THEN COMES SILENCE

Il lyric video di ‘Strange Kicks’, dall’album “Blood” in uscita ad ottobre (Nuclear Blast).

I maestri svedesi post punk/dark wave THEN COMES SILENCE hanno pubblicato QUI il secondo singolo tratto dal quarto album, intitolato “Blood”.

Il frontman Alex Svenson spiega: “Promuoviamo la ricerca del piacere. Non sto dicendo che siamo impegnati a praticare l’edonismo, ma lo supportiamo. Quindi dai, andiamo! La canzone ‘Strange Kicks’ invita tutti ad accettare, consumare, dare e apprezzare il piacere e l’appagamento”.

“Blood” verrà pubblicato il 20 ottobre 2017 su Nuclear Blast.

La tracklist è la seguente:

“Blood”
01. The Dead Cry For No One
02. Flashing Pangs Of Love
03. Strange Kicks
04. My Bones
05. In Leash
06. Choose Your Poison
07. Good Friday
08. The Rest Will Follow
09. Magnetic
10. Warm Like Blood
11. Mercury
Limited 1st edition bonus track
12. Into Death Alone

‘The Dead Cry For No One’ music video: https://youtu.be/HhpiPB_C7gk

I singoli ‘The Dead Cry For No One’ & ‘Strange Kicks’ possono essere acquistati in digitale: http://nblast.de/TCSDigital

Fondati nel 2012 a Stoccolma dal cantante, nonché principale compositore Alex Svenson, i THEN COMES SILENCE hanno finora pubblicato tre album, guadagnandosi un seguito incredibile nella scena internazionale.

www.facebook.com/thencomessilence
www.nuclearblast.de/thencomessilence

Venom Inc. – Avé

Un buon album di nero metallo, Avè si può sicuramente descrivere così, lasciando che il nome della band non influisca troppo nell’ascolto e sul giudizio e cercando di lasciare il doveroso spazio alla musica.

L’incedere potente e cadenzato dell’opener Ave Satanas ci introduce al primo album di quella che è di fatto l’altra faccia dei Venom, quelli lontano da Cronos e che vedono all’opera la line up degli album a cavallo tra il decennio ottantiano e gli anni novanta (Prime Evil, Temple Of Ice e Waste Lands), quindi con Mantas alla sei corde, Abaddon alle pelli e Tony Dolan al basso e voce.

La nuova creatura chiamata Venom Inc. è nata due anni fa, debutta per Nuclear Blast con Avè, un buon album di heavy metal che alterna un approccio classico a qualche fugace velleità estrema, dosate sfumature industriali unite a quel black’n’roll che riportano al glorioso passato senza però cadere troppo nel nostalgico.
Il problema di questo lavoro è che probabilmente verrà giudicato con ben impresso il passato dei protagonisti ed il suo alter ego ancora attivo, mentre va detto che Avè vive di una sua spiccata personalità, più moderno di quello che ci si aspetta, prodotto egregiamente e con una serie di frecce scagliate che fanno davvero male.
Detto dell’opener, otto minuti di mid tempo maligno ed oscuro, la partenza a razzo della seguente Forged In Hell, che il lavoro alla consolle valorizza non poco, ci consegna una band che dall’alto dell’esperienza di Mantas e soci sa come maneggiare la materia metallica.
Chiaramente meno devoto alle veloci cavalcate dal flavour motorheadiano (a parte l’inno conclusivo Black N Roll che diventerà sicuramente il momento clou dei live) Avè ci propone un’ora di heavy metal moderno, come dovrebbe essere dopo l’avvento del nuovo millennio e le trasformazioni camaleontiche che il genere ha avuto nel corso degli anni, attraversato da venti estremi, dal thrash al death, fino all’industrial per poi essere riportato tra le braccia dei suoni classici.
Il mood oscuro ed evil che ovviamente aleggia sui brani di Avè non fa che conferirgli quei rimandi al passato che ne fanno un lavoro sicuramente apprezzato dai vecchi fans, ma che risulta ben piantato nel presente come dimostrano le devastanti Metal We Bleed e I Kneel To No God.
Un buon album di nero metallo, Avè si può sicuramente descrivere così, lasciando che il nome della band non influisca troppo nell’ascolto e sul giudizio e cercando di lasciare il doveroso spazio alla musica.

Tracklist
1. Ave Satanas
2. Forged In Hell
3. Metal We Bleed
4. Dein Fleisch
5. Blood Stained
6. Time To Die
7. The Evil Dead
8. Preacher Man
9. War
10. I Kneel To No God
11. Black N Roll

Line-up
Jeff “Mantas” Dunn – guitars
Tony “Demolition Man” Dolan – bass, vocals
Anthony “Abaddon” Bray – drums

VENOM INC. – Facebook

Sándor Vály – Young Dionysos

Suono come logos creatore, immanente e fuoriuscito da una volontà di potenza di un musicista davvero capace e totale in grado di fare, se vogliamo ridurlo a qualche genere, un ambient drone molto potente e magniloquente, un magma che entra sottoterra e poi fuoriesce da qualche altra parte, ancora più potente e devastatore.

Come giustamente afferma lo stesso multi strumentista, Young Dionysus non è un disco concepito per intrattenere, chi cerca divertimento può recarsi altrove.

Vály è uno sciamano che porta la sua musica nel cosmo attraverso l’atto di suonare tutto ciò che incontra con piglio metal e punk. Urgenza, sangue, ansia e paura, ma anche un immenso immaginario che come in un rito orfico sprigiona la sua forza primordiale per far espandere il suono nell’etere. Con questa musica si torna all’origine catartica della musica, quale musa ispiratrice per l’uomo, essendo in grado di agire sulla totalità psichica dell’essere umano. Suono come logos creatore, immanente e fuoriuscito da una volontà di potenza di un musicista davvero capace e totale in grado di fare, se vogliamo ridurlo a qualche genere, un ambient drone molto potente e magniloquente, un magma che entra sottoterra e poi fuoriesce da qualche altra parte, ancora più potente e devastatore. Dentro Young Dionysus possiamo trovare una scrittura musicale di altissimo livello, senza confini e senza limiti, e uno dei pregi maggiori di Vály è di riuscire a tessere un discorso coerente nonostante l’immensità della materia, e il pericolo di debordare grazie al suo talento. Accade invece che il disco sia molto coerente con il suo enunciato, e si dipani davanti agli occhi, ma soprattutto dentro al cervello di chi è disposto ad accogliere un cosmos più che un’opera musicale. Stupisce anche la grande accessibilità del linguaggio musicale di Vály, che come un medium riesce a farsi tra sé stesso e il suo sterminato universo musicale, scrivendo un disco davvero bello ed originale. Si viene rapiti dalla bravura e dall’attitudine metal del musicista, e capita che a volte durante i concerti spacchi il pianoforte a colpi di ascia, nella stessa maniera nella quale rompe le convenzioni musicali.

Tracklist
1. Young Dionysus
2. Drumwork
3. Overture
4. Vine Song
5. Bacchanale

EKTRO RECORDS – Facebook

Rings Of Saturn – Ultu Ulla

Band come i Rings Of Saturn sono irrimediabilmente destinate a dividere pubblico e critica, tra chi li idolatrerà come geni indiscussi e chi invece nella loro musica, a tratti tecnica in modo esasperato, troverà solo freddo estremismo senza emozioni.

Band come i Rings Of Saturn sono irrimediabilmente destinate a dividere pubblico e critica, tra chi li idolatrerà come geni indiscussi e chi invece nella loro musica, a tratti tecnica in modo esasperato, troverà solo freddo estremismo senza emozioni.

La verità come sempre sta nel mezzo, vero è che questa nuova parte del concept fantascientifico creato da Lucas Mann e compagni ed intitolato Ultu Ulla (in sumero Tempo Immemore) nulla aggiunge e nulla toglie al sound fin qui proposto dal gruppo della Bay Area, giunto ormai al quarto lavoro in otto anni.
Il genere proposto dagli anelli di Saturno è un deathcore/djent tecnicissimo, composto da tonnellate di potenza estrema, da ottime parti progressive (i momenti acustici stemperano la tensione prima che vi esploda il supporto digitale tra le mani) e da un’inumana violenza: è così che, a brani che spingono agli applausi, dando a Cesare quel che è di Cesare (una tecnica individuale eccelsa), se ne avvicendano altri in cui la sola fredda esecuzione lascia poco o niente all’ascoltatore.
Concept fantascientifico, musica estrema devastante, potenza espressa al limite dell’umano, ma se il gruppo statunitense vuole descrivere guerre e pericoli in arrivo da altri pianeti, ci riesce solo a tratti: troppe sono le note lanciate all’impazzata contro l’ invasione nelle varie Servant Of This Sentience, Immemorial Essence o The Macrocosm, aperta da un suggestivo arpeggio acustico e poi torturata dalla tempesta spaziale in atto (ma pur sempre la traccia più riuscita e progressiva dell’album).
Saranno pure i nuovi eroi dell’alien deathcore (come amano definirsi), ma se vi piace farvi spaventare da oscure trame fantascientifiche e terrificanti alieni, nel black hole creato nello spazio esiste già un mostro devastante e minaccioso … e si chiama Mechina!

Tracklist
01. Servant of this Sentience
02. Parallel Shift
03. Unhallowed
04. Immemorial Essence
05. The Relic
06. Margidda
07. Harvest
08. The Macrocosm
09. Prognosis Confirmed
10. Inadequate

Line-up
Lucas Mann – Guitars, Bass, Synth
Ian Bearer – Lyrics, Vocals
Aaron Stechauner – Drums
Miles Dimitri Baker – Guitar

RINGS OF SATURN – Facebook

HAKEN

Il video di “Lapse”, brano tratto dall’album “Affinity”, pubblicato lo scorso anno (Inside Out)..

Gli HAKEN hanno reso disponibile il video di “Lapse”, brano tratto dall’acclamatissimo album “Affinity”, pubblicato lo scorso anno su Inside Out Music.

Il video è stato creato da Miles Skarin presso i Crystal Spotlight studios. Di seguito il video di “Lapse”:

The band comments: “Lapse was one of the first tracks we wrote for Affinity. Now more than a year since the album’s release, it’s great to finally give this song a chance to stand out on its own, as it’s one of our favorites!

Visually, we wanted to maintain a consistency with our videos for ‘Initiate’, ‘Earthrise’ and ‘The Endless Knot’, so we returned to Miles Skarin at Crystal Spotlight to complete the series. The video incorporates a 3D motion capture technique (previously used on Frost*’s ‘Numbers’ video) to tie in with Affinity’s themes of artificial intelligence/consciousness.”

The full list of North American tour dates is as follows:

23.08 – The Shelter, Detroit, MI
24.08 – Lee’s Palace, Toronto, ON
25.08 – Club Soda, Montreal, QC
26.08 – Salle Multi, Quebec City, QC
27.08 – Brighton Music Hall, Boston, MA
29.08 – Skully’s Music Diner, Columbus, OH
30.08 – The Grog Shop, Cleveland Heights, OH
31.08 – Rex Theater, Pittsburgh, PA
1.09 – Foundry @ The Fillmore, Philadelphia, PA
2.09 – Highline Ballroom, New York, NY
3.09 – Rock & Roll Hotel, Washington, DC
5.09 – Motorco Music Hall, Durham, NC
6.09 – Progpower USA XVIII, Atlanta, GA
10.09 – El Plaza Condesa, Mexico City, MEX
12.09 – The House of Blues, Anaheim, CA
13.09 – Slim’s, San Francisco, CA
14.09 – The Roxy Theatre, W.Hollywood, CA
15.09 – Backstage Bar & Billiards, Las Vegas, NV
16.09 – Urban Lounge, Salt Lake City, UT
17.09 – Marquis Theater, Denver, CO
19.09 – Amsterdam Bar & Hall, St Paul, MN
20.09 – Shank Hall, Milwaukee, WI
21.09 – The Emerson Theater, Indianapolis, IN
22.09 – Delmar Hall, St Louis, MO
23.09 – Bottom Lounge, Chicago, IL

Following these the dates, the band will also be playing in Australia for the very first time. Find those dates below:
28.09 – The Zoo, Brisbane, Australia
29.09 – 170 Russell, Melbourne, Australia
30.09 – The Factory, Sydney, Australia
1.10 – Capitol, Perth, Australia

The band recently reissued their first two albums ‘Aquarius’ and ‘Visions’ as brand new remastered editions. Pick up the albums below:

“Aquarius” http://smarturl.it/HAKENaquarius
“Visions” http://smarturl.it/HAKENvisions

Newly remastered by the renowned Jens Bogren (Devin Townsend Project, Between the Buried & Me) both are available as 2CD Digipaks, digital album including the entire albums as instrumentals, and on vinyl, arriving as Gatefold heavyweight 2LP editions with the full album on CD included.

Latest album ‘Affinity’ was released in April this year, and received great reactions from press; find a selection of them below:
“dextrous prog metal with retro pizzazz and roller-coaster riffs” – PROG Magazine
“Affinity proves what a unique and spellbinding band Haken are” – Metal Hammer 8/10
“inescapable melodic hooks and absorbing textures” – Total Guitar 4/5
“Affinity will be hailed as one of the landmarks of 2016 and beyond.”- Powerplay 9/10

Pick up your copy of the album below:
http://smarturl.it/affinityITUNES
http://smarturl.it/affinityAMAZONmp3
http://smarturl.it/affinityAMAZON
http://smarturl.it/affinityIOMshop
http://smarturl.it/INO_US-HAKEN

The band has also previously launched videos for the tracks ‘Earthrise’, ‘The Endless Knot’ and ‘Initiate’.
Earthrise: https://youtu.be/hQ8KqJJJJhk
The Endless Knot: https://youtu.be/IVZHNPyMhMo
Initiate: https://youtu.be/-7pEXGCtnnk

HAKEN online:
www.hakenmusic.com
www.twitter.com/Haken_Official
http://www.facebook.com/HakenOfficial

INSIDEOUTMUSIC online:
www.insideoutmusic.com
www.youtube.com/InsideOutMusicTV
www.facebook.com/InsideOutMusic
www.twitter.com/insideouteu
www.insideoutshop.de

The Sarcophagus – Beyond This World’s Illusion

Se qualcuno volesse ascoltare un disco di black metal suonato con tutti crismi e con le connotazioni tipiche del genere nato tra le foreste ed i fiordi della Norvegia, faccia un salto … in Turchia.

E proprio dal paese europeo politicamente, ma asiatico dal punto di vista geografico, che arrivano i The Sarcophagus, band che viene definita tra le più antiche esponenti del genere nel suo paese, in virtù di una storia ormai ultra ventennale.
Se l’anzianità di servizio vuol dire qualcosa non ci sono dubbi, quindi, sulla bontà e soprattutto l’attendibilità di un lavoro che, davvero, se ci fosse stato presentato come il parto di un gruppo scandinavo nessuno avrebbe potuto dubitarne.
Solo buoni copisti dunque, i The Sarcophagus? No, perché per far proprio un genere come il black non basta solo suonarlo ma bisogna anche viverlo e conoscerlo a fondo. E questo è senza dubbio il caso di Burak Sümer, alias Nahemoth, musicista di Ankara che guida questa band dal 1996, offrendo una quantità di musica risibile rispetto alla sua lunga storia, ma un’immensa qualità racchiusa anche negli unici due full length, Towards the Eternal Chaos del 2009 e quest’ultimo Beyond This World’s Illusion.
Il nostro, nel precedente lavoro si era fatto aiutare alla voce nientemeno che da Niklas Kvarforth, questo tanto per rimarcare di quale credibilità goda Nahemoth nell’ambiente, mentre in quest’ultima occasione al microfono troviamo Mørkbeast (o Mørk) dei russi Todestriebe, confermando al basso l’ormai stabile figura dell’altro musicista turco Ozan Yıldırım (Frostmourne).
Il black metal offerto dai The Sarcophagus è un qualcosa che va molto vicino allo stato dell’arte del genere, essendo esattamente ciò che si attende ogni appassionato senza però risultare scontato in alcuna sua fase: nove brani per tre quarto d’ora resi con un approccio oscuro, privo di tentazioni sperimentali, con splendide aperture melodiche ed una produzione di raro equilibrio.
Per rendersi conto di quanto appena detto basterebbe prendere due episodi a caso, ma nello specifico opterei per la coppia centrale The Profanity Rites e Sapremia of Earthly Creatures, tracce nelle quali vengono esibite in maniera emblematica un po’ tutte le doti del gruppo anatolico.
Beyond This World’s Illusion è un lavoro che ci si può godere anche grazie al lavoro di un etichetta come la Satanath Records, che ne ha evitato la permanenza in un pericoloso limbo: inoltre, ad arricchire un’opera già di per sé irrinunciabile, troviamo un contributo italiano sotto forma della paurosa copertina creata da Paolo Girardi, uno dei grafici più ricercati del momento in ambito metal.
Difficile, fare di più e di meglio, per chi suona questo genere che, a discapito dei detrattori, dimostra d’avere la capacità di rigenerasi trovando protagonisti all’altezza ad ogni latitudine.

Tracklist:
1. Reign of Chaos
2. Ain Sof
3. Dymadiel
4. The Profanity Rites
5. Sapremia of Earthly Creatures
6. Triumphant Divine Terror
7. Armoured Death
8. Flaming Key to Divine Wisdom
9. Apocalyptic Beast

Line-up:
Burak Sümer – Guitars, Synths
Ozan Yıldırım – Bass
Mørkbeast – Vocals

THE SARCOPHAGUS – Facebook

Blind Guardian – Live Beyond The Spheres

Un rito lungo ben tre dischetti ottici per glorificare il credo musicale e concettuale di un gruppo unico nel suo genere, ultimamente spesso dimenticato dagli addetti ai lavori quando si parla di metal classico, ma stabile ai primi posti nelle preferenze degli ascoltatori

Una volta gli album live erano soliti uscire per fermare su nastro il momento d’oro di un gruppo o un’artista: Made In Japan, Alive, The Song Remains The Same raccoglievano l’esperienze dal vivo delle band e dei loro fans, in un’epoca dove il tubo era quello del lavandino e non la più famosa diavoleria del web.

Nel corso degli anni tanto è cambiato e il gruppo che licenzia un album dal vivo non fa più notizia, a meno che non sia una band popolare o amata come i Blind Guardian.
I quattro bardi di Krefeld tornano con il terzo live nella loro ormai lunga carriera costruita su nove album che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia del power metal tedesco e non solo, dal lontano Battalions Of Fear, datato 1988, passando per capolavori epocali come Imaginations From The Other Side e l’immenso Nightfall in Middle -Earth (probabilmente il picco più alto della discografia del guardiano cieco, e la migliore opera sull’immaginario tolkeniano in senso assoluto), per arrivare alle ultime produzioni, meno dirette e più pompose e progressive.
Beyond The Red Mirror ha dato il via due anni fa ad un lungo tour di supporto culminato in questo mastodontico triplo cd che raccoglie tutto il meglio della produzione di Hansi Kürsch e compagni, tra folletti, maghi, terre di mezzo, orchi, hobbit e tanto heavy power metal, splendidamente epico, melodico e suggestivo.
Se vi chiedete il perché del tanto amore con cui i fans si dedicano alla musica e al mondo dei Blind Guardian, Live Beyond The Spheres è la più esaudiente delle risposte.
Un rito lungo ben tre dischetti ottici per glorificare il credo musicale e concettuale di un gruppo unico nel suo genere, ultimamente spesso dimenticato dagli addetti ai lavori quando si parla di metal classico, ma stabile ai primi posti nelle preferenze degli ascoltatori, premiati da un’opera monumentale che attraversa trent’anni di metal teutonico in una delle sue migliori interpretazioni.
The Ninth Wave, tratta da Beyond The Red Mirror, apre le danze intorno al fuoco nella contea, seguita dai brani che hanno segnato la carriera del gruppo, dalla spettacolare Nightfall (Nightfall in Middle-Earth) a Imaginations From The Other Side, And The Story Ends e A Past And A Future Secret.
Il coro di The Bard’s Song apre squarci nei cuori degli amanti del guardiano cieco, così come Majesty (Battalions Of Fear), Valhalla (Follow The Blind) e Mirror Mirror, mentre le voci si fanno sempre più roche, le spade alzate al cielo luccicano di una luce intensa e la band ci saluta dal palco, perfettamente a suo agio dopo così tanti anni davanti ai suoi prodi e fedeli fans.
Un lavoro davvero bello che, per una volta lascia ad altri inutili giudizi tecnici, per farci concentrare sulle emozioni suscitate da una buona fetta di storia del power metal tedesco.

Tracklist
CD1
01. The Ninth Wave
02. Banish From Sanctuary
03. Nightfall
04. Prophecies
05. Tanelorn
06. The Last Candle
07. And Then There Was Silence
CD2
01. The Lord Of The Rings
02. Fly
03. Bright Eyes
04. Lost In The Twilight Hall
05. Imaginations From The Other Side
06. Into The Storm
07. Twilight Of The Gods
08. A Past And Future Secret
09. And The Story Ends
CD3
01. Sacred Worlds
02. The Bard’s Song (In The Forest)
03. Valhalla
04. Wheel Of Time
05. Majesty
06. Mirror Mirror

Line-up
Hansi Kürsch – Vocals
André Olbrich – Guitars
Marcus Siepen – Guitars
Frederik Ehmke – Drums

BLIND GUARDIAN – Facebook

Closet Disco Queen – Sexy Audio Deviance for Punk Bums

Dopo il debut album omonimo del 2015, i Closet Disco Queen tornano in pista con questo nuovo lavoro che certo non può rendere giustizia alle loro capacità in soli tre brani.

Sexy Audio Deviance for Punk Bums è un EP di sole tre canzoni, di puro prog-rock sperimentale carico di influenze di vari generi.

I Closet Disco Queen sono un duo di recente formazione composto dal chitarrista Jonathan Nido e dal batterista Luc Hess, decisi a creare un progetto insieme. Dopo il debut album omonimo del 2015, tornano in pista con questo nuovo lavoro che certo non può rendere giustizia alle loro capacità in soli tre brani. La opening track Ninjaune inizia con l’atmosfera tipica dell’ambient (che potrebbe fuorviare gli ascoltatori) per poi crescere gradualmente d’intensità e volume dando spazio ad un più rude e rozzo metal, per poi calare di nuovo nel finale. Si passa poi a El Moustachito, secondo brano dall’intro quasi punkeggiante, che continua con uno stoner influenzato da chitarre heavy che non dà modo all’ascoltatore di annoiarsi. A chiudere l’EP, il brano Délicieux che ci trasporta nelle atmosfere di settantiana memoria, un mix di blues e hard rock con influenze tipiche del prog che rende giustizia all’intero lavoro, rivelandosi una degna conclusione. Nel complesso, i Closet Disco Queen si sono costruiti un’ottima base di lancio creando qualcosa di nuovo, un prog di stampo “antico” ma proiettato nel futuro grazie ad influenze che attingono dal moderno. Il duo è perfettamente amalgamato ed in sintonia, e riesce a creare un ibrido che spazia da atmosfere tipiche del rock anni ’70 ad un più rude metal con caratteristiche dell’heavy, e non solo. Insomma, una band della quale sentiremo ancora parlare.

Tracklist
1. Ninjaune
2. El Moustachito
3. Délicieux

Line-up
Luc Hess – Drums
Jona Nido – Guitar

CLOSET DISCO QUEEN – Facebook

Go Ask Alice – Perfection Is Terrible

Se la perfezione è terribile, almeno musicalmente i nostri il rischio lo corrono avvicinandovisi pericolosamente, tramite la proposta di di sonorità cristalline a cavallo tra l’elettronica e l’ambient, dai tratti pacati ma non prive di repentini slanci melodici.

Primo passo discografico per questo trio di musicisti romani denominato Go Ask Alice, i quali raccolgono i brani composti in questi anni riversandoli su questo breve lavoro, sicuramente interessante e di buona fattura relativamente al tipo di sound proposto, intitolato Perfection Is Terrible.

Nelel vita di tutti i giorni, nelle molteplici attività ed i diversi ruoli che la vita offre in sorte, personalmente vedo la ricerca verso un costante miglioramento come un qualcosa di positivo, che spinge le persone a non accontentarsi di un’aurea mediocritas, ma dall’altra, se subentra in tutto questo un aspetto maniacale diviene una sorta di patologia in gradodi rovinare l’esistenza in maniera irrimediabile; una frase come Perfection Is Terrible riassume tutto questo proprio perché, pensandoci bene, il raggiungimento di tale stato equivale alla fine di un qualsiasi percorso evolutivo, assimilabile metaforicamente alla morte.
Comunque, se la perfezione è terribile, almeno musicalmente i nostri il rischio lo corrono avvicinandovisi pericolosamente, tramite la proposta di di sonorità cristalline a cavallo tra l’elettronica e l’ambient, dai tratti pacati ma non prive di repentini slanci melodici.
Infatti, questi otto brevi brani interamente strumentali esibiscono una buona varietà compositiva abbinata ad una gamma di soluzioni abbastanza dinamiche, ovvero tutto quanto serve per non rendere tedioso un album strutturato in questa maniera.
Ed in effetti, la formazione a tre composta dai due fondatori Lorenzo Albanese e Flavio Moro e da Valerio Occhiodoro (aggiuntosi dopo un paio d’anni) consente proprio di sfuggire ai minimalismi delle one man band, offrendo un sound più ricco e sfaccettato, e soprattutto non freddo, nonostante il substrato fondamentalmente elettronico possa far ritenere il contrario.
Anche l’utilizzo a tratti di una batteria “vera” e della chitarra acustica (ad opera rispettivamente degli ospiti Curzio Ferri ed Andrea Oggiano) si rivela un particolare non indifferente capace, di rendere ancor più accattivante e coinvolgente l’operato dei Go Ask Alice; fatto il primo passo, quello che ci si attende ora da questi musicisti capitolini è la conferma su un minutaggio complessivo più consistente delle buone sensazioni destate con Perfection Is Terrible.

Tracklist:
1.Intro
2.Loud
3.Close to the river
4.The shout
5.Section three
6.Nova
7.Morning
8.Nothing to be sad

Line up:
Lorenzo Albanese: bass, keyboards, electric guitar
Flavio Moro: synthetizers, keyboards, drum programming
Valerio Occhiodoro: electric guitar

Guests:
Curzio Ferri: drums
Andrea Oggiano: acoustic guitar

GO ASK ALICE – Facebook

Craving Angel – Redemption

Tutti gli ingredienti di base dell’heavy metal, usati in abbondanza dal gruppo, fanno dell’album un perfetto lavoro targato 1984 o giù di li: non un male a priori, visto che molti dei brani di Redemption sono perfetti esempi della più pura interpretazione del genere.

Ancora un’altra uscita marchiata dalla pavese Minotauro Records all’insegna dell’heavy metal old school.

Questa volta l’etichetta italiana vola negli States, precisamente a White Bear Lake (Minnesota) per catturare questi angeli dell’heavy metal classico e fermatisi negli anni ottanta.
I Craving Angel segnano come data di nascita nel documento d’identità metallico il 1984 ma, di fatto, l’unica uscita in trent’anni si fermava al demo omonimo uscito nel 1987.
Finalmente nel 2014 Dark Horse interrompeva il silenzio discografico con una raccolta di materiale scritto dal gruppo in tutti questi anni, mentre l’odierno Redemption si compone di brani più recenti, anche se attitudine, produzione, suoni e copertina rimangono confinati nel decennio ottantiano.
Tutti gli ingredienti di base dell’heavy metal, usati in abbondanza dal gruppo, fanno dell’album un perfetto lavoro targato 1984 o giù di li: non un male a priori, visto che molti dei brani di Redemption sono perfetti esempi della più pura interpretazione del genere.
Il leader ed unico membro superstite della formazione originale (il cantante Buddy Hughes) si accompagna per questa avventura con il chitarrista e batterista Jimmy Cassidy ed il bassista Erick Wright, mentre Dirty Girls apre le ostilità, tra heavy metal e street: così, passeggiando per il Sunset Boulevard, si incontrano le stesse, ormai rugose facce e Freak Show con il suo potente mid tempo si colloca tra gli Wasp ed i L.A Guns.
I Craving Angel non si fanno certo intimorire dall’età o dal tempo ormai passato e nel 2017 ci fanno ballare al ritmo irriverente e rock’n’roll di Bad Voodoo (Motley Crue DOC), mentre Dream Chaser solca territori più metallici e duri.
Hughes si dimostra cantate di razza , dando la giusta interpretazione alle vari atmosfere dei brani che continuano a saltellare tra l’heavy e lo street, mentre l’atmosfera da musicassetta consumata nella vecchia autoradio di papà è li a ribadire l’attitudine old school della proposta dei Craving Angel.
In conclusione, un lavoro ad uso e consumo dei nostalgici e con molti dei pochi capelli rimasti ormai imbiancati, ma valido, almeno per quanto riguarda il songwriting.

TRACKLIST
01. Dirty Girls
02. Crash and Burn
03. Chicaboom
04. Hells Waiting
05. Roses Are Red
06. Outta My Way
07. Freak Show
08. Bad Voodoo
09. Everything I do
10. Gonna Party
11. Dirty Little Secret
12. Dream Chaser
13. She’s No Lady
14. Gonna Getcha
15. New Day
16. Primadonna
17. Roses are Red (acoustic version)

LINE-UP
Buddy Hughes – Vocals
Jimmy Cassidy – Guitar, Drums
Erick Wright – Bass

CRAVING ANGEL – Facebook

TEN

TEN PRESENTS “JEKYLL AND HYDE”, THE LATEST MUSIC VIDEO FROM NEW ALBUM “GOTHICA”

The British Melodic Hard Rock band TEN unveiled today the fourth single and second music video from their brand new (13th) studio album entitled “Gothica”, which was released on the 7th of July, 2017 via Frontiers Music srl. Inspired by Robert Luis Stevenson’s classic science gothic novel “Strange Case Of Dr Jekyll and Mr Hyde” (1886), “Jekyll and Hyde” is a classic rock track, which lyrics describe mr.Hyde’s search for his next victim in the dark streets, lit only by the light of the moon.

“Gothica” was produced by Gary Hughes and mixed/mastered by Dennis Ward, a longstanding professional association which has been ongoing since Dennis mixed TEN’s 2011 album, “Stormwarning”.

Additionally, the album features stunning original artwork by Stan W. Decker, while the atmospheric sleeve photography is once again provided by the remarkably talented Adrian Ashworth.

You can preorder “GOTHICA” NOW: http://radi.al/Gothica
Frontiers: http://www.frontiers.shop
Amazon: http://radi.al/GothicaAmazon
iTunes: http://radi.al/GothicaiTunes
Google Play: http://radi.al/GothicaGooglePlay

Listen to TEN on Spotify: http://radi.al/GothicaSpotify

Tracklisting:
1. The Grail
2. Jekyll And Hyde
3. Travellers
4. Man For All Seasons
5. In My Dreams
6. The Wild King Of Winter
7. Paragon
8. Welcome To The Freak Show
9. La Luna Dra-cu-la
10. Into Darkness

TEN is:
Gary Hughes – Vocals, Backing Vocals, Guitar, Bass and Programming
Dann Rosingana – Guitar
Steve Grocott – Guitar
John Halliwell – Guitar
Steve McKenna – Bass Guitar
Darrel Treece-Birch – Keyboards
Max Yates – Drums and Percussion
Additional Backing Vocals – Karen Fell

http://www.tenofficial.com/
https://www.facebook.com/TenOfficial
https://twitter.com/TENOfficial_UK

Zaiph – New Era

Ci troviamo in presenza di una maniera di interpretare la materia robusta e nel contempo melodica, senza sconfinare in soluzioni banali ed impreziosita da ottimi suoni.

Gli argentini Zaiph sono una band attiva più o meno dall’inizio del decennio e offrono, con New Era, la loro terza prova su lunga distanza.

Il gruppo, guidato dal cantate, tastierista e compositore Nico Moroni, dimostra sicuramente l’intenzione di non appiattirsi su una riproposizione scontata di sonorità del passato, proponendo un heavy/prog metal che, invece di prendere come riferimento naturale i nomi più in vista del settore, riporta alla mente semmai band notevoli ma che non sono certo passate alla storia, una tra queste gli Angel Dust ma infiorettati da una maggiore propensione progressiva:
Questo fa capire che ci troviamo in presenza di una maniera di interpretare la materia robusta e nel contempo melodica, senza sconfinare in soluzioni banali ed impreziosita da ottimi suoni, questo favorito anche dal fatto che Moroni, per mixaggio e masterizzazione dell’album, si è avvalso dell’aiuto di un nome pesante come quello di Dan Swanö.
New Era si snoda lungo lungo 13 tracce inquiete che, di volta in volta, vanno anche a scomodare fonti di ispirazione più importanti come Nevermore e, a tratti, anche i Savatage più progressivi, dando vita ad un opera a suo modo personale proprio perché questi riferimenti (anche se quelli citati non appaiono invece tra le fonti di ispirazione dichiarate) si rivelano sotto forma di accenni che tendono a rappresentare, con buona omogeneità, tutte le diverse anime.
L’album risulta così piacevole e senz’altro degno di nota, anche se forse, a mio avviso, manca quel paio di di brani trainanti che spinga, poi, ad apprezzare la tracklist nel suo insieme: solo un piccola screpolatura, comunque, visto che tracce come Wild Beauty, Song of the Mountain, The Devil’s Swing e la più composita Seconds (Part ll) spiccano sia pure di poco per la loro qualità e la presenza di spunti davvero notevoli.
L’interpretazione vocale di Moroni è apprezzabile, soprattutto perché, non essendo in possesso di un registro dalla particolare estensione, evita inutili forzature risultando ugualmente espressivo e in definitiva gradevole.
Indubbiamente, a differenza di questo avviene in Brasile, le difficoltà per emergere in campo metal nel resto del Sudamerica non sono poche, alla luce di scene vitali, fresche ma di dimensioni ancora troppo ridotte per poter consentire uno sbocco più facile in Europa e nel nord del continente americano.
E’ un peccato, quindi, che una band del valore degli Zaiph debba fare un po’ tutto da sola per cercare di divulgare la propria buona musica; è probabile che, con l’approdo in Francia di Moroni, stabilitosi a Tolosa, le cose possano migliorare in tal senso e personalmente me lo auguro, visto che la musica contenuta in New Era è di un livello più che sufficiente per rendersi appetibile per i fans di alcune delle band citate, oltre per chi apprezza l’heavy/prog metal nel suo complesso.

Tracklist:
1.Tomorrow’s Promises
2.Mental Equinoxis
3.Wild Beauty
4.Blow!!!
5.Don’t Live a lie
6.Gates
7.Song of the Mountain
8.In The End
9.The Devil’s Swing
10.The Butterflies Carrousel
11.Seconds ( Part ll )
12.Conscious Minds
13.13 Lunas

Line up:
Nico Moroni: Lead and Backing Vocals, Keyboards, Piano and Synths
Luca Frizza: Lead and Rhytim Guitar; Percussion
Pablo Cesar Moreno: Lead and Acoustic Guitars
Nanci Bochatay: Bass and Vocals
Luis Morero: Drums

Additional Musicians:
Alejandro Goncebat : Percussion “Gates”; “Song of the Mountain”; “The Butterflies Carrousel”
Marcelo Camusso: Percussion “Gates” ; Flute and Tibetan Bowls “Song of the Mountain”
Leo Verra: Piano and Synths “In The End”; “Seconds (Pt ll)”

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Agonia Black Vomit- Cosmosatanic Wisdom

Nelle canzoni di Agonia Black Vomit vi sono tante cose e Cosmosatanic Wisdom è tutto da scoprire, con la sorpresa e la gratificazione dei dischi che vanno oltre la musica e che disegnano altre traiettorie, così poco comuni di questi tempi.

Black metal molto poco ortodosso dall’Italia, pubblicato da una delle migliori etichette della scena.

Se quanto sopra non vi ha convinto, ascoltate direttamente in disco, che merita moltissimo. Il black metal proposto dagli Agonia Black Vomit ha un taglio fortemente mediterraneo, infatti si rifà alla scena italo/greca, che ha le sue belle differenze rispetto a quella scandinava. Qui non troviamo solo velocità, ma molta incisività e ricerca di un giusto equilibrio tra potenza, marcezza, il tutto sotto la nera egida dell’unico Signore possibile. Questa one man band italica, avvolta dal giusto mistero, è debitrice dell’ortodossia black metal, ma si stacca quasi dal nero sentiero per esplorare personalmente le tenebre, e trova efficacemente una via personale. La voce è un growl marcio ma intelligibile, la produzione è molto precisa e rende giustizia della bravura dell’unico membro Agonia. Non vi sono rilevanti novità sonore, e non erano nemmeno richieste, poiché questo è un solido disco di black metal, strettamente per gli amanti del genere. Una delle proprietà migliori del genere è che si può declinare in molti termini e questo è uno dei migliori. Ascoltando Cosmosatanic Wisdom si entra in una visione del mondo che, man mano che si procede, diventa molto chiara e condivisibile, poiché il peggiore satanismo lo abbiamo sotto i nostri occhi tutti i giorni, mentre quello qui contenuto è di livello molto più elevato. Nelle canzoni di Agonia Black Vomit vi sono tante cose e Cosmosatanic Wisdom è tutto da scoprire, con la sorpresa e la gratificazione dei dischi che vanno oltre la musica e che disegnano altre traiettorie, così poco comuni di questi tempi. Per i neri amanti o per chi volesse sviare, ma si sappia che non è la follia di un attimo, bensì una filosofia ben definita e soprattutto difficile e dolorosa.

Tracklist
01. Departure From Degrade
02. Engines Of Hate
03. The Acid Soil
04. Parallel Descanting Visions
05. The Peaceful Solitude
06. Alone
07. Symphony Of Suffering

AGONIA BLACK VOMIT – Facebook

Bloodphemy – Bloodline

Una quarantina di minuti immersi nel death metal, ignorante quanto si vuole, scolastico in certi frangenti, ma che ha nella sua anima maligna un’onestà intrinseca che valorizza questo assalto sonoro senza compromessi.

Sulle pagine di In Your Eyes erano apparsi lo scorso anno, quando vi parlammo dell’ep Blood Will Teel, licenziato dalla Sleaszy Rider, che di fatto fu un ritorno per il gruppo olandese dopo quattordici anni dallo storico demo.

La firma per la label greca ha portato continuità e costanza in casa Bloodphemy, così siamo a presentarvi il nuovo e primo full length intitolato Bloodline.
Il gruppo è formato da musicisti navigati della scena estrema underground, militanti tra le file di Devious, Altar, Bleeding Gods, Pleurisy e Beyond Belief,  impegnati nel portare lo storico monicker in cima alle preferenze dei deathsters attenti a cosa si muove nel sottosuolo metallico.
Bloodline, come il predecessore, è un pezzo di granito brutal death metal, old school e dalle influenze che guardano alla storica scena europea (God Dethroned, Gorefest) .
Si viaggia veloci e senza compromessi sui binari tracciati dai gruppi di riferimento: Arnold Oudemiddendorp , brutale orco proveniente dalla terra dei tulipani, ed i suoi compari ci prendono per il collo, sballottandoci con nove esplosioni di adrenalinico e potentissimo death metal, ordinario nel suo sviluppo ma tremendamente efficace nel far crollare dighe a suon di esplosioni estreme.
Una quarantina di minuti immersi nel death metal, ignorante quanto si vuole, scolastico in certi frangenti ma che ha nella sua anima maligna un’onestà intrinseca che valorizza questo assalto sonoro senza compromessi.
Un piacere non esserci sbagliati un anno fa, un dovere farvi conoscere questo nuovo lavoro, lasciate che la bestia che è in voi esca prepotentemente e sfoghi la sua ira grazie alle devastanti Void, Madness ed Annihilation.

TRACKLIST
1. Void
2. Blood Will Tell
3. Sides
4. Infanity
5. Madness
6. Soulmate
7. Obsessed
8. Annihilation
9. Contravene

LINE-UP
Arnold Oudemiddendorp – Vocals
Edwin Nederkoorn – Drums
Rutger van Noordenburg – Guitars
Wicliff Wolda – Bass
Winfred Koster – Guitars

BLOODPHEMY – Facebook

https://www.youtube.com/watch?v=fHLC3aay3F4

Hell Done – The Dark Fairytale

Gli Hell Done si sono ritrovati ed hanno finito il lavoro iniziato tanti anni fa, raccontando con The Dark Fairytale una tragica storia d’amore supportata dalle note epiche, dure, a tratti violente, dell’heavy metal dai rimandi speed/thrash.

Gli Hell Done portano a termine quello che era stato iniziato anni fa, ed è così che The Dark Fairytale può finalmente vedere la luce e la storia del paladino Riccardo essere raccontata.

Un percorso iniziato nel 1998 ed interrotto più volte, quello della band bolognese, con i soliti problemi che affliggono molti gruppi underground, falcidiati da continui cambi di line up ed altrettante ripartenze che non impedirono agli Hell Done di registrare un ep intitolato The Dark Fairytale nel 2003 per poi sciogliersi nuovamente.
Lo scorso anno i musicisti si sono ritrovati per mettere le mani sul materiale targato Hell Done, con alle spalle esperienze passate e presenti in band come Old Flame, Tarchon Fist, e ora con Sange Main Machine e Badmotorfinger, per il singer Luigi Sangermano, Eva Can’t per il batterista Diego Molina, così come per il chitarrista Simone Lanzoni, a sua volta anche vocalist negli In Tormentata Quiete, mentre il presente per il bassista Andrea Sangermano si chiama Raw Pink e Iggy and His Booze.
Una sorta di super gruppo a tutti gli effetti, quindi, che oggi con The Dark Fairytale può raccontare una tragica storia d’amore supportata dalle note epiche, dure, a tratti violente dell’heavy metal dai rimandi speed/thrash.
Il concept narra di Riccardo, generale dell’esercito dei Franchi in guerra contro i Saraceni, un grande guerriero visto però con sospetto dai suoi compagni per essere figlio di una donna francese ed un saraceno, e della sua storia d’amore con Heleonore dal tragico epilogo; gli Hell Done raccontano la storia del paladino con la forza drammatica del metal, valorizzato da suggestive parti acustiche e sfuriate heavy/speed che, in alcuni casi, si avvicinano al thrash mantenendo in generale una struttura ben radicata nell’heavy metal classico.
L’album è colmo di duro metallo epico, di scuola tedesca tra power e thrash, ma sono le melodie che fanno la parte del leone, drammatiche, tragiche, a tratti oscure come se si trattasse di una poderosa jam tra Grave Digger e Kreator benedetti dal talento melodico degli Iced Earth, unica concessione al metal d’oltreoceano.
The Dark Fairytale cresce con il passare dei minuti mentre brani potenti ed epici come Realms In War Covering My Way ci accompagnano verso l’emozionante finale con The Seed Of Evil e la title track, brani top di questo ottimo lavoro, un saliscendi di emozioni in un crescendo drammaticamente metallico.
Bene hanno fatto i musicisti nostrani a portare a termine la storia dando lustro a questa raccolta di brani: il risultato è un album di heavy metal classico con tutte le caratteristiche per far innamorare i tanti defenders con una Heleonore nel cuore.

Tracklist
1 – 732 A.D.
2 – Realms in War
3 – And Though the silence
4 – Covering my way
5 – Just began
6 – Heleonore
7 – Betrayer
8 – The Seed of Evil
9 – The Dark Fairytale

Line-up
Luigi “Sange” Sangermano – vocals
Simone Lanzoni – guitars
Andrea Sangermano – bass
Diego Molina – drums

HELL DONE – Facebook

LILYUM

I dettagli del nuovo album in uscita per Vacula Productions!

BROKEN BONES PROMOTION PRESENTA:

LILYUM: rivelano i dettagli del nuovo album in uscita per Vacula Productions!

I black metallers torinesi Lilyum hanno da poco ultimato le registrazioni del loro settimo album, “Altar Of Fear”, il quale uscirà il 29 agosto per Vacula Productions. Da segnalare il ritorno del cantante-bassista Lord J.H. Psycho (Phenris, In Corpore Mortis, ecc.) e del batterista Frozen (Cold from Beyond, Devotion Omega, Krowos, Malauriu, ecc.). Il leader Kosmos Reversum rivela quanto segue: “Non credevo mai che in così pochi anni riuscissimo a registrare sette album. Come spesso avviene per l’ultima uscita, sarebbe conveniente elogiare l’ultimo parto come il migliore mai inciso, ma questa volta preferiamo non dire niente ma sperare solo che la gente dia una possibilità a questo disco, e per una volta non seguA sempre i soliti “big”. Ascoltate questo album dall’inizio alla fine con attenzione, chiediamo solo questo”. Di seguito artwork, tracklist, flyer e brano anteprima tratto dall’album che potrete ascoltare dal seguente player soundcloud ed intitolato “Voices From The Fire”.

BRANO ANTEPRIMA “Voices From The Fire”

https://soundcloud.com/lilyum1/voices-from-the-fire

Tracklist:
1. Alkahest
2. To Dream Beneath Plains Of White Ash
3. The Watchers’ Departure
4. Voices From The Fire
5. Tomorrows Worth Erasing
6. Stain Of Salvation
7. Siege The Solar Towers

Quintessenz – To the Gallows

Il sound offerto in quest’album è piuttosto diretto, senza particolari fronzoli e se vogliamo, molto più attinente a livello tedesco allo spirito thrash che non a quello black, che invece di solito tende ad essere da quelle parti molto più introspettivo.

I Quintessenz sono l’ennesima one man band, questa volta proveniente dalla Germania e dedita ad un thrash/black piuttosto diretto e di discreta fattura.

Il musicista che sta dietro al progetto, Genözider, alle prese anche in altre band come Vulture e Luzifer, arriva con To the Gallows al suo secondo full length, dopo il precedente Back to the Kult of the Tyrants che aveva ottenuto buoni riscontri.
Il sound offerto in quest’album è piuttosto diretto, senza particolari fronzoli e se vogliamo, molto più attinente a livello tedesco allo spirito thrash che non a quello black, che invece di solito tende ad essere da quelle parti molto più introspettivo.
Tutto ciò da vita ad una forma musicale scorrevole, spesso dalle propensioni heavy che conferiscono ad alcuni brani un andamento piuttosto trascinante (su tutte Sounding the Funeral Bell, dall’accattivante linea chitarristica, e Endless Night, 100% in quota primi Savatage) ma che, nel suo complesso, non possiede la necessaria profondità.
Per chi ricerca un qualcosa di stuzzicante e con un pizzico di spirito innovativo sarà bene passare oltre ma se, invece, si vuole ascoltare musica che faccia scapocciare senza troppi patemi d’animo, To the Gallows è un disco ideale in quanto rifugge, grazie alle sue venature black e power, la tetragona linearità di certo thrash, lasciando un buon retrogusto, pur se di limitata durata.

Tracklist:
1. Zeitgeist
2. Of Majestic Shores
3. The Claws of Nosferatu
4. Her Spell
5. Sounding the Funeral Bell
6. To the Gallows
7. Endless Night
8. Seth
9. Gloomweaver
10. Cursed by Moonlight

Line-up:
Genözider

Guests:
M. Outlaw – vocals on “Zeitgeist”
Bonesaw – Vocals on “Sounding the Funeral Bell”
Tyrannizer – Vocals on “Seth”

QUINTESSENZ Facebook

Dzö-nga -The Sachem’s Tales

Ascoltando The Sachem’s Tales si entra in un mondo sognante e gotico, che nasconde mostri e inusitata bellezza, ci sono cavalcate, sfuriate e dolci ninne nanne, e tutto ciò rende il disco molto originale.

I Dzö-nga, pronucia zone–gah, sono un progetto che abbraccia gran parte dello spettro del black metal, fondato dal multistrumentista americano Cryvas.

Il cuore del loro suono è un black metal che spazia soprattutto dal symphonic all’ambient, sempre con elementi di forte originalità. Una delle peculiarità di questo disco è il mixaggio che è fuori dal comune, essendo molto differente da quelli più comuni nel genere: qui vengono preferiti i toni più bassi e pacati degli strumenti, e pur essendoci di fondo un’aggressività black si fa tutto più particolare, quasi onirico. Ascoltando The Sachem’s Tales si entra in un mondo sognante e gotico, che nasconde mostri e inusitata bellezza, ci sono cavalcate, sfuriate e dolci ninne nanne, e tutto ciò rende il disco molto originale. Gli Dzö-nga fanno un impasto sonoro che sfrutta le infinità possibilità di codifica del black, genere che ha davvero molti tentacoli da poter essere usati come si vuole. È quasi vampiresco il tutto, con un tono gotico molto accentuato. Ci si avvicina, sia come stile che come tematiche, al meglio del cascadian black metal, genere che permette di parlare di natura e, come in questo caso, del folkore algonchino, visto che The Sachem’s Tales è un album incentrato sulle tradizioni della più grande famiglia di nativi americani . In questo disco vengono esplorate le loro storie e le loro profezie che sono molto attuali, anche perché gli algonchini avevano un’idea ben precisa di come sarebbe andata a finire, ovvero male. Inoltre le loro notti erano popolati da terribili demoni, legati alla durezza della loro vita, in posti non molto ospitali. La musica degli Dzö-nga regala una visione speciale di tutto ciò, e un black metal particolare ed unico, differente da molti altri, sempre interessante e godibile.

Tracklist
1.Midewiwin Lodge
2.To the Great Salt Water
3.The Wolves Fell Quiet
4.Halle Ravine
5.Against the Northern Wind
6.A Seventh Age of Fire
7.The Witching Meadow

Line-up
Cryvas – Instruments, vocals
Grushenka Ødegård – Vocals

Aaron Maloney – Session drums
Lilith Astaroth – Guest vocals (The Sachem’s Tales)

DZO-NGA – Facebook

Father Befouled – Desolate Gods

Un riffing profondo come un pozzo collegato con l’inferno, una catacomba sonora dove il death metal old school sguazza tra i cadaveri e le accelerazioni, così come i rallentamenti infrangono ogni resistenza umana.

Tempo di grandi album in campo death metal!

Che arrivino dal Nordeuropa o dall’America, i nuovi lavori di una serie di gruppi più o meno famosi ed importanti stanno letteralmente conquistando la scena underground estrema.
E’ arrivato il momento anche per i Father Befouled di tornare sul mercato con un nuovo album, il quarto di una prolifica discografia iniziata nel 2008 e che non manca di una marea di lavori minori tra split ed ep.
Il quartetto di deathsters americani torna al lavoro sulla lunga distanza che mancava da cinque anni e Desolate Gods riapre la ferita alla gola dell’umanità, sanguinando in zampilli di spesso liquido che da rosso diventa nero sotto i colpi inferti da questa mezzora di assalto, oscuro, abissale ed estremo.
Un riffing profondo come un pozzo collegato con l’inferno, una catacomba sonora dove il death metal old school sguazza tra i cadaveri e le accelerazioni, così come i rallentamenti infrangono ogni resistenza umana, una conferma per il gruppo statunitense, ormai da considerare come veterano di una scena che non vive dei soliti nomi ma si rigenera ciclicamente con nuove e maligne realtà.
Desolate Gods è bello che descritto, oscuro, violento e senza compromessi come vogliono i fans del death metal tradizionale, diretto come una mitragliata sparata su un gruppo di zombie, spettacolare nelle parti doom/death in odore di decomposizone come la terra di un cimitero abbandonato (Ungodly Rest) e devastante, distruttivo e brutale (Offering Revulsion).
Per chi ama il death metal di matrice statunitense (Incantation, Morbid Angel, Immolation) un album da non perdere.

TRACKLIST
1. Exsurge Domine (Intro)
2. Offering Revulsion
3. Mortal Awakening
4. Exalted Offal
5. Ungodly Rest
6. Divine Parallels
7. Vestigial Remains of… (Instrumental)
8. Desolate Gods

LINE-UP
Justin Stubbs – Vocals/Guitar
Derrik Goulding – Guitar
Wayne Sarantopoulos – Drums
Rhys Spencer – Bass

FATHER BEFOULED – Facebook

COMEBACK KID

Il video di ‘Surrender Control’, dall’album “Outsider”, in uscita a settembre (Nuclear Blast).

La migliore band hardcore/punk canadese, COMEBACK KID, ha pubblicato un nuovo brano tratto dall’atteso nuovo album “Outsider”. Guarda il video di ‘Surrender Control’

Il cantante Andrew Neufeld commenta il video e la forse più brutale canzone dell’album: “Surrender Control è una delle prime canzoni che abbiamo scritto per questo nuovo album. Stu ha messo l’idea sul tavolo e l’abbiamo rivista molte volte fino ad arrivare a registrarla. Siamo volati in Europa un giorno prima del nostro ultimo tour per girare il video a Francoforte, Germania, con il nostro amico Daniel Prieß. La canzone parla della faticosa battaglia che alcuni di noi combattono mentre si scontrano con i pericoli degli eccessi di ansia.”

“Outsider” sarà pubblicato l’8 Settembre 2017 su Nuclear Blast (mondo / su New Damage Records in Canada).

Acquista ‘Surrender Control’, ‘Absolute’ & ‘Somewhere, Somehow’ come instant grat track: http://nblast.de/ComebackKidDigital

Altro su “Outsider”:
‘Absolute’ feat. Devin Townsend stream video: https://youtu.be/vG7QvlGLMpg
‘Somewhere, Somehow’ music video: https://youtu.be/04-Ev5RYUy8
Album trailer #1: http://nblast.de/CBKwebisode1
Album trailer #2: https://youtu.be/XniVGaxITd8

www.comeback-kid.com
www.facebook.com/comebackkid
www.nuclearblast.de/comebackkid