LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: ELEGY OF MADNESS

L’intervista di Mirella con gli Elegy Of Madness, ottima band italiana dedita al symphonic metal, qui rappresentata dalla vocalist Anja.

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Questa volta è il turno degli Elegy Of Madness, ottima band italiana dedita al symphonic metal, qui rappresentata dalla vocalist Anja.

MC Siamo qui con Anja, la voce straordinaria degli Elegy Of Madness! Tu entri a far parte della band in giovanissima età. Com’è stato il tuo approccio iniziale con la band e com’è continuato questo tuo percorso formativo all’interno di essa?

Faccio parte degli Elegy of Madness ormai da 12 anni. Ho iniziato questo percorso da minorenne senza esperienza ma con tanta voglia di fare e adesso riconosco che soprattutto grazie a loro ho iniziato a studiare seriamente e a fare di questo mondo la mia vita.

MC Come si svolge il vostro processo compositivo? Ci sono delle tematiche ricorrenti nei vostri brani o vi affidate all’ispirazione del momento?

La composizione si svolge in questo modo: partendo da una melodia vocale, da un riff di chitarra o da una parte orchestrale si comincia a costruire il brano che viene poi ‘completato’ dagli altri musicisti della band. Per quanto riguarda i testi, molto spesso sono il frutto di un’ispirazione del momento ma in New Era abbiamo voluto fare anche dei riferimenti filosofici (come la caverna di Platone), legati alla necessità di ragionare e di ribellarsi nei confronti di una società che tende sempre più a renderci ignoranti, depressi e spersonalizzati.

MC New Era è il vostro terzo album pubblicato nel 2017 e che avete supportato con un importante Tour che vi ha portato anche all’estero. Pensi che abbia pienamente confermato le vostre aspettative?

Il tour all’estero è stato ed è una delle nostre esperienze più belle. Stiamo in un certo senso raccogliendo i frutti del nostro lavoro perché finalmente abbiamo di fronte un pubblico attento, partecipe e fedele.

MC In cosa pensi che gli Elegy of Madness si differenzino dalle altre band Symphonic Metal e perchè?

Gli Elegy of Madness hanno un proprio carattere musicale che è il frutto di diverse esperienze d’ascolto e di vita. Componiamo mettendo in gioco noi stessi ed è per questo che non riusciremmo ad essere la copia di un’altra band.

MC Venerdì 25 Maggio vi esibirete sul palco del Metal Queens Burning Night, il festival dedicato alle voci femminili del metal organizzato da Raffaella ed Haron dei Wolfsinger e arrivato già alla quinta edizione e, posso confermarlo in prima persona, organizzato nei minimi particolari. Secondo te, eventi di questa portata sono ancora troppo pochi in Italia?

Penso che l’ascoltatore italiano vada educato all’ascolto di musica inedita, e non parlo necessariamente di rock o metal. Festival e concerti dovrebbero essere all’ordine del giorno ma bisogna dire che qualcosa sta cambiando grazie all’impegno di persone come Raffaella o Haron che lavorano con dedizione per realizzare eventi del genere.

MC Quali sono i progetti futuri della band . State lavorando a qualcosa di nuovo?

Stiamo promuovendo New Era in Italia e in Europa e continueremo a farlo per i prossimi mesi. Intanto all’ispirazione non si comanda quindi continuiamo a comporre!

MC Quali sono i contatti sul web per i nostri ascoltatori?

I contatti sono: www.elegyofmadness.com e https://www.facebook.com/elegyofmadness/

URBAN STEAM: presentazione live di “Under Concrete” il 1° Giugno!

UNDER CONCRETE, primo full length per la band romana Urban Steam, è in uscita VENERDì 18 MAGGIO in tutti i negozi e nei più importanti store digitali mondiali, per Red Cat Records.
Qui il teaser dell’album:
https://www.youtube.com/watch?v=k6ZTDV4530I

La band presenterà inoltre i nuovi brani live VENERDì 1° GIUGNO al Let it Beer a Roma
Qui i dettagli dell’evento:
https://www.facebook.com/events/980889575400914/

A Night Of Doom And Death In Rome – 6 Maggio – Monk – Roma

Il report del concerto che ha visto impegnati In Mourning, Clouds, Anktartis ed Ars Onirica.

La prima volta in Italia dei Clouds di Daniel Neagoe rappresentava un’occasione troppo importante per non pensare di fare una trasferta di un migliaio di chilometri, tra andata e ritorno, per assistere al concerto organizzato al circolo Monk di Roma dalle due Dark Veil, Floriana e Simona.

Il resto del bill, peraltro, non era affatto da sottovalutare, visto che dalla Svezia erano in arrivo i notevoli Anktartis ed i più famosi In Mourning, ai quali era stata aggiunta un’altra ottima band di casa come gli Ars Onirica.
Sono stati proprio questi ultimi, tornati in attività dopo oltre un decennio di silenzio, ad aprire la serata con un set breve ma intenso, con il quale i ragazzi della capitale hanno messo in mostra un black doom di ottima fattura che fa presagire frutti prelibati in occasione del nuovo lavoro in programma quest’anno, rendendo peraltro evidente un aspetto di fondamentale importanza come l’acustica pressoché perfetta offerta dal locale.

Alessandro Sforza (ARS ONIRICA)

Di questo valore aggiunto, non così scontato purtroppo in molti altri locali frequentati ultimamente, hanno goduto anche gli Anktartis, band reduce da un notevole lavoro come Ildlaante, uscito nello scorso autunno per Agonia. Questo quartetto svedese, che per la sua metà ha membri in comune con gli In Mourning, nelle persone di Tobias Netzell e Björn Pettersson, ha proposto il suo sludge doom di spasmodica intensità e in una veste contaminata da pulsioni post metal che ne avvicina il sound a soliti noti come Isis, Rosetta e co.
Al di là dei riferimenti, utili per inquadrare le coordinate dell’offerta della band, la prova del combo svedese ha convinto non poco per l’intensità esibita, oltre ad una spiccata personalità, aspetti capaci di fare la differenza non solo su disco ma soprattutto in ambito live.

Daniel Jansson (ANTARKTIS)

Arrivava così sotto i migliori auspici quello che almeno per me era il momento più atteso, la possibilità di vedere all’opera sul palco una delle mie band preferite, guidata da un musicista come Daniel Neagoe che, come pochi altri, ha saputo interpretare il lato più funereo e malinconico della musica in quest’ultimo decennio: i Clouds hanno esibito un set incredibile per contenuti emotivi, colpendo i presenti con il loro death doom melodico che ha pochi eguali oggi. Daniel è l’interprete ideale di tutta la gamma di sensazioni funeste che sono la conseguenza della perdita, e lo fa sia utilizzando evocative clean vocals sia soprattutto quel growl unico, che dal vivo ti entra nell’anima facendola vibrare, non solo metaforicamente.
Il musicista rumeno riesce trasmettere al pubblico le proprie emozioni con tale intensità  da apparire a tratti quasi prosciugato, vera e propria guida di un gruppo che dimostra una totale condivisione di intenti.

Daniel Neagoe (CLOUDS)

Se già così la configurazione dei Clouds è apparsa efficace, l’ingresso sul palco di Gogo Melone per duettare con Daniel nella splendida In This Empty Room, tratta dall’ultimo ep Destin, ha elevato a dismisura il pathos: questa minuta e timida ragazza greca, allorché inizia cantare, assume dimensioni gigantesche alla luce di un timbro vocale unico, versatile e lontano anni luce dalle spesso stucchevoli sirene pseudo liriche del gothic metal. Anche per questo invito caldamente ogni appassionato a fare proprio l’album d’esordio degli Aeonian Sorrow, progetto che Gogo porta avanti assieme ad alcuni musicisti finlandesi.
You Went So Silent, Nothing But A Name, When Was Blind To My Grief erano stati i brani eseguito in precedenza, mentre il finale ha regalato altre due tracce capolavoro come How Can I Be There e e If These Walls Could Speak, viatici ideali per il congedo da un pubblico che ha tributato il meritato applauso alla performance dei Clouds.

Gogo Melone (CLOUDS)

Headliner della serata erano gli In Mourning, band che gode di una certa notorietà che, se appare meritata per le prove offerte in studio, incluso l’ultimo album Afterglow del 2016, lo è ancora di più per quello che abbiamo potuto ammirare in questa specifica occasione, non lesinando sudore, forza e convinzione per circa un’ora di death progressivo ma dal buon gusto melodico, percepibile nonostante il muro di riff prodotto dai tre chitarristi presenti sul palco, tra i quali il vocalist Tobias Netzell, coadiuvato anche qui dal sempre bravo e puntuale Petterson.

Tobias Netzell (IN MOURNING)

Il quintettto svedese non si è perso in preamboli e, più o meno senza pause, ha sciorinato brani provenienti da un po’ tutti i full length pubblicati, lasciandoci la sensazione concreta d’essere stati al cospetto di musicisti di elevato spessore, tra i quali non si può fare a meno di citare un drummer come Daniel Liljekvist che, tra tutti, era quello dal curriculum più illustre, vista la sua lunga militanza nei mitici Katatonia.

Daniel Liljekvist (IN MOURNING)

Attorno a mezzanotte e mezza, dopo quattro ore di ottima musica, si chiudeva così la serata tra la soddisfazione dei non troppo numerosi presenti.
E qui diviene doveroso aprire una parentesi sullo stato dell’arte dei concerti metal in Italia.
Arrivando da una realtà piuttosto problematica come quella genovese dove, di fatto, a proporre musica dal vivo con buona puntualità è rimasto un solo locale che non sia uno scantinato ai limiti dell’agibilità nel centro storico, immaginavo che nella capitale, per ovvi motivi legati ad una scena piuttosto importante anche numericamente, l’afflusso ad un evento di questo genere fosse ben diverso.
Nonostante un’organizzazione impeccabile che ha lasciato soddisfatte le band coinvolte, la possibilità di accedere ad una struttura davvero ideale per concerti di medio cabotaggio come quella del Monk, e la presenza di band di comprovato livello e piuttosto diversificate dal punto di vista stilistico, la risposta del pubblico non è stata all’altezza delle attese, facendo intendere che neppure la scena della capitale è immune a quella pigrizia di fondo che affligge mediamente il metallaro italiano (musicista o semplice appassionato che sia), sempre pronto ad offrire il proprio supporto stando dietro ad una tastiera ma, alla prova dei fatti, piuttosto restio ad alzare il culo dalla sedia per fornire un contributo anche “fisico”.
Detto questo, resta negli occhi e nella memoria una serata bella e spero ripetibile in futuro, che oltre alla musica ci ha consentito di conoscere piacevoli persone che fino a quel momento erano solo amicizie “virtuali”, a partire dalle benemerite organizzatrici Floriana e Simona, passando per Gianluca e Valerio dei Rome In Monochrome ed altri presenti dei quali non so o non ricordo il nome, per finire con l’incontro diretto con gli stessi musicisti: nel mio caso specifico, l’aver potuto constatare che dietro ad uno dei musicisti che più ammiri – Daniel Neagoe – c’è soprattutto una persona degna di altrettanta stima è stato davvero qualcosa di impagabile.

Un ringraziamento particolare va a Floriana Ausili per aver fornito le fotografie utilizzate nell’articolo e ad Alberto Centenari per avermi tenuto compagnia in questa lunga trasferta.

MILADY METAL FEST II

Ecco a voi gli orari del Milady Metal Fest II

Apertura porte:16:15
Trewa: 17:00 – 17:35
Kantica:17:50 – 18:25
Frozen Crown:18:40 – 19:15
Kalidia: 19:35 – 20:20
Sleeping Romance: 20:35 – 21:20
Ravenscry: 21:35 – 22:20
Theatres des Vampires: 22:35 – 23:35
Cellar Darling: 23:50

Biglietti disponibili su Mailticket: http://www.mailticket.it/evento/12860

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: PERSEUS

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Questa volta tocca ai pugliesi Perseus, ottimi esponenti della scena heavy metal tricolore.

MC Ospite stasera Antonio Abate leader dei Perseus! Benvenuto su Overthewall!

Ciao Mirella è un vero piacere essere qui con voi!

MC Come nasce questo progetto e quali sono le vostre precedenti esperienze musicali?

I Perseus nascono nel 2011, dall’incontro di due band rinomate dell’underground cittadino, i miei Defenders Of the Faith, una tribute band dei Judas Priest, e gli Hastings, band prog metal che fine anni 90 aveva avuto ottime recensioni dalla stampa specializzata.

MC Una delle cose che mi ha più affascinato dei Perseus è la vostra passione per il fantasy. Mi parli di come realizzate i vostri brani e cosa vi ispira maggiormente?

Sia io che Cristian, il nostro chitarrista che è il maggiore compositore del testi dei Perseus, siamo appassionati di fantasy, di recente mi sono avvicinato e appassionato delle saghe di JK Rowling e in passato sono stato e sono ancora oggi amante dell’epica greca; Cristian è un appassionato di cultura medioevale, tra l’altro scrive libri a riguardo, poi i brani maturano da idee che a volte nascono anche per strada e riproponiamo in sala prove, oppure, da altre che vengono mentre proviamo e che poi con varie jam vengono sviluppate.

MC Il vostro ultimo lavoro discografico è stato pubblicato nel 2016 . Ci sono novità che ci attendono?

Guarda, attualmente siamo come una nave che naviga a vista! Sì, abbiamo del nuovo materiale proposto di recente  anche dal vivo nel nostro ultimo tour nei paese dell’est a febbraio, e devo dire che la gente ha gradito. Stiamo aspettando il momento giusto per uscire al momento più opportuno!

MC Che importanza ha, nel mondo underground, essere supportati da una valida etichetta come la Nadir Music?

Sai, spesso molti si lamentano delle etichette, io spezzerei una lancia a favore, in quanto è davvero coraggioso mettere su un’etichetta; nella musica oggi in tutti i campi non ci sono molti soldi, quindi credere in band emergenti è molto coraggioso. Quelli della Nadir con noi sono stati molto onesti e soprattutto professionali.

MC Vi trovate più a vostro agio in studio o su un palco?

Personalmente amo la sede live, posso dire che ho fatto esperienze varie nel campo della musica e in vari generi: pop, pianobar… diciamo che per sopravvivere ho fatto tante cose, quindi, amo molto i live; lo studio è bello ma dipende dei momenti, perché ci sono giorni che si diventa un po’ stressanti, ahahah

MC Quali sono state le vostre più importanti esperienze live ?

Di esperienze live importanti nei abbiamo fatte molte e abbiamo condiviso il palco con parecchie band famose come Vision Divine, Pino Scotto, Dragonhammer, Queensryche, Civil War e Fabio Lione.

MC Secondo te il web può penalizzare un genere di nicchia come l’underground? O pensi che invece serva e sia utile a farsi conoscere dappertutto?

Questa è una risposta che ha tante sfaccettature:  internet di sicuro ha dato opportunità a band minori come la nostra di essere conosciute in paesi impensabili, comunque non ha danneggiato le vendite, perché i cd vengono venduti in sede live; la guerra fatta dalle band grosse secondo me è stupida.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi?

Ci possono seguire sulla nostra pagina di Facebook, su Twitter e sul nostro sito Web

MC Grazie di essere stato su Overthewall! Vuoi dire qualcosa ai nostri ascoltatori?

Grazie per l’opportunità e un grosso abbraccio, STAY HARD!

TIFONE CREW presenta JETTASANGU FEST VOL. 3

Jettasangu Fest è la prima produzione del collettivo catanese Tifone Crew, dedicata alle realtà estreme locali giunta al terzo capitolo. Nelle due serate precedenti, datate 17 febbraio e 7 aprile, si sono alternati sul palco Gangrenctomy, Fordømth, Whispering Haze, BuiOmegA, Torpore e 600000 Mountains.
In occasione della terza serata l’evento apre a band provenienti da oltre lo Stretto, ospitando il combo progressive death metal senese Coexistence, che si appresta a pubblicare il proprio debut EP Contact with the Entity per ETN Records. Con loro i ragusani Mass Turbo, quartetto dedito a un goliardico hardcore/thrash metal al vetriolo, e gli Undergrav, giovane band di Reggio Calabria dedita al più puro old school death metal. L’appuntamento è fissato per sabato 12 maggio 2018 al Ramblas DiscoPub di Catania.
Di seguito tutti i dettagli e il flyer, realizzato da Gore Occulto.

JETTASANGU FEST VOL. 3 W/
UNDERGRAV [Death metal from Reggio Calabria]
https://www.facebook.com/undergrav666/
MASS TURBO [Thrash metal/punk hardcore from Ragusa]
https://www.facebook.com/alcoholicdivision/
COEXISTENCE [Progressive death metal from Siena]
https://www.facebook.com/coexistenceprogdeath/

12.05.2018 H 22.00
Ramblas DiscoPub, Via Manzoni 86, Catania
Ingresso: 3€https://www.facebook.com/tifonecrew/
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/459529384484396/
Tifone Crew: https://www.facebook.com/tifonecrew/
E-mail: tifonecrew@gmail.com

FLESHGOD APOCALYPSE – 22.09. Perugia – Afterlife Live Club

I death metaller sinfonici FLESHGOD APOCALYPSE sono lieti di annunciare che il loro concerto gratuito di Perugia si terrà il 22 Settembre 2018. La band riprenderà la serata (con ospiti speciali e diverse sorprese) per l’uscita di un nuovo DVD. Impossibile mancare a un evento così unico – maggiori dettagli saranno presto svelati!

Il frontman Francesco Paoli ha commentato:
“Tristemente, dopo essere stati derubati a Gothenburg qualche settimana fa, siamo stati obbligati a posticipare di qualche mese il nostro show all’Afterlife Live Club di Perugia. La nuova data è fissata per il 22 Settembre con ingresso gratuito. Come saprete, lo show sarà registrato per il nostro primo DVD live. Sarà un’esperienza unica ed irripetibile, con la partecipazione di tanti ospiti, un vero quartetto di archi e molte altre sorprese quindi… non mancate! Grazie per tutto il supporto che ci avete dimostrato!”

FLESHGOD APOCALYPSE live:

16.05. F Seyssinet-Pariset – L’Ilyade
17.05. D Lindau – Club Vaudeville
19.05. NL Amsterdam – Amsterdam Metalfest
20.05. CH Fribourg – Le Nouveau Monde

w/ THE BLACK DAHLIA MURDER, WHITECHAPEL,
AVERSIONS CROWN, SHADOW OF INTENT
08.06. USA Chicago, IL – House of Blues
09.06. USA Cleveland, OH – Agora Theatre
10.06. USA Detroit, MI – Saint Andrew’s Hall
11.06. USA Pittsburgh, PA – Cattivo*
12.06. CDN Toronto, ON – The Opera House
13.06. USA Rochester, NY – Funk ’n Waffles
14.06. USA Boston, MA – Paradise Rock Club
15.06. USA New York, NY – Stage 48
16.06. USA Philadelphia, PA – Trocadero Theatre
17.06. USA Baltimore, MD – Soundstage
19.06. USA Norfolk, VA – Norva Theatre
20.06. USA Jacksonville, NC – The Tarheel
22.06. USA St. Petersburg, FL – Jannus Live
23.06. USA Ft. Lauderdale, FL – Revolution Live
24.06. USA Atlanta, GA – Masquerade
26.06. USA Nashville, TN – The Basement East
27.06. USA New Orleans, LA – Southport Hall
28.06. USA Houston, TX – White Oak Music Hall
29.06. USA San Antonio, TX – Vibes Event Center
30.06. USA Dallas, TX – Gas Monkey Live!
02.07. USA Albuquerque, NM – El Rey Theater
03.07. USA Phoenix, AZ – The Pressroom
04.07. USA San Diego, CA – Brick by Brick*
05.07. USA Fresno, CA – Strummer’s
06.07. USA Anaheim, CA – House of Blues
07.07. USA Berkeley, CA – UC Theatre
08.07. USA Sacramento, CA – Ace of Spades
09.07. USA Salt Lake City, UT – Metro Music Hall*
10.07. USA Denver, CO – Ogden Theatre
11.07. USA Kansas City, MO – The Truman
12.07. USA Sioux Falls, SD – Icon Lounge
13.07. USA Minneapolis, MN – The Cabooze
*FA + support only

02. – 05.08. RO Rasnov – Rockstadt Extreme Fest
22.09. I Perugia – Afterlife Live Club (Free Show)

Ordina “King”, qui: http://nblast.de/FleshgodKingNB
In digitale: http://nblast.de/FleshgodDownloads

“King” è stato prodotto da Jens Bogren (OPETH, KATATONIA, SOILWORK), con l’aiuto del tecnico Marco Mastrobuono. Il bellissimo artwork è stato creato dall’acclamato artista contemporaneo Eliran Kantor (TESTAMENT, ICED EARTH, KATAKLYSM, HATEBREED).

Altro su “King”:
‘Cold As Perfection’ OFFICIAL MUSIC VIDEO:
https://www.youtube.com/watch?v=67pJg8dsPcs (censored version)
‘Cold As Perfection’ OFFICIAL MUSIC VIDEO:
https://vimeo.com/153750101 (uncensored version)
‘The Fool’ OFFICIAL TRACK:
https://www.youtube.com/watch?v=GXOucG8rM5k
‘Gravity’ OFFICIAL LYRICVIDEO:
https://www.youtube.com/watch?v=jDzShhI6g3w


Maggiori info:
www.fleshgodapocalypse.com
www.facebook.com/fleshgodapocalypse
www.nuclearblast.de/fleshgodapocalypse

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – TRACY GRAVE

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Questa volta tocca ai Tracy Grave, band sarda guidata dall’omonimo vocalist dedita ad un ottimo hard/sleze/glam rock

MC Li abbiamo ascoltati qui su Overthewall con il nuovo singolo, Over the top, con noi Tracy Grave!
Tracy, la bio raccontava che la tua carriera musicale inizia dal 2000. Ma altre fonti mi hanno rivelato che ascoltavi glam già dalla tenera età! Quand’è che hai cominciato a comporre e quando hai pensato di metterti finalmente in gioco?

Ciao Mirella, è vero, ho scoperto il rock in tenera età e a 12 anni avevo già la mia prima band!! Ma è solo nel 2000 che ho cominciato a scrivere materiale originale. Prima mi dilettavo solo nella stesura di poesie, ho addirittura ancora valanghe di fogli da qualche parte. Per quanto riguarda la scrittura ho sempre sentito il bisogno di scrivere pensieri, poesie, racconti, ma è solo nel 2000 che ho cominciato ad esprimermi in musica ed e stata una cosa improvvisa senza pensarci su.

MC Nella tua carriera musicale hai condiviso il palco con grossi nomi del metal quali Alice Cooper, Paul di Anno, giusto per citarne alcuni. Ci racconti le tappe più importanti del tuo passato artistico?

Ogni tappa è stata importante, dal più piccolo palco al più grande, ogni percorso fatto mi ha lasciato un segno, non è il grande artista o il poco pubblico, semplicemente il fatto di cantare ed esprimerti è sempre un emozione unica.

MC Come nascono i tuoi brani? Da cosa riesci a trarre ispirazione per i testi e la musica?

In passato, come tanti altri, mi basavo sull’emulazione dei miei idoli, faceva figo fare l’Axl della situazione ecc…
Dopo un po’ di anni mi sono reso conto che non ero io, non era quello che avevo dentro e che volevo trasmettere.
Negli ultimi due album ho trovato la mia dimensione artistica, diciamo, e per quanto riguarda i testi, mi ispiro a persone, cose, momenti, istanti… tutte cose reali, comunque, e non provenienti dagli anni ’80 o rubate ad altre band più gettonate.

MC Il 5 aprile scorso pubblicate il nuovo album ” Sleazy Future” per la Volcano Records. Proprio per questa occasione ti avvali della collaborazione di una band, creata assieme al chitarrista e compositore Mark Shovel. Ci parli di questo nuovo lavoro discografico?

Sleazy Future è una sorta di ribellione contro tutto ciò che viviamo e contro ciò che ci prospetta il futuro, Un calcio in culo a chi ci ha sempre sbattuto le porte in faccia, un vaffanculo all’industria discografica…mi fermo qui per ora eheh.
Abbiamo dovuto scegliere tra una quarantina di brani per arrivare ai 10 dell’album, quindi vi lascio immaginare quanta rabbia c’è in questo disco.

MC Ci saranno spettacoli dal vivo a promuovere la nuova uscita?

Per ora stiamo girando la Sardegna e abbiamo in organizzazione un prossimo tour che ci porterà fuori molto presto.

MC Quali sono i progetti futuri della band?

Continuare a suonare prima di tutto e farci conoscere il più possibile in tutto il mondo, poi si vedrà!! Prendiamo tutto al momento, lavorando giorno dopo giorno!

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi?

Siamo presenti in tutti i social (https://www.facebook.com/tracygraveofficialpage/https://twitter.com/tracygraverock) e abbiamo anche il sito web ufficiale (https://www.tracygraveofficial.com).

MC Grazie di essere stato qui con noi!!

Grazie mille a voi per lo spazio concesso!!! A presto e Rock n’ roll!!

5Rand / Enemynside – 5/5 Circus – Scandicci (FI)

Per la prima volta suoneranno sullo stesso palco 5Rand ed Enemynside! Le due band capitoline si esibiranno con le loro performance il prossimo 5 Maggio al Circus di Scandicci (FI)

I 5Rand sono una band che propone un mix di metal con elementi thrash e industrial, con voce growl e clean proposta in entrambe le versioni dalla voce femminile di Julia Elenoir. Hanno pubblicato nel 2017 il loro album di debutto “Sacred/Scared”.

Gli Enemynside sono una band che propongono del thrash old school, a Gennaio 2018 pubblicano il nuovo attesissimo EP “Dead Nation Army” che al momento stanno promuovendo.

ARGONAUTA FEST FIFTH EDITION – 12 maggio Vercelli

Manca ormai pochissimo al consueto appuntamento annuale con l’Argonauta Fest, che si terrà sabato 12 maggio alle Officine Sonore di Vercelli.

Per festeggiare il quinto anniversario dell’etichetta, il Fest vedrà sul palco come ospite speciale e headliner la carismatica cantante statunitense JEX THOTH, autrice di un sensazionale e sciamanico Doom dai forti connotati ritualistici ed occulti.

A completare la serata tre band della scuderia Argonauta, ognuna delle quali porterà sul palco i brani dei loro ultimissimi lavori: i DI’AUL presentando il loro nuovo album “Nobody’s Heaven” (Stoner Doom Metal dai risvolti apocalittici, non mancano i richiami ai KILLING JOKE!), i RANCHO BIZZARRO fuori in questi giorni con il nuovo EP “Mondo Rancho” (tra KARMA TO BURN e… MC5!) e i SATOR che stanno portando in giro per l’Italia e l’Europa il loro ultimo lavoro “Ordeal” (Sludge Metal ultra abrasivo!).

Vi aspettiamo sabato 12 maggio a partire dalle ore 20, con possibilità di cenare presso il locale!

Prevendite disponibili: https://bit.ly/2HQAQhD
EVENTO: https://www.facebook.com/events/1680174002098272/
INFO: www.argonautarecords.com

SPOIL ENGINE – 26 Aprile Circolo Svolta

Ecco a voi le band d’apertura e gli orari per lo show dei Spoil Engine del 26 Aprile al Circolo Svolta!!

Apertura Porte: 19:45
– Ghost of Mary: 20:15 – 20:45
– Starbynary: 21:00 – 21:30
– Lostair: 21:45 – 22:30
– Spoil Engine: 22:45

Prezzo in cassa: 13
Apertura porte: 20.00

INGRESSO RISERVATO AI SOCI ACSI
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/2009799362614688/

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – CARMONA RETUSA

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Questa volta tocca ai torinesi Carmona Retusa, band dedita ad un interessante post hardcore/noise.

MC I Carmona Retusa sono una band di recente formazione, ci parli dei vostri inizi?

Io (Benito, basso) e Fabio (voce) ci siamo conosciuti lavorando in un call center mentre Lorenzo (chitarra) e Luca (batteria) erano amici di vecchia data, avevano avuto anche una band diversi anni fa. Proprio loro due mi proposero un po’ per scherzo di andare in sala prove e così nacque questo progetto, che nel giro di pochi mesi cambiò nome, forma e cantanti sino ad arrivare all’attuale formazione. Io decisi di occuparmi dei testi e così incastrai Fabio costringendolo a venire a provare con noi con la scusa di non precisati problemi di metrica, da quel momento è diventato il nostro insostituibile cantante!

MC La Carmona Retusa, se non mi sbaglio, è la pianta del tè. Mi spieghi l’origine di questo nome così insolito per una band?

All’uscita da un concerto degli Zu a Torino ci interrogavamo su quale nome dare alla band, non cercavamo il solito nome altisonante così cercando parole a caso su google è venuto fuori quello di questo bonsai “carmona retusa”, l’ho ripetuto ad alta voce e ci suonava talmente male che ci è piaciuto subito.

MC Come definiresti il vostro genere musicale? Ci sono band da cui avete tratto ispirazione?

La questione “genere musicale” è veramente annosa! Penso che anche solo definire correttamente cosa rientri o no in un genere sia uno sforzo impossibile e non so quanto utile. In ogni caso ognuno di noi viene da “scuole” musicali differenti. Luca ha avuto una band screamo, Lorenzo ha suonato dieci anni thrash metal mentre Fabio tutt’ora è chitarra e voce in un power-duo blues-stoner (Bettie Blue). Forse ero io l’unico con un certo tipo di ascolti: dai Drive Like Jehu ai Jesus Lizard, fino ai nostrani The Death of Anna Karina e Massimo Volume. Detto questo è stata la “magia” della sala prove a decidere per noi.

MC Solo Un Po’ Di Terra E Un Albero Sopra, questo è il titolo del vostro debut album pubblicato a febbraio di quest’anno. Ci parli di questo disco?

Il filo rosso che collega tutte le tracce dell’album è il concetto di “accettazione”. La prima canzone è una sorta di lettera aperta ai genitori, ripresa da una vignetta di Andrea Pazienza, in cui un figlio ammette i propri errori e tra sogni e ricordi spera di tornare bambino. Nella traccia successiva, questa volta ispirata da un dialogo di Bojack Horseman, la madre ricorda al figlio che non c’è cura per il fatto di essere se stessi ed avere un passato e un marchio anche genetico. Penso che questo botta-risposta racchiuda un po’ le sensazioni, anche e soprattutto musicali, di durezza e amarezza che nei 25 minuti di album abbiamo cercato di esprimere.

MC Sono previsti dei live per promuovere il nuovo album?

Il 13 di questo mese suoneremo al Joe Koala di Bergamo, poi il 21 all’Arci Dallò di Mantova e il 27 a Pistoia per la rassegna le notti della Cachara, nei mesi successivi ne seguiranno ancora.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi?

Abbiamo la pagina facebook (https://www.facebook.com/carmonaretusaband/) dove sono presenti anche tutti gli aggiornamenti in merito all’attività live!

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: PINO SCOTTO

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Oggi è la volta di un monumento del rock/metal italiano, Pino Scotto; per correttezza segnaliamo che, vista la schiettezza del personaggio, il testo è stato leggermente “edulcorato” rispetto alla versione radiofonica …

MC Benvenuto su Overthewall, Pino, e grazie di essere qui con noi.

Ciao a tutti gli ascoltatori e ai ragazzi e alle band che suonano metal , a tutti quelli a cui non sarà mai data visibilità, a tutti quelli che credono in questo genere.

MC Una carriera che dura sin dagli inizi degli anni 80, che il tempo e le mode non sono riusciti a scalfire.In un panorama rock e metal che, specialmente in Italia, sembra sgretolarsi, tu resti un pilastro fondamentale.
Qual’è il segreto del tuo successo?

Una carriera che è iniziata negli anni ‘70, in realtà:, prima dei Vanadium ci sono state tre band, e con una che si chiamava Pulsar dovevano fare un album, ma poi purtroppo il discografico morì in un incidente stradale ed usci così solo un 45 giri.
Non c’è un segreto per il successo, io continuo solo a fare quello che mi piace, ma per conquistarmi questa libertà mi sono sciroppato 35 anni in fabbrica a scaricare camion.
Ormai è da dieci anni che sono in pensione e non dimentichiamo che ad ottobre gli anni che compirò sono un bel numero, 69: quello che non li fa pesare è la forza della passione, è credere in ciò che si fa e non la ricerca dei soldi o del successo.

MC Tu hai sempre fatto della tua sincerità il tuo stile comunicativo. Questo atteggiamento non sempre premia. Se tu dovessi fare un bilancio tuo personale diresti che a volte può servire a scendere a compromessi oppure no?
Come sarebbe Pino Scotto oggi se avesse avuto un approccio meno diretto e sincero?

Quasi mai viene premiato un simile atteggiamento. Tu non hai idea di queste offerte abbia ricevuto nella mia carriera, anche quando ero ancora con i Vanadium e ciò mi faceva litigare anche con loro; dopo di che diverse band italiane mi hanno cercato, in particolare una toscana che mi aveva proposto un pacco di soldi e al chitarrista risposi di andare sull’Arno e ficcarsi la chitarra in quel posto …
Io non se sono bravo a cantare o a scrivere, ma questo il mio sogno e non èin vendita per nessuno.

MC Parliamo delle novità. “Eye for an Eye” è il titolo del tuo nuovo disco pubblicato da Nadir Music, un lavoro discografico interessantissimo che rievoca le sonorità rock ’70/’80 più dure e graffianti.
Come prende vita quest’album e quali tematiche sono contenute nei testi?

Come ben sanno quelli che mi seguono io sono pazzo, dipende da come mi sveglio, per esempio già nel ’90, dopo lo scioglimento dei Vanadium, io avrei potuto fare subito un album a mio nome suonando come con loro, invece sono andati a cercarmi le rogne: prima mi sono messo a cantare in italiano, poi sono tornato al rock’n’roll e al blues, perché io faccio sempre quello che mi piace, e ciò è gratificante per il cuore e per la mente, significa essere liberi.
Questa volta ho voluto fare un album di sano hard rock anni 70-80 in inglese, perché mi sono proposto di scrivere una raccolta di canzoni che la gente possa cantare, quelle con le melodie che oggi non si trovano più: non so se ci sono riuscito, ma mi sono divertito molto.

MC In questo disco ritrovi la tua band originaria (Steve Angarthal alla chitarra, Dario Bucca al basso e Marco Di Salvia alla batteria). Quali novità ci porterà questo ritorno?

Erano dieci anni che non facevo un album con la mia band. Loro sono sempre stati dentro a qualche brano e ho sempre avuto degli ospiti, perché mi piace contaminare i suoni, ma questa volta ho fatto proprio tutto assieme alla mia band, l’unico ospite che c’è sempre stato fin dal primo album dopo i Vanadium e che non poteva mancare è il mio fratellone, “Mr.Blues” Fabio Treves.

MC Negli ultimi anni i media, soprattutto in Italia, hanno marcatamente snobbato il rock e il metal, che stanno diventando così sempre più un genere di nicchia, proponendo altri generi musicali che sono così dilagati tra i giovanissimi.
Secondo te perché si verifica questo fenomeno?

In Italia questo genere ha sempre funzionato poco, e già ce ne lamentavamo in passato senza immaginare cosa sarebbe successo dopo che sono arrivati i cosiddetti talent show; tu hai visto che adesso hanno chiamato Cristina dei Lacuna Coil: così diventerà un fenomeno da baraccone pure il metal, perché lì ci trovi Albano che fa le corna e parla di metal.
Io mi ricordo solo che in un piccolo festival a Cellino San Marco (il paese di Albano, n.d.a.) lui aveva dichiarato che il metal è la musica del demonio e ora ‘sto paraculo fa il metallaro, con Cristina che gli dà pure retta.
La verità è che il rock in generale ha sempre dato fastidio perché fa riflettere, emoziona, fa piangere, fa ridere, fa godere, insomma ti fa stare bene.
Quelli che stano al potere invece ci vogliono tutti depressi, senza lavoro, per poter fare comodamente i cazzi loro.

MC Tu sei un personaggio molto amato e seguito da un pubblico che comprende svariate fasce d’età. Che rapporto hai con i tuoi fans e quanto ti stimolano in tutto ciò che fai?

Io ho visto che già alla prima data sono venuti al concerto molti ragazzi giovanissimi, i quali probabilmente hanno capito, anche grazie a Rock Tv, che io sono una persona sincera, che sta dalla loro parte

MC Moltissime band si lamentano perché non si riescono a trovare spazi per potersi esibire. Com’è cambiata la scena rock dai tempi dei Vanadium e cosa consiglieresti a dei ragazzi che provano a fare musica originale?

Anche in quegli anni era difficilissimo, pensa che io ora in un mese faccio i concerti che con i Vanadium tenevo in un anno, perché a quei tempi non c’erano gli spazi per suonare: per esempio, a Milano c’era il Rolling Stone, o suonavi lì o t’attaccavi al tram.
Adesso ci sono moltissimi locali che fanno suonare solo tribute band, ma il vero problema è che la gente le va vedere e se ne fotte di band brave che fanno musica propria.
Il problema siamo noi, sono gli esseri umani, e non c’è nulla da fare

MC Il 6 Aprile a Pistoia hai presentato in prima nazionale il tuo nuovo show “Eye For An Eye Tour”, che promuove il tuo ultimo lavoro discografico. Quali sono stati i primi riscontri e dove potremo vederti esibire in Italia?

La data di Pistoia è andata sold out, tutti i cd che mi ero portato dietro sono stati comprati e la gente e stata fantastica; comunque le date le trovate sul mio sito (http://www.pinoscotto.it/) e non è detto che non se ne possano aggiungere ancora delle altre.

MC Pino, io ti ringrazio di avermi concesso questa intervista e ti lascio l’ultima parola per gli ascoltatori di Overthewall.

Io vorrei dire intanto ai ragazzi che suonano: non vi aspettate niente dalla musica, godete di quello che cantate, di quello che scrivete e di quello che suonate, tutto ciò che arriva è in più.
Questo è un sogno: trovatevi un lavoretto per sopravvivere, ma non sperate mai di poter campare con il rock perché è un’utopia, a meno che non andiate a fare le marchette dalla De Filippi, ma anche lì, dopo che ne esci, ti ritrovi cornuto e mazziato.
Io tutta quella gente lì, la De Filippi e i giudici dei talent, la manderei in galera per spaccio di demenza. Quindi continuate e credere nei vostri sogni e divertitevi .
A tutti gli altri raccomando: andate nei locali e dite ai proprietari che volete ascoltare band che fanno musica propria, appoggiate la band italiane, le band emergenti, date una possibilità a questi ragazzi perché il rock’n’roll non è solo un modo di vivere, non è solo musica, ma è un mondo fatto di sincerità e di sogni da realizzare.

UndeRock Fest 2018 al Dagda Club di Retorbido

Volcano Records, Metal Maximum Radio e Suoni Distorti Magazine hanno il piacere di presentarvi l’UndeRock Fest 2018. Evento realizzato con la collaborazione del Dagda Live Club e la House Of Ashes Production che si terrà il prossimo weekend, 21 e 22 Aprile, presso il prestigioso Dagda Live Club di Retorbido, in provincia di Pavia.

Questo il bill e gli orari delle due giornate, suddivise in bands italiane ed estere:
Sabato 21 Aprile
Love Machine
Scala Mercalli
SkeleToon

Domenica 22 Aprile
Ne Obliviscaris (Austria)
Allagaeon (U.S.A.)
Virvum (Svizzera)

Apertura porte ore 20:00 / Inizio concerti ore 21:30 (tassativo). Partners ufficiali dell’evento RedWall Recording Studio e BrandUp Music. / Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/2246483202044708/

All’interno della struttura:
Area merchandise, Area food & drink, PRZ (Press & Radio Zone) dove le bands interessate potranno proporre la propria musica: ci saranno il team di Suoni Distorti Magazine, Metal Maximum Radio e Karola Mazzola di ‘Free Pass’ (T-Radio), banco informativo del RedWall Recording Studio, e altro che lasceremo a voi scoprire.

L’ingresso per la serata di Sabato 21 Aprile è gratuito, mentre la successiva di Domenica 22 è di €11,50 in prevendita su TicketOne (A questo link). L’accesso al Dagda Club è riservato ai soci ACSI, se non avete la tessera potrete farla in loco al costo di soli €5,00 con validità annuale in tutti i club Acsi d’Italia.
I primi 30 ingressi (15 per ogni serata) riceveranno gratis una birra alla spina offerta da Suoni Distorti Magazine, Metal Maximum Radio e RedWall Recording Studio.

Alcuni momenti delle serate saranno trasmessi in diretta sul profilo Instagram di Suoni Distorti Magazine: https://www.instagram.com/suoni_distorti_magazine/ ed i video con le esibizioni delle bands saranno caricati sul canale youtube della webzine, dove potrete iscrivervi a Questo Link!

Segui l’hashtag ufficiale #UndeRockFest per tutti gli aggiornamenti nei social e per dire la tua durante e dopo la partecipazione all’evento. Siamo curiosi di sapere cosa ne pensi e cosa ti è piaciuto di più!

Un trailer promozionale dell’UNDEROCK FEST è disponibile al seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=gZwd50Aqxn4

Le bands nel dettaglio:

Nella prima serata si esibiranno tre delle bands italiane iscritte al contest lanciato dagli organizzatori lo scorso Gennaio.

Sabato 21 Aprile:

Ad aprire la serata gli SKELETOON, band “Nerd” Power Metal, attiva dal 2011 e con alle spalle già due album quali ‘The Curse of the Avenger’ (2016) e ‘Ticking Clock’ (2017). I metallers italiani, ad oggi, sono al lavoro sul nuovo full lenght intitolato ‘They Never Say Die’, dedicato alla pellicola cult ‘The Goonies’.

Subito dopo è il turno dei SCALA MERCALLI, storica formazione heavy metal italiana che in 26 anni di attività ha sfornato tre album micidiali di cui l’ultimo, ‘New Rebirth’ nel 2015. Attualmente la band è a lavoro su nuovo materiale e, al contempo, continua a infiammare ogni palco in cui si esibisce.

Headliner saranno i LOVE MACHINE, altra leggendaria band del panorama heavy metal tricolore. Tornati in pista di recente con l’album ‘Universe Of Minds’, con oltre 30 anni di esperienza alle spalle e tour con nomi del calibro di W.A.S.P., Saxon e Gotthard – tra gli altri

La seconda serata è dedicata alle band estere, il billi sarà composto per come segue.

Domenica 22 Aprile

Aprire le danze sarà compito dei giovani svizzeri VIRVUM, che hanno acquistato immediatamente credibilità nella scena technical death metal con il primo album ‘Illuminance’ del 2016. Nel 2013 Il chitarrista Nich Gruhn si unì ai leggendari Fallujah per un tour Europeo e da quel momento la sua missione fu quella di portare i Virvum a suonare su più palchi possibile. Dopo numerosi tours in compagnia di bands del calibro di Cephalic Carnage, Suffocation e Dying Foetus, la band di Zurigo ha recentemente firmato un contratto con la Season Of Mist che ha ristampato il loro album di debutto. La band al momento è in fase di composizione per il loro secondo album, che si preannuncia un mostruoso esempio di tecnica e brutalità.

A metà scaletta gli ALLEGAEON, da Fort Collins, in Colorado. Loro suonano extreme metal con influenze spaziano dal Technical Death Metal al Prog Metal passando per l’Heavy Metal e la Musica Classica. I loro testi trattanno temi scientifici, la possibilita’ di forme di vita aliene e l’intelligenza artificiale. Con questi presupposti ed un curriculum di tutto rispetto, che mette in evidenza tours di alto profilo con mostri sacri del genere, come Job For A Cowboy, Chimaira e Whitechapel, oltre che una nutrita dicografia, gli Allegaeon tornano in Europa per trascendere il loro status di cult band e per consolidare una fan-base in costante crescita.

A chiudere la tellurgica serata gli australiani NE OBLIVISCARIS, considerati come i nuovi eroi del progressive death metal, arrivando sulle scene nel 2012 e pubblicando, ad oggi, 3 album – di cui l’ultimo ‘Urn’ nel 2017 via Season Of Mist. La particolarità della band di Melbourne, risiede nella struttura delle loro composizioni che incorpora nel suo nucleo death / black metal elementi di jazz, djent, gothic e persino flamenco. La band sarà in Italia come headliner per la prima volta!
Ovvie sono le loro capacita’ tecnico compositive e il loro amore per la musica classica, che esce prepotentemente allo scoperto grazie al largo uso di strumenti quali violino e violoncello. Questa loro propensione alla cosiddetta “musica colta” e’ ulteriormente confermata dal fatto che il loro brano “And Plague Flowers the Kaleidoscope” (tratto dal primo album “Portait Of I”), e’ stato preso come esempio per un corso di composizione dal conservatorio di Sidney «per la sua struttura esemplare, i timbri, le misure di tempo, i modi, l’approccio al virtuosismo, al suono e al rumore»

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: AIKIRA

Grazie all’avvio della reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Oggi è il momento dei Aikira, autori con Light Cut di un bellissimo lavoro di post metal strumentale.

MC Ospiti su Overthewall gli Aikira: con noi Danilo, batterista e portavoce della band, a cui diamo il benvenuto!

Ciao Mirella, ciao a tutti gli ascoltatori di Overthewall.

MC Gli Aikira nascono da un’idea tua e di un’altro componente della band già nel 2008. Ci racconti la genesi di questo progetto musicale?

Si, nel 2008 sono uscito dai Vibratacore, band hardcore che avevo fondato insieme a Fango, il chitarrista.
In questo periodo io e Fango ci siamo comunque visti in sala prove per sviluppare alcune idee che avevamo, e che non erano perfettamente in linea col sound dei Vibratacore. In una di queste jam abbiamo coinvolto Andrea Alesi con il quale abbiamo trovato subito grande affiatamento. Gli Aikira sono nati quel giorno!

MC Come definiresti il vostro genere musicale e quali sono le tematiche che affrontate?

Quando ci chiedono del nostro genere musicale, rimaniamo sempre un po’ interdetti hahah! Diciamo che a grandissime linee, rientriamo nei canoni del post-rock / post-metal, con qualche accenno alla psichedelia. Quello che ci interessa è giocare con le dinamiche e con le atmosfere, e farci coinvolgere emotivamente da quello che stiamo suonando.

MC Il vostro primo disco omonimo viene pubblicato nell’estate 2014. Com’è stato l’impatto con il pubblico e la critica? E’ andato tutto secondo le vostre aspettative?

L’impatto col pubblico direi che è stato superiore alle nostre aspettative. Essendo una band strumentale, avevamo il timore che un’ora di concerto senza un cantante potesse in qualche modo annoiare, ma questo problema non si è mai presentato. Con grande piacere poi abbiamo constatato come le varie webzine che hanno recensito il nostro primo album lo descrivessero come un viaggio, in linea con la nostra visione.

MC Nel febbraio del 2018 pubblicate Light Cut, che prende forma tra il 2015 e il 2017, periodo caratterizzato da momenti molto difficili per tutti i membri della band. Ci parli della realizzazione di quest’album e che cosa rappresenta per voi?

Si, diciamo che in questo periodo sia io che Fango che Andrea, abbiamo avuto momenti non facili, sul piano della salute e degli affetti. Abbiamo poi incrociato vari bassisti, e non tutte queste collaborazioni hanno dato un risultato positivo, sia a livello musicale che umano.
La cosa che abbiamo sicuramente notato è che la scrittura dei vari pezzi di Light Cut procedeva in maniera piuttosto fluida, nonostante tutte queste difficoltà, come se il suonare insieme fosse una sorta di energia che riusciva a sfuggire all’attrazione gravitazionale di tutta questa negatività.
Questo concetto è stato un po’ l’input per un brano del disco che si chiama appunto Something Escapes.
Abbiamo registrato con Davide Grotta, che ha lo studio di registrazione a fianco della nostra sala prove. Con Davide ci siamo trovati subito alla grande, tant’è vero che nelle pause tra una take e l’altra, abbiamo jammato assieme (lui suona theremin e pianoforte e un’altra miriade di strumenti), e alcune parti di quelle jam sono poi finite sul disco (parlo dei due Elemental).
Light Cut è stato quindi mixato da Enrico Baraldi: anche con Enrico ci siamo subito intesi, è una persona dalla grande professionalità e pazienza, e con noi ne ha avuta veramente tanta!
Il master è stato fatto da Paso di Studio 73, una vecchia conoscenza. Avevamo precedentemente lavorato con lui per i Vibratacore, e sia in passato che adesso con Light Cut siamo rimasti assolutamente soddisfatti del lavoro eseguito.
Appena terminato Light Cut abbiamo inoltre avuto modo di completare la line up della band: Lorenzo Di Cesare, già bassista dei Vibratacore, è entrato negli Aikira in qualità di bassista.

MC Si parla spesso di supporto alle band underground e molto di questo sostegno è dato dai fans. Che rapporto avete con il pubblico che vi segue?

Sarà una cosa banale da dire, ma per noi suonare live è linfa vitale! Avere un pubblico rapito da ciò che sta ascoltando/osservando ripaga di tutti i km e tutti gli sforzi per riuscire ad organizzare un concerto, cosa quest’ultima sempre più difficoltosa.

MC Ci saranno dei live a supportare il nuovo album?

Si abbiamo dei live in programma tra aprile e maggio a Pescara e Lecce, e siamo sempre in cerca di nuovi posti che possano ospitare un live di Aikira. Sicuramente quest’estate avremo il piacere di suonare a qualche festival.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi?

Il sito: aikiraband.com.
Ci trovate su Facebook, ovviamente, poi su tutte le varie piattaforme musicali quali Spotify, Soundcloud, Bandcamp, eccetera.
Sul nostro canale Youtube abbiamo caricato il videoclip di Etera, il primo brano di Light Cut. E’ un video che abbiamo girato con la preziosa collaborazione di due nostri grandi amici, Nazareno Capitanio, in arte Nazz.Cool, alle riprese, e Lia Cavo, che è scultrice e ceramista, e ci ha messo a disposizione una delle sue più belle realizzazioni, chiamate Pneuma.

CELLAR DARLING + Sick N’ Beautiful Insubria Festival 2018 – Marcallo con Casone (MI)

I CELLAR DARLING nascono da una costola degli Eluveitie nel 2016. In poco meno di due anni sono una delle band di punta del roster Nuclear Blast e tra le più interessanti realtà alternative folk rock.

Abbiamo il piacere di annunciare una nuova data in Italia della band, ad ingresso gratuito. Saranno infatti gli headliner della giornata del 28 aprile dell’Insubria Festival 2018. Location dell’evento: Parco Ghiotti di Marcallo con Casone (MI). Il festival è ormai un’istituzione nella scena celtica italiana, con musica, cibo e rievocazioni, in scena quest’anno dal 25 al 29 aprile.

I Cellar Darling hanno pubblicato il loro album di debutto “This Is The Sound” a fine giugno 2017. La band è composta da Anna Murphy (voce), Merlin Sutter (batteria) e Ivo Henzi (chitarra e basso). Dopo lo split con gli Eluveitie, il trio pubblica il singolo “Challenge” a cui segue la firma con Nuclear Blast.

“Avalanche” Official Video -> https://youtu.be/NWMiBj0yDJg

Special guest dello show saranno i nostri SICK N’ BEAUTIFUL. Gli alieni stanno per tornare con il nuovo album “Element Of Sex” in uscita per Rosary Lane Records, finanziato con successo tramite la piattaforma Pledge Music.

“Megalomaniacal” Official Video -> https://youtu.be/_MI9W9dtMmk

CELLAR DARLING + Sick N’ Beautiful
Insubria Festival 2018 – Marcallo con Casone (MI)
Sabato 28 Aprile
Evento Facebook -> https://www.facebook.com/events/2016242668701071/
Ingresso Gratuito

Ulteriori info nelle prossime settimane.

www.baganarock.com
www.insubriafestival.org

ROME IN MONOCHROME – 27 aprile al Defrag – Roma

Kamelia Production in collaborazione con associazione Defrag è lieta di invitarvi a celebrare l’uscita di “AWAY FROM LIGHT”, primo full lenght dei capitolini Rome In Monochrome, rilasciato dalla label russa Solitude Productions.
Ad aprire la serata due band romane, gli IO e gli Agatunet, dal sound travolgente e viscerale, che prepareranno al meglio gli animi ad accogliere il melanconico, raffinato ed evocativo lavoro dei Rome In Monochrome.
Vi aspettiamo!

– ROME IN MONOCHROME (EtherealAuralDoom/Postrock)
https://www.facebook.com/romeinmonochrome/

– IO (Lavic Sludge/Doom)
https://www.facebook.com/IOfuzz/

– AGATUNET(Ambient/Black Metal)
https://www.facebook.com/Agatunet-218087364892017/

LINK EVENTO
https://www.facebook.com/events/1948772842102991/

– ESPOSIZIONI FOTOGRAFICHE
– LIVE PERFORMANCE
– DJ SET

Dark Veil Productions

Beyond the Wall of Blues: Jack Bruce e Ginger Baker dopo i Cream

Dopo lo scioglimento dei Cream, a fine anni Sessanta, secondo molta stampa specializzata e diversi giornalisti rock, Jack Bruce e Ginger Baker – rispettivamente basso e batteria, si sa, della band che rese famoso Eric Clapton – avrebbero disperso il proprio genio, in una miriade di dischi solisti e di troppi progetti, fra loro stilisticamente disomogenei.

Questo, almeno, quel che fin da allora di solito si dice. Forse, però, la verità può essere anche un’altra. E la parola chiave per accedervi, al posto di dispersività – potrebbe risultare versatilità musicale. O anche intraprendenza artistica. Proviamo qui a riscrivere, pertanto, una storia che si crede a torto esser nota. O, peggio ancora, sepolta.
Cominciamo da Jack Bruce: l’effervescente e talentuoso bassista, che suonava il proprio strumento come fosse una chitarra, iniziò la carriera solista con Things We Like, passando dal British Blues al neonato Jazz Rock davisiano. Per il disco, uscito nel 1970, volle non casualmente alla chitarra l’astro nascente John McLaughlin, di lì a poco fondatore della Mahavishnu Orchestra. L’anno dopo (1971), Bruce lavorò con John Marshall, ex batterista dei Nucleus (poi nei Soft Machine). L’intenzione era chiara: portare avanti e nello stesso tempo oltrepassare, in direzione fusion, l’eredità di Bluesbreakers, Cream e John Mayall. Ad ogni buon conto, Bruce non dimenticò del tutto il rock, partecipando al classico Berlin di Lou Reed (1973), grande capolavoro di art-glam sinfonico-orchestrale del decennio, e dando vita con Leslie West e Corky Laing dei Mountain ad un sodalizio molto più hard rock (indimenticabile la calda performance di Live ‘n’ Kickin’, nel 1974). Il sentiero da percorrere, anzi la strada maestra, era tuttavia per Bruce quella del jazz rock, sia quello mutante e provocatorio di Frank Zappa (Overnite Sensation, uscito nel 1973 con la collaborazione, tra gli altri, di Jean-Luc Ponty al violino) sia nelle vesti di solista (il suo nome del resto lo precedeva insieme alla fama). Videro così la luce due dischi che la critica ha sbagliato grossolanamente a voler dimenticare in fretta: How’s Tricks (registrato nel 1976, pubblicato nel 1977) e Jet Set Jewel (1978), due ottimi lavori di fusion settantiana, incisi con il ricercatissimo drummer Simon Phillips e con un tastierista tanto abile quanto sempre sottostimato e sacrificato a più altisonanti nomi, Tony Hymas (poi con Jeff Beck, negli anni Ottanta). Né Bruce si fermò qui, collaborando nel 1979 con il grande sassofonista inglese John Surman, in quegli anni (anche nei SOS e con Terje Rypdal) impegnato a individuare inediti punti di contatto tra il free jazz nordeuropeo e l’elettronica tedesca.

Nel 1980, Bruce – insieme a Billy Cobham ed al tastierista David Sancious (autore, con A Forest of Feelings, di uno dei più bei dischi di space prog americano di sempre) – licenziò il fenomenale I’ve Always Wanted to Do This, un capolavoro assoluto di hard/fusion, un album da ritenere giustamente storico: fresco e fantasioso, tecnico e potente, melodico e ritmico (lo si ascolti nella ristampa della Esoteric). Nel 1981, con Allan Holdsworth ed altri, Bruce fu poi nei riformati Soft Machine di Land of Cockayne, altro lavoro da riscoprire, senza pregiudizi o paraocchi. Sempre nel 1981, Bruce suonò il basso nel fantastico Tilt di Cozy Powell, ancora una volta tra hard e fusion – i suoni sono molto alla Jan Hammer – con il validissimo apporto di Sancious alle tastiere.
Gary Moore, nel 1982, volle quindi Bruce bassista (insieme a Neil Murray, ex Gilgamesh e futuro Black Sabbath) nel suo eccellente Corridors of Power: per l’ex Cream fu l’occasione di ritornare al blues e in particolare all’hard rock metallizzato di scuola britannica. Nel medesimo anno Bruce ebbe anche modo di scoprire le nuove tecnologie elettroniche allora imperanti nel Regno Unito (erano gli anni di gloria del synth-pop): dapprima collaborò infatti con l’ex vocalist degli Yes, Jon Anderson, al suo Animation, gioiellino di new wave sintetica (1982), e di lì a breve fornì la propria versione del pop elettronico con l’album solista Automatic (1983), realizzato con i fedeli Hymas e Phillips: molto progressive in certe aperture, che conservano ancora oggi intatto tutto il loro fascino e non perdono soprattutto mai di vista l’anima rock di fondo (a differenza di quanto accadde allora a molti).
Ancora nel 1983, Bruce partecipò insieme ad un altro immenso bassista, Jeff Berlin, a Road Games, mini-LP di Holsdworth, successivamente rinnegato dall’autore. Tutte queste collaborazioni, tuttavia, lo confermavano, al di là della classe fuori discussione, come un session-man non appariscente. Al quel punto, il suo migliore disco solista restava forse Out of the Storm, apparso nel novembre 1974, per la RSO, impreziosito dalla splendida chitarra di Steve Hunter (Detroit, Alice Cooper, Lou Reed fra i tanti). Seguirono dunque sei anni anni di ritiro dalle scene, di solitudine e di problemi. Solo nel 1989 il bassista scozzese ne uscì, tornando alla grande al suo maggiore amore, il jazz rock, con lo stupendo A Question of Time, affiancato da uno stuolo di musicisti illustri, tra i quali gli amici Allan Holdsworth e Tony Williams: il disco è moderno e tradizionale insieme, attestazione di coerenza e integrità artistica, dall’altissimo spessore qualitativo. In seguito, prima che la morte ce lo strappasse, nel 2014, il lavoro migliore di Bruce è stato, probabilmente, Moonjack (1995), un particolare funk sperimentale per sole tastiere, non privo di reminiscenze mutuate dai Manfred Mann o dai Lifetime dei tempi che furono. Assai interessante altresì la partecipazione a Industrial Zen (2006) di John Mc Laughlin, manifesto della nuova fusion del terzo millennio, con scenari digitali e campionatori Hi-tech, freddi sintetizzatori Yamaha ed ospiti illustri: Bill Evans (Miles Davis), Gary Husband (Level 42) e Vinnie Colaiuta (Zappa). In questo disco, Bruce mette in mostra un variopinto suono ottantiano e brillanti passaggi di basso alla Jaco Pastorius (periodo Weather Report e Word of Mouth). Il degno epitaffio d’una carriera superba.
Dal canto suo, scioltisi i Cream, Ginger Baker, uno dei big five della batteria del Novecento (insieme naturalmente a John Bonham, Tony Williams, Keith Moon e Neil Peart), si buttò prima nei Blind Faith (1969), quindi fondò i suoi Air Force: due grandi dischi di jazz rock nel 1970 (tre con il postumo Live in Offenbach) e ben tre sassofonisti in formazione. Tra il 1971 e il 1972, mentre stava lavorando alla realizzazione del suo esordio da solista con Stratavarius, l’eclettico e formidabile batterista fece la conoscenza di Fela Kuti e con quest’ultimo realizzò tre lavori che di fatto crearono l’afro-beat, sorta di ponte tra Oriente e Occidente, tra rock e Africa, armonizzazioni anglo-americane e ricerche ritmiche sincopate: a dire poco storico il Live che i due incisero in particolare nel 1972: qui il batterista dei Blues Incorporated di Alexis Korner e dei Cream riportava letteralmente a casa il retaggio di Art Blakey, Elvin Jones e Max Roach, aprendosi con ciò alle modalità strumentali dei percussionisti africani, coadiuvato dalla chitarra elettrica di Peter Animasbaun e da una nutrita sezione fiati, che dialoga con i poliritmi delle congas, riscoperte in quegli anni anche da Santana.
Nel 1973 Baker suonò la batteria in Band on the Run dei Wings di Paul McCartney e l’anno dopo si buttò in un nuovo super-gruppo, i Baker Gurvitz Army, con ex membri di Gun e Three Man Army: il primo disco, uscito per la Vertigo nel 1974, offre un entusiasmate ed incandescente hard prog, tra i migliori di tutto il decennio, autenticamente spettacolare e libero dai vincoli commerciali. Aiutati dal cantante Snips (ex Sharks) e dal geniale tastierista-sintetista fusion Peter Lemer (Seventh Wave e Gong) al mini-moog, i BGA registrarono successivamente il più blues Elysian Encounters (1975) e il più melodico Hearts on Fire (1976), ambedue per la piccola Mountain Records. Si sciolsero per lo scarso successo incontrato.

Nel 1979, Baker entrò a far parte dei rinati Atomic Rooster di Vincent Crane e nel 1980 degli space-rockers Hawkwind, nel magnifico Levitation. Uscito tuttavia dal gruppo di Dave Brock, il batterista si ritirò a vita privata, riemergendone solo anni dopo, in Album (1986) dei Public Image Limited del funambolico John Lydon, che lo volle membro di una vera all-star band, comprendente Steve Vai alla chitarra, Bill Laswell al basso, Ryuichi Sakamoto alle tastiere, Ravi Shankar al violino e Tony Williams alla seconda batteria. Fu in quell’occasione che Baker, conosciuto Laswell, decise di voler collaborare con lui nel progetto newyorkese No Material (1989): un album dal vivo, davvero molto post, intriso di funk obliquo e dissonante, destrutturato e a tratti quasi atonale (collabora non a caso il sassofonista Peter Brotzmann, alfiere del più coraggioso free jazz tedesco (altri nomi al riguardo: Anima e Annexus Quam, sia detto per inciso).
Per il resto, Ginger Baker ci ha lasciato numerosi dischi solisti, nessuno dei quali in verità davvero indimenticabile. Sono rimaste invece realmente nella memoria le sue infuocate esibizioni dal vivo a Monaco di Baviera (1972 e 1987), Berlino (1978) e Milano (1980 e 1981), oggi tutte ristampate su CD e pertanto di nuovo disponibili. Concerti davvero indescrivibili, da avere a tutti i costi. Inoltre, Baker ha collaborato anche con Bill Frisell, Andy Summers, Jens Johansson (Silver Mountain, Dio, Malmsteen, Stratovarius, Mastermind, Allan Holdsworth e Rainbow) e BBM (in trio, con il grande Gary Moore e l’amico ritrovato Jack Bruce). L’ultimo grande disco di Ginger Baker resta senz’altro African Force (2001), capace di riprendere e portar avanti, a ormai trent’anni di distanza, il discorso avviato tempo addietro con il nigeriano Fela Kuti. E dimostrando quanto il connubio rock e Africa, tutt’oggi, abbia ancora da dire e da dare. I pezzi di African Force attualizzano altresì il messaggio di Peter Green (End of the Game, 1970) e di Stuart Copeland (l’estroso The Rhythmatist, 1985), due dei musicisti britannici che tra i primi precedettero (Green) e seguirono (Copeland) la via indicata da Baker e Kuti. Né si possono o devono dimenticare, al riguardo, i concerti tenuti in Zaire nel 1974 da James Brown. A proposito di Kuti, va infine rammentato che mentre Baker si rivolgeva al post-punk e alla dark-wave eterodossa dei PIL, nel 1986, il musicista africano si esibiva a Detroit con gli Egypt 80, continuazione ed aggiornamento di quanto fatto con l’ex batterista dei Cream nel 1971.

JETTASANGU FEST VOL.2

Jettasangu Fest è la prima produzione del collettivo catanese Tifone Crew, dedicata alle realtà estreme locali
e articolata in due serate. Dopo l’esordio dello scorso 17 febbraio con Gangrenctomy, Fordømth e
Whispering Haze, la seconda serata vedrà alternarsi sul palco BuiOmegA, combo black/doom/post-metal
che presenterà il nuovo album Decay per la prima volta a Catania, i Torpore con il loro sludge acido e
apocalittico, e i 600000 Mountains, trio alternative stoner al proprio esordio live. L’appuntamento è fissato
per sabato 7 aprile 2018 al Ramblas DiscoPub di Catania. Di seguito tutti i dettagli e il flyer, realizzato da
Gore Occulto.

JETTASANGU FEST VOL. 2 W/
600000 Mountains [Alternative stoner]
https://www.facebook.com/SHTmountains/

TORPORE [Sludge metal]
https://www.facebook.com/torporeband/

BUIOMEGA [Black/doom/post-metal]
https://www.facebook.com/buiOmegametal/

||07.04.2018 ||
||H 22.00 ||

Ramblas DiscoPub, Via Manzoni 86, Catania
Ingresso: 3€
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1978379505510344/

Tifone Crew: https://www.facebook.com/tifonecrew/

E-mail: tifonecrew@gmail.com

Acciaio Italiano Festival 8

Jolly Roger Records in collaborazione con ArciTom, Classix Metal, Rock Hard, Loud & Proud e Metal Italia è orgogliosa di presentare la nuova edizione di “Acciaio Italiano”, festival dedicato alle migliori bands Hard ed Heavy Italiane che raggiunge l’importante traguardo dell’ottavo anno consecutivo!
Dopo l’ottima riuscita del “doppio” palco nell’ edizione 2015, dato che il locale lo consente, si ritorna a questa formula, con uno principale ed uno secondario, aperto attraverso un “contest” ai gruppi “emergenti”, viste le tantissime richieste ricevute negli ultimi anni.
Chiunque gruppo puo’ iscriversi, scrivendo una email a jollyroger.rec@gmail.com indicando come oggetto il nome della propria band ed indicando 1 link per videoclip youtube o per il download di massimo 2 brani audio.
Il costo dell’ iscrizione è di 10,00 € (facendo una media, circa 2,00 € a membro di ogni band) e la selezione delle 8 migliori avverra’ tramite la collaborazione con i main sponsors, ognuno dei quali dara’ un voto da 1 a 10 a tutte le bands partecipanti.
Questo costo serve per aiutare in concreto l’organizzazione dell’ evento per coprire una minima parte delle spese, quindi un enorme grazie a tutte le bands che vorranno partecipare, cogliendo la filosofia alla base sia del festival stesso che del contest. La data ultima per partecipare è posticipata a giovedi 5 Aprile.

Questa la bill del palco principale:
STRANA OFFICINA
La band toscana presentera’ una speciale scaletta in italiano a supporto delle imminenti uscite “Non Finira’ Mai” e “The Faith” (completamente rimixato e rimasterizzato), entrambe su Jolly Roger Records. Questi titoli saranno disponibili in CD il giorno dell’evento, mentre le versioni in vinile lo saranno a Maggio. Successivamente il gruppo entrera’ in studio per registrare il nuovo atteso album, previsto per fine anno, sempre su Jolly Roger Records.

WHITE SKULL
Esclusiva data live per la band veneta capeggiata dal capitano Tony “Mad” Fonto’ che ha visto il rientro della storica voce Federica “Sister” De Boni negli ultimi albums “Under This Flag” (2012) e nel recente “Will of the Strong” (2017) entrambi su Dragonheart. Il “Teschio Bianco” ha gia’ suonato all’ Acciaio Italiano, nella fortunata edizione del 2014 al Palabam di Mantova, proprio in accoppiata con la Strana Officina.

CRYING STEEL
Sara’ l’ultima data live per la storica band bolognese, attiva dai primi anni ’80, a chiusura del “Thundergods Tour”, in attesa del nuovo album in imminente uscita.

EPITAPH
Nati dalle ceneri dei Black Hole e dei Sacrilege presentano un proprio e personale Doom Metal impreziosito dalle performance live del cantante Emiliano “Il Confessore” Cioffi, incredibile intrattenitore, assolutamente da vedere!
Il loro ultimo album è “Claws” del 2017, uscito per la tedesca High Roller.

GODWATT
Il combo frusinate macinera’ colate di metallo pesante tra doom e stoner presentando brani dal nuovo album “Necropolis” (2018 – Jolly Roger Records) che sta raccogliendo recensioni entusiastiche sia in italia che all’ estero.

ARCA PROGJET
La band piemontese nata da un idea di Alex Jorio (batterista degli Elektradrive) e Gregorio Verdun presentera’ in anteprima i brani del loro debut album “Arca Progjet” (Jolly Roger Records) che sara’ disponibile proprio il giorno dell’ evento. Nel disco compaiono come ospiti Mauro Pagani (PFM e collaborazioni con artisti come Gianna Nannini, Fabrizio De Andre’, Timoria, Ligabue), Gigi Venegoni ed Arturo Vitale (Arti & Mestieri).

HUMANASH
Unica ed esclusiva data per i salentini HumanasH capeggiati dal cantante Giovanni “Goldfinch” Cardellino (L’Impero delle Ombre) che presenteranno dal vivo il loro recente debut Ep “Reborn from the Ashes” (Jolly Roger Records) che vede come ospite d’eccezione sua maesta’ Steve Sylvester (Death SS). Esplosiva miscela di classico HM con partirure speed metal.

SILENZIO PROFONDO
Tocchera’ ai Silenzio Profondo aprire il festival con il loro robusto heavy metal caratterizzato dai testi in italiano, la giovane band mantovana si è messa in mostra con il debut omonimo album del 2017 su Andromeda Relix.

Ingresso 13,00 € con tessera Arci (il costo della tessera il giorno della manifestazione è di 10,00 €)
E’ previsto un pacchetto Ingresso + Tessera Arci di 25,00 € con incluso a scelta uno dei seguenti titoli:
Airspeed “Airspeed” LP, Black Hole “Living Mask” CD, Distruzione “Inumana” CD, Distruzione “Distruzione” CD, Fangtooth “As We Dive into the Dark” CD, LP, Godwatt “L’Ultimo Sole” CD, Graal “Chapter IV” CD, Gunfire “Age of Supremacy” CD, I Compagni di Baal “St” CD, I Miti Eterni “Historia Cumae” CD, Memento Waltz “Antithesis of Time” CD, Negacy “Flames of Black Fire” CD, Raff “Raff” CD, Shabby Trick “Badass” CD, Spitfire “Heroes in the Storm” LP, T.I.R. “Heavy Metal” CD, Unreal Terror “The New Chapter” CD, Vis “Vis et Deus” CD.

Seguite la pagina Fb dell’evento per aggiornamenti sugli orari e pubblicazione delle bands vincitrici del contest.
Si ringraziano sentitamente per la collaborazione: Andromeda Distribuzioni, Andromeda Relix, Blasphemous Art Prod., Crac Edizioni, Dragonheart, Frammenti di un Cuore Esploso, Overzone, Pick Up, Tommy Records, We Rock Music Store, Classix!, Emp, Fire, Goodfellas, Rock n Rolla.