HAUNTED

Il lyric video di “Waterdawn”, dall’album “Dayburner” in uscita a giugno (Twin Earth Records).

Il lyric video di “Waterdawn”, dall’album “Dayburner” in uscita a giugno (Twin Earth Records).

Dopo aver recentemente annunciato i dettagli del nuovo attesissimo album intitolato “Dayburner” in uscita su Twin Earth Records l’8 giugno 2018, le promesse del doom internazionale HAUNTED presentano oggi il lyric video di “Waterdawn”.

Acquista “Waterdawn” in digitale qui: https://hauntedband.bandcamp.com/track/waterdawn

Il bassista Frank Tudisco commenta: “Credo che WATERDAWN riassuma alla perfezione l’atmosfera predominante che si respira durante l’ascolto dell’intero album. Inoltre è un brano diretto, che giunge al punto senza troppi fronzoli nonostante la sua durata non rispecchi i canoni del singolone da radio. Ogni brano di DAYBURNER rappresenta un momento di un particolare giorno, che brucia e si consuma come un cero, e i cui raggi solari faticano a risplendere. WATERDAWN è l’alba di questo giorno. Il termine in sé non esiste, ma è la paronomasia della parola inglese ‘water down’ che significa ‘diluire’ o ‘il ridurre la forza o l’efficacia di qualcosa’. Noi abbiamo cambiato ‘down’ con ‘dawn’: alba, per l’appunto”.

“Abbiamo affidato la direzione del lyric video a Sandro Di Girolamo (Elevators To The Grateful Sky, Cavernicular), con il quale collaboriamo dall’inizio del nostro progetto”, commenta la cantante Cristina Chimirri. “Anche in questa occasione ci siamo totalmente affidati al suo sentire artistico. Il risultato è un monotono fluire di meduse danzanti tra angoscianti evoluzioni nere d’inchiostro e vegetazione marina, che si prestano straordinariamente alle metafore insite nel brano”.

“Dayburner” sarà disponibile in diversi formati (CD via Twin Earth Records, musicassetta via Graven Earth Records, VINYL/2LP in edizione limitata via DHU Records in autunno). I pre-ordini sono ora attivi:

CD – https://haunteditaly.bandcamp.com/album/dayburner

DIGITALE – https://hauntedband.bandcamp.com/album/dayburner-2018

MUSICASSETTA – http://www.gravenearthrecords.com/product/haunted-dayburner-cassette-preorder

Pre-ordina “Dayburner” e riceverai subito il singolo “Waterdawn”.

Il nuovo capitolo, “Dayburner”, è stato registrato da Carlo Longo al NuevArte Studio di Catania. Il master è stato affidato al celebre Brad Boatright (Sleep, COC, Yob, Obituary e altri) all’Audiosiege Engineering di Portland, Oregon.

Tracklist:
Mourning Sun
Waterdawn
Dayburner
Communion
Orphic
Vespertine
No Connection With Dust
Lunar Grave

Gli HAUNTED portano alta la bandiera del doom con all’attivo l’omonimo album di debutto uscito nel 2016 che ha ricevuto feedback positivi della critica mondiale, consentendo alla band di dividere il palco con artisti quali Goblin di Claudio Simonetti, Candlemass e Hooded Menace oltre che partecipare a importanti festival come l’Into The Void e l’Eindhoven Metal Meeting 2017.

Haunted line-up:
Francesco Bauso – Chitarra
Dario Casabona – Batteria
Cristina Chimirri – Voce
Francesco Orlando – Chitarra
Frank Tudisco – Basso

Maggiori info:
facebook.com/hauntedband666/
hauntedband.bandcamp.com

Depravity – Evil Upheaval

Un album come Evil Upheaval non lascia spazio a indugi o ripensamenti, volto com’è a spezzare catene e certezze all’insegna di un death corrosivo, brutale e nel contempo molto tecnico.

I gusti cambiano e non sempre si ammorbidiscono con il trascorrere del tempo e dell’età. Quando ero più giovane del death metal mi piacevano molto di più le forme più progressive o, comunque, ricche di soluzioni melodiche, ma al contrario oggi riesco ad ascoltarne solo le espressioni più violente ed asfissianti, in stile Immolation per intenderci.

Chi la pensa più o meno alla stessa maniera troverà in questo full length dei Depravity ciò che cerca:
la band australiana, benché sia al primo passo su lunga distanza, è composta da musicisti dal buon curriculum all’interno di una scena sempre foriera di ottima musica: il risultato è un album come Evil Upheaval che non lascia spazio a indugi o ripensamenti, volto com’è a spezzare catene e certezze all’insegna di un death corrosivo, brutale e nel contempo molto tecnico.
Nessuna pulsione innovativa va ad incrinare la compattezza di un monolite sonoro che, ovviamente, necessità d’essere ascoltato da buoni conoscitori del genere, in grado di difendersi dalla gragnuola di colpi inferti dalla band di Perth.
Ma non è solo violenza quella che troviamo all’interno di Evil Upheaval: ognuno dei componenti della band mette in mostra doti tecniche eccellenti, andando a comporre un lavoro d’insieme che eleva i Depravity tra i migliori interpreti attuali del genere già al primo tentativo.
L’album è una cavalcata perigliosa ed inarrestabile, con tracce esemplari per bellezza ed esecuzione come Insanity Reality, ma è una scelta dettata dall’obbligo di pescare dal mazzo un momento che colpisca più di altri, perché ciò che resta da fare è elogiare la grande competenza della band ed una capacità di scrittura che travalica la brutalità fine a sé stessa, per regalare momenti di vera esaltazione del genere (altro esempio è la conclusiva Vile Defloration).
In un mondo in cui sempre più, ogni giorno, la speranza in un’umanità migliore sembra affogare in un liquido maleodorante di colore marrone, i Depravity non ci danno risposte ma sicuramente uno strumento capace di mantenere vive ed in guardia coscienze a forte rischio di assopimento ed assuefazione.

Tracklist:
1. Manic Onslaught
2. Insanity Reality
3. Repugnant
4. Despondency
5. The Great Divide
6. Victimizer
7. Tormented
8. Evil Upheaval
9. Vile Defloration

Line-up:
Louis Rando – Drums
Lynton Cessford – Guitar
Jamie Kay – Vocals
Ainsley Watkins – Bass
Jarrod Curly – Guitar

GENUS ORDINIS DEI

Il video di ‘You Die in Roma’, dall’album “Great Olden Dynasty”.

Il video di ‘You Die in Roma’, dall’album “Great Olden Dynasty”.

I Genus Ordinis Dei tornano sulla scena ed oggi vi presentano il video della track ‘You Die in Roma’. Le riprese son state fatte al Live Music Club, alle porte di Milano, durante il tour del 2017; la direzione artistica è a cura di Giovanni Bottalico e Diego Alberghini del MelaZstudio. Questo è il terzo video estratto dall’ultimo full-length album Great Olden Dynasty pubblicato via Eclipse Records il 24 Novembre 2017.

“La canzone ‘You Die in Roma’ parla di un gladiatore che entra nell’arena” dice il cantante Nick K. “volevamo descrivere i suoi sentimenti, i suoi pensieri e quello che poteva provare; molti gladiatori venivano strappati alle loro famiglie, erano trattati come oggetti di proprietà e usati per intrattenere il pubblico in situazioni mondane… Abbiamo deciso di mantenere il nome della città in italiano “Roma”, prima di tutto per rimarcare la nostra origine e secondo per onorare la grandezza dell’impero romano e la supremazia di Roma su quello che era il mondo conosciuto all’epoca.” Richard Meiz batterista, a proposito del girato “abbiamo deciso di riprendere il concerto di Milano all’ultimo minuto, dopo esser stati in giro più di quaranta giorni, in Europa / UK, per il Delirium World Tour in apertura ai Lacuna Coil. Eravamo carichissimi ed eccitati di dover suonare davanti a familiari, amici strettissimi e fans in una venue così prestigiosa.”

Tour
17 Giugno, 2018 – Milan (ITALIA) @ Legend Club Milano con i SUFFOCATION & more
15 Luglio, 2018 – Cava Roselle (ITALIA) @ Rock in Park Open Air Grosseto con i STRANA OFFICINA & more

Discografia
Great Olden Dynasty (LP) – 2017
EP 2016 (EP) – 2016
The Middle (album) – 2015

ARGONAUTA FEST FIFTH EDITION – 12 maggio Vercelli

Manca ormai pochissimo al consueto appuntamento annuale con l’Argonauta Fest, che si terrà sabato 12 maggio alle Officine Sonore di Vercelli.

Per festeggiare il quinto anniversario dell’etichetta, il Fest vedrà sul palco come ospite speciale e headliner la carismatica cantante statunitense JEX THOTH, autrice di un sensazionale e sciamanico Doom dai forti connotati ritualistici ed occulti.

A completare la serata tre band della scuderia Argonauta, ognuna delle quali porterà sul palco i brani dei loro ultimissimi lavori: i DI’AUL presentando il loro nuovo album “Nobody’s Heaven” (Stoner Doom Metal dai risvolti apocalittici, non mancano i richiami ai KILLING JOKE!), i RANCHO BIZZARRO fuori in questi giorni con il nuovo EP “Mondo Rancho” (tra KARMA TO BURN e… MC5!) e i SATOR che stanno portando in giro per l’Italia e l’Europa il loro ultimo lavoro “Ordeal” (Sludge Metal ultra abrasivo!).

Vi aspettiamo sabato 12 maggio a partire dalle ore 20, con possibilità di cenare presso il locale!

Prevendite disponibili: https://bit.ly/2HQAQhD
EVENTO: https://www.facebook.com/events/1680174002098272/
INFO: www.argonautarecords.com

Fister – No Spirit Within

I Fister esibiscono quella che è l’essenza stessa dello sludge, una musica che è l’ideale punto d’incontro tra la rabbia del noise e dell’hardcore e l’immaginario cupo del doom.

I Fister sono esponenti dell’affollata scena sludge doom statunitense: attivi da una decina d’anni hanno già immesso sul mercato una miriade di ep e split album, oltre a quattro full length dei quali l’ultimo è questo No Spirit Within.

Il trio di Saint Louis aveva ulteriormente scaldato motori già sufficientemente rodati con la recente uscita in coppia con i Chrch e, con questo album, conferma ampiamente quanto abbiamo imparato a conoscere in questi anni: lo sludge doom dei Fister è ruvido, sporco e cattivo, ogni parvenza melodica viene bellamente disconosciuta lasciando semmai a sporadici e dissonanti assoli chitarristici il compito di delineare qualcosa che non sia solo un ottundente assalto sonoro.
I Fister sono decisamente meglio quando decidono di rallentare parzialmente i ritmi, facendo sì che i brani assumano una consistenza più densa e ben più minacciosa rispetto a quando viaggiano a velocità più sostenute: emblematico in tal senso è un brano come I Am Kuru, episodio di terrificante potenza che dal vivo immagino possa creare un’onda d’urto degna della deflagrazione di un ordigno.
Per finezze e ricami stilistici meglio rivolgersi altrove: i Fister esibiscono quella che è l’essenza stessa dello sludge, una musica che è l’ideale punto d’incontro tra la rabbia del noise e dell’hardcore e l’immaginario cupo del doom: quando il tutto si traduce in un album come No Spirit Within, per quella fascia di ascoltatori selezionata ma fedele la gratificazione è assicurata.

Tracklist:
1. Frozen Scythe
2. Disgraced Possession
3. Cazador
4. I Am Kuru
5. No Spirit Within
6. Heat Death
7. Star Swallower

Line-up:
Kirk Gatterer – Drums
Marcus Newstead – Vocals (additional), Guitars
Kenny Snarzyk – Vocals (lead), Bass

FISTER – Facebook

HELL OBELISCO

Il video di “Voodoo Alligator Blood”, dall’album “Swamp Wizard Rises” (Argonauta Records).

Il video di “Voodoo Alligator Blood”, dall’album “Swamp Wizard Rises” (Argonauta Records).

Il supergruppo bolognese heavy sludge metal HELL OBELISCO è orgoglioso di presentare il video ufficiale di “Voodoo Alligator Blood”.

Il singolo è tratto dall’album di debutto “Swamp Wizard Rises” uscito il 23 aprile su Argonauta Records.

La canzone e il videoclip vedono la partecipazione di Tony J. Jelencovich dei TRANSPORT LEAGUE.

“Siamo da sempre grandi fan dei TRANSPORT LEAGUE e Doc è in contatto con Tony J.J. da svariati anni, quindi ci è venuto spontaneo chiamarlo come ospite in ‘Voodoo Alligator Blood’, sia su disco che nel video. Ha fatto un eccellente lavoro, ma non avevamo dubbi in merito, ed è una persona veramente squisita!”, racconta il frontman Andrew.

“Swamp Wizard Rises” e il merchandise esclusivo degli HELL OBELISCO possono essere acquistati qui http://hellobelisco.bandcamp.com

Registrato con Para (Boat Studio) e Paso (Studio 73) “Swamp Wizard Rises” contiene nove canzoni, tra cui il primo singolo “Earth Rage Apocalypse”, il cui lyric video è disponibile qui: https://youtu.be/RCKQBB21Zng

Il disco vede la partecipazione, oltre che di Tony J.J. dei TRANSPORT LEAGUE, anche di Carmelo Orlando dei NOVEMBRE.

La copertina è stata realizzata dall’artista Roberto Toderico, già autore del merchandise della band.

La tracklist di “Swamp Wizard Rises” è la seguente:
1. Voodoo Alligator Blood
2. Teenage Mammoth Club
3. Escaping Devil Bullets
4. Earth Rage Apocalypse
5. Biting Killing Machine
6. Death Moloch Rising
7. Dead Dawn Duel
8. High Speed Demon
9. Black Desert Doom

HELL OBELISCO line-up:
Andrew – Front Row Mammoth
Doc – Six Sludge Strings
Fraz – Seven Doomed and Lowered Strings
Alex – Behind The Skins

Info:
facebook.com/hellobelisco
hellobelisco.bandcamp.com
argonautarecords.com

Daemonheim – Widerwelt

Ciò che rende il lavoro meritevole d’attenzione è il suo essere frutto del lavoro di una band credibile, capace di trasmettere all’ascoltatore le sensazioni che ricerca da un black metal dai tratti pregiati come quello che proviene abitualmente dalla Germania.

I Daemonheim sono un duo bavarese che si disimpegna da l’inizio del secolo con un black metal di marcata matrice tedesca.

Atmosfere algide, aperture acustiche, l’uso della lingua madre sono il marchio di fabbrica che riporta alle band più influenti della nazione germanica, ma va detto che i Daemonheim hanno uno stato di servizio che scongiura il rischio di trovarsi di fronte solo a dei validi epigoni.
Widerwelt è il quarto full length per questa consolidata coppia di musicisti formata da TH e b., per cui non ci si può attendere nulla di diverso se non una prova convincente, anche se magari priva di particolari picchi o inedite peculiarità.
Ciò che rende il lavoro meritevole d’attenzione è, appunto, il suo essere frutto del lavoro di una band credibile, capace di trasmettere all’ascoltatore le sensazioni che ricerca da un black metal dai tratti pregiati come quello che proviene abitualmente dai diversi länder: l’intero album esibisce tratti oscuri, malinconici ma a suo modo anche melodico, specie quando si lascia che la chitarra solista disegni passaggi tutt’altro che banali (come accade nella bellissima opener Siechtum).
Non solo questo, visto che pregevoli fraseggi acustici sono disseminati all’interno di brani che mantengono la loro algida aura, a testimoniare la volontà del duo di non accodarsi del tutto agli stilemi del genere, ampiamente integrato da pulsioni death e e folk. Tra le sette tracce va segnalata doverosamente Sinnbild des Winters, per assurdo uno dei momenti più aspri dell’album, ma forse quello che meglio rappresenta l’immaginario musicale e concettuale dei Daemonheim .
Widerwelt è in definitiva un altro gran bel disco di black metal proveniente dalla Germania, a perpetuare quella che sta diventando una piacevole consuetudine.

Tracklist:
1. Siechtum
2. Todesheil
3. Illusion
4. Kalte Rast
5. Wundenschrift
6. Sinnbild des Winters
7. Utopias Fall

Line-up:
TH – Guitars, Bass, Drums
b. – Guitars, Vocals

DAEMONHEIM – Facebook

KANSEIL

Il lyric video di “Densilòc”, dall’album “Fulìsche” in uscita a maggio (Rockshots Records).

Il lyric video di “Densilòc”, dall’album “Fulìsche” in uscita a maggio (Rockshots Records).

Italian folk metal KANSEIL have posted a new lyric video for their track “Densilòc” in support of their second full length “Fulìsche” due out on May 25th in Europe and June 8th in North America via Rockshots Records.

Formed in 2010, KANSEIL are a 21st century version of their land’s rich-story telling tapestry, they are bards with instruments, musical archaeologists, excavating the sounds and stories of their country’s past to create something new, beguiling and beautiful.

Inspired by Eluveitie, Skyforger, Arkona, Agalloch and Alcest plus having performed with the likes of Korpiklaani, At The Gates, Enslaved, Folkstone, Manegarm, Arkona, and Omnia, KANSEIL’s second full length “Fulìsche” follows their 2015 debut “Doin Earde” released on Nemeton Records.

The band comments:
“’Fulìsche’ are the sparks of a fire moving away from the element they were born from, they shine in their own glow and you can watch them for a few instants before they disappear forever in the dark…In the same way mankind’s stories live in the collective memory until they take flight and you have a limited time to look at them and catch their beauty before they’re lost.”

Pre-order of “Fulìsche” available at the following link: http://bit.ly/Fulìsche_PREORDER

Track Listing:
1. Ah, Canseja! (1:10)
2. La Battaglia del Solstizio (5:10)
3. Ander de le Mate (4:52)
4. Pojat (5:23)
5. Orcolat (8:27)
6. Serravalle (4:05)
7. Vallòrch (4:48)
8. Il Lungo Viaggio (4:56)
9. Densilòc (5:55)
Album Length: 44:51

Kanseil is:
Andrea Facchin (Lead Vocals)
Federico Grillo (Guitars)
Davide Mazzucco (Guitars, Bouzouki)
Dimitri De Poli (Bass)
Luca Rover (Drums)
Luca Zanchettin (Bagpipes, Kantele)
Stefano (Herian)
Da Re (Whistles,Rauschpfeife)

For more info:
http://www.Rockshots.eu
https://www.facebook.com/Kanseil/
https://twitter.com/KanseilOfficial
https://www.instagram.com/kanseil_official/

Metamorphosis – The Secret Art

Quello che impressiona, nell’operato del bravo Boris, è la non comune capacità di disseminare ogni brano di passaggi di grande impatto, siano essi sfuriate di matrice black, piuttosto che assoli chitarristici eleganti e melodici o irresistibili progressioni di stampo prog death/thrash.

Se dopo oltre vent’anni di attività e cinque full length prima di questo The Secret Art, Boris Ascher è ancora qui a proporre un black metal di qualità con il suo progetto solista Metamorphosis, qualcosa vorrà pur dire.

Il fatto che alla guida ci sia un musicista esperto lo si percepisce subito, perché la capacità di manipolare la materia estrema rendendola varia e accattivante senza ricorrere a trucchi da avanspettacolo si manifesta fina dalle prima note della title track, degna apertura di un lavoro che sorprende, perché nonostante il considerevole stato di servizio, i Metamorphosis prima di oggi erano solo una delle molte band che si avvalgono di questo monicker, due delle quali anch’esse tedesche, sia pure del tutto marginali e non più attive da tempo.
A ben vedere il black metal è solo una delle componenti principali di un sound che spazia non poco tra i vari generi estremi, regalando anche ottimo sprazzi di death melodico così come di thrash, ma questo non deve far pensare ad uno scorrimento farraginoso dell’album, visto che l’orecchiabilità è uno dei sui massimi pregi, in virtù di un lavoro chitarristico davvero incalzante e gradevolissimo in ogni frangente.
Quello che impressiona, nell’operato del bravo Boris, è la non comune capacità di disseminare ogni brano di passaggi di grande impatto, siano essi sfuriate di matrice black, piuttosto che assoli chitarristici eleganti e melodici o irresistibili progressioni di stampo prog death/thrash; il tutto viene poi arricchito da una prestazione vocale convincente e da una produzione che non sacrifica alcun elemento dell’album.
The Secret Art è un lavoro che dovrebbe essere apprezzato non poco da chi predilige un black death melodico che abbraccia un ampio spettro sonoro, comprendente Amorphis e Catamenia per sfiorare anche gli Edge Of Sanity, restando nel Nord Europa o, spostandoci più a sud, Rotting Christ e Septic Flesh di inizio millennio, tutte band accomunate da uno spiccato gusto melodico che non va mai a limitare l’impatto del metal estremo che ne costituisce la base fondante.
Non essendoci un solo brano trascurabile nell’album, cito quelli che meglio restano ancorati alla memoria, ovvero God Of The Dead (dalla magnifica progressione chitarristica) e Invictus (trascinante ed in linea con la citata scena ellenica), episodi che trainano agevolmente un resto di tracklist capace di regalare ulteriori soddisfazioni all’ascoltatore.

Tracklist:
1. The Secret Art
2. The Beckoning
3. Night on Bare Mountain
4. As Legions Rise
5. God of the Dead
6. A Fateful Night
7. Holy Wounds
8. Invictus
9. The Crypt
10. Domine Lucifere

Line-up:
Boris Ascher – All instruments, Vocals

METAMORPHOSIS – Facebook

STRIKE AVENUE

Il video di “Cranium”, dall’album “Human Golgotha”.

Il video di “Cranium”, dall’album “Human Golgotha”.

“Crainum” official music video and track of the album “Human Golgotha”. Composed, arranged, recorded, mixed and mastered at Blackrain Studio (Cosenza, Italy – 2017) by Strike Avenue.
Video shoot by John. Editing, video production and postproduction by Phil.

Encircling Wolves – Equinoctial Manifestation

Gli Encircling Wolves propongono un black metal di buona fattura, piuttosto tradizionale nelle due tracce poste sul lato A, mentre sull’altro versante il sound si fa più composito, ricercato e meglio prodotto.

Bisogna ammettere che la scena black metal britannica, per quanto abbastanza consistente dal punto di vista numerico, fatica non poco a produrre band capaci di farsi ricordare sul lungo termine e, se vogliamo, questo è davvero molto strano, se paragoniamo quanto accade altrove, anche in nazioni dalla tradizione metallica molto meno consolidata.

Alla luce di questo Equinoctial Manifestations, ep edito su musicassetta dalla Antitheus Productions, che segna il primo passo ufficiale degli Encircling Wolves, dopo il demo del 2016, riesce difficile pensare che il duo di Telford possa riuscire a colmare questa lacuna.
Monslyht (voce, chitarra e basso) e Isern (batteria) propongono un black metal di buona fattura, piuttosto tradizionale nelle due tracce poste sul lato A, mentre sull’altro versante il sound si fa più composito, ricercato e meglio prodotto.
La spiegazione a tutto ciò deriva dal fatto che Zionist ed Altar of Tolerance sono tratte dal succitato demo, mentre gli altri due brani sono di composizione più recente: in entrambe le configurazioni gli Encircling Wolves offrono comunque una valida interpretazione del genere, a mio avviso preferibile quando i ritmi vengono rallentati, come già accade in Altar of Tolerance e all’inizio del lato B con Imperious Nature. In questi due brani, ed in genere nell’ intero ep, va rimarcato un utilizzo del basso non così comune in ambito black e, in generale, quella che si percepisce è un’aura misantropica che rende senz’altro Equinoctial Manifestations un prodotto apprezzabile per integrità e genuinità, ma per il momento mancante di quei picchi capaci di far salire di qualche livello lo status della band.
Nel frattempo è uscito anche il primo full length , del quale non siamo ancora in possesso, e questo fornirà senz’altro qualche indizio più attendibile sull’effettivo valore effettivo degli Encircling Wolves.

Tracklist:
Side A
1. Zionist
2. Altar of Tolerance
Side B
3. Imperious Nature
4. Remnants

Line-up:
Isern – Drums
Monslyht – Vocals, Guitars, Bass

ENCIRCLING WOLVES – Facebook

Pryapisme – Epic Loon OST

Sono più pazzi i Pryapisme o quelli che, elaborando un nuovo video game da lanciare sul mercato, hanno pensato di affidare loro la composizione della soundtrack?

Sono più pazzi i Pryapisme o quelli che, elaborando un nuovo video game da lanciare sul mercato, hanno pensato di affidare loro la composizione della soundtrack?

Un quesito destinato a restare irrisolto, visto che anche chi ascolta periodicamente le bizzarre espressioni musicali della band francese non è che se la passi benissimo in quanto a sanità mentale: del resto in occasione del loro ultimo album, per così dire “normale”, mi ero trovato a citare tra le varie pulsioni che ne animavano il sound l’utilizzo di passaggi davvero molto simili a quelli dei primi giochi per Pc degli anni ’90, per cui nonostante l’elevato rischio di essere trascinati nel gorgo del fallimento preconizzato per sé stessi dai cinque disturbatori, quelli dei Macrales Studio sono voluti andare fino in fondo per vedere cosa sarebbe successo.
Quindi i nostri hanno elaborato una trentina di brani (dai titoli insensati quanto esilaranti) della durata oscillante tra i due ed i tre minuti, distribuendoli su due cd affidandone la diffusione alle sapienti mani di Jehan Fillat della Apathia Records.
Ovviamente, se già il contenuto dei precedenti lavori dei Pryapisme era un emblema di geniale schizofrenia musicale, figuriamoci cosa può essere scaturito da un occasione particolare come questa: del resto qui, se si vogliono fare le pulci ai nostri, non abbiamo neppure la scusa dell’inesistenza della forma canzone, dato che per forza di cose non viene neppure richiesta.
Nonostante (o forse grazie a) tali premesse, la follia dei Pryapisme trova quasi una sua sublimazione, anche se mi riesce difficile pensare a qualcuno che possa ascoltare un tale frullato di musica in maniera disgiunta dalle immagini del video game.
Il risultato è che, benché sia da qualche era geologica che non mi piazzo più davanti al computer per cimentarmi in un videogioco, mi sta venendo una voglia insopprimibile di comperare Epic Loon solo per potervi giocare accompagnato dalla musica dei Pryapisme, consapevole del fatto che smetterei solo quando l’essere dominante della casa, il gatto, salirà sulla tastiera interrompendo il gioco facendomi regredire al primo livello (a livello mentale la regressione a livello più basso è già avvenuta da tempo…).

Tracklist:
1.Epic Loon Theme
2.In space, no one can hear you make yourself a sandwich
3.Nostromo cryo system : fresh ice cream guaranteed !
4.An S.O.S from LV426 takes 6M years to reach Belgium
5.Acheron, the Calpamos moon, is also the name of our cat
6.Xenomorphs are just big chickens after all
7.For the smile of a child with a dolphin t-shirt
8.Evil nutshells with hay fever vs all people named Renee
9.Did prehistoric giraffes wear long ties ?
10.It’s way too hot to drink rustproof engine oil
11.The best vacuum cleaners were produced during the Cenozoic era
12.Tyrannosaure+Châlet/7=Taupiniere-(n/Saumon)²
13.Damned raptors !
14.Programming naughty pictograms in Python
15.Epic Boss Theme
16.Un quadrilobe à palmette fleurdelysé, ça a du chien
17.Even in the Carpathians, taking a train is still faster than riding a ghoul
18.What would Chester Copperpot have to say about this ?
19.A quantum mirror may generate self-petrified gorgons
20.Tidal energy through a rat’s perspective
21.Cette année, on anticipe les mites avec un inhibiteur de la pompe à proton
22.Fishermen’s villages usually hide ninjas
23.Luckily, reptiles use condoms. Phew ! No chlamydia this time…
24.Bubbles will be crapped in glue over Tokyo’s harbour
25.Muzzle, snout, fire, muzzle
26.Death by uranium hexafluoride
27.Mullet haircut Grand finale
28.Score Theme Extended (Bonus Track)
29.Epi the Clown (Bonus Track)

Line-up:
Nicolas Sénac: Guitars
Antony Miranda: Bass, Moog, Guitars
Ben Bardiaux: Keyboards
Aymeric Thomas: Drums, Percussions, Keyboards, Electronic
Nils Cheville: Guitars, Keyboards

PRYAPISME – Facebook

TREES OF ETERNITY

Il lyric video di Hour Of THe Nightingale, dall’album omonimo del 2016 (Svart Records).

Il lyric video di Hour Of THe Nightingale, dall’album omonimo del 2016 (Svart Records).

Share the voice and the words of our dearly missed Queen of the Nightingales. We thank you all who shared these songs this week and carried the flame further. Thank you so much.

“Embrace this
As a nightingale in song
In the darkest hour of shadows she belongs
Her voice reflects the colours of dawn
It pierces like an arrow through a storm”.

– Aleah

SPOIL ENGINE – 26 Aprile Circolo Svolta

Ecco a voi le band d’apertura e gli orari per lo show dei Spoil Engine del 26 Aprile al Circolo Svolta!!

Apertura Porte: 19:45
– Ghost of Mary: 20:15 – 20:45
– Starbynary: 21:00 – 21:30
– Lostair: 21:45 – 22:30
– Spoil Engine: 22:45

Prezzo in cassa: 13
Apertura porte: 20.00

INGRESSO RISERVATO AI SOCI ACSI
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/2009799362614688/

Solstice – White Horse Hill

Un’atmosfera imponente per una band esperta. In White Horse Hill c’è tutto il necessario per un ascolto coinvolgente.

Il profumo della grandezza e della tradizione mitologica ha sempre accompagnato i Solstice nella loro carriera, e continua a farlo senza perdere un colpo nel nuovo White Horse Hill.

La band inglese ha ormai al suo attivo un grandissimo numero di lavori in ormai 27 anni di attività, ma non si lascia intaccare nel suo spirito, rispolverando con il proprio inconfondibile stile epico tra il doom e il power metal, gli splendori raggiunti in album come Halcyon (1996) e New Dark Age (1998), ma non solo.
In questo nuovo album i Solstice hanno messo tutti gli elementi che li caratterizzano e di cui si è parlato all’inizio. Lungo tutto il disco, la solennità e l’autorità delle chitarre regnano sovrane, insieme all’inconfondibile tocco della batteria di Rick Budby. White Horse Hill rende sicuramente giustizia al passato della band, la quale vuole forse dirci in questo modo che il presente merita altrettanto rispetto e interesse.
Vi sono pezzi molto evocativi quali To Sol a Thane, con la sua intro di chitarra che può essere definita al tempo stesso da pianto funebre e da celebrazione regale, o Behold, a Man of Straw, dalla breve durata e prettamente riflessiva, ma che non stona per nulla con l’attitudine dei Solstice.
Riguardo la (relativamente) breve durata del disco, gli stessi componenti della band hanno dichiarato di averlo fatto perché “preferiamo la qualità alla quantità, e la maggior parte delle band oggi rilasciano album che durano oltre 70 minuti per alimentare il mercato dei CD”. Un intento sicuramente nobile per una band mai scontata nella sua storia, e che non vuole certo iniziare oggi ad esserlo.

Tracklist
1. III
2. To Sol a Thane
3. Beheld, a Man of Straw
4. White Horse Hill
5. For All Days, and for None
6. Under Waves Lie Our Dead
7. Gallow Fen

Line-up
Richard M. Walker – Guitars
Rick Budby – Drums
Andy Whittaker – Guitars
Paul Kearns – Vocals
Ian Buxton – Bass

SOLSTICE – Facebook

ELDRITCH

Il video di ‘Reset’, dall’album ‘Cracksleep’.

Il video di ‘Reset’, dall’album ‘Cracksleep’.

I Progressive metallers Eldritch hanno pubblicato il video del nuovo singolo ‘Reset’, tratto dal nuovo, acclamato album della band ‘Cracksleep’, disponibile su Scarlet Records.

‘Cracksleep’ è un disco che mette insieme i primi Eldritch con le influenze che la band ha acquisito con gli ultimi lavori, intricate parti strumentali e atmosfere oscure, arricchito da arrangiamenti di grande spessore e un concept lirico incentrato sulle cause più comuni dell’insonnia. Il disco è stato prodotto da Eugene Simone, registrato fra ottobre e dicembre 2017 presso i Bigwave Studios di Rosignano Marittimo e mixato ai Domination Studios di San Marino da Simone Mularoni (DGM). L’artwork è invece opera di Federico Mondelli (Be The Wolf).

www.eldritchweb.com

Arkveid – Arkveid

Un’offerta decisamente valida nel suo esibire un umore oscuro distribuito tra i diversi generi che confluiscono nel sound, a partire dal doom metal, per arrivare al black passando per il folk.

Arkveid è il nome di questa band russa, della quale le poche notizie che si hanno raccontano di una storia iniziata a metà dello stesso decennio come duo, ma realizzatasi alla fine sotto forma di album di debutto con la configurazione di one man band.

Al di là di questo resta solo la musica, e non è poco, perché siamo in presenza di decisamente valida nel suo esibire un umore oscuro distribuito tra i diversi generi che confluiscono nel sound, a partire dal doom metal, per arrivare al black passando per il folk.
Questa descrizione ci potrebbe portare, a livello di indizi, nei pressi di un nome come gli Agalloch, citato in effetti nelle note di presentazione ma con il quale, di fatto, ci sono in comune solo gli ingredienti che vanno a confluire in ricette senz’altro diverse.
Inevitabilmente, l’interpretazione della materia da parte di musicisti russi non potrà mai essere simile a quella di una band nordamericana, perché troppo diversi appaiono il background musicale ed anche la sensibilità compositiva, da un lato più propensa a fornire al sound una patina di epica solennità, dall’altra invece più ripiegata verso un intimismo folk compensato da una matrice fondamentalmente black.
Detto questo, Arkveid è un buon album, strutturato su una sola lunga traccia di quasi quaranta minuti ma sufficientemente varia per non tediare l’ascoltatore; del resto, ad un lavoro di questo tipo si richiede quale caratteristica proprio quella di scorrere piacevolmente, con eccellenti intuizioni melodiche e mantenendo un costante equilibrio tra tutte le componenti che entrano a farne parte.

Tracklist:
1. I

KENOS

Il video di “Sons Of Martyrdom”, dall’album “Pest” in uscxita a maggio (My Kingdom Music).

Il video di “Sons Of Martyrdom”, dall’album “Pest” in uscxita a maggio (My Kingdom Music).

Eight years since their last album “X-Torsion”, KENOS are ready to come back on the scene with a new album titled “Pest” and it’s more violent, intransigent and aggressive than ever recorded by the band.
The first track published as official video directed by Brace Beltempo is “Sons Of Martyrdom”.

KENOS’ upcoming album consists of eight tracks, will be released on May 18th and the final result is a blow in the face indeed! It is Death Metal music as it was supposed to be… so violent, heavy and technical.

The cover is realised by Mhadi artwork, while “Pest” track listing is: 1. Sons Of Martyrdom – 2. B.D.C. (Black Death Curse) – 3. Buried And Forgotten – 4. Immortal Breath – 5. Leave Me Now – 6. My Wooden Frame – 7. Shooting At The Moon – 8. The Sweeper Of Remains

Official sites:
– PRE-ORDER CD: http://smarturl.it/KENOS-CD
– MY KINGDOM MUSIC: www.mykingdommusic.net *
www.facebook.com/mykingdommusic.label
– KENOS: www.facebook.com/kenosband

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL – CARMONA RETUSA

Grazie alla reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Questa volta tocca ai torinesi Carmona Retusa, band dedita ad un interessante post hardcore/noise.

MC I Carmona Retusa sono una band di recente formazione, ci parli dei vostri inizi?

Io (Benito, basso) e Fabio (voce) ci siamo conosciuti lavorando in un call center mentre Lorenzo (chitarra) e Luca (batteria) erano amici di vecchia data, avevano avuto anche una band diversi anni fa. Proprio loro due mi proposero un po’ per scherzo di andare in sala prove e così nacque questo progetto, che nel giro di pochi mesi cambiò nome, forma e cantanti sino ad arrivare all’attuale formazione. Io decisi di occuparmi dei testi e così incastrai Fabio costringendolo a venire a provare con noi con la scusa di non precisati problemi di metrica, da quel momento è diventato il nostro insostituibile cantante!

MC La Carmona Retusa, se non mi sbaglio, è la pianta del tè. Mi spieghi l’origine di questo nome così insolito per una band?

All’uscita da un concerto degli Zu a Torino ci interrogavamo su quale nome dare alla band, non cercavamo il solito nome altisonante così cercando parole a caso su google è venuto fuori quello di questo bonsai “carmona retusa”, l’ho ripetuto ad alta voce e ci suonava talmente male che ci è piaciuto subito.

MC Come definiresti il vostro genere musicale? Ci sono band da cui avete tratto ispirazione?

La questione “genere musicale” è veramente annosa! Penso che anche solo definire correttamente cosa rientri o no in un genere sia uno sforzo impossibile e non so quanto utile. In ogni caso ognuno di noi viene da “scuole” musicali differenti. Luca ha avuto una band screamo, Lorenzo ha suonato dieci anni thrash metal mentre Fabio tutt’ora è chitarra e voce in un power-duo blues-stoner (Bettie Blue). Forse ero io l’unico con un certo tipo di ascolti: dai Drive Like Jehu ai Jesus Lizard, fino ai nostrani The Death of Anna Karina e Massimo Volume. Detto questo è stata la “magia” della sala prove a decidere per noi.

MC Solo Un Po’ Di Terra E Un Albero Sopra, questo è il titolo del vostro debut album pubblicato a febbraio di quest’anno. Ci parli di questo disco?

Il filo rosso che collega tutte le tracce dell’album è il concetto di “accettazione”. La prima canzone è una sorta di lettera aperta ai genitori, ripresa da una vignetta di Andrea Pazienza, in cui un figlio ammette i propri errori e tra sogni e ricordi spera di tornare bambino. Nella traccia successiva, questa volta ispirata da un dialogo di Bojack Horseman, la madre ricorda al figlio che non c’è cura per il fatto di essere se stessi ed avere un passato e un marchio anche genetico. Penso che questo botta-risposta racchiuda un po’ le sensazioni, anche e soprattutto musicali, di durezza e amarezza che nei 25 minuti di album abbiamo cercato di esprimere.

MC Sono previsti dei live per promuovere il nuovo album?

Il 13 di questo mese suoneremo al Joe Koala di Bergamo, poi il 21 all’Arci Dallò di Mantova e il 27 a Pistoia per la rassegna le notti della Cachara, nei mesi successivi ne seguiranno ancora.

MC Dove i nostri ascoltatori possono seguirvi?

Abbiamo la pagina facebook (https://www.facebook.com/carmonaretusaband/) dove sono presenti anche tutti gli aggiornamenti in merito all’attività live!