BLACK TIGER

Il video di “Don’t Leave Me”, dall’album Black Tiger di imminente uscita (Freemod).

Il video di “Don’t Leave Me”, dall’album Black Tiger di imminente uscita (Freemod).

La band Melodic Rock della Repubblica Ceca presenta il primo singolo estratto dal loro omonimo album di debutto, che verrà pubblicato il 12 Ottobre per Freemood, etichetta del gruppo Tanzan Music.

Il video è ambientato al Bounty Rock Café, live club della città di Olomouc, Repubblica Ceca e mostra la band intenta a prepararsi per il loro live accompagnata da amici e fans; il tutto diretto e filmato da Vojta Malik e Michal Plos di CUTS Production.

“Don’t Leave Me” così come il resto del disco sono stati prodotti da Mario Percudani (Hungryheart, Hardline) al Tanzan Music Studio.

L’album è un mix di AOR e Hard Rock melodico con l’accento sulle melodie, grandi ritornelli, ricche chitarre elettriche, arrangiamenti innovativi e un suono decisamente potente.
L’album contiene dieci brani originali con ospiti molto popolari della scena melodic rock internazionale come Dan Reed (Dan Reed Network), Mario Percudani e Josh Zighetti (Hungryheart), Giulio Garghentini e molti altri.

I Black Tiger sono una band che mischia AOR e Hard Rock, gli unici a rappresentare questo genere in Repubblica Ceca. Il gruppo ha già all’attivo tre EP: “All Over Night” (2010), “Road To Rock” (2013) e “Songs From Abyss” (2015), gli ultimi due con ospite Dan Reed. I dischi hanno ricevuto buone recensioni dalla critica specializzata come “Powerplay” e “Classic Rock Presents AOR”. I Black Tiger hanno suonato in molti club e festival in Repubblica Ceca, Germania, Polonia e Slovacchia, condividendo il palco con artisti della scena melodic Hard Rock come House Of Lords, Dan Reed, Pretty Maids, Mike Tramp, Little Caesar, Hungryheart, Michael Schenker e molti altri ancora.

www.blacktigerband.com

www.facebook.com/blacktigerband

Cage – Images

Images rappresenta il ritorno dei toscani Cage con una nuova line up ed un sound che sposa il progressive rock con la new wave ed il pop.

I toscani Cage possono sicuramente essere considerati dei veterani della scena progressive rock tricolore, essendo attivi dalla prima metà degli anni novanta, con il debutto The Feeble Minded Man datato 1994 e poi, tra gli altri, con gli ultimi due album per la storica label francese Musea Records: 87/94 del 2002 e Secret Passage, uscito nel 2007 e rimasto fino ad oggi il loro ultimo lavoro.

Undici anni sono passati prima che i due membri storici Andrea Mignani e Andrea Griselli, con l’aiuto dei nuovi arrivati Leonardo Rossi al basso, Damiano Tacchini pianoforte e tastiere, Diletta Manuel al microfono e Giulia Curti alle percussioni e seconda voce, tornassero con il nuovo album Images, allontanandosi dal progressive per sposare sonorità rock sempre eleganti e raffinate ma più dirette, lasciando alle tastiere il compito di tirare le fila con il passato (Julia Dream) e portando il proprio sound verso un rock ispirato dalla new wave, con più di un accenno a suoni alternative (il singolo Flow Of Time).
Il resto dell’album, iniziando dal brano che porta il nome del gruppo, si assesta su un rock che supporta le voci dal timbro pop delle due muse al microfono, alternando impennate elettriche e raffinate trame che scivolano su uno spartito dall’ottimo appeal melodico, con le bellissime Drowning e Words, brano che risulta il più progressivo dell’intero lavoro, moderno nei suoni e spettacolare nel solo che accompagna l’album alla sua spettacolare conclusione.
Dopo così tanto tempo ci si poteva aspettare magari qualcosina in più a livello quantitativo, con sette brani per solo mezzora di musica, ma ci si può accontentare dando il benvenuto ai nuovi Cage.

Tracklist
1.Black Hole
2.Cage
3.Drowning
4.Images
5.Julia Dream
6.Flow Of Time
7.Words

Line-up
Andrea Mignani – Chitarra
Damiano Tacchini – Piano, Tastiere
Diletta Manuel – Voce
Giulia Curti – seconde voci, Percussioni
Leonardo Rossi – Basso
Andrea Griselli – Batteria

CAGE – Facebook

Atomicide – Furious And Untamed

Il sound prodotto sui due lati del disco risulta travolgente, il growl brutale racconta di morte e devastazioni su ritmiche che si rivelano vortici di musica violentissima.

La scena estrema sudamericana è una delle più prolifiche per quanto riguarda l’underground mondiale, pregna com’è di maligna attitudine che non lascia spazio a compromessi e viaggia spedita verso la dannazione eterna.

Il Cile, come gli altri paesi, ha un sottobosco metallico da cui escono mostruose realtà estreme come gli Atomicide, band attiva dalla prima metà del nuovo millennio, un trio di death/thrash metal devastante che torna sul mercato con Furious And Untamed, 7″ rigorosamente in vinile prodotto dalla Iron Bonehead Productions.
La discografia consta di un buon numero di ep, split e demo e di due lavori sulla lunga distanza usciti tra il 2013 ed il 2015 (Spreading The Cult Of Death e Chaos Abomination) per questo trio di musicisti estremi che si cimentano in un massacro sonoro, un vortice di caos in musica, una micidiale e terrificante guerra che porta morte e distruzione, un vento atomico che spazza via uomini e cose e lascia solo apocalittiche visioni intorno a se.
Sono estremamente furiosi i tre deathsters sudamericani, il sound prodotto sui due lati del disco risulta travolgente, il growl brutale racconta di morte e devastazioni su ritmiche che si rivelano vortici di musica violentissima; qualche accenno di frenata è la scusa per affondare il colpo, potente ed imperioso, mentre il caos regna tra le note della title track e di Flagellant Rust.
Morbid Angel, Bolt Thrower e Slayer sono lo spunto primario per descrivere gli scenari di morte e le apocalittiche visioni di cui gli Atomicide sono perfetti cantori: non resta che attendere il prossimo capitolo sulla lunga distanza.

Tracklist
1.Intro/Furious And Untamed
2.Flagellant Rust/Outro

Line-up
Atomized – Bass, Vocals
A.Prophaner – Drums
Deathbringers – Guitars

ATOMICIDE – Facebook

Ordinul Negru – Faustian Nights

Dopo Sorcery of Darkness, album che ha sancito definitivamente il passaggio da one-man band a vero e proprio combo, gli Ordinul Negru ci donano un’altra perla di black metal maturo, mai scontato, coinvolgente ed ammagliante.

Fulmineos, fronmant degli Ordinul Negru (ed ex voce e chitarra dal 2010 al 2013 degli storici Negura Bunget) è sicuramente un polistrumentista ed un artista fuori dal comune.

Una carriera di quasi trent’anni, incentrata pressoché unicamente nell’ambito del black metal; una serie di band (se ne contano almeno 15 tra le più famose) e con alle spalle almeno 50 produzioni (tra full-length, split, demo ed ep) e una spiazzante semplicità nel passare da uno strumento ad un altro (dalla chitarra al basso, dalla batteria alle tastiere, senza dimenticare la costante “vocals” in quasi tutte le sue band, di cui spesso è anche stato compositore di musiche e liriche) hanno reso questo artista, negli anni, una vera e propria icona del genere e fonte di ispirazione per molte band , anche al di fuori della stessa Romania.
Amante della lettura, della pittura Impressionista e di quella Surrealista, assiduo frequentatore di musei ed accanito cinefilo, Fulmineos ha da sempre arricchito ed impreziosito le sue composizioni, grazie alla sua grande cultura poliedrica.
Come detto, la sua attività di musicista si è incentrata pressoché completamente in ambito black, sebbene alcune sue band presenti e passate, subiscano forti influenze folk (Fogland), Industrial (Ekasia) e death (Apollinic Rites), con qualche strizzatina d’occhio a post metal, gothic, atmospheric e ambient.
In tutta franchezza, ci si può permettere di spaziare in così tanti generi e sottogeneri musicali, suonando differenti strumenti, unicamente quando ispirazione artistica, vena compositiva e capacità strumentali, sono parte integrante del proprio DNA.
Nati come one-man band, e rimasti tali sino all’album del 2011 (Nostalgia of the Fullmoon Nights), gli Ordinul Negru vantano ben 8 album, moltissimi split (guarda caso alcuni dei quali realizzati proprio con gli altri gruppi di Fulmineos), un ep e un demo. Il genere proposto è black metal con connotazioni esplicitamente mediterranee (molto Rotting Christ, ad essere sinceri) e tematiche sempre orientate verso i lati oscuri e più arcani della natura e dei miti ad essa connessi (come Dioniso, il Dio Greco della natura, della danza e del vino, forse meglio conosciuto – ed amato… – col nome di Bacco).
L’ultimo album Faustian Nights – uscito per la rumena Loud Rage Music – si dipana su 8 tracce della durata totale di circa 47 minuti.
Antiche magie ed oscuri poteri correlati ad una natura non sempre benevola, riferimenti alle mitologie greche, nonché espliciti nessi a personaggi della storia romana (“Burn it! Burn the city of Rome!”. Quasi un omaggio a Nerone nella track Oculta Kormos) costituiscono l’immutabile costante del pensiero del compositore.
Approaching the Door of Damnation (unico pezzo che vede come main vocalist il nuovo membro Urmuz – già seconda chitarra degli O.N.- e non Fulmineos) fin dai primi secondi ci accompagna in una mortuaria passeggiata verso la porta della dannazione eterna. Illusi dai primi accordi dall’incedere funereo, che ci fa presumere di essere di fronte ad un classico funeral black, crolliamo di fronte ad un esplosione di up-tempo black tiratissimi. E qui, la seconda illusione, interpretando (erroneamente) i primi lentissimi secondi del pezzo, come una semplice intro di una traccia di hyper black che ci induce in una corsa sfrenata, ci sfracelliamo contro un miscellaneous musicale, rimbalzando tra up-tempo, mid-tempo, momenti industrial, atmosfere nuovamente funerarie e sapiente utilizzo dei synth, che ci accompagnano per tutti gli 8 minuti del pezzo, quasi fossimo personaggi della “Danza Macabra”, famoso dipinto dell’introverso gotico pittore cinquecentesco, Baschenis de Averara, indotti al tenebroso ballo da ghignanti scheletri, simboli della Morte Sovrana.
Killing Tristan rappresenta l’omicidio della felicità. Un bellissimo black mediterraneo, fa da cornice ad una vera condanna verso tutto ciò che è speranza e ricerca della gioia. Un mid-tempo centrale ornato da meravigliosi orpelli melodici, smentisce drasticamente nientepopodimeno che Sant’Agostino, annichilendo chi, come molti di noi, trovò nella sua “De Beata Vita”, scampoli di speranza sulla ricerca della felicità.
In The Apocalypse Through a Hierophant’s Eye, ci caliamo in uno dei più misteriosi culti della storia. Lo ierofante, capo religioso supremo dell’antichissima Attica e potente sacerdote del culto misterico degli Eleusi, ci descrive, tra scream e voci clean, l’Apocalisse a noi miseri postulanti, come ineluttabile fine della Creazione. Il Demiurgo Fulmineos, sapiente musicista, ci indottrina sui culti esoterici, attraverso sonorità che danzano tra black metal e scaltri accorgimenti atmosferici, che rendono questa nostra iniziazione ancor più agonizzante.
Riappaiono bruscamente i Rotting Christ in Oculta Kormos, sublime traccia di maestoso black atmosferico. Qui si abbandona l’esoterismo e la cultura greca, per essere violentati dalla terribile consapevolezza che tutto ha una fine e noi, arsi vivi come Roma da Nerone, non siamo che vittime sacrificate all’arte dell’autocrate romano (“From peoples sacrifices I make my art!”).
Elder Magik segue la scia del precedente. Primordiali riti magici, di cui si è perso memoria, ci rimandano alla favolosa As If By Magic dei signori del black metal ellenico. Incalzanti mid-tempo, sostenuti da ritmiche thrash e da una doppia cassa, potente ma suonata con estrema lucidità e sagacia da Putrid, alias Andrei Jumugă, rendono il pezzo un maestoso omaggio al capolavoro A Dead Poem.
Faceless Metamorphosis sfreccia senza timori, come un razzo interstellare di nera musica, concedendo all’ascoltatore pochissime pause. Velocità mostruose e tremolo, feroci blast beat intervallati da brevi e gelidi mid-tempo, in cui il parlato talvolta sostituisce volentieri lo scream, incoronano la traccia come vero ed unico momento di black metal scandinavo di tutto l’album.
Sol Omnia Regit (il Sole regola ogni cosa, o meglio tutto dipende dal Sole) premia tutti gli amanti del black più atmosferico. La sensazione e la consapevolezza della fragilità umana, difronte all’incombenza della natura e della grandiosità del cosmo, ci annichiliscono con l’incedere della canzone, con un impianto musicale così maiestatico e monumentale, che non ci impone di leggerne il testo, per apprenderne l’immenso senso cosmico. Potrebbe anche essere un momento solo strumentale, privo quindi di lyrics esplicative ed illuminanti, tale è imponente nella sua struttura, che ci ricorda mestamente l’infinitesimale limitatezza della nostra natura umana.
La title track omaggia le notti del protagonista dell’Opera Prima di Goethe, spese tra cupi pensieri e difficili scelte tra studi intrapresi tra alchimia, filosofia e teologia, e l’oscura tentazione di accedere ai misteri della natura attraverso l’indagine e la lettura di antichi trattati sulla magia. Qui subentra il miglior Fulmineos che, attraverso le sue sopraffine doti compositive e la sua grande cultura a tutto tondo riesce, parafrasando il profondo sibillino significato dell’Opera (la natura nasconde oscuri segreti a cui accedervi è concesso unicamente tramite il Maligno – Faust invoca un elementale, accorgendosi poi di aver invece evocato Mefistofele stesso), a donarci un meraviglioso ma malvagio affresco di marmorei suoni, dolorose litanie, invocazioni musicali e magiche fosche melodie, che chiudono maestosamente questo splendido album.

Tracklist
1.Approaching the Door of Damnation
2.Killing Tristan
3.The Apocalypse Through a Hierophant’s Eye
4.Oculta Kormos
5.Elder Magik
6.Faceless Metamorphosis
7.Sol Omnia Regit
8.Faustian Nights

Line-up
Fulmineos – Guitars, Vocals, Lyrics (except track 1)
Putrid – Drums, Percussion
Orthros – Bass
Urmuz – Guitars, Vocals

ORDINUL NEGRU – Facebook

Runeshard – Dreaming Spire

Ascoltando Dreaming Spire si viene avvolti da una calda sensazione di epica bellezza e si sta bene, si viene portati in volo da un’aquila e vediamo battaglie, draghi che assaltano castelli, insomma si chiude gli occhi e si sogna, cosa non da poco in questi tempi.

Metal epico, dungeon synth, symphonic black metal, una delle migliori colonne sonore per un videogioco come se ne facevano negli anni ottanta, maestoso e cavalleresco.

Il duo ungherese dei Runeshard, qui al loro debutto, è una delle cose maggiormente originali che potete trovare in ambito metal e non solo. I Runeshard vi prenderanno per mano e vi porteranno in un mondo che è come quello della splendida copertina, draghi, castelli su vette innevate e cavalieri che combattono, insomma cose che piacciono molto a chi ama il metal che si lega al fantasy. Musicalmente la loro proposta è un misto di black metal sinfonico, epic metal e anche una bella dose di dungeon synth, che nei territori dell’est europeo ha sempre avuto una buona diffusione e produzione costante. Questo sottogenere è uno strano ed azzeccato miscuglio di arcaicismo e fantasy messa in musica. I Runeshard vanno però oltre il dungeon synth e fanno una miscela tutta loro di tanti generi e sottogeneri, arrivando ad un risultato notevole, orecchiabile e credibile che ricorda il meglio del sympho black metal degli anni novanta. Questi ungheresi hanno una grande facilità a cambiare registro, facendo canzoni veloci e ben costruire, dove le tastiere sono l’impalcatura sulla quale si innestano felicemente gli altri strumenti per una musica totalmente epica e votata alla narrazione fantasy. Ascoltando Dreaming Spire si viene avvolti da una calda sensazione di epica bellezza e si sta bene, si viene portati in volo da un’aquila e vediamo battaglie, draghi che assaltano castelli, insomma si chiude gli occhi e si sogna, cosa non da poco in questi tempi. Per i Runeshard è un ottimo inizio di una saga che li porterà lontano, e noi con loro.

Tracklist
1.The Coronation
2.Dreaming Spire
3.Crimson Gates
4.Atlantean Sword

RUNESHARD – Facebook

Cemetery Lights – Lemuralia

Questo è l’underground metal nella sua accezione più reale, con un’offerta musicale genuina, priva di filtri, direttamente dal produttore al consumatore anche per il formato prescelto, quello della musicassetta.

Lemuralia è la prima uscita di questa one man band del Rhode Island, autrice di un grezzo ma efficace black metal.

In realtà il genere, nell’interpretazione di The Corpse abbraccia uno stretto più ampio sfiorando a tratti il doom (Lemuralia), o un proto black molto vicino al thrash quando viene accelerata l’andatura (Necrophilosoph,Accursed), mantenendo sempre quell’approccio sporco e diretto che in tali frangenti non guasta affatto.
Questo è l’underground metal nella sua accezione più reale, con un’offerta musicale genuina, priva di filtri, direttamente dal produttore al consumatore anche per il formato prescelto, quello della musicassetta.
Il giro chitarristico di Charite’s Revenge è il portale d’ingresso ideale nelle sonorità del lavoro, che vede quale suo picco la title track, brano ricco di notevoli intuizioni che comunque il ragazzo statunitense dissemina un po’ in tutti i brani.
Anche l’impegno a livello lirico e concettuale non va sottovalutato, visto che mitologia, storia ed occultismo si fondono in maniera tutt’altro che banale.
Lemuralia è stato seguito pochi mesi dopo dall’uscita di un nuovo ep, The Church On The Island, che si preannuncia decisamente migliore a livello di produzione e con uno sviluppo atmosferico più accentuato.
Quindi questo ep va considerato essenzialmente un primo approccio senz’altro positivo nel suo complesso, costituendo nel contempo la base necessaria sulla quale erigere nuove e più evolute costruzioni sonore da parte dei Cemetary Lights.

Tracklist:
1. Charite’s Revenge
2. Lemuralia
3. Necrophilosoph
4. Accursed Funeral

Line-up:
The Corpse – Everything

CEMETERY LIGHTS – Facebook