UBI MAJOR + IL SEGNO DEL COMANDO

Tappa domenicale di questo fantastico week end musicale Milanese, un fine settimana prog in giro per la città.

Prima serata con una grandissima novità per gli Ubi Maior, curiosi? Venite a sentirci!

Ingresso 10€ con consumazione inclusa!

Ubi Maior ~ progressive rock italiano-> https://www.facebook.com/ubimaiorweb/

Il Segno del Comando ~ esoteric prog rock italiano-> https://www.facebook.com/IlSegnodelComando.Official/

“Due band giovani, ma non troppo, […] l’esperienza è davvero significativa e si snoda su una ventina di anni di attività, periodo considerevole per poter tirare qualche somma.” come scrive Athos su mat 2020 (che ringraziamo per lo spazio che ci ha dedicato)

ABORYM + PETROLIO + SPECIAL GUEST – 30 MARZO @ PADIGLIONE 14 – COLLEGNO(TO)

GLZ Events, Leynir Booking e Synth Agency sono orgogliosi di presentare, il primo live torinese degli italiani pionieri dell’industrial rock metal: ABORYM.

L’evento si terrà Venerdì 30 marzo negli spazi del Padiglione 14 di Collegno (TO) e vedrà come opening acts il progetto Industrial/Noise, Petrolio + guest TBA.

Fautori da sempre di un avanguardistico mix di metal estremo ed elettronica, gli Aborym non hanno mai smesso di evolversi e sperimentare, passando dal ridefinire i paradigmi del Black metal all’esplorare i territori dell’elettronica più claustrofobica e ossessiva. Nati A Taranto nel 1992, nella loro carriera venticinquennale hanno riscosso l’acclamazione di critica e pubblico arrivando alla fama internazionale e a collaborare fin dai primi albums con influenti musicisti della scena norvegese fra cui anche Attila Csihar (Mayhem), Bård “Faust” Eithun (ex-Emperor) e Roger “Nattefrost” Rasmussen (Carpathian Forest). Album dopo album la band non ha mai smesso di costruire il proprio sound distintivo discostandosi progressivamente dalle sue radici Black metal e integrando sempre più elementi elettronico/industriali. Shifting.negative, uscito il 25 gennaio 2017 è il risultato ma non la conclusione di questo continuo processo evolutivo.

Facebook: https://www.facebook.com/aborymofficial/

Ad aprire la serata saranno le cupe atmosfere “Industrial Doom” di Petrolio, progetto solista di Enrico Cerrato già bassista e tastierista degli Infection Code storica realtà trash sperimentale piemontese e membro attivo di Gabbiainferno (industrial) e Moksa (jazz/noise/punk). Petrolio nasce nel 2015 e viene subito arruolato da diverse etichette indipendenti per l’originalità delle sue sonorità elettroniche, Ambient e Dark vischiose e dissonanti che accompagnano l’ascoltatore in un viaggio attraverso la decdenza della civiltà contemporanea, il debutto si chiama “Di Cosa Si Nasce” ed è uscito il 21 aprile 2017 per Dio)))Drone .

Facebook: https://www.facebook.com/petruspetrolio

Evento facebook:
https://www.facebook.com/events/1716877725036814/
Apertura cancelli : 20:30
Prezzo del biglietto in cassa : € 10,00

Rock In Park 2018

Rock In Park 2018: tutti i dettagli della decima edizione

Anche quest’anno, arriva puntuale l’appuntamento che celebra la scena alternative e underground milanese, e non solo.
Stiamo parlando del Rock In Park 2018, ormai diventato una conferma nel panorama italiano dei live show.
Un’edizione speciale, quella 2018: quest’anno si festeggia la decima edizione del festival che, per l’occasione, assumerà una veste più imponente! Un unico appuntamento esclusivo, con una settimana in più di programmazione, dall’11 Maggio al 17 Giugno, come da tradizione al Legend Club di Milano.
Il Rock In Park 2018 porterà novità interessanti: non si terrà l’edizione autunnale di settembre del festival, nuove sorprese sono in arrivo!
Gli anni di successo hanno fatto sì che la filosofia del Rock in Park venisse apprezzata e ammirata anche in altre città, portando alla nascita di eventi in contesti al di fuori della scena milanese, permettendo all’iniziativa di acquisire gradualmente un carattere sempre più itinerante. Nasce quindi il Rock in Park On The Road: una serie di show sparsi per tutta Italia!

Primo annuncio: il Rock My Life Festival che presenterà il Rock In Park, per la prima volta in versione Open Air, nella suggestiva cornice della Cava di Roselle, a Grosseto, i prossimi 13, 14 e 15 Luglio

Secondo annuncio: Rock In Park On The Road a Mantova. Venerdì 16 e sabato 17 marzo, presso l’Arci Tom calcheranno il palco i Genus Ordinis Dei e Giacomo Voli, co-headliner i Wolf Theory.

Evento Facebook 16 marzo
Evento Facebook 17 marzo

Tenetevi pronti: presto l’annuncio di tantissimi eventi!

Legend Club

Viale Enrico Fermi, 98

Milano

(MM3 Affori Centro)

BANDO DI PARTECIPAZIONE AL ROCK METAL FEST 2018 – “X Edizione”.

Il concerto si svolgerà Venerdì 17 Agosto 2018 a Pulsano (Taranto).

Per celebrare il decennale la serata si concluderà con l’esibizione dei NECRODEATH (scelti come headliner).

L’associazione “Rock Metal Events Onlus” ripropone il ROCK METAL FEST giunto alla sua DECIMA edizione con lo scopo di promuovere il movimento rock/metal.

Sono dunque ufficialmente aperte già da un paio di mesi le selezioni per il Rock Metal Fest che quest’anno si svolgerà venerdì 17 agosto 2018.

Le band hanno tempo fino al giorno 01 aprile 2018 (termine improrogabile) per compilare la richiesta di partecipazione e inviare il relativo materiale.

La partecipazione alla selezione e alla serata del ROCK METAL FEST è gratuita per tutte le band.

Non sono previste spese di iscrizione o contributi di partecipazione.

Non sono altrettanto previsti rimborsi spese di alcun genere.

L’associazione “ROCK METAL EVENTS Onlus” mette a disposizione delle band che si esibiranno il palco, l’impianto audio/luci professionale e fonico.

Le band per partecipare dovranno compilare in ogni sua parte il bando di partecipazione, le condizioni generali, la scheda di iscrizione alle selezioni ed inviare il materiale richiesto, come specificatamente indicato, qualsiasi mancanza ne pregiudicherà la partecipazione. Dal materiale ricevuto verranno selezionate le band che si esibiranno nella sera del 17 Agosto; il materiale ricevuto dalla direzione artistica non sarà reso.

Il materiale dovrà pervenire improrogabilmente entro il giorno 01 Aprile 2018.

Le band che si sono esibite nell’edizione precedente, non potranno prendere parte alle selezioni. Questo per dare la possibilità di esibirsi al maggior numero di band possibile.

Le band selezionate, così come gli orari di soundcheck ed esibizione saranno comunicati tempestivamente ed insindacabilmente dal Direttore Artistico Angelo Lippolis. Le band sono tenute a rispettare tali orari e a non creare problemi al sereno svolgimento della manifestazione.

Il BANDO 2018, con le condizioni generali e la scheda di iscrizione, è disponibile collegandosi ai seguenti indirizzi web:

SITO RME = http://www.rockmetalevents.it/

BANDO 2018 = http://www.rockmetalevents.it/wp-content/uploads/2017/11/BANDO-RMF-2018.pdf

L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Pulsano e della Provincia di Taranto.

Ricordiamo sommariamente, per sottolineare l’interesse che ormai da alcuni anni suscita questo raduno metal, i nomi di alcune band che hanno partecipato con soddisfazione alle precedenti edizioni:

Motherstone (Roma), Aevum (To), Hate Inc. (Ta), Assaulter (Ta), Soul of Steel (Ta), Legio Tenebrarum (Ta), Project 2501 (Macedonia), Rage of South (Agrigento), InAllSenses (Caserta), Elegy of Madness (Ta), Perseus (Br), The Strigas (BAT), Alldead (Ta), Overkhaos (Ta), Rublood (To), Blindcat (Ta), Whattafuck!? (Ba), Hangarvain (Na), Fall Has Come (Caserta), Adamas (Spoleto), C.O.B.R.A. (Ta), Subliminal Fear (Barletta), Deathless Legacy (Pisa), Implodead (Bari), Fake Heroes (Pescara), Mad Hornet (Ta) e Full Leather Jacket (Belluno).

Hardcore Anal Hydrogen – Hypercut

Hypercut è un album che magari si farà fatica ad ascoltare dalla prima all’ultima nota, ma può rivelarsi molto interessante per chi ritiene terribilmente scontata la musica, per così dire, “normale” …

Benché il Principato di Monaco sia da secoli a tutti gli effetti uno stato autonomo, è difficile comunque non considerarlo a tutti gli effetti parte della Francia, non solo geograficamente ma anche culturalmente.

E’ anche per questo, forse, che uno dei rari esempi di metal proveniente dall’incantevole enclave posizionata tra la Costa Azzurra ed il confine italiano, rappresentato dal duo denominato Hardcore Anal Hydrogen, mostra in tutto e per tutto quelle caratteristiche di totale e schizofrenica follia di gruppi transalpini come 6:33 o Pryapisme (solo per citarne due nei quali ho avuto occasione di imbattermi).
In Hypercut non sorprende, quind,i il vedere bandita ogni idea di forma canzone a favore di un espressione sonora volta alla totale imprevedibilità e alla più libera sperimentazione.
All’interno degli undici brani presenti nell’album possiamo trovare frammenti di qualsiasi genere musicale conosciuto, posizionati senza apparente logica né soluzione di continuità: è evidente che un lavoro di queste caratteristiche non potrà mai avere quale sua principale caratteristica l’omogeneità, per cui la maniera ideale per godere dei suoi contenuti è quella di provare ad indovinare da dove possano provenire tutte le pulsioni che si accavallano vorticosamente sullo spartito (che immagino preveda un notevole sforzo mnemonico degli stessi musicisti per non perdere il filo del discorso).
Vista l’impossobilità materiale di scrivere per filo e per segno il contenuto delle singole tracce, proviamo ad individuare alcuni passaggi salienti posizionati nel corso dell’album, utili a far capire cosa ci si debba attendere dall’ascolto di Hypercut: partendo dall’inizio, Jean-Pierre è forse l’unico brano che abbia una vaga idea di forma canzone, almeno nel suo srotolarsi a velocità folle nella prima parte, come in una sorta di punk hardore psicotico che viene successivamente sommerso da un rumorismo elettronico, tratto comune dell’album, che a tratti fa pensare essere stati catapultati in un folle video game, tutto questo non prima di regalare un bellissimo finale a suo modo melodico ed atmosferico.
La roche et le rouleau è, invece, una traccia che più di altre fa riferimento ai già citati 6:33 (autori con Deadly Scenes di uno dei migliori album del decennio), grazie al suo rock’n’roll sghembo e malato , mentre il primo minuto di Murdoc sembra provenire addirittura da Tarkus degli ELP … Capite bene che qui l’unico approccio dell’ascoltatore può essere quello improntato alla massima apertura mentale e, in tal caso, le gratificazioni non mancano perché Sascha e Martyn non mollano mai la presa e soprattutto non si stancano di mutare stili ed umori con la stessa velocità con la quale cambia abito in scena un trasformista
Hypercut è un album che magari si farà fatica ad ascoltare dalla prima all’ultima nota, ma può rivelarsi molto interessante per chi ritiene terribilmente scontata la musica, per così dire, “normale” …

Tracklist:
1. Jean-Pierre
2. Coin coin
3. La roche et le rouleau
4. Paul
5. Blue Cuts
6. Charme oriental
7. Phillip
8. Murdoc
9. Entropie Maximum
10. Sproutch
11. Daube carotte
12. Automne 1992
13. Bontemmieu
14. Alain, l’homme télévitré (Finale)

Line-up:
Sacha Mouk : Vocals, Programming
Martyn Circus : Guitars, Programming

HARDCORE ANAL HYDROGEN – Facebook

Escape is Not Freedom / dusk Village – Split

Stringato ma interessante split album che vede impegnate due band statunitensi, Escape is Not Freedom e dusK Village.

Stringato ma interessante questo split album che vede impegnate due band statunitensi, Escape is Not Freedom e dusK Village.

Il territorio entro il quale entrambe si muovono è un luogo trasversale che sta fa qualche parte tra noise, sludge e grunge, anche se in effetti le differenze tra le due band appaiono abbastanza marcate, almeno in base a quanto ci è dato ascoltare in questo frangente.
Gli Escape is Not Freedom mostrano due volti piuttosto diversi nella copia di brani a loro disposizione: Boiling Nails è qualcosa di molto vicino ad un noise/sludge dalla buona intensità e con un tiro davvero notevole, mentre We’re Wrecked cambia decisamente le carte in tavola rivelandosi un brano di proto-grunge con voce femminile, bello ma che non aiuta molto a capire quale sia il vero volto della band.
In tal senso appaiono un po’ più leggibili i dusk Village, in virtù di una propensione più ruvida e diretta anche se le differenze tra i due brani offerti sono evidenti anche in questo caso: infatti, se Exolife Civilization Leak si muove su coordinate più rallentate e fangose, rivelandosi il mio brano preferito tra quelli offerti nello split, mentre A Self Fan parte sparato con venature punk hardcore e così si spinge sino al termine.
In sostanza, l’uscita offre più di un motivo di interesse soprattutto perché, inconsciamente o meno, nella proposta di entrambe le band assume un ruolo determinante un’anima grunge sporca e distorta che dimostra ai posteri, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto quel movimento abbia marchiato non solo gli anni novanta, lasciando un’impronta anche nei decenni a venire e trovando spazio anche in uscite dalle disparate matrici musicali.

Tracklist:
1.Boiling Nails – Escape Is Not Freedom
2.We’re Wrecked – Escape Is Not Freedom
3.Exolife Civilization Leak – dusK Village
4.A Self Fan – dusK Village

Line-up:
Escape Is Not Freedom:
Mike – guitar, vocals
Darrin – drums
Josh – bass

Guest Vocals on “We’re Wrecked” by Emily Jancetic

dusK Village:
SLAV
GIL
FUKS

ESCAPE IS NOT FREEDOM – Facebook

DUSK VILLAGE – Facebook

DOMINANCE

Il video di Breathless, dall’album XX: The Rising Vengeance (Sliptrick Records).

Il video di Breathless, dall’album XX: The Rising Vengeance (Sliptrick Records).

Directed by: Patrizia Cogliati

Italian death metal band, Dominance are back with a fresh video from their last album XX: The Rising Vengeance. The track is titled Breathless and features stark black and white images to go with the raging sonic grooves. Dominance want to thank the actor of the video, Damy dei Pulvis et Umbra. In addition, a heartfelt thanks to the director, Patrizia Cogliati (Musicphoto) for the good work done behind the camera and for the great post-production work.

Dominance – XX: The Rising Vengeance
Dominance is a five piece power combo from Italy that unleashes a high quality and high voltage death metal which is mainly founded and structured in the traditional and more brutal death metal genre. This is 10 tracks of the highest caliber!

Dominance are:
Massimiliano Marri – Vocals
Gabriel Cavazzini- Lead Guitar
Luca Pellach – Rhythm Guitar
Saverio Rossi – Bass
Riccardo Grechi – Drums

Amraam – Taken

Aspettando ulteriori sviluppi godetevi questo ep, l’attitudine e l’impatto al gruppo non mancano di certo.

Fondati nel 2011 in un garage della capitale e muovendo i primi passi tra continui cambi di formazione e cover dei Metallica, i Not Ready Yet, dopo un primo ep, decidono di cambiare monicker nell’attuale Amraam.

Tra palchi messi a ferro e fuoco nei locali di Roma ed ancora qualche assestamento in formazione, la band arriva allo scorso anno ed alla firma con la Hellbones Records, che licenzia questo ep di quattro tracce più un brano live intitolato Taken.
Il gruppo capitolino è legato al thrash metal made in Bay Area, come si evince all’ascolto della title track posta in apertura, personalizzato e potenziato da dosi massicce di groove metal, variando ed assemblando tradizione e impulsi moderni.
Taken è aperto dalla voce di Liam Neeson nel film che dà il titolo all’album (da noi uscì come Io Vi Troverò) e la musica del gruppo segue l’urgenza del protagonista nel ritrovare la propria figlia e la voglia di vendetta che si trasforma in un massacro.
Gli Amraam creano così un sound fatto di sventagliate metalliche, alle quali si sostituiscono a tratti bordate sotto forma di mid tempo, facendo sì che il sound non ristagni muovendosi libero nel genere.
Rise ne è l’esempio lampante, devastante e mastodontica traccia che alterna velocità e potenza, così come Escape Or Die e The Groove, brani che si muovono tra Pantera, primi Machine Head e Metallica.
Il brano live che chiude l’ep (Sic Semper Tyrannis) lascia intravedere un’anima death metal che rende ancora più violento ed estremo il sound degli Amraam.
Aspettando ulteriori sviluppi godetevi questo ep, l’attitudine e l’impatto al gruppo non mancano di certo.

Tracklist
1.Taken
2.Rise
3.Escape Or Die
4.The Groove
5.Sic Semper Tyrannis (Live)

Line-up
Fabio – Guitar & Vocals
Sandro – Guitar
Luca “Pèrt” – Bass & Back Vocals
Daniele – Drums

AMRAAM – Facebook

Cruthu – The Angle Of Eternity

Un lavoro che non supera i confini del mood nostalgico di moda in questi tempi, quindi ad esclusiva degli amanti dell’hard rock tradizionale pervaso da atmosfere doom metal di scuola seventies.

Nella rivalutazione delle sonorità old school, il doom metal entra diritto nella schiera di quei generi a cui il trend ha sicuramente reso giustizia, soprattutto se lo sguardo cade, inevitabilmente sulle sonorità classiche.

Gli anni settanta, decennio d’oro e natale anagrafico per molti generi che vanno a comporre l’universo metal/rock, possono vantare tra i suoi nipoti gli statunitensi Cruthu, quartetto del Michigan attivo dal 2014 e al debutto con The Angle Of Eternity, album che in sé porta attitudine doom metal ed heavy per una proposta che più vintage di così non si può.
Licenziato dalla The Church Within Records, l’album risulta un primo esempio del credo musicale del gruppo: doom metal infarcito di ispirazioni settantiane, vintage e fuori dal tempo quel tanto che basta per accontentare principalmente i reduci dalle battaglie hard rock psichedeliche avvenute quarant’anni fa, tra citazioni occulte e rock di non facile presa ed assolutamente underground.
Si ritorna alle messe sabbatiche di inizio del decennio storico per il rock, anni in cui l’audience si divideva tra le sonorità progressive e quelle più orientate al credo hard & heavy di Black Sabbath ed Uriah Heep, maestri del combo in brani come Seance, per poi sconfinare negli anni ottanta e nella NWOBHM con la conclusiva title track.
Un lavoro che non supera i confini del mood nostalgico di moda in questi tempi, quindi ad esclusiva degli amanti dell’hard rock tradizionale pervaso da atmosfere doom metal di scuola seventies.

Tracklist
1. Bog Of Kildare
2. Lady In The Lake
3. Seance
4. From The Sea
5. Separated From The Herd
6. The Angle Of Eternity

Line-up
Ryan Evans-Vocals
Dan McCormick-Guitar
Erik Hemingsen-Bass
Matt Fry-Drums

CRUTHU – Facebook

Tra Mozart e Lovecraft: le molte vite artistiche dei Mekong Delta

Questo straordinario gruppo, soprattutto ad inizio carriera, ha sempre saputo creare, attorno a sé, un alone di mistero, specie circa le sue origini e la sua prima formazione.

Il nome, Mekong Delta, è da riferirsi alla foce di un fiume del Vietnam, mentre l’intero progetto venne organizzato dalla mente, a dir poco geniale, di Ralph Hubert, ingegnere del suono di Living Death, Warlock e Steeler, nonché proprietario e factotum dell’etichetta discografica Aaarrg dal 1985.
I primi demo tapes dei Mekong Delta furono incisi da una line-up composta dal cantante Wolfgang Borgmann, dalle due asce dei Living Death (Reiner Kelch e Frank Fricke), da Hubert al basso (sotto lo pseudonimo di Bjorn Eklund) e da Jorg Michael, in quel momento già batterista di Avenger, Rage e Paganini (e in seguito con Tom Angelripper, Axel Rudi Pell, Headhunter, Schwarzarbeit, Running Wild, Grave Digger, Stratovarius e Saxon, tra i molti altri). Con questa formazione, i Mekong Delta realizzarono nel 1987 il loro primo album omonimo, contenente un thrash metal durissimo e vicino alla scuola newyorkese degli Anthrax.

Nel 1988 apparve il capolavoro del gruppo, il concept album The Music of Erich Zann, prodotto dal medesimo Hubert, bissato dal mini Toccata, sul finire dell’anno. Con questi due lavori, in pratica, i Mekong Delta si posero come gli ELP del thrash. I testi e la copertina si ispirano alla fantascienza horror dell’omonimo racconto lovecraftiano ed offrono qualcosa di diverso ai tanti thrashers europei di fine anni Ottanta. In ambito techno-thrash, del resto, i precedenti erano pochissimi, solo Release From Agony dei connazionali Destruction e Killing Technology dei Voivod, oltre ai Watchtower. In anticipo pertanto su Coroner, Megadeth, Annihilator, Deathrow e Despair, i Mekong Delta mettono in mostra un approccio di tipo orchestrale, che necessita di ascolti ripetuti, per essere capito. Tempi dispari, riff imprevedibili, controtempi e cambi improvvisi di tempo abbondano. L’energia dei MD è inesauribile: si ascoltino Age of Agony, Confession of Madness, Prophecy e Memories of Tomorrow, oppure il thrash sinfonico dello strumentale Interludium (una versione riarrangiata della musica che Bernard Hermann scrisse per Psycho di Hitchcock, tratto dal noto romanzo di Robert Bloch, amico e discepolo di Lovecraft). Per dirla altrimenti, The Music of Erich Zann dimostra quanto la band di Ralph Hubert fosse “avanti” nella concezione musicale, sperimentale come negli Eighties sono stati in fondo pochi (vengono giusto in mente, per stare in territori metal, Celtic Frost e Prong).
La band tedesca si conferma con il terzo disco, The Principle of Doubt (1989), apparso per la Major Records, label sorta dalla fusione tra la Aaarrg e la Atom H degli Accuser. Intanto, Mark Kaye, alla chitarra, ha preso il posto di Kelch. Per il lavoro di scrittura, registrazione e produzione del quarto lavoro, Dances of Death (1990, di nuovo per la sola Aaarg) i Mekong Delta si chiudono in studio e per un anno intero: il segno del modo di lavorare di Ralph Hubert, certosino e maniacale, attento ai dettagli ed alle sfumature anche più minute. Il Robert Fripp del metal, verrebbe da dire, anche se il techno-thrash mutante e progressivo dei Mekong Delta è maggiormente debitore verso il fantasioso gusto emersoniano del virtuosismo, mai fine a se stesso e spesso giostrato sulle scale minori.

Nel 1991, mentre il thrash canonico si avvia ad entrare in crisi, i Mekong Delta celebrano, alla loro maniera, i vent’anni di Pictures at an Exhibition di ELP – lo storico e personale omaggio, in chiave pomp rock, reso dal celeberrimo trio inglese a Mussorgsky, nel 1971 – con il concerto di Live at an Exhibition. E’ la spia del fatto che ormai la creatura partorita dalla mente di Ralph Hubert intende da par suo guardare oltre, non solo i confini del thrash tradizionale, ma altresì quelli dello stesso metal, per abbeverarsi, sorretta del resto da doti tecniche e di scrittura impressionanti, alla scuola del prog anglo-britannico e della stessa musica classica, che lo aveva ispirato, in moltissimi casi. Escono così dischi coraggiosi e sperimentali, innovativi ed avventurosi, originali e creativi, come Kaleidoscope (1992) e soprattutto Vision Fugitives (1994), forse l’apice del gruppo: un post-thrash ipertecnico con archi, di ispirazione settecentesca e segnatamente mozartiana. Un lavoro realmente incredibile, a cui peraltro manca, oramai, un pubblico in grado di apprezzare e davvero le complesse quanto intricate stratificazioni armonico-melodiche dei Mekong Delta e le loro ricerche ritmiche sulle strutture degli accordi. Forse, il gruppo si è paradossalmente spinto troppo oltre e inevitabile arriva un temporaneo scioglimento.
Nella seconda metà degli anni Duemila, Hubert ha infine rimesso in piedi i MD ed ancora una volta ne sono venuti quattro dischi strepitosi: Lurking Fear (2007), Wanderer on the Edge of Time (2010), Intersections (2012) e In a Mirror Darkly (2014), forse meno orientati al techno-thrash degli esordi e più in linea con un comunque strabiliante ed eclettico metal prog neo-classico. Musica che rimane aristocratica e d’élite, esoterica (nel senso etimologico del termine), e quindi per pochi iniziati e non per tutti: di certo superbi esperimenti di metal sinfonico, da riscoprire.