Sedna – Eterno

Il lavoro dei Sedna si manifesta come una sorta di smisurata entità aliena capace di mutare sembianze, respingendo prima, attraendo poi e fagocitando infine le proprie vittime.

OvO- Creatura

Gli OvO fanno sempre dischi molto belli, di sangue di terra misti nello stomaco, ma questo forse è quello più modernista e attraente.

Dawnbringer – XX

Se volete sentire qualcosa di davvero particolare, di semplicemente bello ecco il disco che fa per voi.

Angela Martyr – The November Harvest

Ennesimo capolavoro di uno dei pochi veri geni del nostro tempo, da sentire, interrompere e poi ricominciare come se fosse un sogno durante una febbre alta.

Suma – The Order Of Things

Il gruppo svedese è di un’altra categoria, e lo afferma ulteriormente con questo disco, capolavoro di musica pesante.

Goodbye, Kings – Vento

Vento è un disco dal respiro superiore, al quale il mezzo fisico va stretto e che si deve ascoltare ed ascoltare ancora, non per comprenderlo meglio, ma per sentire sulla propria pelle una carezza, perché le carezze fanno sempre piacere.

Acoustic Anomaly – Dominus. Tinea

Difficile trovare termini di paragone per descrivere gli umori di un album diverso, sotto ogni aspetto, almeno dalle solite uscite post metal provenienti dall’ovest del mondo musicale

Moanaa – Passage

I Moanaa ci conducono lungo il lato più sensibile dell’animo umano, dove le emozioni prendono il posto delle effimere felicità materiali oggi predominanti

Naat – Naat

Climax e discese, accelerazioni e fluttuazioni improvvise, gravità che mancano in assenza di aria.

Negative Symbols – Without Voices

L’album scorre via gradevole e Willnecker è davvero bravo nell’esprimere le sue competenze relative al sound offerto, ma alla fine l’ascolto non lascia tracce indelebili, proprio a causa della sua struttura esclusivamente strumentale.

Soothsayer – At This Great Depth

Un lavoro di notevole interesse che potrebbe trovare estimatori anche tra chi apprezza il post hardcore meno estremizzato, per cui resta solo da attendere i Soothsayer alla prima prova su lunga distanza.

Alcest – Kodama

Il senso dello scorrere inesorabile del tempo e la necessità di imprimerne ogni momento nella memoria sono il fulcro della poetica degli Alcest.

Starchitect – Shift

L’uso della voce è lasciato a qualche coro in sottofondo, quasi a non voler disturbare gli strumenti che all’unisono, sono protagonisti indiscussi di un lavoro notevole

Neurosis – Fires Within Fires

I Neurosis in questo lavoro non hanno stravolto nulla del loro cosmo, ma hanno aggiunto accelerazioni improvvise, calcando la mano anche nel delineare maggiormente i chiaroscuri delle loro canzoni.

Demetra Sine Die – A Quiet Land Of Fear

A Quiet Land Of Fear è un capolavoro che quattro anni dopo è sempre fantastico e si inserisce ancora meglio nella poetica di menti musicali che dovremmo tenerci ben strette.

Unalei – Tedium Vitae

Il post metal prorposto in Taedium Vitae è nervoso e fin troppo cangiante, risultando apprezzabile in maniera solo intermittente.

Harakiri For The Sky – III Trauma

Vento, onde, acqua e fuoco, l’aria suona, questi sono gli Harakiri For The Sky e questo disco è un capolavoro di post rock e black metal diversamente altro.