare la differenza rispetto ad una sterile riproposizione del genere.
Come d’abitudine, il nostro chiude i propri lavori con una cover che omaggia importanti nomi (non sempre tra i più famosi) del passato e così, dopo Darkthone, Urgehal e Judas Iscariot, in Indomitvs è la volta degli Arckanum, il cui atteso ritorno peraltro uscirà sempre per Folter Records a fine settembre: un segni di profondo rispetto da parte di Dakkar per le radici del genere, ma anche un sintomo di apertura verso un’interpretazione fedele e di ampio respiro, trattandosi a ben vedere di quattro realtà piuttosto differenti tra loro.
Per il resto, i sette brani offerti si equivalgono, senza toccare vette irraggiungibili ma neppure scendendo mai al di sotto di un buon livello, in virtù di un approccio sincero riscontrabile in maniera esemplare nelle ottime When the Sun Has Died, Via Profane Crafts e soprattutto The First to Rise, nella quale l’evocazione di antiche divinità è accompagnata anche da un pregevole lavoro di chitarra solista.
In Indomitvs non troviamo alcuna tentazione avanguardistica, sinfonica o atmosferica: Narbeleth è sinonimo di puro e fedele black scandinavo, sebbene la sua progressiva crescita stia avvenendo da una zona del pianeta ben lontana dalle gelide e maestose foreste del Nord Europa.

Tracklist:
1. The Distortion of Life
2. When the Sun has Died
3. The Lower Point of the Star
4. Herald of the Dawn
5. The First to Rise
6. Via Profane Crafts
7. Sinister Laberynths of Human Soul
8. Daudmellin (Arckanum cover)

Line-up:
Dakkar – All vocals, Guitars, Bass

NARBELETH – Facebook

Atrexial – Souverain

Sembra che, dopo tanti anni trascorsi negli abissi dell’underground estremo, Naga S.Maelstrom e compagni abbiano trovato la via giusta per arrivare almeno alla superficie, con l’aiuto di una label che di sonorità death/black se ne intende.

Metal estremo nero come la pece, inglobato in un armageddon di suoni death/black in arrivo da Barcellona.

Una reunion di demoni sotto il monicker Atrexial, provenienti da alcune realtà della scena underground catalana, chiamati a raccolta da Naga S. Maelstrom, chitarrista degli Human Carnage, death metal band inattiva da un bel po’ di anni, raggiunto da Louen (chitarra e voce) e Labelua (batteria).
Il trio, diventato nel frattempo un quartetto con l’arrivo di Belegurth, licenzia il suo esordio sotto Gods Ov War, questo minaccioso Souverain che nulla toglie e nulla aggiunge al mondo oscuro del metal estremo, ma si colloca tra quelle opere di nicchia che gli estimatori del genere potrebbero trovare malignamente gradevole.
Death/black alla Behemoth, con molti tratti distintivi che ci portano pure in Svezia, specialmente quando la band lascia i mid tempi e le ritmiche death, per abbandonarsi al black metal duro e puro e prodotto discretamente, quanto basta per rendere il maelstrom musicale godibile, Souverain risulta un buon lavoro di genere, attraversato da venti maligni che portano burrasche estreme, alternando death/black a sferzate black metal, mentre attimi di atmosferici ricami acustici sfumano in ripartenze e assalti sonori dal buon impatto.
Qualche brano più ordinario lascia il palcoscenico a buone cavalcate estreme come Under The Scourge Of Lamashtu o Illuminator, dando in pasto ai fans del genere un album certamente dotato della giusta attitudine.
Sembra che, dopo tanti anni trascorsi negli abissi dell’underground estremo, Naga S.Maelstrom e compagni abbiano trovato la via giusta per arrivare almeno alla superficie, con l’aiuto di una label che di sonorità death/black se ne intende.

Tracklist
1.Enthronement (Intro)
2.The Hideous Veil of Innocence
3.Under the Scourge of Lamashtu
4.Unmerciful Imperial Majesty
5.Illuminatur
6.The Ominous Silence
7.Ascension
8.Shadows of the Nephilim Throne
9.Trinity
10.Souverain
11.Eternal (Outro)

Line-up
Naga S. Maelstrom – Bass, Guitars, Synths
Labelua – Drums
Louen – Guitars, Vocals (lead)

ATREXIAL – Facebook