Pa Vesh En – Church of Bones

Il black metal in origine era incontaminato, incompromissorio, ancestrale e primitivo: Pa Vesh En ci riporta a quell’ epoca sommergendoci con suoni fuori dal tempo.

Le note introduttive diramate da Iron Bonehead, la casa discografica tedesca che ha stampato l’opera, ci invitano a entrare nella chiesa e a suonare nel coro di Pa Vesh En, misteriosa entità bielorussa che ci attira in modo seduttivo nel suo profondo abisso di perdizione, ammaliandoci con il suo suono black ultra raw e sinistramente malevolo, miscelandolo con ambient perversamente melodica.

Annata molto prolifica per questo musicista che ha dato alle stampe un demo, un EP e uno split con gli scozzesi Temple Moon e ora ci propone un’ottima opera da suonare “loud” per poter apprezzare la imponente oscurità sprigionata dalla nera fiamma. Non inventa niente di nuovo il musicista bielorusso, ma riporta l’attenzione su quel tipo di black primitivo, ancestrale che ormai si riscontra solo nell’underground più profondo; non ci sono suoni moderni, produzioni ridonanti, esiste solo la capacità di creare atmosfere oscure, taglienti come nella splendida La Valse Macabra da far suonare in un loop continuo per godere all’infinito dell’arte espressa. Tutto è avvolto da un nebbia soffocante, l’artista sa come colpire i nostri sensi senza bisogno di esprimere cieca violenza, ma tutto è più subdolo, più strisciante, come se un nero e profondo abisso lentamente risalisse e ci inghiottisse. Lo scream soffocato è sommerso dall’incedere strumentale totalmente immerso in ammorbanti atmosfere che sono il punto forte dell’opera; il suono si può accostare a quanto espresso finora dal portoghese Black Cilice per la capacità di farci tornare indietro nel tempo a quando il black metal era una creatura malevola, incontaminata e senza compromessi. Nei sette brani si è completamente immersi in stranianti momenti fuori dal tempo, persi nel ricordo delle origini di questo suono maledetto.

Tracklist
1. The Wilderness of Cursed Souls
2. A Funeral Procession
3. La Valse Macabra
4. Pale Body Desecration
5. The Venom Seed
6. My Obscure Obsession
7. With Pain He Waits in Vain

Line-up
Pa Vesh En

Dion Bayman – Better Days

Un rock raffinato, a tratti graffiante, pregno di refrain accattivanti ma strutturato su un tappeto di suoni duri e puri, con i piedi saldi negli anni ottanta ma portati in questo nuovo millennio con convinzione, grazie ad arrangiamenti al passo con i tempi.

Ennesimo prodotto di spessore in ambito melodic rock da parte della Art Of Melody Music / Burning Minds, label nostrana facente parte della famiglia Atomic Stuff, da anni impegnata a supportare l’hard rock ed il rock melodico nazionale ed internazionale.

Questa volta si vola in Australia. dove veniamo travolti da una valanga di note radiofoniche di matrice aor e melodic rock con il quarto album di Dion Bayman, polistrumentista e produttore che solo soletto ha dato vita ad uno splendido lavoro intitolato Better Days.
Si tratta di un rock raffinato, a tratti graffiante, pregno di refrain accattivanti ma strutturato su un tappeto di suoni duri e puri, con i piedi saldi negli anni ottanta ma portati in questo nuovo millennio con convinzione, grazie ad arrangiamenti al passo con i tempi.
Una raccolta di canzoni piacevoli, dall’ottimo appeal ma senza che si rinunci alla grinta, un tocco di West Coast in qualche passaggio e poi tanto rock a stelle e strisce, da smanettare fino al massimo del volume per un viaggio con la sesta inserita e l’ugola che brucia per il canto sfrenato, accompagnando i chorus creati dall’artista australiano nell’opener Ready For The Real Thing, la title track, la splendida The Best Times Of My Life, Pieces e la conclusiva If I Could.
Non mancano le ballad come Leap The Faith che mantengono comunque un forte legame elettrico, così da non smorzare l’atmosfera hard rock che aleggia sull’album, tra Bryan Adams e Richard Marx.
Better Days risulta quindi una raccolta di splendidi brani, consigliati senza riserve a chi si nutre di queste sonorità, a conferma del talento compositivo di questo bravissimo artista australiano.

Tracklist
01. Ready For The Real Thing
02. Rise And Fall 03. Better Days
04. The Best Times Of My Life
05. Leap Of Faith 06. Fallin’ For You
07. Pieces
08. Out Of Mind Out Of Sight
09. Cold
10. If I Could

Line-up
Dion Bayman – All Vocals & Instruments

DION BAYMAN – Facebook

Unreqvited – Mosaic I: l’Amour et l’Ardeur

Ci sono musiche che dipingono atmosfere che non sono di questo mondo, o semplicemente non di questa dimensione.

Ci sono musiche che dipingono atmosfere che non sono di questo mondo, o semplicemente non di questa dimensione.

Quando ascoltiamo questi veri e propri portali, ci sembra di distaccarci da terra, lasciando in basso tutto il nostro peggio. Tutto ciò e molto altro ci viene offerto dal compositore e musicista francese che opera sotto lo pseudonimo di Unreqvited. Questo terzo disco porta a compimento una maturazione che è cominciata fin dal primo lavoro, che era indirizzato maggiormente al black metal, mentre per questa ultima fatica si potrebbe parlare di post black metal, ma in realtà è un disco di musica neoclassica fatto con elementi altri. Certo qui e là si po’ trovare qualcosa del post black, come nelle ultime cose di Alcest tanto per capirci anche se i due condividono solo la provenienza geografica, ma il tutto porta verso una proiezione classica della musica classica, con un respiro molto più ampio rispetto all’usuale forma canzone. La caratteristica più bella di questo disco è che contiene una gamma di sentimenti amplissima, un vero e proprio viaggio nell’atto del sentire interagendo con qualcuno o con qualcosa. Le tracce sono tutte di lunga durata e sviluppano diversi temi al loro interno, ci prendono per mano e ci portano lontano. La potenza immaginifica di Unreqvited è un vortice che parla direttamente al cuore, un caldo innamoramento che diventa disperato solipsismo, perché alla base di tutto c’è il dolore che porta questa vita e la certezza che solo noi possiamo comprendere fino in fondo ciò che proviamo. Interi mondi vivono dentro questo piccolo capolavoro, suonato e composto con una cura inusuale e soprattutto senza alcun intento di vendere o di piacere, ma quello di aprirsi e raccontare. Il post black è una materia abbastanza sterminata, e la qualità non sempre è presente, ma qui ne possiamo trovare davvero molta, Unreqvited possiede una marcia in più e ci sono notevoli margini di miglioramento per un futuro che si preannuncia fulgido, o molto tenebroso se preferite.

Tracklist
1.Sunrise
2.Dreamscape
3.Radiant
4.Balance
5.Permanence

Line-up
鬼 – all instruments, composition, engineering, mix/master

UNREQVITED – Facebook

Homicide Hagridden – Effect Lucifero

Effect Lucifero è una raccolta di brani di thrash metal senza compromessi che esplode fin dal momento in cui l’opener 4Letters dà il via alla mattanza.

Album da maneggiare con molta cura questo Effect Lucifero, ultimo lavoro dei nostrani Homicide Hagridden, uscito in origine nel 2016 e ristampato con l’aggiunta di una bonus track.

La thrash band piemontese non è certo di primo pelo, i suoi natali si perdono nella prima metà degli anni novanta, la sua storia annovera un buon numero di cambi nella formazione e concerti in compagnia di nomi altisonanti del metal mondiale (Samael, Vader, Keep of Kalessin, Napalm Death, Kreator, Behemoth e Decapitated, tra gli altri) e la propria discografia, ferma al 2016 ed all’uscita di Effect Lucifero, si compone anche di una manciata di demo e di altri due full length, Death Black Sun (2004) e Us (2002).
Capitanati da Stefano (batteria) e Massimo Moda (chitarra e voce), la band annovera tra le proprie fila anche Valerio Possetto (basso) e Fabio Insalaco (chitarra), per quella che si rivela una macchina da guerra thrash metal devastante.
Effect Lucifero è una raccolta di brani di thrash metal senza compromessi che esplode fin dal momento in cui l’opener 4letters dà il via alla mattanza: una sezione ritmica mostruosamente efficiente, chitarre che sfoderano rasoiate estreme e una voce dall’impatto rabbioso di una belva ferita (una via di mezzo tra Tom Araya e Mille Petrozza) ed il gioco (pericolosissimo) è fatto, per uno degli album più estremi e convincenti che mi sia capitato di ascoltare ultimamente in campo thrash metal negli ultimi tempi.
Un’autentica sorpresa per chi non conosceva la band ed una conferma per chi invece ha seguito le sorti degli Homicide Hagridden in tutti questi anni: questa ristampa si spera sia propedeutica ad un nuovo lavoro vista la travolgente resa di bordate sonore come Regime, Lie To An Angel, Lethal Agreement (con tanto di accordi spagnoleggianti a metà brano) e lo spettacolare crescendo conclusivo di The Unsaid.
Slayer, Kreator, Exodus, The Haunted sono i punti di riferimento utili ad inquadrare il tutto, ma le similitudini lasciano il tempo che trovano, semplicemente non perdetevi questa nuova possibilità di ascoltare Effect Lucifero.

Tracklist
1.4Letters
2.Remembrance of Me
3.Regime
4.Raped
5.Lie to an Angel
6.Lethal Agreement
7.Purify
8.The Unsaid
9.Black As War-Bonus Track

Line-up
Stefano Moda – Drums
Massimo Moda – Guitar/Vocals
Valerio Possetto – Bass guitar
Fabio Insalaco – Guitar

HOMICIDE HAGRIDDDEN – Facebook

HYPERION

Il video di Ultimatum, dall’album Dangerous Days (Fighter Records).

Il video di Ultimatum, dall’album Dangerous Days (Fighter Records).

Today, 22nd of November, is the 1st anniversary of italian Heavy Metal band HYPERION’s debut album “Dangerous Days” and they’ve decided to celebrate it by releasing a video-clip with live footage from the song “Ultimatum”. You can see the band on stage while enjoying this killer dose of pure Metal!!

“Dangerous Days” contains 8 songs (45 min.). Production and mastering were assembled as to recreate the pure, classic, typical Heavy Metal sound of the 80’s in the vein of bands like JUDAS PRIEST, ANNIHILATOR, IRON MAIDEN, METALLICA, MEGADETH… Cover artwork for “Dangerous Days” was painted by australian artist Alex Reies who originally entitledit “The Lord and the Colonel”.

HYPERION’s debut album “Dangerous Days” was released on 22nd of November 2017 on CD format through Fighter Records. You can check the band’s official Facebook site here: ww.facebook.com/hyperionbandheavy and also listen to the previous 1st advance single on the following link: