Unmasked – Behind The Mask

Debutto all’insegna di un buon death metal melodico per i tedeschi Unmasked, ispirati dai Dark Tranquillity ma dalle trame progressive personali e ben strutturate.

Accompagnato da una splendida copertina che richiama il titolo (Behind The Mask), il debutto dei tedeschi Unmasked si colloca tra le più recenti uscite riguardanti il death metal melodico.

L’album, composto da cinque lunghe tracce, risulta vario e ben suonato, e le atmosfere cangianti lungo tutti i brani donano un’aura progressiva a un sound che rimane roccioso e a tratti marziale.
La parte melanconica del sound è fornita dai tasti d’avorio che ricamano melodie dark, mentre le potenti ritmiche fanno da tappeto ad un buon lavoro delle chitarre che offrono solos heavy di buona fattura.
Behind The Mask offre con la splendida Home, con le soluzioni death prog di Drenched In Blood e della conclusiva title track, buoni motivi l’ascolto di questo riuscito debutto firmato dal quintetto, che si ispira al sound dei Dark Tranquillity ma senza perdere una personalità che rimane comunque ben definita.

Tracklist
1.No Regrets
2.Home
3.Gaia
4.Drenched in Blood
5.Behind the Mask

Line-up
Basti – Drums
Malte Kühle – Guitars
Aileen – Keyboards
Karsten Fent – Bass
Chris – Vocals

UNMASKED – Facebook

Norse – Norse

Calma, distorsioni e melodie molto ben delineate, nella decadenza e nel destino immanente che ci aspetta i Norse sono la perfetta banda della nave che nemmeno affonda, ma vive perennemente sotto la minaccia di farlo.

Debutto per i Norse, giovane gruppo italiano formatosi da poco.

I Norse fondamentalmente fanno noise con forti influenze post metal e tanti altri post, hanno delle linee melodiche da paura e il loro suono è qualcosa che mancava alle nostre latitudini. Tante realtà alternative poi si rivelano solo un insieme di pose, preoccupate più della loro immagine che delle note, mentre qui al centro di tutto c’è la musica. L’aria è bassa e umida, e i Norse ci portano in giro attraverso una decostruzione costante e potente della realtà: la musica diventa un cuneo nel quale insinuarsi e andare a scoprire cose nuove, esplorando paesaggi disidratati e ancora più aderenti alla loro natura. Calma, distorsioni e melodie molto ben delineate, nella decadenza e nel destino immanente che ci aspetta i Norse sono la perfetta banda della nave che nemmeno affonda, ma vive perennemente sotto la minaccia di farlo. Tutto il disco è costruito molto bene, ci sono tracce con improvvise sfuriate che vengono da lontano, da quella tradizione hardcore italiana che ha saputo cambiare e diventare un seme che feconda molte cose diverse fra loro. La traccia finale Manca è un qualcosa che ti scava dentro, un Don Caballero molto più variopinto ed urgente. Nel disco omonimo del gruppo si può trovare anche molto emo declinato nella maniera giusta, perché l’emo in Italia è stato spesso sublimato, e anche qui ce n’è un esempio. Un disco moderno, intelligente e musicalmente molto emozionante, senza difetti e che vi regalerà molti ascolti. Se volete un clic ed un ascolto veloce questo disco non fa per voi, ma se invece avete voglia di un’immersione in qualcosa di ben fatto e di corrosivo, questo è il posto giusto (l’album è in download libero dal bandcamp dei Norse).

Tracklist
1.collezione
2.aral
3.baratto
4.debacle
5.manca

NORSE – Facebook

Luciano Onetti – Abrakadabra

Nuova colonna sonora del giovane regista e compositore argentino, e nuovo centro grazie a notevoli e inquietanti atmosfere da giallo italiano anni Settanta opportunamente rivisitato.

La sera di giovedì 21 febbraio 2019, presso il Cinema Cappuccini di Genova, è stato proiettato il nuovo film dei fratelli Luciano e Nicolas Onetti, dal titolo Abrakadabra: un thriller, che guarda alla tradizione italiana degli anni ’70, tanto dal punto di vista della regia, quanto da quello della colonna sonora, composta e suonata da Luciano Onetti e pubblicata in edizione speciale per l’occasione dalla Black Widow.

Il disco porta avanti quanto iniziato da Onetti con le sue due colonne sonore stampate in precedenza (sempre dall’etichetta ligure). Se però in Francesca e Sonno profondo l’ambientazione sonora era più ‘tedesca’ e gobliniana, elettronica e oscura, con un impatto comunque molto rock, che andava a colorare con tinte sature e cangianti il dark prog del regista e autore di Buenos Aires, con i brani di questo nuovo Abrakadabra – pur restando ferme molte caratteristiche stilistiche e timbriche (tutto resta splendidamente analogico e vintage, volutamente retrò) – il discorso va a spostarsi, assai marcatamente, sulla sapiente costruzione d’atmosfere elaborate e complesse, cupe e tenebrose. Tutto è molto più onirico ed astratto, destrutturato e sperimentale, pur non mancando certi piacevolissimi frangenti melodici. E’ come se, questa volta, Onetti avesse guardato maggiormente al Morricone più avanguardista, a certe cose di Bruno Nicolai, nonché a mai sopiti fantasmi di marca kraut, mettendo (ovviamente!) tanto di suo. Il disco è pertanto molto più cerebrale e concettuale, rispetto alla coppia rappresentata da Francesca e Sonno profondo, ma sempre di grande fascino, capace a più riprese di far correre autentici brividi lungo la schiena di chi ascolta. Ancora una volta promosso a pieni voti e da ascoltare con la dovuta attenzione. Perché la bellezza non è mai cosa facile.

Tracklist
– Prologo
– Abrakadabra
– Antonella / Danza araba / Magic Show
– Partita a poker
– La seduzione del male
– Fuga dal cimitero
– Gioco di prestigio
– Rituale
– Guanto bianco
– Ossessione omicida
– Sesso in motel
– L’illusionista
– La stanza vuota
– La clinica

Line up
Luciano Onetti – All Instruments

LUCIANO ONETTI – Facebook

Tyrants – Union

Union è un ottimo lavoro, consigliato agli amanti del metal sinfonico di stampo black e che (non solo per l’utilizzo della lingua) ha molto della tradizione italica per la musica dalle tinte oscure.

La storia dei Tyrants è iniziata nel 2001 e li ha visti stampare un paio di demo e il primo full length, uscito nel 2011 ed intitolato Ruchus.

La band in questi anni, oltre a qualche variazione in line up, ha reso la sua proposta molto più melodica rispetto al passato, ed il frutto di questa evoluzione è Union, ottimo lavoro di symphonic black metal dai suoni puliti, più di una sferzata heavy/thrash e solos perfettamente incastonati in un sound che convince a più riprese.
Il cantato in italiano non appare forzato come capita spesso, la coraggiosa scelta ripaga la band alzando un tasso di originalità che, a causa del genere suonato, non può essere il punto di forza del gruppo.
Union è un’opera estrema ben delineata, le caratteristiche principali sono quelle che hanno fatto innamorare del genere: cavalcate black/thrash, orchestrazioni che dettano atmosfere e fanno da tappeto alle scorribande metalliche dei protagonisti, attimi di intimistica tensione oscura che esplodono in una furia estrema tenuta sotto controllo dalla componente melodica, sempre ben presente nel sound di questa raccolta di brani. Diversi sono i picchi compositivi, come l’opener Eutanasia, la devastante Io Ti Maledico, Menzogne e la conclusiva Cordoglio, brano che raggiunge i venti minuti di durata, diviso in cinque capitoli che riassumono gli stati emozionali di chi subisce una perdita e risulta un suggestivo quanto perfetto sunto del credo musicale del gruppo nostrano.
Union è un ottimo lavoro, consigliato agli amanti del metal sinfonico di stampo black e che (non solo per l’utilizzo della lingua) ha molto della tradizione italica per la musica dalle tinte oscure.

Tracklist
1.Eutanasia
2.The cry of sin
3.Io ti maledico
4.The keys of our chains
5.Menzogne
6.Cordoglio
I. Negazione
II. Rabbia
III. Contrattazione
IV. Depressione
V. Accettazione

Line-up
Marco Gulluni – Guitars/Orchestration/ Bass
Andrea Di Nino – Vocals
Diego Tasciotti – Drums
Giovanni Brandolini – Guitars

TYRANTS – Facebook


Descrizione Breve

Out Of Order – Facing the Ruin

Band tedesca esistente dal 1991, gli Out Of Order sono fautoridi un power thrash metal old style che mostra però riff stantii, parti vocali spesso confuse e poco centrate ed una grinta che non riesce ad uscire degnamente dai solchi di Facing the Ruin.

Grande rispetto per gli Out Of Order, cult band tedesca che arriva al terzo album ufficiale in ventotto anni di vita e di concerti macinati soprattutto nelle lande germaniche.

Sicuramente il personale tecnico sfoggiato per questa release è di grande lignaggio: le parti vocali sono state prodotte da Ralf Scheepers (Primal Fear), le chitarre da Markus Ullrich (Lanfear, Septagon) e il mixing finale è stato curato da Dirk Burke (Knorkator, Pyroclasm, Dritte Wahl) al Lakeside Studios a Berlino. Concludiamo con un breve contributo vocale di Liv Kristine (Theatre of Tragedy, Leaves’ Eyes) nella canzone On The Rise. Tutto questo per uno stile che si annuncia come una fusione del Thrash Metal della Bay Area degli anni ottanta con un innesto di melodia che dovrebbe rendere i pezzi più assimilabili.
Anche a costo di non voler essere spietati, quello che si ascolta in Facing The Ruin non corrisponde a questa descrizione; Watching You esordisce sorprendendo, con sound, stile e parti vocali prese in prestito dai Savatage, ma senza mordente e con una ricerca melodica inconcludente. Il resto del disco alterna senza continuità riff già sentiti a parti veloci che si assomigliano un po’ tutte, unite a soluzioni vocali che vorrebbero essere varie ma che risultano quasi sempre poco efficaci e male eseguite. Non c’è un solo ritornello che rimanga in mente, tra citazioni dei primi Metallica e vaghi rimandi allo stile vocale tanto caro ai Rammstein. Non c’è grinta nei solchi del disco, e non possiamo attribuire tutte le colpe ad una produzione fredda e spenta. La passione certamente porta avanti gli Out Of Order, ma senza una idea chiara musicale e qualche buona canzone, non potrà mai essere sufficiente per promuovere Facing The Ruin, che resta negli annali come uscita mediocre ed occasione sprecata.

Tracklist:
1. Watching You
2. Self Deception
3. What For
4. The Sniper
5. Guilty
6. Tears
7. God Is Angry
8. On The Rise
9. Blood Vengeance
10. Apocalypse

Line-up:
Thorsten Braun – vocals
Thomas Bauer – guitar
Sven Mittelstädt – guitar
Thomas Heinzmann – bass
Michael Kapelle – drums

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