Eye of Nix – Black Somnia
Black Somnia è un album che mette in luce una band dall’enorme spessore qualitativo, con tanto di bollino apposto dalla Prophecy Productions.
Locus Titanic Funus – Never Pretend
Never Pretend è un disco che trova una sua ragione d’essere nei passaggi più atmosferici, delineati da un buon lavoro chitarristico, ma ciò avviene in maniera troppo sporadica e frammentaria per spingere quest’album dei Locus Titanic Funus oltre una sufficienza di stima.
Acolytes Of Moros – The Wellspring
C’è un qualcosa nella musica degli svedesi Acolytes Of Moros che fa capire subito che ci si trova di fronte ad un grande gruppo, con un modo di comporre rivolto al cielo più che alla terra.
Apneica – Tra Rocce e Cortecce
Tra Rocce e Cortecce segna non tanto un ulteriore cambio di direzione ma semmai un assestamento ideale dello stile perseguito dagli Apneica: se da una parte c’è il ritorno a sonorità più aspre, dall’altra è ancora più fluida la compenetrazione con il post metal che fa scaturire bellissime aperture melodiche
Nochnoy Dozor – Nochnoy Dozor
Questi venticinque minuti di musica sono un biglietto da visita già notevole per questa band greca, dalla quale è lecito aspettarsi qualcosa di importante nel prossimo futuro.
Pale Divine – Pale Divine
Distante sei anni dal precedente Painted Windows Black, Pale Divine presenta da tradizione del trio statunitense un esempio di doom metal pregno di sfumature heavy e di straordinarie jam dove esce prepotentemente l’anima bluesy che è il marchio di fabbrica del sound del gruppo.
Clouds – Dor
I cinquanta minuti di musica contenuti in Dor sono lo stato dell’arte del death doom melodico in questo momento, in quanto mi riesce difficile immaginare altre band oggi, se non i soli Saturnus, capaci di sollecitare con la stessa continuità le corde emotive degli appassionati.
Kåabalh – Kåabalh
Un album capace di creare un immaginario fatto di luoghi inesplorati forieri di orrori lovecraftiani, che è più o meno ciò che si attende di ascoltare chi predilige tali sonorità.
Fordomth – I.N.D.N.S.L.E. – In Nomine Dei Nostri Satanas Luciferi Excelsi
I Fordomth portano un contributo importante al genere con un disco di notevole spessore, all’interno del quale la materia doom viene trattata in maniera oculata, senza eccessi né in senso melodico né sperimentale.
Evoken – Hypnagogia
Monumentale e struggente opera di funeral doom per la band americana che non smette di stupire per l’ispirazione, la competenza e la sincerità.
Sumeru – Summon Destroyer
Un album affascinante, pesante e monolitico, che trova nelle malsane atmosfere di antichi rituali le sue più forti ispirazioni.
Deadbird – III: The Forest Within The Tree
Il disco possiede una ricchezza ed una varietà affatto comuni, e segna un graditissimo ritorno ad alto livello per questo gruppo americano.
Sorrowful Land – I Remember
Un’altra opera di grande consistenza per questo ottimo musicista di Kharkiv che sembra aver momentaneamente congelato la sua precedente creatura Edenian per convogliare tutti i propri sforzi su un progetto solista, come quello dei Sorrowful Land, decisamente foriero di soddisfazioni, sicuramente almeno a livello qualitativo.
Black Oath – Behold The Abyss
Behold The Abyss è una raccolta di brani che ci conducono verso la parte magica, oscura e rituale del metal, un lavoro fuori dal tempo dedicato a chi ascolta la musica in maniera sicuramente non frettolosa.
Vanhelgd – Deimos Sanktuarium
Suoni death intinti in aromi doom per i gli svedesi Vanhelgd: quinto ottimo disco per una band che non deve dimostrare più niente ed essere ascoltata con attenzione.
Argonavis – Passing the Igneous Maw
Nel complesso l’opera si rivela interessante per il suo incedere oscuro e minaccioso, e l’integrità stilistica della band nordamericana rappresenta un elemento decisivo per approcciare con il giusto spirito una proposta sicuramente ostica, nella quale non vi sono concessioni ad una maggiore accessibilità.
Erasy – Under The Moonlight
Un buon lavoro minore, se così si può considerare questo 7″ che riesce a convincere più di tanti full length ascoltati di recente: quindi se amate Black Sabbath e Crowbar in egual misura, Under The Moonlight è assolutamente consigliato.
Black Lotus – Sons Of Saturn
Il doom dei Black Lotus rimane ben saldo nella tradizione, viaggiando su coordinate old school, specialmente per le parti più heavy metal, ispirate ai grandi classici come Pentagram, Candlemass e Black Sabbath.
Funeral Tears – The Only Way Out
L’appuntamento con il nuovo lavoro targato Funeral Tears si rivela come di consueto gradito, in virtù dell’operato di un musicista che regala agli appassionati di funeral melodico esattamente ciò che avrebbero voluto ascoltare.
Kalmen – Funeral Seas
I Kalmen si rivelano un gruppo di sicuro valore, da annoverare tra gli interpreti più inquieti e meno scontati della materia estrema gravitante tra black, doom e sludge