Jon Schaffer’s Purgatory – Purgatory EP
Jon Schaffer ha richiamato i compagni di un tempo e ha riformato i Purgatory, dai quali in seguito nacquero appunto gli Iced Earth, riregistrando una manciata di brani provenienti dai tre demo licenziati a quei tempi, più un brano inedito.
Mass Disorder – Conflagration
Il sound proposto dal gruppo di Almada è un thrash metal in bilico tra tradizione e modernismi estremi, ammantato da un’aura oscura che gli conferisce atmosfere e sfumature dark in un contesto progressivo e metallico.
The Ghost I’ve Become – Circle of Sorrow
L’auspicio è che i The Ghost I’ve Become trovino quanto prima l’appoggio esterno ideale per cominciare a pensare ad un primo full length che, con questi presupposti, potrebbe svelarne le indubbie doti ad numero ben più consistente di appassionati.
Artas – Ora et Gomorrha
La provenienza del quintetto tradisce una marzialità di fondo tipica della scuola centro europea, ma gli Artas la contornano di melodie e veloci solos sulle scale di un metal roccioso e granitico.
Nachtmystium – Resilient
Resilient si rivela un ritorno ben più che incoraggiante e, ovviamente, la possibilità di riascoltare musica inedita con il marchio Nachtmystium non può che rappresentare una buona notizia per i numerosi estimatori di questa band.
Subtrees – Polluted Roots
Partendo dall’assennato assunto di Italo Svevo che la vita attuale è inquinata alla radice, i bolognesi Subtrees debuttano con un disco meraviglioso e pieno di tossici gioielli.
Khali – Tones Of The Self Destroyer
Tones Of The Self Destroyer è composto da nove brani all’insegna di un potente thrash/hardcore in cui vengono immessi elementi death e di metal moderno, valorizzando il tutto con azzeccate parti rock dai rimandi progressivi.
Ad Patres – A Brief Introduction to Human Experiments
Le band storiche del death metal di stampo americano sono le ispirazioni del combo francese, tornato in forma con questa raccolta di brani che creano un muro sonoro di notevole spessore, ben suonato e prodotto.
Revenge – Deceiver.Diseased.Miasmic
Due canzoni davvero furiose e che portano quasi in trance l’ascoltatore, facendogli imboccare una via lastricata di sangue e di ossa.
Bane – Esoteric Formulae
Quello contenuto in Esoteric Formulae è un black death melodico che non va a scombinare le gerarchie del genere ma piazza i Bane in una posizione privilegiata, almeno se si vede il tutto nella prospettiva di spiccare un balzo decisivo verso i piani superiori occupati dalle band più famose.
Veonity – Legend Of The Starborn
La durata di questo Legend Of The Starborn è di quelle proibitive, ma la fluidità del sound proposto dal quartetto di Vänersborg aiuta non poco l’ascolto, specialmente se siete fans di un genere che con i Veonity trova nuova linfa.
Lovebites – Clockwork Immortality
Il sound di Clockwork Immortality sorprenderà più di un amante del metal classico di scuola power europea: saggiamente la band ha assorbito tutto il meglio del genere, trovando la perfetta alchimia tra le sue varie anime.
Chapel of Disease – ...And As We Have Seen The Storm, We Have Embraced The Eye
Ormai il mondo death si sta evolvendo verso forme che un tempo sarebbero state impensabili, l’old school rappresenta sempre la base di partenza ma giustamente molte band hanno il coraggio di osare, sfidando le convenzioni di un genere e ampliando gli orizzonti sonori con forza e personalità.
Raven – Screaming Murder Death From Above: Live In Aalborg
In forma e decisi a fare male, i Raven in questo Screaming Murder Death From Above: Live In Aalborg mettono una carica metallica da far impallidire molti musicisti metal odierni, grazie ad una tracklist che ovviamente risulta inattaccabile.
Turbo Vixen – Drive Into The Night
Drive Into The Night è composto da dieci brani sguaiati ed irresistibili, un adrenalinico pezzo di hard & heavy ottantiano che travolge come un’onda causata dal crollo di una diga a colpi di hard/rock ‘n’ roll metallico e senza freni.
Weight Of Emptiness – Anfractuous Moments for Redemption
Gli Weight Of Emptiness sapranno guidarvi nella loro musica schivando i pericoli del già sentito con una prova personale e che dà spazio ad una buona scrittura nella quale la tecnica viene utilizzata per valorizzare un lotto di brani oscuri e melodici, estremi e progressivi.
Necroart – Caino
I Necroart ci vanno giù piuttosto pesanti senza però mai inserire il pilota automatico, provando lodevolmente a disseminare ogni traccia di cambi di ritmo per non far scemare la tensione.
Zayn – Evolution Made Us
Intimista, ma nello stesso tempo pervaso da un’urgenza di comunicare, Evolution Made Us lascia pochi riferimenti ai quali ci si possa aggrappare, con la musica che scorre tra atmosfere che passano dal metal progressivo moderno ad una sorta di rock alternativo.
Zenit – Black Paper
Senza mai portare la mera tecnica a soffocare il songwriting, gli Zenit danno prova di una già buona maturità artistica in un genere troppe volte afflitto da un abuso della tecnica strumentale fine a sé stessa.
Arwen – The Soul’s Sentence
The Soul’s Sentence è un album che si lascia ascoltare con piacere, scritto da una band in ottima forma e forte di un lotto di buoni brani: un ritorno più convincente non si poteva auspicare.