Arkheth – 12 Winter Moons Comes the Witches Brew
Ormai le sperimentazioni in ambito black metal si palesano con tale frequenza che rischiano quasi non stupire più. Proprio per questo, chi si cimenta sulle vie aperte da qualche audace pioniere nel passato, per ottenere la giusta attenzione ed un meritato riscontro non deve limitarsi a gettare nel calderone qualsiasi elemento gli frulli per la […]
Isgalder -To the Hall of the Stars
Gli Isgalder danno buona prova delle loro capacità compositive mettendo in mostra tutti i pregi della variante epica del black, incluso l’utilizzo di clean vocals stentoree ed evocative.
Ziggurat – Ritual Miasma
Crushing sferzante, armonie e riff maligni e pregni di epica cattiveria, growl profondo come gli abissi scavati nei tempi distrutti dall’esercito delle tenebre, completano un sound che ha nel death/black nato nelle fredde tundre dell’est la sua principale ispirazione.
Baume – Les Années Décapitées
Les Années Décapitées è un album dallo spessore qualitativo sorprendente, in grado di porre il nome Baume sotto una luce ben più vivida che non quella di un semplice ed estemporaneo progetto solista.
Mormânt de Snagov – Depths Below Space and Existence
A chi pensa che black metal sia sinonimo di ripetitività, potrebbe valere la pena di far ascoltare di seguito due lavori composti da band provenienti dalla stessa terra che ho avuto modo di recensire uno dopo l’altro. Nel primo caso mi sono imbattuto nei Dark Archive, i quali forniscono una versione quanto mai diretta e […]
Dark Archive – Cultivate our blood on Aeon
I finlandesi Dark Archive sono autori di un black death furioso, blasfemo e mosso dai peggiori intenti.
Bhleg – Solarmegin
Seconda mastodontica opera del gruppo svedese dedicata alla celebrazione del Sole,fonte di vita per natura e uomini: black e folk ancestrale creano emozioni intense e dal fascino incredibile.
Eïs- Stillstand und Heimkehr
Gli Eïs sono una band di livello assolutamente superiore alla media, della quale si vorrebbe ascoltare con più frequenza nuove composizioni che, come in questo caso, rasentano lo stato dell’arte nell’interpretazione del black metal.
Evil Nerfal – Bellum Est Pater Omnium
Bellum Est Pater Omnium non rappresenta qualcosa di imperdibile ma neppure un’uscita deprecabile: il duo di Bogotà conosce la materia e proprio l’approccio diretto e privo di mediazioni, anche a livello lirico, può costituire il principale motivo di interesse così come un elemento capace di tenere lontano l’ascoltatore dai gusti un po’ più ricercati.
Myrholt – Vinter
Il black metal offerto da Myrholt è senz’altro apprezzabile e, se questi sono i frutti tangibili di una nuova fase compositiva, ci sono tutti i presupposti per seguire anche in futuro le mosse del musicista scandinavo.
Helel – A Sigil Burnt Deep into the Flesh
La durata ridotta inferiore alla mezz’ora sicuramente agevola la digestione di un piatto altrimenti indigesto se ingerito in dosi più massicce: l’industrial black degli Helel, benché sia passato quasi un decennio, si dimostra ancor oggi molto efficace, rifuggendo soluzioni ammiccanti o più attente alla forma che alla sostanza.
Crucifyre – Post Vulcanic Black
La band si muove a meraviglia tra sfuriate slayerane, devastanti ripartenze thrash/black e mid tempo metallici dai rimandi sabbathiani.
Inhibitions – La Danse Macabre
Forse gli Inhibitions peccano talvolta in omogeneità, ma nel proporre la loro idea di black metal perlomeno non si accontentano di un’espressione piatta, provando ad inserire con buona proprietà elementi, sempre riconducibili al metal estremo, capaci di rendere meno prevedibile la proposta.
Nydvind – Tetramental I – Seas of Oblivion
I Nydvind non si risparmiano, offrendo oltre un’ora di pagan black metal al suo massimo livello, intenso e robusto allo stesso tempo e privo di punti morti.
Hexis – XII EP
Qui tutto è malato, contaminato dal virus dell’umana corruzione: Dio esiste ed è cattivo come nella cosmogonia catara, viviamo in un fluido nero che ricopre tutto e questa musica rappresenta bene la fine dell’illusione.
Profane Burial – The Rosewater Park Legend
Il lavoro tastieristico guida ma non schiaccia il resto della strumentazione: proprio questo equilibrio consente di mantenere il tutto al di sotto del livello di potenziale saturazione per l’ascoltatore, anche se l’assimilazione dell’album non è agevolissima.
Grievance – Pilar, Pedra e Faca
Quaranta minuti di black metal diretto, melodico, coinvolgente, sporco il giusto nei suoni ma limpido come acqua di fonte per intenti.
Necrodeath – The Age Of Dead Christ
The Age Of Dead Christ è il ritorno di una delle più importanti band metal italiane: il loro thrash black metal continua a mietere vittime e i trentatré anni passati dal primo storico demo non hanno lasciato alcuna cicatrice.
Aorlhac – L’Esprit des Vents
Di questo lavoro va apprezzato soprattutto il risultato d’insieme, perché i brani si concatenano tra loro proprio per la continuità stilistica e per un’intensità che non si placa, travolgendo l’appassionato di turno per il suo impatto ritmico e melodico.
Enoid – Livssyklus & Dodssyklus
Trattandosi di una rivisitazione di quanto fatto da Ormenos circa un decennio fa, il tutto deve essere visto come l’occasione per fare la conoscenza di una realtà musicale interessante e degna della massima stima, per la coerenza e la passione che il musicista elvetico immette nella sua riproposizione piuttosto fedele della tradizione del genere.