ACCIAIO ITALIANO FESTIVAL 7

“Acciaio Italiano Festival 7”

Ormai ci siamo, questo sabato ritorna l’appuntamento annuale con Acciaio Italiano Festival, dedicato alle migliori bands Hard ed Heavy underground Italiane e giunto all’ importante e prestigioso traguardo della settima edizione!
Jolly Roger Records in collaborazione con Classix Metal, Loud and Proud, Rock Hard e Fire Magazine presenta Acciaio Italiano Festival 7 che avra’ luogo Sabato 20 Maggio presso il prestigioso Estragon di Bologna.

Questa la bill:
VANEXA
FIL DI FERRO
(con ritorno live alla chitarra del chitarrista Miki Fiorito, con la band dal secondo album “Fil di Ferro” del 1988)
UNREAL TERROR
(presenteranno brani dal nuovo album, in uscita prossimamente e la biografia “Rules the Night” edita da Crac Edizioni)
WITCHWOOD
NATIONAL SUICIDE
GAME OVER
ARCANA 13
SILVERBONES

Sara’ presente un vero e proprio Metal Market con stands di Lp, Cd, memorabilia ed il merchandise delle bands partecipanti.
Apertura porte ore: 16:00
Inizio concerti ore: 16:30 – Fine concerti ore: 0:00
INGRESSO: in cassa 13,00 € / prevendita 13,00 € (+1,50 €) qui.
Senza l’obbligo di effettuare alcuna tessera – sara’ possibile uscire e rientrare liberamente.
Ai primi 50 ingressi verra’ consegnato un box gratuito griffato “Acciaio Italiano” con buoni sconto, moschettoni e stickers gentilmente offerti da EMP Mailorder.
A questo link la pagina evento Facebook
Grazie mille a chiunque voglia condividere, diffondere e supportare l’evento, a chi ci ha sempre seguito e a chi sara’ presente per la prima volta, sara’ una festa! Ci vediamo sabato 20 Maggio!

Si ringraziano sentitamente i seguenti sponsors che hanno aderito all’ iniziativa:
Andrea B. (Presente con il proprio stand)
Andromeda Distribuzioni Discografiche – Mailorder
Andromeda Relix (Presente con proprio stand)
BLACK WIDOW RECORDS (Presente con il proprio stand)
Blasphemous Art Records
BloodRock Records (Presente con il proprio stand)
crac edizioni
Cruz Del Sur Music
Dragonheart Records
Earthquake terror noise
FOAD Records
Goodfellas
L.M. Records
Ma.Ra.Cash records
Minotauro Records (Presente con il proprio stand)
Metal Factory
Metal On Metal Records
My Kingdom Music
NadirMusic Genova / Built 2 Kill Records
Nicola B. (Presente con il proprio stand)
Nightbreaker Productions
Origadget02 (Presente con il proprio stand)
Over-Zone
Pick Up Distribuzione
Scarlet Records (Presente con il proprio stand)
SG Records
Sound Cave
Terror From Hell Records
Tommy Rec
Undergrind Disco (Presente con il proprio stand)
Zanovello (Presente con il proprio stand)
We Rock Music Store

DEATHLESS LEGACY

I Deathless Legacy hanno pubblicato il video di ‘Join The Sabbath’, nuovo singolo tratto da ‘Dance With Devils’ (Scarlet Records).

I Deathless Legacy hanno pubblicato il video di ‘Join The Sabbath’, nuovo singolo tratto dal fortunato album ‘Dance With Devils’, disponibile su Scarlet Records.

Attraverso questo loro terzo lavoro i Deathless Legacy hanno voluto dare voce alle streghe che nel corso dei secoli sono state bistrattate, umiliate, addirittura bruciate. Con le sue undici tracce colleziona le storie della magia più orrenda e tremenda, quella che scaturisce laddove la rabbia e la voglia di vendetta la fanno da padrone: tremate, tremate le streghe son tornate. ‘Dance With Devils’ è un Sabbath di puro orrore, terrore e di emozioni nere come la pece, che sgorgano dagli animi scalfiti dall’ignoranza, dalla superstizione, dalla religione. É una composizione panica fatta di sussurri ancestrali che fanno venire i brividi lungo la spina dorsale; di rituali di magia nera dimenticati per la paura; di storie che si perdono nella notte dei Tempi e che, una volta ritrovate, scalciano e gridano per essere raccontate in un coro di suoni e voci provenienti da un mondo oscuro, più vicino di quanto si possa credere.

www.scarletrecords.it

Decemberance – Conceiving Hell

Conceiving Hell per essere apprezzato pienamente va ascoltato diverse volte, dopo di che si manifesterà inesorabile in tutta la sua bellezza.

I greci Decemberance sono una band i cui primi passi risalgono addirittura a vent’anni fa, anche se, fino ad oggi, l’unico full lenght pubblicato era il buon Inside, del 2010.

Il gruppo guidato da Yiannis Fillipaios (voce, batteria) e Chris Markopoulos (chitarra) ritorna quindi dopo un lungo silenzio con il suo death doom arcigno e dalle frequenti propensioni funeral, nulla a che vedere perciò con i bravi Immensity, band dai toni ben più melodici nella quale i due militano, così come l’altro chitarrista Nikos Loukopoulos in veste live; a completare la stretta connessione dei Decemberance con la scena doom ateniese va ricordato anche come la sezione ritmica, formata dallo stesso Fillipaios e da Aggelos Malisovas, sia la stessa dei ben noti Daylight Misery.
Anche se il tempo scorre e la modernità spesso deforma in maniera determinante qualsiasi retaggio del passato, i Decemberance offrono un death doom saldamente ancorato agli anni novanta, quindi ai primordi del genere, risultando a tratti piacevolmente vicino ai primissimi Anathema.
Così, l’aspro growl del vocalist domina la scena stagliandosi su ruvidezze death che vengono intervallate da rarefazioni acustiche e, soprattutto, da rallentamenti ai confini del funeral nei quali la chitarra solista tesse splendide e dolenti trame melodiche.
Questa adesione fedele alle origini del death doom è manna del cielo per i suoi adoratori, almeno per quelli che ritengono ancora oggi brani come Under The Veil o Lovelorn Rhapsody tra i suoi capisaldi: i Decemberance dimostrano in ogni frangente una conoscenza della materia che consente loro di mettere in scena quasi un’ora e un quarto di musica, suddivisa in quattro brani, senza che il suo incedere risulti mai prolisso o ridondante.
Conceiving Hell offre un sound asciutto che trova i suoi punti più alti nei rallentamenti funeral di Departures e nello sviluppo piuttosto cangiante della magnifica The Blind Will Lead the Way, ma sempre mantenendo ben alto il livello anche dei restanti brani, grazie anche al misurato ma essenziale lavoro tastieristico di Alexandros Vlahos; il disco si muove fluttuando con disinvoltura tra il death asfissiante dei Morbid Angel di Covenant ed il doom della Sacra Triade albionica, con in più un pizzico di vena sperimentale che fa capolino in certi passaggi, come nel finale dominato dal basso della già citata The Blind Will Lead the Way.
L’opera dei Decemberance, a mio avviso, va anche ben oltre le aspettative, perché riavvolge il nastro riportandoci ai fast del death doom più verace, intriso di ottundente dolore e privo di sbocchi melodici consolatori; Conceiving Hell  per essere apprezzato pienamente va ascoltato diverse volte, dopo di che si manifesterà inesorabile in tutta la sua bellezza.

Tracklist:
1. The Scepter
2. Departures
3. The Blind Will Lead the Way
4. Sailing…

Line-up:
Chris Markopoulos – Guitars
Alexandros Vlahos – Keyboards, Samples
Yiannis Fillipaios – Vocals, Drums
Aggelos Malisovas – Bass
Nikos Loukopoulos – Guitars

DECEMBERANCE – Facebook

Where The Sun Comes Down – Welcome

Avvicinatevi con le dovute precauzioni a questo primo lavoro dei Where The Sun Comes Down, ci vuole la giusta esperienza per entrare nel buio della cantina dove si svolge la liturgia mistica che ancora una volta vede presente, in veste di sacerdoti mefistofelici, una buona fetta dell’heavy doom di scuola italiana, forse il genere non convenzionale in cui siamo più famosi.

Avvicinatevi con le dovute precauzioni a questo primo lavoro dei Where The Sun Comes Down, ci vuole la giusta esperienza per entrare nel buio della cantina dove si svolge la liturgia mistica che ancora una volta vede presente, in veste di sacerdoti mefistofelici, una buona fetta dell’heavy doom di scuola italiana, forse il genere non convenzionale in cui siamo più famosi.

D’altronde la nostra cultura è piena di leggende riguardanti il mondo dell’occulto e quella horror è sempre stata, sia nella musica che nel cinema, un passo avanti prima ancora che i blockbuster facessero scempio dei maestri italiani lodati in tutto il mondo.
Se non avete idea di chi siano Death SS, Violet Theatre ed ovviamente Paul Chain, chiudete il computer o cambiate ‘zine, stiamo parlando della storia del metal in Italia, o almeno di quello che dal doom/dark prese atmosfere e sfumature per regalare musica occulta di qualità superiore.
Thomas Hand Chaste, Alex Scardavian e Claud Galley fanno parte della storia di queste leggendarie icone e insieme a Sanctis Ghoram hanno dato vita all’ ennesimo tributo all’heavy doom/dark, che turba già dalla copertina, fuori dai soliti schemi del genere ma aperta a mille interpretazioni.
Dall’apertura, affidata a Mister Lie, si scende nell’abisso malato di un sound che scaturisce da un trip horror settantiano, la voce interpreta le varie liturgie con una teatralità unica, il doom metal lascivo e disturbante si accoppia con atmosfere che dal dark più oscuro e luciferino prendono vita; la chitarra urla dolore, il basso è un cuore che pulsa impazzito di paura e sollecitato dalle torture (A Snowin’ Day, Voyage), e la batteria tiene il passo, un lento cammino verso la perdita della ragione, quando le tastiere intonano melodie di puro terrore.
La dark wave dei primi anni ottanta è un genere importante per lo sviluppo del sound di Where The Sun Comes Down, messa come conclusione di questo terribile sabba che ha in Welcome una piccola parantesi ritmicamente doom/stoner alla Cathedral di Lee Dorrian, anche lui stregato dal sacerdote Chain nel capolavoro Alkahest (1995).
Dopo aver sentito questo lavoro, probabilmente non troverete nulla di più terrificante, a meno che non abbiate qualche anno in più e dai gruppi citati vi siete già fatti impossessare a suo tempo.

TRACKLIST
1.Mister Lie
2.A Snowin’ Day
3.Voyage
4.Myself
5.Welcome
6.Because We Were Fools
7.Where The Sun Comes Down

LINE-UP
Thomas Hand Chaste
Alexander Scardavian
Claud Galley
Sanctis Ghoram

THE DEAD DAISIES

“Make Some Noise – Live & Louder” video

***I THE DEAD DAISIES annunciano il nuovo live album ‘LIVE & LOUDER’ e un tour mondiale***

Il nuovo album dei THE DEAD DAISIES intitolato ‘LIVE & LOUDER’, sarà pubblicato il 19 Maggio 2017 da Spitfire Music / SPV e distribuita in Italia da Audioglobe. Il disco, registrato alla fine del 2016 dopo un tour di grande successo, cattura perfettamente l’energia della band dal vivo.
L’uscita del primo e del secondo singolo ‘Long Way To Go’ e ‘Join Together’ ed il tour estivo in Europa hanno spinto il loro terzo album ‘Make Some Noise’ in cima alle classifiche. Il terzo singolo ‘Song And A Prayer’ è stato pubblicato insieme ad un cortometraggio incentrato sulle ultime settimane del tour, in Giappone al Loud Park festival, in Korea ed in Europa con oltre 30 date tutte esaurite.
I ‘Daisies’ sono globalmente riconosciuti come una band che da il meglio di se durante i concerti, duranti i quali esprimono un’energia che non ha eguali. Dopo ogni concerto, la classica domanda che i fans recapitavano alla band via social media era: “Ma quando farete un disco live?” La band non si è fatta pregare ed ha registrato una serie di date tra il Regno Unito e l’Europa con gli stessi tecnici che hanno registrato ‘Make Some Noise’. L’album è stato mixato da Anthony Focx (Aerosmith, Bad Company, Metallica, Santana) ai Focxhole Studios e masterizzato da Howie Weinberg. Questo è un album che può competere tranquillamente con i grandi album degli anni ‘70, si può percepire il calore, il fumo ed il sudore cadere dal soffitto delle venues, l’energia della band che si mischia a quella del pubblico mentre consacra una vera serata di puro Rock & Roll. ‘LIVE & LOUDER’ racchiude l’energia viscerale della band: i THE DEAD DAISIES al loro meglio!
Il vocalist John Corabi aggiunge: “Siamo estremamente emozionati e fieri di uscire con questo nuovo progetto discografico. Molti fans ci confessavano di amare i nostri dischi, ma di adorare ancor di più le nostre performance live. ‘LIVE & LOUDER’ è la risposta alle richieste dei nostri fans, che sono parte integrante del disco, con il loro calore e la loro energia! Quindi grazie mille e alzate il volume a palla!!!!”
‘LIVE & LOUDER’ sarà pubblicato in diversi formati tra cui una Limited Edition Boxset in Vinile che include anche un 7” pollici del concerto esclusivo per veri fans tenutosi al The Zoo presso Planet Rock Radio di Londra nel Novembre 2016. A questa uscita discografica seguiranno una serie di date live per i più importanti festival Europei seguite da alcune date in Giappone e un lungo tour Americano ancora da annunciare. La band toccherà l’Italia con un unico show il 5 Giugno a Druso (BG)

TRACKLISTING Digipack+DVD
1. Long Way To Go 4:47
2. Mexico 5:15
3. Make Some Noise 02:59
4. Song And A Prayer 3:39
5. Fortunate Son 4:01
6. We All Fall Down 3:43
7. Lock ‘ N’ Load 5:12
8. Something I Said 5:19
9. Last Time I Saw The Sun 5:13
10. Join Together 6:30
11. With You And I 5:06
12. Band Intros 5:05
13. Mainline 4:54
14. Helter Skelter 6:57
15. American Band 3:27
16. Midnight Moses 5:31

Contenuto del DVD:
Minutaggio: 85 min
Lingua: Inglese
Video: NTSC / 16:9
Audio: 2.0 Stereo

Documentary “Live & Louder” (40min)
1. Intro
2. Looking back at 2016
3. Touring with the Daisies
4. Doug Aldrich
5. Show Preparation
6. Stage Fright
7. Song Favorites
8. Cover Songs
9. The Signing Sessions
10. Looking to the Future
Tour Recaps (25 min)
1. Recording
2. Musikmesse / Hessentag
3. Summer Tour
4. Freedom to Rock Tour
5. Arizona Cardinals
6. Japan / South Korea – U.S.O.
7. Kiss Kruise
8. Fall/Winter Tour
Bonus Content (20min)
1. Slideshow Best of 2016
2. Videoclip: Song and a Prayer
3. Videoclip: Join Together
4. Videoclip: Long Way to Go
5. Videoclip: Make Some Noise

LINE-UP:
Brian Tichy (Ozzy Osbourne, Foreigner) – Batteria
David Lowy (Red Phoenix, Mink) – Chitarra
John Corabi (Mötley Crüe, The Scream) – Voci
Doug Aldrich (Whitesnake, Dio) – Chitarra
Marco Mendoza (Thin Lizzy, Whitesnake) – Basso

ITALIAN DATE
Mon 5 June Druso Bergamo, Italy

Burning Shadows – Truth In Legend

Album intenso, adulto e dai forti connotati epici, Truth In Legend è perfettamente in grado di soddisfare i fans del power epico sparsi per il globo.

Metallo classico, epico e potenziato da ritmiche power, ormai di prassi nel genere, questa in poche parole è la musica che si ascolta sull’ultimo lavoro dei Burning Shadows, quartetto proveniente dal Maryland.

Una carriera iniziata all’alba del nuovo millennio, una manciata di ep e due lavori sulla lunga distanza è il bottino di questi guerrieri statunitensi, ora di nuovo in sella sui propri destrieri, armi in pugno e pronti per l’ennesima battaglia a colpi di heavy power metal.
E’ un buon lavoro Truth In Legend,  che non nasconde la sua vena epica, marcata non poco e che avvicina il sound del gruppo all’epic metal tradizionale, anche per la voce declamatoria e maschia di Tom Davy, ad un primo ascolto non convincente se ci si aspetta un disco power metal duro e puro, ma che cresce nel momento in cui si entra nel cuore del sound dei Burning Shadows.
Il power americano è chiaramente presente, sicuramente più in luce rispetto a quello europeo, lasciato ad alcune soluzioni ritmiche più veloci, per il resto è una glorificazione del metal guerresco tra Manowar e Cirith Ungol, con solos maideniani che portano un po’ di Europa nel sound del gruppo, in mano alle ispirazioni che arrivano tutte dal nuovo continente.
Sworn To Victory, la title track e la conclusiva Deathstone Rider risultano il cuore dell’album ed il sunto della proposta dei Burning Shadows: l’epicità è una spessa coltre di nebbia formata dalle goccioline evaporate dalle pozze di sangue che si allargano sul campo di battaglia, i crescendo maideniani, si alternano a cavalcate heavy power che a tratti ricordano gli Iced Earth, mentre l’epic metal glorioso e declamatorio porta Truth In Legend su territori meno power di quello che si può pensare in un primo momento.
La conclusione dell’opera viene lasciata, come detto, a Deathstone Rider, brano capolavoro di questa ottima prova da parte del gruppo americano.
Album intenso, adulto e dai forti connotati epici, Truth In Legend è perfettamente in grado di soddisfare i fans del power epico sparsi per il globo.

TRACKLIST
1.Day of Darkness
2.Southwind
3.Sworn to Victory
4.From the Stars
5.The Last One to Fall
6.Truth in Legend
7.The Blessed
8.Deathstone Rider

LINE-UP
Tim Regan – Rhythm Guitar, Vocals
Tom Davy – Lead Vocals
Chris Malerich – Lead Guitar
The Spencehammer – Drums

http://www.facebook.com/bsmetal

Buioingola – Il Nuovo Mare

I Buioingola spaziano su assi differenti e, partendo da una base crust, sviluppano un suono molto originale con inserti neo industrial, incursioni nel doom, soprattutto perl’incedere, e tanta oscurità.

Trattando Il Nuovo Mare, bisogna annotare ed incassare una notizia buona ed una cattiva. Dato che siamo tutti metallari vi lascio prima la notizia cattiva: molto probabilmente questo sarà l’ultimo disco dei Buioingola.

La notiza buona ed in parte consolatoria consiste nel fatto che è davvero un gran disco, un viaggio oscuro per fugare la falsa luce che ci avvolge. Il trio toscano, dopo un demo di tre tracce nel 2012 ed un lp per Sentient Ruin Laboratories nel 2013, Dopo L’Apnea, portano a compimento con questo lavoro un percorso poetico e musicale davvero notevole. I Buioingola spaziano su assi differenti e, partendo da una base crust, sviluppano un suono molto originale con inserti neo industrial, incursioni nel doom, soprattutto per l’incedere, e tanta oscurità. Il gruppo assorbe la lezione semantica di certi ensemble come Neurosis, Killing Joke, ma anche Cure (molto probabilmente capiremo appieno solo dopo anni l’estrema importanza di Robert Smith e compagni per la musica oscura), e una certa new wave. Permane come motore primo una ruvidezza e cattiveria crust hardcore punk, ma si va molto lontani, ed il risultato è stupefacente, perché lega assieme suoni ed orizzonti diversi uniti sotto la bandiera dell’oscurità. Dolore, angoscia e nessuna speranza di salvarsi, proprio come in un nuovo mare di tenebra che ci avvolge e ci porta alla consapevolezza che siamo soprattutto dolore. I testi in italiano rendono moltissimo, e non sono certo un freno, perché il gruppo è molto apprezzato all’estero. Un bellissimo viaggio tra crust, doom punk e oscurità anni ottanta e novanta, per un disco che va ascoltato e apprezzato con molteplici passaggi, non perché sia particolarmente difficile, ma proprio per il suo grande valore.

TRACKLIST
1. Polvere
2. Latenza
3. Irriconoscibile
4. Attesa
5. Eclisse
6. Silenzio
7. Il giorno dopo

LINE-UP
Diego Chuhan – chitarra, voce
Thomas Gianardi – batteria, campionamenti
Omar Bovenzi – basso, voce

BUIOINGOLA – Facebook

Three Horns – Jackie

Un lotto di brani da spararsi senza remore, una botta di vita a tutto volume, mentre il caldo ci soffoca e l’impianto dell’aria condizionata ci ha salutato da un pezzo, cosi che mai come ora la nostra pianura si trasforma in un deserto aldilà dell’oceano.

Tra citazioni del Grande Lebowsky, una partita a bowling, ed una Voghera trasportata nell’inferno del deserto americano (ma anche in quei luoghi d’estate il caldo non scherza), i Three Horns ci consegnano un altro lavoro di stoner hard rock, genere che in Italia sta regalando grosse soddisfazioni nella scena underground.

Il gruppo formato da Alessio Bertucci (chitarra e voce), Mic Roma (basso e voce) e Simone Gabrieli (batteria) se ne esce con un album, Jackie, formato da una serie di brani irriverenti, dallo spirito punk e rock’n’roll che si impossessa dell’hard rock stonato, classicamente americano e perso nel deserto o nelle pianure infuocate del nord Italia.
Diretto come un pugno in pieno volto preso in una rissa da bar, Jackie lascia ad altri jam psichedeliche per incontrare il grunge, l’alternative rock dei primi anni novanta ed il rock’n’roll appesantito da potenti dosi di ritmiche stonerizzate e varie, come se Kurt Cobain avesse lasciato le parti ritmiche di Nervermind nelle mani di Les Claypool.
L’irriverenza punk fa il resto, consegnandoci mezz’ora di rock adrenalinico, un sound live che si evince da una produzione essenziale ma perfettamente in linea con l’idea di rock del gruppo di Voghera, che piazza una serie di colpi come California, brano che apre l’album, la successiva Evil Dead, Michigan e Fight Velasquez.
Un lotto di brani da spararsi senza remore, una botta di vita a tutto volume, mentre il caldo ci soffoca e l’impianto dell’aria condizionata ci ha salutato da un pezzo, cosi che mai come ora la nostra pianura si trasforma in un deserto aldilà dell’oceano.

TRACKLIST
1.California
2.Evil Dead
3.Jackie
4.Half Life
5.Michigan
6.Fight Velasquez
7.The balland of the lonley man

LINE-UP
Alessio Bertucci – lead vocals and backing vocals, electric and acoustic guitar, synth,dobro,banjo, keyboards,percussions, glockenspiel
Michele Romagnese – lead vocals and backing vocals, bass, megabass, percussions
Simone Gabrieli – Drums,percussions

THREE HORNS – Facebook

WHITE SKULL

Il nuovo video “Will Of The Strong” tratto dall’album omonimo in uscita a giugno (Dragonheart Records/Audioglobe).

I veneti WHITE SKULL tornano dopo cinque anni da “Under This Flag” con il nuovo e decimo studio album della loro fortunata carriera. “Will Of The Strong” uscirà il prossimo 9 Giugno su Dragonheart Records/Audioglobe!
La band, ormai una garanzia nel panorama italiano ed Europeo, ha pubblicato album per prestigiose etichette quali Nuclear Blast e Breaker Records e ha suonato in numerosi concerti con band quali Grave Digger, U.D.O., Blind Guardian, etc.

Il nuovo album dei White Skull non potrà mancare ai veri Defenders of the Steel! Metal songs da headbanging selvaggio, un sound roccioso e compatto, brani veloci ed immediati sono alternati ad altri più cadenzati e d’atmosfera, con un eccellente uso delle orchestrazioni che donano al sound un’elevata epicità; I cantati di Federica elevano il risultato finale raggiungendo il miglior feeling e il miglior lavoro di sempre.

“Will Of The Strong” è stato prodotto da Tony Mad Fontò, registrato e masterizzato lo scorso inverno 2016/2017 presso i New Sin Studio (Loria-TV). La coppia Fontò-Stefanini ha prodotto un album moderno e ben bilanciato, il risultato finale è un suono “Martellante ed Epico” che eleva sia l’impatto sonoro della band che la voce di Federica.

la band ha anche annunciato le prime due date estive:

2 Giugno 2017 al Wings of Bea Metalfest 2017 – Santhià VC
19 Agosto 2017 all’Agglutination Metal Fest 2017 – Chiaromonte

In alto gli scudi e preparatevi alla Battaglia!

Line up:
Federica “Sister” De Boni : Vocal
Tony “Mad” Fontò : Rhythm Guitar
Danilo Bar : Lead Guitar
Alexandros Muscio : Keyboards
Jo Raddi : Bass
Alex Mantiero : Drums

www.whiteskull.it

Evil Cinderella – Dangerous Inside

La band ci presenta cinque brani di spumeggiante hard & heavy tedesco, con le chitarre a forgiare ritmi potenti e riff tosti come l’acciaio, una forma canzone già di buona fattura e chorus ottantiani di quell’hard rock melodico che nel loro paese è tradizione radicata come la birra.

Le nuove leve dell’hard & heavy mondiale fanno spallucce ai detrattori ed ai ricercatori dell’originalità a tutti i costi e tornano sulle strade impervie del genere, quello vero che negli anni ottanta fece innamorare un’intera generazione di ascoltatori, tanto da non lasciare mai le classifiche di settore.

Negli anni novanta il rock americano ha letteralmente spinto in un angolo il genere, ma nell’underground ed in certi paesi (come il Giappone) i gruppi sopravvissuti agli eccessi del decennio precedente e le nuove leve hanno trovato un rifugio sicuro.
Di questi tempi, per l’ennesima volta è cambiato tutto e l’hard & heavy sta tornando ad infiammare le autoradio degli amanti del genere, così non manca mai una nuova band di cui occuparsi per chi di questi suoni scrive e si nutre.
I giovani rockers tedeschi Evil Cinderella sono un quartetto attivo da una manciata d’anni e Dangerous Inside è il secondo ep, successore di Wanna Get Dirty uscito un paio di anni fa.
La band ci presenta cinque brani di spumeggiante hard & heavy tedesco, con le chitarre a forgiare ritmi potenti e riff tosti come l’acciaio, una forma canzone già di buona fattura e chorus ottantiani di quell’hard rock melodico che nel loro paese è tradizione radicata come la birra.
Krokus, Bonfire, Gotthard e più o meno tutte le band di rock duro, passano attraverso questa manciata di brani, interpretati con passione da questo gruppo di giovani musicisti che valorizzano gli insegnamenti dei maestri con la potenza e la melodia che si alternano su Eagle Eye, Day By Day e la title track.
Un ep che conferma la buona presa della musica del gruppo, pronto per un futuro full length che noi di MetalEyes cercheremo di non farci scappare.

TRACKLIST
1.Eagle Eye
2.Day by Day
3.Dangerous Inside
4.Without a Chance to Fight
5.Pretend You Died

LINE-UP
Henrik de Bakker – Vocals, Guitars
Paul Nakat – Guitars
Christian Lange – Bass
Jonas Christians – Drums

EVIL CINDERELLA – Facebook

Façade – Loathe

Sia pure con gli scostamenti minimi che il genere consente, i Façade riescono nell’intento di offrire un lavoro eccellente e dalla cifra stilistica piuttosto personale, finendo per non assomigliare in maniera particolare a nessuno tra i nomi di riferimento del settore.

Dalla fertile scena olandese ecco arrivare una nuova interessante band dedita al death doom.

In realtà i Façade non sono proprio di nuovo conio, essendo attivi già da diversi anni e con alle spalle un ep nel 2013, ma Loathe è il primo full length che, di fatto, ne va a collocare il nome tra le più stimolanti realtà europee.
Sia pure con gli scostamenti minimi che il genere consente, la band di Dordrecht riesce nell’intento di offrire un lavoro dalla cifra stilistica piuttosto personale, finendo per non assomigliare in maniera particolare a nessuno tra i nomi di riferimento del settore.
Loathe si muove tra le ritmiche rallentate come da copione ma agitate da sussulti ritmici capaci di catturare, anche se non si può fare a meno di rilevare una vena post metal innestata con buona fluidità nel sound: spesso, infatti, passaggi liquidi e più rarefatti costituiscono il contraltare alle ruvidezze intrise di dolente senso melodico, con l’interpretazione dell’ottimo Ben De Graaff (chiamato a prestare la sua voce anche nella nuova reincarnazione degli storici Phlebotomized) che, in compenso, non deroga quasi mai da un growl profondo ed incisivo.
L’album non mostra punti deboli, snodandosi lungo sei tracce ugualmente convincenti e valorizzate appieno dal non così consueto apporto di tre chitarre, le quali garantiscono sia un corposo apporto ritmico sia assoli di pregevole fattura, a costellare una tracklist fatta di sette lunghi brani tra i quali spiccano le drammatiche Insanity Restored e Departure, rilucenti vette emozionali di un lavoro eccellente sotto tutti gli aspetti.
I Façade sono un’altra notevole band che va ad aggiungere l’ennesimo tassello ad un genere come il funeral/death doom, appannaggio di pochi intimi qui in Italia ma capace invece, fuori dai nostri confini, di riscuotere un buon consenso di pubblico, dando vita ad un circolo virtuoso che vede la costante nascita di realtà in grado di affiancare con pari dignità i nomi storici della scena.

Tracklist:
1.Apostate
2.Veil of Deceit
3.Insanity Restored
4.Sleepless
5.Departure
6.Forlorn

Line-up:
Ben de Graaff – Vocals
Pim van Dijk – Bass
Berend Klein Haneveld – Guitar
Conrad Stroebel – Guitar
Chris Harmsen – Guitar
Korijn van Golen – Drums

Façade – Facebook

Dark Ages – A Closer Look

L’incontro tra il progressive rock ed il metal, avvenuto nei primi anni novanta, ha portato una ventata di freschezza al primo, genere tendenzialmente conservatore (più tra gli ascoltatori che tra i musicisti, ad onor del vero) ed un tocco di eleganza e raffinatezza tecnica al secondo, creando di fatto un genere parallelo (il prog metal) anche se non mancano proposte come quella dei veterani Dark Ages,  classica band progressive alla quale, a tratti, non mancano verve e grinta metallica.

Il gruppo fondato da Simone Calciolari, chitarrista ed unico membro rimasto della formazione originale datata 1982, licenzia il suo quarto studio album per l’Andromeda Relix di Gianni Della Cioppa, dopo le fatiche per aver portato in teatro le due parti del concept Teumman, opera ambiziosa piaciuta non poco nell’ambiente del progressive rock.
Dopo l’entrata in formazione di Roberto Roverselli alla voce e Gaetano Celotti al basso, arriva il momento di A Closer Look, album che conferma quanto di buono i Dark Ages hanno fatto in questi anni.
Non mancano alcuni ospiti, come i cantanti Claudio Brembati (Anticlockwise), Ilaria L’Abbate e Tiziano Taffuri, il sax di Enrico Bentivoglio (Against The Tides) ed il recitato di Paul Crespel in Fading Through the sky, a completare ed impreziosire un’ altra opera rock/metal in arrivo dalla scena nazionale.
A Closer Look, nella sua interezza, è un susseguirsi di tensione emotiva ed atmosfere eleganti, un rincorrersi tra la parte più rock e rilassata del progressive e quella animata dall’irruenza del metal, tra cambi di tempo perfetti ed un lavoro sontuoso sui tasti d’avorio che orchestrano a meraviglia gli umori cangianti di perle progressive come At The Edge Of Darkness, cuore pulsante di questo lavoro, dieci minuti di melodie progressive sapientemente metalliche che sfumano nelle armonie delicate create da sax e piano in Against The Tides.
Il gruppo conosce molto bene la materia e le scale armoniche che riempiono la title track e la bellissima Yours non mancheranno di strappare un sorriso agli amanti del genere collocandosi tra Dream Theater e Yes, due generazioni di musica progressiva che si incontrano senza scontrarsi nella musica dei Dark Ages.
Una velata sfumatura epica aleggia su A Closer Look, particolare di non poco conto, importantissimo per riuscire a far breccia nei cuori ribelli dei progsters dall’anima metal e rendere l’album uno dei migliori esempi di musica progressiva uscita dal nostro paese in questa prima metà del 2017.

TRACKLIST
01. A Closer Look
02. Till the Last Man Stands
03. Yours
04. At the Edge of Darkness
05. Against the Tides
06. The Anthem
07. Fading Through the Sky

LINE-UP
Simone Calciolari – Guitars
Gaetano Celotti – Bass
Roberto Roverselli – Vocals
Carlo Busato – Drums
Angerla Busato – Keyboards

DARK AGES – Facebook

A Closer Look nella sua interezza è un susseguirsi di sali e scendi di tensioni ed atmosfere eleganti, un rincorrersi tra la parte più rock e rilassata del progressive e quella animata dall’irruenza del metal.

NUDIST

Il video di “Bury My Innocence”, dall’album omonimo uscito a marzo (Argonauta Records).

I Noise Rockers italiani NUDIST hanno reso disponibile il nuovo video della canzone “Bury My Innocence”

Il disco “Bury My Innocence” è stato pubblicato a marzo da Argonauta Records.

INFO: www.argonautarecords.com/shopwww.facebook.com/Nuudistt

Video credits:

Filmed by: Pe Cata
https://vimeo.com/user18673891
https://www.facebook.com/Pe.CatArt/

Psycho Girl: Brenda Luna Fedi
https://www.facebook.com/bry.geshna

Mother & child: Sabrina & Achille
Storyline by Nudist & Beppe Catalanotto
Music by Nudist

Assault – The Fallen Reich

Il quintetto asiatico mostra una buona tecnica applicata a idee sfruttate a suo tempo dai nomi storici del genere, riportate perfettamente alle orecchie dei fans in questo lavoro che non può non fare breccia tra i deathsters dai gusti melodici.

Anche nella lontana Singapore si suona death metal melodico e di ottima qualità, a giudicare da questo lavoro che viene considerato un full length ma, più realisticamente, della durata di un ricco ep.

Ventuno minuti, infatti, sono troppo pochi per considerare The Fallen Reich un lavoro su lunga distanza, ma la qualità della musica proposta dagli Assault lo colloca ugualmente tra gli ep più riusciti di questa prima metà del 2017, almeno nella scena underground e nel genere proposto.
Gli Assault suonano death metal melodico da oltre dieci anni: poco prolifici, hanno dato alle stampe un solo lavoro prima di The Fallen Reich, l’ep The Exceptions of the Rebellions uscito sei anni fa.
Poco per dare continuità ad una carriera, in tempi nei quali dopo pochi mesi dall’uscita un album è già vecchio, ma vista la qualità della musica prodotta perdoniamo la band di Singapore, autrice di un ottimo esempio di death metal melodico scandinavo in un paese migliaia di miglia lontano dalle nevi di Stoccolma o Oslo.
Enslavement to Torture, Spawn Of Rage e la title track sono un buon esempio di genere, tra Soilwork, At The Gates e primi In Flames, niente di nuovo all’orizzonte, ma tutto ben fatto e dal notevole impatto.
Il quintetto asiatico mostra una buona tecnica applicata a idee sfruttate a suo tempo dai nomi storici del genere, riportate perfettamente alle orecchie dei fans in questo lavoro che non può non fare breccia tra i deathsters dai gusti melodici.

TRACKLIST
1.Enslavement to Torture
2.Genocidal Conspiracy
3.Spawn of Rage
4.Ghettos
5.The Fallen Reich
6.The Final Solution

LINE-UP
Syaz – Bass
Hanesh – Guitars (lead)
Clarence Chong – Vocals
Noh – Drums
Yuda – Guitars (rhythm)

ASSAULT – Facebook

Weregoat – Pestilential Rites of Infernal Fornication

Grazie all’accurata produzione il massacro si compie nitidamente e i Weregoat confezionano un gran lavoro di death puro e senza compromessi.

Con abbondante anticipo sulla data di uscita a fine giugno vi scriviamo la modesta recensione di questo disco maledetto, non doveste più avere nostre notizie andate a rifugiarvi con prontezza perché i demoni evocati dai Weregoat sono liberi.

Tutto ciò e molto altro ancora più in basso è ciò che verte intorno al disco, fatto di un un death black metal davvero distorto e malato. Molta malvagità è passata dai tempi dei primi dischi death davvero cattivi e degenerati, e vi sono state anche punte elevate in gruppi che hanno poi venduto meritatamente, ad esempio i Morbid Angel, per dire un nome. Qui invece la cattiveria, la velocità, la potenza e la pazzia sono una sordida preghiera al nero signore. I Weregoat non danno tregua e in questo esordio ci mettono tutto la degenerazione che hanno accumulato negli anni, anche grazie ad uscite musicali con durata inferiore a quella di questo disco. Vera gioia nera, pura perversione satanica, farfalla di un death Black molto sbilanciato verso il death più underground, e molto ben prodotto. Grazie all’accurata produzione il massacro si compie nitidamente e i Weregoat confezionano un gran lavoro di death puro e senza compromessi. Se questo è il debutto, verremo presto spazzati via.

TRACKLIST
01 Goat Lust
02 Osculum
03 Molested By Evil
04 Screaming
05 Forked Tongue
06 Full Moon
07 Under The Whip
08 Archgoat
09 As Cold as The Devils Seed
10 Pestilential Rites

LINE-UP
Lecherous Agressor – Guitar Sodomy
Nocturnal Hellfukker – SubAtomic Detonations and Kommands of Bestial Penetration
SadoSeducer- Doomhammers of primal lust and hate!

WEREGOAT – Facebook

The Dead Daisies – Live & Louder

Licenziato dalla Spitfire/SPV in vari formati, tra cui uno con un documentario ed interviste ai vari membri dei The Dead Daisies, Live & Louder fotografa perfettamente la dimensione live di una band che, ad oggi, può sicuramente esser considerato il super gruppo per eccellenza, almeno per quanto riguarda il genere suonato.

I ragazzi terribili sono tornati e dopo aver dato alle stampe un esordio omonimo, un secondo album dinamitardo come Revolución, ed un autentico capolavoro dal titolo Make Some Noise, mancava solo il classico live album (come si faceva una volta), che va ad immortalare una formazione ed una raccolta di canzoni che sono l’essenza stessa dell’hard rock.

La formazione è la stessa dell’ultimo lavoro (ricordo che i The Dead Daisies sono un progetto del chitarrista David Lowy , nel quale si sono dati il cambio musicisti che sono icone del genere) con un John Corabi straordinariamente in forma al microfono, la sezione ritmica composta dal batterista Brian Tichy e Marco Mendoza al basso, un signor chitarrista come Doug Aldrich e l’evento è servito.
Licenziato dalla Spitfire/SPV in vari formati, tra cui uno con un documentario ed interviste ai vari membri dei The Dead Daisies, Live & Louder fotografa perfettamente la dimensione live di una band che, ad oggi, può sicuramente esser considerato il super gruppo per eccellenza, almeno per quanto riguarda il genere suonato.
Ovviamente i brani suonati, pescati dai vari album, dal vivo assumono quel pizzico di verve in più che li rende delle autentiche perle, graffianti e spettacolari, ma anche bluesy, dove l’ elettricità lascia spazio alle atmosfere semiacustiche di Something I Said.
Long Way To Go e Mexico indicano una partenza che lascia senza fiato e sul posto almeno il 90% dei gruppi odierni, mentre il bolide The Dead Daisies sfreccia a tutta velocità verso un traguardo che prima vede passare la title track dell’ultimo album, il rock’n’roll di Fortunate Son, Join Together e With You And I stritolate da un serpente bianco, mentre Corabi elargisce lezioni da rockstar, Aldrich e Lowy strapazzano le loro sei corde e la coppia Tichy/Mendoza è una macchina da guerra hard rock.
In altri tempi i The Dead Daisies sarebbero osannati come stelle del rock alla pari dei gruppi storici, impressione che diventa consapevolezza all’ascolto di questo mastodontico live, mentre Helter Skelter, capolavoro heavy di quei quattro geni dei Fab Four, accompagna verso il gran finale gli astanti, presi a schiaffi da American Band, cover dei Grand Funk Railroad, e Midnight Moses dal bellissimo Revolución.
Per gli amanti dei live album, Live & Louder si rivela un album imperdibile, a rappresentare l’hard rock alla sua massima potenza.

TRACKLIST
1. Long Way To Go
2. Mexico
3. Make Some Noise
4. Song And A Prayer
5. Fortunate Son
6. We All Fall Down
7. Lock ‘ N’ Load
8. Something I Said
9. Last Time I Saw The Sun
10. Join Together
11. With You And I
12. Band Intros
13. Mainline
14. Helter Skelter
15. American Band
16. Midnight Moses

DVD content: total playing time: 85 min language: English video: NTSC / 16:9 audio: 2.0 Stereo Documentary “Live & Louder” (40min)
1. Intro
2. Looking back at 2016
3. Touring with the Daisies
4. Doug Aldrich
5. Show Preparation
6. Stage Fright
7. Song Favorites
8. Cover Songs
9. The Signing Sessions
10. Looking to the Future
Tour Recaps (25 min)
1. Recording
2. Musikmesse / Hessentag
3. Summer Tour
4. Freedom to Rock Tour
5. Arizona Cardinals
6. Japan / South Korea – U.S.O.
7. Kiss Kruise
8. Fall/Winter
Tour Bonus Content (20min)
1. Slideshow Best of 2016
2. Videoclip: Song and a Prayer
3. Videoclip: Join Together
4. Videoclip: Long Way to Go
5. Videoclip: Make Some Noise

LINE-UP
Brian Tichy – drums
David Lowy – guitars
John Corabi – vocals
Doug Aldrich – guitars
Marco Mendoza – bass

THE DEAD DAISIES – Facebook

STARBYNARY

Il nuovo lyric video del singolo “Malebolge”, estratto dall’album “Divina Commedia: Inferno” , uscito via Revalve Records a febbraio 2017.

La power prog metal band Starbynary ha rilasciato oggi il nuovo lyric video del singolo “Malebolge”:

estratto dall’ album “Divina Commedia: Inferno” , uscito via Revalve Records a febbraio 2017.

Puoi ascoltare l’intero album su:
Spotify: http://spoti.fi/2ktoNyF
Deezer: http://www.deezer.com/album/14746850

https://www.facebook.com/Starbynary/?fref=ts
http://www.revalverecords.com/Starbynary.html
https://www.facebook.com/revalverecords/
https://www.facebook.com/revalverecords/

Debackliner – Debackliner

Un album che cresce con gli ascolti e si mantiene su un buon livello per tutta la sua durata: metallo classico con tutti gli annessi e connessi, serve altro?

Attivi dal 2006 sotto un altro monicker (The Omega), poi cambiato qualche anno fa, arrivano solo ora al debutto i francesi Debackliner, band di metal classico che centra il bersaglio con questo buon debutto omonimo.

Chitarre maideniane, un cantante molto bravo ed il gioco è fatto, Debackliner offre quello che il metallaro chiede a gran voce da un gruppo di heavy metal classico: grinta, melodie ben incastonate in un sound che non manca di qualche spunto progressivo, ormai di norma nelle opere di genere in questi ultimi anni, un tocco epico dato dai chorus che sprizzano energia metallica e un lotto di brani che, senza risultare clamorosi, lasciano che mid tempo potenti, crescendo tipici della new wave of british heavy metal e qualche accelerazione thrash non facciano di certo annoiare l’ascoltatore.
Debackliner è lungi ad essere un album perfetto, ma senz’altro l’approccio thrash/power di brani come l’ottima Children Of The Night, la potenza epico metallica della portentosa Erase The Hordes, un brano tra l’heavy metal degli Iron Maiden e il power dei Blind Guardian, fanno proseliti tra i fans del metal classico, assolutamente d’accordo nel fare i sentiti complimenti al mattatore dell’album, il singer Bob Saliba.
E l’ugola del vocalist fa strage di cuori metallici tra le trame delle due spettacolari tracce che risultano il cuore pulsante di questo lavoro, le epiche e progressivamente metalliche cavalcate che rispondono al nome di The Omega e Jolly Roger.
Con questi due soli brani la band si conquista un buon voto, il sound del gruppo viene bilanciato da un’eleganza progressiva che ricorda gli Ark e, a tratti, i Masterplan del primo album, specialmente nelle linee melodiche del cantante che ricordano quelle del maestro Jorn, mentre le atmosfere oscure nello stacco centrale di Jolly Roger tornano a far risuonare il mood maideniano che avvolge l’intero lavoro.
Un album che cresce con gli ascolti e si mantiene su un buon livello per tutta la sua durata: metallo classico con tutti gli annessi e connessi, serve altro?

TRACKLIST
1.Pandora
2.Rise of Angel
3.Children of the Night
4.Werewolf
5.Erase the Hordes
6.Mr. Jack
7.The Omega
8.Jolly Roger
9.Circle

LINE-UP
Thomas Pognante – Bass
Serge Servise – Drums
Rémi Caleca – Guitars
Eric Luvera – Guitars (rhythm)
Bob Saliba – Vocals

DEBACKLINER – Facebook

Katharos XIII – Negativity

I Katharos XIII dimostrano di possedere le stimmate della band di livello superiore alla media, ed indicano un’ideale sbocco creativo a chiunque voglia offrire una personale rilettura della materia black metal.

Ancora una volta, in un lasso di tempo relativamente breve, ci troviamo a parlare di metal estremo in arrivo dalla Romania, con non pochi legami con gli album appena trattati.

Infatti, i Katharos XIII, al loro secondo full length, provengono anch’essi dalla fertile scena di Timisoara e vedono in line-up l’ormai nota figura di Fulmineos, all’opera con i magnifici Argus Megere, oltre ad Ordinul Negru ed un passato nei numi Negură Bunget.
Rispetto agli autori di VEII, il black metal in questo caso assume sembianze più sperimentali, anche se non mi trovo molto d’accordo con l’etichetta depressive assegnata nelle note di accompagnamento, se non per l’aspetto lirico che tiene perfettamente fede ad un titolo come Negativity.
In realtà, l’approccio dei Katharos XIII è piuttosto avanguardistico, pur senza spingersi verso orizzonti eccessivamente cervellotici, poiché appaiono sempre ben delineate le intuizioni melodiche e neppure si disdegnano ritmiche a tratti dall’impatto catchy, come avviene nell’opener XIII, traccia più che mai esemplificativa degli intenti dei nostri.
La pesantezza della successiva title track, del resto, è tutt’altro che sintomo di monotematicità, con l’esibizione di minacciosi break e rallentamenti che, come nel resto del disco, contribuiscono a rendere vario e poco scontato l’album.
Il velo di sofferenza che avvolge il lavoro si estrinseca attraverso trame sonore sempre brillanti, spesso di sorprendente originalità, che dal black traggono soprattutto l’interpretazione vocale e certe accelerazioni ritmiche: in Negativity vengono frullate con grande abilità pulsioni estreme, progressive e post metal, per un risultato finale sul quale si sarebbe potuto scommettere ad occhi chiusi alla luce del valore della crescente scena che questi musicisti rappresentano.
I Katharos XIII spargono con generosità all’interno del loro album diversi momenti di fulgore compositivo (ognuno dei sette brani è splendido, ma No One Left To Lead The Way e Inside spiccano per il loro trascinante incedere), dimostrando di possedere le stimmate della band di livello superiore alla media ed indicando un’ideale sbocco creativo a chiunque voglia offrire una personale rilettura della materia black metal.

Tracklist:
1. XIII
2. Negativity
3. No One Left To Lead The Way
4. The Chains Are So Beautiful
5. World’s Coffin
6. I Die Everytime I Walk This Path
7. Inside

Line-up:
F – vocals, guitars, keyboards
Andrei – guitars
SQ – bass
Sabbat – drums

KATHAROS XIII – Facebook