Wederganger/ Urfaust – Split

Split album per due delle band olandesi più interessanti in ambito black metal “sui generis”.

I Wederganger sono un gruppo relativamente nuovo, essendo attivo dal 2013 ma con una discografia racchiusa di fatto negli ultimi due anni, con il full length Halfvergaan Ontwaakt e tre split, incluso quello in questione.
Il trio, che vede all’opera in studio il chitarrista MJWW e i due vocalist Alfschijn (clean) e Botmuyl (harsh), avvalendosi poi di altri musicisti in sede live, è autore di una black oscuro, con sconfinamenti nel doom e nel gothic: la voce pulita, in effetti, conferisce al sound una vena epica che lo scream ingabbia subito in associazione all’incremento dei ritmi. Questo avviene per lo più nella ottima Heengegaan, mentre in De Gebrokene l’operato dei Wederganger si fa più essenziale e diretto, mantenendo comunque intatte certe sue peculiarità.
Degli Urfaust non c’è molto da dire se non che si tratta di una delle realtà più longeve e particolari della scena estrema dei Paesi Bassi, con una discografia affollata di lavori brevi assieme a quattro full length, l’ultimo dei quali, Empty Space Meditation, è stata una delle migliori uscite delle scorso anno nonostante, come è normale per band di questa fatta, molti la pensino esattamente al contrario. E’ sempre difficile quindi sapere cosa aspettarsi dal duo IX/ VRDRBR, e in effetti l’evocativa Zelfbestraffinstendenz en Occulte Raadsels non ha quasi nulla a che vedere con il black, avvicinandosi per ritmiche ed umori ad una sorta di post punk disturbato da pulsioni metalliche, mentre, tanto per non smentirsi, De Daimonische Mensch è uno strumentale dalle connotazioni inquietanti e sperimentali.
Per quanto ritenga personalmente gli split album un prodotto di norma interlocutorio, a prescindere dalla bontà delle band coinvolte e dalla qualità musicale esibita, devo ammettere che questa ventina di minuti abbondanti di materia estrema obliqua e anticonvenzionale mi ha convinto del tutto, per cui questa compenetrazione tra Wederganger e Urfaust potrebbe risultare oltremodo appetibile, specie per chi apprezza il sempreverde formato in vinile.

Tracklist:
1.Wedergenger – Heengegaan
2.Wedergenger – De Gebrokene
3.Urfaust – Zelfbestraffinstendenz en Occulte Raadsels
4.Urfaust – Hypnotisch Bevel – De Daimonische Mensch

Line-up:
WEDERGANGER
MJWW – Guitars, Vocals (backing)
Alfschijn – Vocals (clean)
Botmuyl – Vocals (harsh)

URFAUST
VRDRBR Drums
IX Guitars, Vocals

WEDERGANGER – Facebook

URFAUST – Facebook

Stilema – Ithaka

Gli Stilema sono una valida realtà del folk metal italiano e mostrano tutto il loro potenziale in questo EP, facendo intuire che in futuro potranno senz’altro fare ancora meglio.

Stilema, una band nata con un solo obiettivo: unire il cantautorato italiano al folk celtico: infatti, è questo il sound che presentava il loro primo demo che prendeva il titolo dal nome della band.

Con l’uscita del primo EP, dopo aver aggiunto una chitarra elettrica alla formazione, ecco il primo cambiamento di stile; 2:3, infatti, mostrava un sound molto più rock-oriented. Nel 2017, gli Stilema pubblicano il loro secondo EP, intitolato Ithaka, che mostra chiaramente il netto cambiamento di stile della band, partita dal cantautorato e spintasi fino all’heavy metal. Nonostante questa grande mutazione, le forti radici folk sono troppo robuste e non possono essere estirpate. Sin dalla prima traccia, l’ascoltatore viene trasportato nell’antico mondo dei miti e delle leggende: l’atmosfera creata dalla band è molto stimolante, la calda voce di Gianni Izzo è azzeccatissima e i molti strumenti, ben equilibrati tra loro, aumentano ulteriormente la qualità del lavoro.
Ascoltando i brani, si nota subito che nel folk metal degli Stilema non c’è nulla di innovativo, il che può essere un male, ma anche un bene, mentre sorprende invece l’utilizzo dei testi in italiano: riguardo a tale aspetto, c’è da aggiungere che il primo brano, Ithaka, è ispirato all’omonima poesia del poeta greco Konstantinos Kavifis, brevemente citata in lingua originale. Qui gli Stilema ci mostrano subito il loro valido folk metal, dai tratti progressivi e che alterna parti melodiche ad altre più dure e aggressive, esibendo probabilmente il miglior brano del lotto.
Sicuramente tre brani sono pochi per farsi un’idea precisa sull’effettivo valore di questa band, dato che è totalmente cambiata dai primi due lavori, però quello che emerge da questo EP è la maturità di questi musicisti, capaci di offrire il genere in una forma diretta e con buona cura dei particolari, evidenziata da una copertina di forte impatto visivo e da testi sicuramente molto interessanti e ben strutturati.
Gli Stilema sono una valida realtà del folk metal italiano e mostrano tutto il loro potenziale con Ithaka, facendo intuire che in futuro potranno senz’altro fare ancora meglio.

Tracklist
1) Ithaka
2) Sole d’inverno
3) Girone dei vinti

Line-up
Gianni Izzo – Vocals, Acoustic Guitar
Federico Mari – Electric Guitar
Frenk Pastore – Bass, Keyboards
Domenico Pastore – Drums
Alessia Oliva – Flute
Fulvia Farcomeni – Violin

STILEMA – Facebook

Veins – Innocence

Nel sound dei Veins troviamo un thrash metal che non disdegna parti classiche e sfuriate metalliche che si trasformano, in un attimo, in bellissime ed atmosferiche parti acustiche.

Ci sono voluti tre anni ai Veins per licenziare il loro debutto discografico, ma diciamo subito che ne è valsa la pena.

Innocence è un concept che parla di giovani, del loro perdere ben presto l’innocenza dovendo affrontare un mondo sempre più difficile, mentre la disperata voglia di crescere per essere pronti ad affrontarlo si traduce in un death/thrash moderno, dal buon tasso tecnico e dall’impatto di un carro armato.
Rabbia, frustrazione e rancore che cresce per una società che, senza aspettare, mette il giovane individuo di fronte ad una vita sicuramente non simile a quella vista e raccontata da chi lo vuole mentalmente schiavo, mentre la tensione sale sempre più.
Il quartetto romano spiega tutto ciò con l’aiuto di bordate estreme che ricordano il death americano delle nuove generazioni (Lamb Of God), ma non solo, perché nel sound del gruppo troviamo un thrash metal che non disdegna parti classiche e sfuriate metalliche che si trasformano, in un attimo, in bellissime ed atmosferiche parti acustiche; le chitarre, da parte loro, sono protagoniste di riff e solos da applausi, mentre la voce urla, ma sa anche essere delicata, prima di tornare a sfogare rabbia con l’ausilio di una sezione ritmica personale, varia e potente.
Album ottimo per intensità e coinvolgimento, Innocence non concede tregua ed anche le parti in cui la tempesta elettrica lascia spazio a sfumature acustiche la tensione è sempre ai massimi livelli: Dawn, Dying, l’eccezionale Bullet In The Head, l’atmosfera intimista della title track che esplode in Take My Hand, fanno di questo debutto un prodotto consigliato agli amanti del genere.

Tracklist
01. Animula Vagula Blandula
02. Part I
03. Dawn
04. Reflections
05. Part II
06. Dying
07. Bullet In The Head
08. Innocence
09. Take My Hand
10. Time Doesn’t Exist

Line-up
Francesco De Canio – voce, chitarra
Lorenzo Natale – chitarra
Fabio Romano – basso
Riccardo Piazza – batteria

https://www.facebook.com/veins666

When Venus Weeps

Il video del terzo singolo Icarus

Il video del terzo singolo Icarus

I “When Venus Weeps” nascono a Milano nel 2016.
Hanno un sound emozionale post-hardcore influenzato dal background di ogni membro della band.

Chazz da diversi anni suona come chitarrista solista in una band Glam-Rock di Bergamo, nel 2014 incontra Steve, bassista di Bergamo che si unisce alla formazione.
I due, nel 2015, decidono di avviare un nuovo progetto musicale con differenti influenze, abbandonando la precedente band.
Chazz ha da sempre una grande passione anche per il canto e decide di mettersi in gioco per questo progetto; per non rinunciare alla chitarra si dedica alla ritmica e Myron, chitarrista di Como che Chazz e Steve avevano notato per la grande abilità e versatilità, diventa il chitarrista solista della nuova band!
Nello stesso periodo Cris, batterista dei Summer Cruise, si trasferisce da Napoli a Milano per studi.
Verso la fine dell’anno Chazz, Steve e Myron iniziano a lavorare sui loro primi brani.
Lo stile compositivo di Myron è fortemente influenzato da Glam e Hard-Rock.
Cercando di trovare una nuova direzione per questo progetto i tre decidono di creare un sound più moderno ispirato dalle band Metalcore dell’ultimo decennio.
Per questa ragione Cris è il batterista perfetto per completare la band!
Il primo incontro avviene ad inizio 2016 e nasce subito una grande intesa.
La scrittura dei brani inediti della band si sviluppa con una grande apertura verso ogni influenza, aggiungendo fra i generi più di riferimento anche Screamo e Pop-Punk.
L’animo poetico compositivo, riflesso nei testi, mostra l’aspetto emotivo di una band in bilico fra Bellezza e Tristezza.
Il messaggio che si vuole dare è di come la bellezza delle cose sia costantemente minacciata da un mondo ad essa ormai avverso, in costante conflitto tra rassegnazione e speranza, per questo il riferimento ad una Venere piangente nel nome della band.

Il quartetto ha sin da subito mostrato costanza nella produzione di brani, rilasciando fino ad ora 3 singoli:

“Don’t let me fall”

“Beauty Comes First”

La band al momento è impegnata nella produzione del primo album studio!

Facebook: https://www.facebook.com/WhenVenusWeeps/
Youtube: https://www.youtube.com/c/WhenVenusWeeps
whenvenusweeps@gmail.com

She Was Nothing – Reboot

L’album scorre via in maniera assolutamente gradevole, ben prodotto e ricco di brani orecchiabili, ma nel contempo è afflitto da una “leggerezza” che rischia di far perdere alla band molti degli estimatori dal background metallico.

Secondo album per i milanesi She Was Nothing, a 5 anni di distanza da Dancing Through Shadows, lavoro che ebbe una buona accoglienza all’epoca con la sua abbastanza audace mistura tra elementi metal ed elettronici.

Reboot, come suggerisce il titolo, sembra resettare in parte quanto fatto in passato, intanto “ripulendo” il sound quasi del tutto della componente metal, fatto salvo qualche riff disseminato in maniera omeopatica nei brani; il risultato è un album che scorre via in maniera assolutamente gradevole, ben prodotto e ricco di brani orecchiabili, ma nel contempo afflitto da una “leggerezza” che rischia di far perdere alla band molti degli estimatori dal background metallico.
Before It’s Too Late – Pt. I è, se vogliamo, emblematica del nuovo corso, con i suoi rimandi ai Linkin Park, trattandosi di una canzone appena sporcata da una vena rock e focalizzata su un chorus di immediato impatto, ma destinato a dissolversi come una bella ma effimera bolla di sapone; molto meglio, allora, Can’t Stop These Things, leggermente più robusta e vicina al sound di una band di notevole spessore artistico come furono gli AFI di inizio millennio.
La tendenza è, comunque, quella di proporre un rock talvolta spruzzato di dub ed elettronica (che sono i momenti in cui le cose tutto sommato funzionano meglio, come nella buona B.S.O.D.), in grado di catturare l’attenzione con una manciata di potenziali hit (la già citata opener, Man VS Beast, Cocoon), spingendosi su lidi abbastanza lontani da quelli di chi si nutre del rock e metal di matrice underground.
Reboot non è affatto un brutto disco, visto che consente di passare una cinquantina di minuti abbastanza spensierati, ma il suo problema è che, con tali caratteristiche, difficilmente potrà rendersi appetibile a chi è abituato ad altre sonorità

Tracklist:
1. Before It’s Too Late – Pt. I
2. Can’t Stop These Things
3. The Hunt
4. Digging Under Your Skin
5. Man VS Beast
6. Brick After Brick
7. Before It’s Too Late – Pt. II
8. Back to Sleep
9. B.S.O.D.
10. Another Day, Another Way
11. Cocoon
12. Reboot

Line-up:
Augusto Boido – Bass, Guitars
Claudio Lobuono – Vocals
Davide Malanchin – Drums
Leonardo Musumeci – Keyboards

SHE WAS NOTHING – Facebook

Kal-El – Astrodoomeda

I Kal–El non sono un gruppo come tanti nel genere stoner metal, che fa della pesantezza la propria migliore caratteristica, perché qui la psichedelia acquista ruvidezza facendo fotosintesi con un suono metallico, ma è anche vero il contrario.

I norvegesi Kal-El tornano con la colonna sonora di un viaggio intergalattico.

I Kal-El non sono un gruppo come tanti nel genere stoner metal, che fa della pesantezza la propria migliore caratteristica, perché qui la psichedelia acquista ruvidezza facendo fotosintesi con un suono metallico, ma è anche vero il contrario. Le canzoni sono guidate dal groove del basso, e tutto il resto segue in maniera esemplare. La peculiarità dei Kal-El è quella di avere appunto un groove davvero molto particolare e pur facendo cose non certamente nuove riescono a dare alle loro canzoni un gusto unico. Stoner come materia da modellare attraverso una visione originale della psichedelia, riuscendo ad usare un miscuglio sonoro mai scontato. La spettacolare cover finale di Green Machine rende bene l’unicità sia del processo compositivo sia della psichedelia pesante di questo gruppo. Il disco è un felice contrappasso di lisergia varia, associata a musica vitaminica, per dare più vigore e durata al trip. La psichedelia pesante è un qualcosa che bisogna fae con cognizione di causa, sennò può essere particolarmente indigesta, e i Kal-El sono molto bravi nel riuscirci. In questo periodo di leggero riflusso della scena stoner, dopo un’indigestione che sta comunque continuando tuttora, pochi gruppi come i Kal-El sanno proporre un visione diversa della cosa, e riescono ancora a far interessare ai loro dischi. Astrodoomeda potrebbe anche essere ascoltato come traccia unica, poiché si parte e si arriva seguendo le canzoni, e al termine del disco la vostra mente vagherà ancora beata fra le stelle.

Tracklist
1. Astrodoomeda
2. Atmosphere
3. Mothership
4. Code of the Ancient
5. Luna
6. Starlight shade
7. Spacecraft
8. Green Machine (Kyuss cover)

Line-up
Cpt Ulven – Vocals
Roffe – Guitars
Liz – Bass
Bjudas – Drums

KAL-EL . Facebook

Worhol – The Awakening

The Awakening risulta un album piacevole, chiaramente debitore nei confronti delle tante realtà di un genere sempre più spesso con la cinghia tirata al massimo, ma ancora molto amato dai kids di tutto il mondo.

Una band guidata da padre e figlia non se ne vedono poi molte in giro, ci ha pensato la Wormholedeath che, tramite Imminence Records, licenzia The Awakening, debutto del gruppo texano che prende il nome della coppia, Worhol.

Aiutata da Craig Malinowski al basso e Marty Naul alle pelli, la strana coppia (per una band, ovviamente) ha dato vita ai suoi sogni componendo un’opera sinfonica che rispecchia il trend del genere, tra rock, trame gotiche e metal classico, mai troppo pomposo, elegantemente orchestrale e dai buoni spunti heavy, specialmente nei solos chitarristici ad opera di Larry Worhol.
The Awakening risulta un album piacevole, chiaramente debitore nei confronti delle tante realtà di un genere sempre più spesso con la cinghia tirata al massimo, ma ancora molto amato dai kids di tutto il mondo.
Come detto, il lavoro chitarristico è l’arma in più di questo album , semplicemente ed assolutamente heavy metal, mentre il canto della bellissima Ashley si posiziona, in tutto il suo suadente ed ammaliante fascino, tra Amy Lee e Sharon den Adel, dunque tra la tradizione americana (più alternativa come approccio al genere) e quella europea (più gotica e classica).
Trainato da almeno la metà dei brani molto ispirati (Time To Say Goodbye, la ballad In This Town e la raffinata Jurisdiction e la conclusiva Is This What’s Left Of Me) The Awakening lascia piacevoli sensazioni a chi vi si approccia senza grosse aspettative di originalità o personalità, mantenendo una gradevole sensazione di eleganza per tutta la sua durata, donandoci come detto una manciata di solos ispiratissimi e tutte le caratteristiche per fare di un album del genere un lavoro consigliato agli amanti di Evanescence e Within Temptation.

Tracklist
01 – Voices From Above
02 – Bowing Before You
03 – Time To Say Goodbye
04 – Already Forgotten
05 – Rage And Revenge
06 – In This Town
07 – We, The Abused
08 – Jurisdiction
09 – Is This What’s Left Of Me

Line-up
Larry Worhol – Guitarist/Pianist, (Composer)
Ashley Worhol – Vocalist/Pianist, (Composer)
Craig Malinowski – Bassist/Visual Artist
Marty Naul- Drums

WORHOL – Facebook

Dope Out – Scars & Stripes

Un ottimo album underground e una band in cui rifugiarsi quando la voglia di rock è tanta così come quella di un nome nuovo da fare vostro.

Quello tra hard rock e groove è un binomio che negli ultimi tempi si è consolidato grazie ad una miriade di uscite, più o meno interessanti, ma sicuramente tutte pregne di grinta ed irriverenza rock’n’roll.

I Dope Out arrivano da Parigi, il loro sound è statunitense di origine controllata, un hard & heavy potenziato da tonnellate di groove ed attitudine rock’n’roll appunto, come una band street impossessata dal demone del groove o semplicemente un hard rock band che suona cool (almeno di questi tempi).
Scars & Stripes è il secondo lavoro che segue di tre anni l’ album d’esordio Bad Seeds: si può dire tutto su questo lavoro, ma è indubbio che il sound in esso contenuto riesca a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, bombardato da cannonate senza soluzione di continuità, con la melodia che fa a spallate con la mastodontica potenza ritmica e la sei corde che piazza solos che sprizzano rock’n’roll da tutti i pori.
Ritmiche rocciose, riff debordanti e chorus che si attaccano alla pelle come sanguisughe, sono le virtù di queste dieci deflagrazioni hard rock, dall’iniziale title track, passando per Dive, Lady Misfits e Balls To The Wall.
Ci si fa del male con Scars & Stripers, d’altronde difficilmente si riesce a stare fermi, mentre il mobilio di casa salta, sollecitato dal rock’n’roll moderno e pregno di groove del combo francese, tarantolato dopo essere stato sottoposto alle radiazioni rock di Sixx A.M., Velvet Revolver, Black Stone Cherry ed Alter Bridge.
Un ottimo album underground e una band in cui rifugiarsi quando la voglia di rock è tanta così come quella di un nome nuovo da fare vostro.

TRACKLIST
1.Scars & Stripes
2.Dive
3.The Freakshow
4.Lady Misfits
5.Clan Of Bats
6.Shooting Gun
7.Nose White
8.Balls To The Wall
9.Again
10.Soulmate

LINE-UP
Stoner – Vocals, Guitar
Crash – Lead Guitar, Backing vocals
Doc – Bass, Backing vocals
Mad – Drums

DOPE OUT – Facebook

PARADISE LOST

Il Lyric video di ‘The Longest Winter’, dall’album di prossima uscita Medusa (Nuclear Blast).

Il 1° settembre i PARADISE LOST porranno bruscamente fine all’estate pubblicando il quindicesimo album in studio “Medusa”. E mentre l’inverno si avvicina, la band presenta ora la seconda videointervista, in cui il bassista Steve Edmondson parla del lavoro con il produttore Jaime Gomez Arellano, delle influenze del gruppo e di come sia cambiata la scena musicale a partire dalla nascita della band, quasi tre decadi fa.

https://youtu.be/kXPeRv0igDw

Nel trailer #1 Greg parla del songwriting e della pesantezza di “Medusa”:
https://youtu.be/-MRMcK1GrHE

Il 1° settembre i PARADISE LOST saranno protagonisti di un concerto speciale al LKA Longhorn di Stoccarda (Germania). Quell’unica sera i PARADISE LOST suoneranno per intero il loro nuovo album, oltre a una scaletta scelta dai fan. Si possono scegliere qui le otto canzoni preferite. Dopo avere votato, sarà possibile ascoltare delle piccole anteprime del disco. http://nblast.de/ParadiseLostVote

I pre-preordini del disco e del merchandise esclusivo sono attivi: http://nblast.de/ParadiseLostMedusaNB
Chi pre-ordina il disco in digitale riceverà subito il download di ‘The Longest Winter’: http://nblast.de/ParadiseLostDigital
https://www.omerch.eu/shop/paradiselost/

L’8 agosto, inoltre, verrà pubblicato uno speciale vinile 7” in quattro colori diversi per la canzone ‘Blood & Chaos’:
7″ black
7″ clear+red splatter (solo mailorder)
7″ white+red bi-coloured (solo mailorder)
7″ clear (solo mailorder)

Tra settembre e novembre la band visiterà quattordici paesi diversi per celebrare la pubblicazione di “Medusa”. I PARADISE LOST saranno accompagnati dai compagni di etichetta PALLBEARER e dai portoghesi SINISTRO. Appuntamento il 28 ottobre al Phenomenon di Fontaneto D’Agogna (NO).

www.paradiselost.co.uk
www.facebook.com/paradiselostofficial
www.nuclearblast.de/paradiselost

SICK N’ BEAUTIFUL

il nuovo video di “No Sleep ‘Till Hollywood”

Gli alieni sono tornati! Dopo lunghi viaggi spaziali attraverso l’Italia, i SICK N’ BEAUTIFUL vogliono celebrare i propri fan con un nuovo video! TERROR TERRANS unitevi, questa è NO SLEEP ‘TILL HOLLYWOOD ed è dedicata a voi.

La band capitana da Ray ed Herma, chiude con questo video un ciclo, quello dedicato a Hell Over Hell, primo album dei SNB. What’s next? Ancora è tutto avvolto nel mistero, ma intanto i Sick N’ Beautiful vogliono così ringraziare i sempre più numerosi fan che hanno supportato la band negli ultimi anni.

Ma non è finita qui perché l’estate è ancora lunga e i palchi da calcare ancora molti. Questi tutti i prossimi appuntamenti live della band!

Venerdì 07 Luglio @ Rocka In Musica, Roccamandolfi (IS)
Giovedì 13 Luglio @ Rock Inn Somma, Somma Lombardo (VA)
Sabato 29 Luglio @ Hard Castle Fest, Castellazzo Bormida (AL) + Killin’ Baudelaire

www.baganarock.com
www.sicknbeautiful.com

Follow SNB on Spotify -> http://spoti.fi/2uDDuAA

Echotime – Side

Un sound che prende ispirazione da Dream Theater e Queensryche ma che vive di una sua personalità ben marcata e soprattutto molto emozionale, cosa da non sottovalutare assolutamente nel genere

Si torna a parlare di metal progressivo, ispirato dai gruppi di punta del genere e valorizzato da ottimi inserti jazz/fusion, con il nuovo album dei marchigiani Echotime, band che si era messa in mostra con il primo album Genuine, uscito nel 2013.

E’ così che, seguendo la protagonista del concept Lily nei suoi incontri lungo il corso della vita, veniamo presi per mano dal gruppo di Urbino che ci accompagna nel suo mondo, bizzarro e teatrale, costruito su fondamenta progressive, ma pervaso di emozionanti atmosfere che mutano in un susseguirsi di sorprese che culminano nella splendida The Bend Of Love, brano portante di questo bellissimo lavoro.
Intorno gira una macchina perfetta, dotata di un buon bagaglio tecnico che le permette di giocare con generi e sfumature diverse, passando in modo semplice e naturale dal prog metal classico di Mr. Valentine e Sickness, alle variazioni musicali che si portano dietro tracce dal mood teatrale, come la già citata The Bend Of Love o Freakshow (The).
Ottimo il lavoro chitarristico, con potenti lampi che tengono l’opera ben salda nel metal, così come la sezione ritmica protagonista di una prova che asseconda l’anima cangiante del songwriting.
Il cantato è la ciliegina sulla torta:, emozionante ed interpretativo, si avvale di passaggi recitati tra molti dei vari brani e dà prova di un’ottima versatilità modulandosi tra parti agguerrite ed altre più pacate ma drammatiche.
Side gode di un sound moderno e progressivo, che prende ispirazione da Dream Theater e Queensryche, ma che vive di una sua personalità ben marcata e soprattutto molto emozionale, cosa da non sottovalutare assolutamente nel genere

Tracklist
1. In-Side
2. Mr. Valentine
3. The Fourth Estate
4. The Lighthouse
5. Money
6. Sickness
7. Addiction
8. Hymn of Glory
9. Millstone
10. The Orphanage
11. The Bend of Love
12. Lust and Desire
13. The River
14. Black Dunes
15. Stream of Life
16. I Have Seen…
17. The Freakshow
18. Out-Side

Line-up
Alex “Kage” Cangini – Vocals
Nicolas Pandolfi – Guitars
Giacomo “Chris” Bartolini – Bass
Federico “Smiths” Fabbri – Keyboards
Federico “Face” Fazi – Drums

ECHOTIME – FAcebook

Assent – We Are The New Black

I francesi Assent irrompono con il loro sound estremo, partendo da una base struttrata su un groove metal moderno, per contornarla di rabbioso black metal, sfumature atmosferiche e death melodico per un risultato sicuramente interessante.

Ottimo esordio in formato ep del duo francese Assent, cinque brani più intro di metal estremo vario, prodotto benissimo e dalle mille sfaccettature.

Opera che potete trovare in streaming sul web, We Are The New Black si sviluppa su una ventina di minuti abbondanti dove Grégoire Debord (chitarra) e .Aurélien Fouet-Barak (voce, basso e batteria programmata), aiutati da una manciata di musicisti della scena, irrompono con il loro sound estremo, partendo da una base struttrata su un groove metal moderno, per contornarla di rabbioso black metal, sfumature atmosferiche e death melodico per un risultato sicuramente interessante.
Si parte con un intro suggestiva, con viola, violoncello e violino che sfumano in un carillon, prima che gli strumenti elettrici entrino con tutta la loro potenza; la title track è un brano moderno e devastante in cui la voce pulita conferisce un tocco metalcore alla rabbiosa proposta del gruppo parigino, che mantiene alta la tensione con Reaching Out, perla estrema dove cambi di tempo e violenza vanno a braccetto con la parte melodica sempre tenuta in primo piano.
Apart Of Me e le melodie pianistiche di Remain In Darkness, brano dai rimandi post black, lasciano ad Insomnia il compito di darci l’arrivederci ad un eventuale full length che, mantenendo le premesse emerse da questo lavoro, potrebbe regalarci grandi soddisfazioni.

TRACKLIST
1.The Dust & the Screaming
2.We Are the New Black
3.Reaching Out
4.A Part of Me
5.Remain in Darkness
6.Insomnia

LINE-UP
Grégoire Debord – Guitars
Aurélien Fouet-Barak – Vocals, Bass, Drum Programming

ASSENT – Facebook

Nokturnal Mortum – Verity

Uno splendido ritorno dopo otto anni con una opera maestosa e affascinante, ricca di folk e musica estrema … “i’ll meet you in ancient darkness ”

Ci sono band che, lentamente, si ammantano di un alone di leggenda, proponendo la loro arte con pazienza, centellinando con cura le loro uscite, senza fretta.

E’ questo il caso dei Nokturnal Mortum, band ucraina di Kharkiv, che dal 1995 con il demo Twilightfall ha aperto la propria carriera improntata su un black metal dalle forti tinte symphonic; nel corso degli anni, guidati dal leader Varggoth, hanno svelato la loro arte con splendidi lavori come Goat Horns, Lunar Poetry e altre piccole gemme.
Dopo otto anni da The Voice Of Steel, altro fulgido lavoro che consiglio di recuperare, ritornano con una prova “diversa” che forse non è altro che la sublimazione di un percorso singolare all’ interno della scena BM. Non possiamo sapere cosa ci svelerà il futuro ma l’ attuale presente, con Verity, presenta in settantaquattro minuti un’opera che miscela radici BM, suoni heavy e una forte componente folk, mai così presente nelle loro precedenti uscite; i cinque artisti creano, con l’aiuto di una gran quantità di strumenti (cello, violino, bandura, dulcimer, sopilkas, jaw harp), un suono denso, maestoso, epico, intrecciato dove non vi è mai una netta distinzione tra i generi, ma tutto è fuso in modo naturale da un songwriting sempre molto ispirato.
Le vocals si sovrappongono con chorus molto suggestivi e, alternando clean e harsh vocals, generano un’atmosfera molto particolare: la componente estrema nel suono non è preponderante ma è ben bilanciata con quella folk e forse questo potrebbe non essere di totale gradimento ai true blacksters; il lavoro porta lentamente ad assuefazione (anche io al primo ascolto non ne ero rimasto conquistato) e, tramite una lenta assimilazione di tutti gli ingredienti usati, garantisce qualità alla musica e al suo ricordo.
La qualità del songwriting è eccelsa, brani come la lunga Molfa ricchi di idee mai forzate, ma molto naturali: la misteriosa e oscura Song of the snowstorm, la potente e primordiale Wolfish berries, la evocativa Lira e la maestosa Night of the gods, veramente un capolavoro, forgiano quell “ancient darkness” che la band declama come obiettivo di questo affascinante viaggio.
Una splendida cover e un booklet degno di un re devono invogliarvi ad ascoltare ed acquistare questa opera incredibile da parte di una leggenda.

Tracklist
1. I’ll Meet You in Ancient Darkness (Intro)
2. Molfa
3. With Chort in My Bosom
4. Spruce Elder
5. Song of the Snowstorm
6. Wolfish Berries
7. In the Boat with Fools
8. Wild Weregild
9. Lyre (Komu Vnyz cover)
10. Black Honey
11. Night of the Gods
12. Where Do the Wreaths Float Down the River? (Outro)

Line-up
Knjaz Varggoth – Vocals (lead), Guitars, Keyboards, Bass
Bairoth – Drums
Rutnar – Bass, Vocals (backing)
Jurgis – Guitars, Vocals (backing)
Hyozt – Keyboards

NOKTURNAL MORTUM – Facebook

Hands Of Thieves – Feasting On Dark Intentions

Davvero niente male questo primo passo degli Hands Of Thieves, e del resto ogni tanto c’è bisogno di lasciarsi scuotere per bene da qualcuno che non vada troppo per il sottile, come fanno questi ragazzi dell’Oregon.

Feasting On Dark Intentions è il titolo del debutto degli interessanti Hands Of Thieves: uscito originariamente in versione tape lo scorso anno (Transylvanian Tapes), ha visto prima una sua riedizione in vinile (Baneful Genesis Records) ed infine in questo mese di luglio quella in cd (Hellthrasher Productions).

Il gruppo proveniente da Portland vede al suo interno due musicisti che abbiamo già incrociato negli Ephemeros (funeral sludge band autrice dell’ottimo All Hail Corrosion nel 2013) nelle persone del vocalist
Josh Greene e del chitarrista Jesse Dylan Aspy: in questo caso il sound si sposta decisamente verso un black doom aspro, nel quale una componente sludge è sempre ben presente ma viene efficacemente contrapposta all’asprezza sia delle vocals che dell’approccio sonoro, grezzo e selvaggio come sovente, al di là dell’oceano, riescono ad offrire nel migliore dei modi.
Il lavoro, come si può intuire, non è roba per palati raffinati, in quanto i quattro brani, mediamente abbastanza lunghi, oscillano tra sfuriate black e fangosi rallentamenti che reprimono alla nascita ogni tentazione melodica: ne consegue che, in entrambe le fasi, il sound risulti abbastanza diretto e trascinante, seppure tutt’altro che orecchiabile.
La prima e l’ultima traccia (Wrath Weaver e Conduit of Grief) sono i due episodi che più impressionano favorevolmente, anche per questa loro alternanza ritmica che trova il suo trait d’union nella rabbia sorda che aleggia su tutto il lavoro.
Davvero niente male questo primo passo degli Hands Of Thieves, e del resto ogni tanto c’è bisogno di lasciarsi scuotere per bene da qualcuno che non vada troppo per il sottile, come fanno questi ragazzi dell’Oregon.

Tracklist:
1. Wrath Weaver
2. Violated at Heart
3. Sun Worker
4. Conduit of Grief

Line up:
Adam Wheeler – Bass
J. Reid – Drums
Jesse Dylan Aspy – Guitars
Taylor Robinson – Guitars
Josh Greene Vocals

HANDS OF THIEVES – Facebook

Fvneral Fvkk – The Lecherous Liturgies

I Fvneral Fvkk, al di là delle apparenze e dei temi trattati, che un titolo come Erection In The House Of God spiega meglio di molte parole, suonano un doom epico, liturgico e maestoso, musicalmente tutt’altro che da prendere a cuor leggero.

Ammetto che un simile monicker, associato ad un’etichetta come la Solitude, inizialmente mi ha un po’ spiazzato, perché non ho dubbi sul fatto che il buon Evgeny, come del resto tutti gli appassionati, ritenga il doom qualcosa di dannatamente serio sul quale i margini per scherzarci sono davvero ridotti.

In realtà i Fvneral Fvkk, al di là delle apparenze e dei temi trattati, che un titolo come Erection In The House Of God spiega meglio di molte parole, suonano un doom epico, liturgico e maestoso, musicalmente tutt’altro che da prendere a cuor leggero.
Partiamo intanto da un dato fondamentale, ovvero che la band è formata da membri di Faulnis, Ophis e Crimson Swan, dall’identità celata da nickname improbabili, quindi si parla del fior fiore della scena tedesca afferente al metal più oscuro: con queste basi non può certo sorprendere il fatto che il genere venga maneggiato da mani sufficientemente esperte, in grado di far convivere il lato grottesco e dissacrante dei testi con sonorità intrise della sacralità del doom.
Avviene così che questo ep, il quale non raggiunge i venti minuti di durata neppure con l’apporto della bonus track Fvkking At Fvnerals, si riveli a suo modo un prodotto prezioso, anche se ugualmente al di fuori dei canoni consueti dell’etichetta russa, abituata a proporre per lo più band dedite al funeral o al death doom.
Ampie aperture melodiche delineate da un chitarrista in gran spolvero, riff robusti che richiamano i primissimi Type 0 Negative, e linee vocali pulite senza però il raggiungimento delle tonalità stentoree di certo classic doom, sono tra gli elementi che rendono The Lecherous Liturgies un prodotto d’eccellenza, con la speranza che i Fvneral Fvkk non si rivelino solo un progetto estemporaneo bensì riescano a dare continuità ad un lavoro brillante, seppur breve, come questo.

Tracklist:
1. Erection In The House Of God
2. Underneath The Phelonion
3. Fvkking At Fvnerals (bonus track)

Line-up:
Vicarius Vespillo – Bass
Frater Flagellum – Drums
Decanus Obscaenus – Guitars
Cantor Cinaedicus – Vocals

FVNERAL FVKK – Facebook

ELUVEITIE

Il video di Epona, dall’album “Evocation II – Pantheon”, in uscita ad agosto (Nuclear Blast).

Otto anni dopo la pubblicazione dell’album acustico “Evocation I” dei maestri del melodic death/folk metal ELUVEITIE, i musicisti svizzeri hanno nuovamente riposto i loro strumenti elettronici in sala prove. “Evocation II – Pantheon” uscirà il 18 Agosto su Nuclear Blast. Recentemente la band ha lanciato il primo singolo “Epona” suscitando grande euforia nei fan.

Oggi, gli ELUVEITIE pubblicano il video della canzone! E’ stato girato dentro e fuori la città di Avenches, nel sud della Svizzera. Questa città è, specialmente per gli ELUVEITIE, molto ricca di storia. Una volta era chiamata Aventicum, la capitale dei Tigurini (che facevano parte della tribù degli Elvezi) e anche la casa di uno dei più iridescenti personaggi della storia celtica: il potente sovrano Divico, così coraggioso da fronteggiare l’imperatore romano Giulio Cesare! Le sue azioni sono spesso citate nei testi degli ELUVEITIE. Questo clip è stato prodotto da Jason Sereftug-Borruso (scrittore e regista) e Alexis Gudinchet (assistente alla regia).

“Siamo super felici e orgogliosi di presentarvi “Epona” – il primo singolo tratto dal nostro prossimo album “Evocation II – Pantheon”!” , afferma il frontman Chrigel Glanzmann. “La canzone è un’ode alla dea dei cavalli del pantheon celtico! E questo non solo liricamente. Anche musicalmente, sebbene “Epona” sia una traccia acustica, cresce di intensità, potenza e velocità, corre come un cavallo galoppante! E’ un ottimo brano per darvi un assaggio del carattere grezzo, selvaggio, sincero, molto folk e soprattutto molto celtico di “Evocation II – Pantheon”!”

E per guidarvi ancora più nel profondo del mondo di “Evocation II – Pantheon” e nel nuovo brano, la band ha recentemente svelato un video info su questa storia dove il cantante Chrigel spiega chi è “Epona”. Puoi vederlo qui:

Acquista la copia fisica dell’album qui: http://nblast.de/EluveitiePantheonNB

Se non vedi l’ora di ascoltare nuovo materiale degli ELUVEITIE, acquista subito ‘Epona’ o pre-ordina la versione digitale del nuovo album qui: http://nblast.de/EluveitieDigital

Subito dopo l’annuncio delle date, sono arrivate molte richieste dai fan degli ELUVEITIE per ottenere un “meet&greet” con la band in questo tour come accaduto in quelli precedenti.

Gli ELUVEITIE sono lieti di offrire il seguente pacchetto VIP per tutti gli show del MAXIMUM EVOCATION Tour! Il pacchetto sarà disponibile dal 14 Giugno al costo di 50 € e includerà:
– Meet&Greet (inclusa una performance delle due nuove canzoni acustiche)

– Tour shirt

– Entrata anticipata presso la venue (15 minuti)

– Portachiavi + Laminato del tour

– Foto di tutti gli ospiti VIP e di tutta la band (inviata via e-mail)
Exclusive VIP experience: http://merch.booyamusic.net/eluveitie/tickets-and-vip.html

ELUVEITIE & AMARANTHE Tour 2017
Eluveitie
Amaranthe
The Charm The Fury
25.10.2017 Parma, Campus Industry

La band suonerà anche il 5 Agosto al Metal For Emergency Festival di Filago (BG).

Gli ELUVEITIE sono:
Jonas Wolf | chitarra
Matteo Sisti | cornamusa, mandola
Nicole Ansperger | violino
Alain Ackermann | batteria
Chrigel Glanzmann | voce, mandola, cornamusa, bodhran
Fabienne Erni | voce, arpa celtica, mandola
Kay Brem | basso
Michalina Malisz | ghironda
Rafael Salzmann | chitarra

Maggiori info:

www.eluveitie.ch
www.facebook.com/eluveitie
www.nuclearblast.de/eluveitie

Raptor King – Dinocalypse

Secondo ep per il trio sludge/thrash transalpino dei Raptor King, per il ritorno del dinosauro più irriverente e destabilizzante del metal.

Un piccolo aereo sorvola un punto imprecisato dell’oceano pacifico, la tempesta che si abbatte fulminea e traditrice sul piccolo velivolo porta i suoi occupanti a lanciarsi nella nebbia prima che l’impatto con l’acqua sia fatale.

Il risveglio per i sopravvissuti è un incubo, mentre animali di un’altra era gironzolano voraci tra i resti di chi non ce l’ha fatta.
Un paradiso perduto, una terra dove comanda il re raptor, un dinosauro carnivoro che regna sulla città, capitale di questo mondo dove gli animali sono padroni incontrastati degli ultimi umani, vestiti come loro e come loro corrotti.
Dinocalypse, secondo mini cd del trio sludge/thrash dei Raptor King, ci porta in questa terra misteriosa dove comanda il lucertolone preistorico a colpi di metallo devastante e destabilizzante, un concentrato di musica estrema pesante come un T.Rex che ci sballonzola sui genitali.
Dinocracy ed ora Dinocalypse, a distanza di due anni torna il dinosauro più irriverente e destabilizzante del metal con cinque brani cattivissimi, ma che portano con loro un approccio leggermente più melodico e rock’n’roll (Fight ‘n’roll) nascosto tra le pieghe di un sound senza compromessi pesante e mastodontico, ignorante ed in your face, ma che funziona e a tratti strappa un sorriso maligno tra le note di Dinocalypse (il brano), The Witch e dello sludge contorto Lonesome Raptor.
E quando dovete prendere un volo, date un’occhiata alle previsioni … non si sa mai.

TRACKLIST
01. Dinocalypse
02. The Witch
03. The Long Way to Rock (Pom Pom Pom Pom Pom)
04. Fight’n’Roll
05. Lonesome Raptor

LINE-UP
Raptor V – Vocals
Nightsmoke – Guitars
Don Coco – Drums

RAPTOR KING – Facebook

Rex Brown – Smoke On This

Un buon lavoro, che sa sorprendere senza far gridare al miracolo e che sicuramente farà discutere, specialmente chi pensava di trovarsi al cospetto di qualcosa vicino ai Pantera o ai Down.

E’ venuto il momento anche per Rex Brown, storico bassista di Pantera, Down ed altre varianti metalliche più o meno riuscite ma che n e hanno fatto un musicista rispettato in tutto l’ambiente.

Vissuto per anni all’ombra di personalità debordanti come Phil Anselmo ed il compianto Dimebag Darrel, Rex ha avuto molto tempo per presentarsi in una versione solista e l’ha sfruttata a dovere, coniando per questo lavoro un sound tutto suo, evitando facili ispirazioni provenienti dal passato e lasciando che la suaindole lo spingesse verso lidi hard rock.
Rex, alle prese con basso, chitarra e voce (sanguigna, vissuta, da rocker) su Smoke On This ha collaborato con Lance Harvill, chitarrista/cantautore e suo amico di vecchia data, e con Christopher Williams , batterista di Nashville, da un paio d’anni dietro alle pelli degli Accept.
Prodotto da Caleb Sherman, Smoke On This è una raccolta di rock americano, classico, duro come la frontiera, intimista e malinconico, d’autore nei brani dove Brown lascia che siano le atmosfere semi acustiche o leggermente elettriche che sfiorano il southern rock, ma evitando di sconfinare nel groove e nell’hard & heavy: l’opera è suddivisa in undici capitoli di rock diretto e vissuto, come una vita spesa per la musica che lascia segni inevitabili, come molte volte solitudine od altrettanta inquietudine.
E’ un album vero e sincero Smoke On This, il volto riflesso in uno specchio di un artista che si dimostra completo ed in grado di andare oltre al solito sound per mettersi in gioco, riuscendoci con un lotto di brani piacevoli come Crossing Lines, Get Yourself Alright, il rock d’autore della delicata Grace, e l’hard rock polveroso di So Into You, mentre gira che ti rigira si finisce a parlare di blues, quello sporcato di rock duro, padre e figlio dell’America di provincia.
Un buon lavoro, che sa sorprendere senza far gridare al miracolo e che sicuramente farà discutere, specialmente chi pensava di trovarsi al cospetto di qualcosa vicino ai Pantera o ai Down.

Tracklist
1. Lone Rider
2. Crossing Lines
3. Buried Alive
4. Train Song
5. Get Yourself Alright
6. Fault Line
7. What Comes Around…
8. Grace
9. So Into You
10. Best Of Me
11. One Of these Days

Line-up
Rex Brown – Bass, Vocals, Guitars
Lance Harvill – Guitars
Christopher Williams – Drums

REX BROWN – Facebook

Bullet Height – No Atonement

“E’ stato chiaro da subito che sarebbe diventato qualcosa più grande di come ce lo saremmo mai aspettati”, sono le parole usate per descrivere questo recente lavoro, un full-length album di debutto che apre le porte a questo nuovo duo di grande impatto.

I Bullet Height sono nati dall’idea di Sammi Doll (tastierista della band IAMX che ha militato anche in altri gruppi) e Jon Courtney (cantante, chitarrista e tastierista della band Pure Reason Revolution) di dare vita ad un nuovo progetto insieme: un duo rock elettronico che potesse unire le caratteristiche personali di entrambi per creare qualcosa di innovativo e nuovo, diverso.

La sperimentazione musicale e l’attento songwrigting di Jon Courtney, affiancati alle doti canore di Sammi Doll, fanno dei Bullet Height un nuovo punto di svolta del rock, attingendo sia dal passato (band come i vecchi Garbage, Stabbing Westward o Snake River Conspiracy) che dal moderno e facendo del genere qualcosa di nuovo e proiettato nel futuro. L’album inizia con Fight Song, brano che già la dice lunga sul progetto in cui ci stiamo addentrando: una sferzata di chitarre e elettronica che sottolineano voci molto energiche, passando poi a Bastion, secondo brano, nel quale i Bullet Height fanno un piccolo “tributo” a Immigrant Song, portandola alle atmosfere del nuovo millennio. Di grande impatto il brano Fever, un duetto tra la splendida voce di Sammi Doll e la dolcezza del pianoforte che si trasforma in sonorità più dure affini al noise e all’industrial. “E’ stato chiaro da subito che sarebbe diventato qualcosa più grande di come ce lo saremmo mai aspettati“, sono le parole usate per descrivere questo recente lavoro, un full-length album di debutto che apre le porte a questo nuovo duo di grande impatto. Nel complesso il lavoro riesce ad unire molti elementi passando dal dark, al goth, all’avant-garde, all’hard rock e industrial con chitarre heavy, mescolando tutto alla perfezione e creando qualcosa di sperimentale e fortemente innovativo. Le voci della coppia si intrecciano perfettamente, creando a loro volta una melodia a sé stante e quasi ipnotica, che rende ogni brano una piccola perla. Un duo che ha buone basi per portare il rock elettronico in una nuova dimensione e sotto una nuova veste.

Tracklist
1. Fight Song
2. Bastion
3. Hold Together
4. Wild Words
5. Intravenous
6. Cadence
7. No Atonement
8. Break Our Hearts Down
9. Fever
10. Up to the Neck

Line-up
Sammi Doll – Keys, Vocals
Jon Courtney – Guitar, Vocals

BULLET HEIGHT

KORPIKLAANI

Il live clip di ‘Pilli on pajusta tehty’, dal DVD in uscita in agosto (Nuclear Blast).

Le superstar del Folk Metal hanno recentemente annunciato un tour Europeo con gli ARKONA, HEIDEVOLK e TROLLFEST per l’inizio 2018 (date indicate qui di seguito); questo viaggio porterà ancora la grande energia della band ai fan europei. Per la prima volta, i finlandesi hanno catturato e immortalato il loro “live power” nel pacchetto Blu-Ray/DVD+2CD intitolato “Live at Masters of Rock” (in uscita il 25 Agosto 2017 su Nuclear Blast). Dopo aver sentito il titolo, è facile immaginare la location dove è stato girato, l’omonimo festival a Vizovice, Repubblica Ceca. Ma c’è altro per cui essere emozionati, questa pubblicazione non includerà solo lo show del 2016, ma anche il full show del 2014 come bonus feature. Il concerto del 2016 vede la collaborazione di diversi ospiti, da Tero Hyväluoma (violinista extra) a Toni Perttula (fisarmonicista extra), il gemello di Sami. Il mixing e il mastering di “Live at Masters of Rock” è stato seguito dallo stesso front man Jonne Järvelä.

Jonne commenta, “Questo è il nostro primo DVD, di cui siamo molto orgogliosi. Non ci sono tracce d’accompagnamento, niente cori, niente samples, tutti gli errori sono inclusi. Siamo semplicemente noi, KORPIKLAANI, puro live rock ‘n’ roll.”

Aggiunge anche, “Ho speso molto tempo per il mastering con Svante Forsbäck che ha recentemente seguito il mastering dei RAMMSTEIN, e abbiamo lavorato sodo per avere un buon audio d’ambiente e del pubblico. Così che quando alzi il volume, ti sembra di essere proprio lì, al centro.”

Sami aggiunge, “Per noi un grande show è fatto di tanti musicisti, meno costosi dei giochi pirotecnici. Per esempio mio fratello ha accettato di partecipare allo show per poche birre, e non beve tanto!”

Pre-ordina subito “Live at Masters of Rock” : http://nblast.de/KorpiklaaniLiveNB
Pre-ordina “Live at Masters of Rock” in digitale: http://nblast.de/KorpiklaaniDigital

“Live at Masters of Rock” – Track Listing:

Blu-ray/DVD
2016:
01. Intro (Tanhuvaara)
02. A Man With A Plan
03. Journey Man
04. Pilli on pajusta tehty
05. Erämaan ärjyt
06. Lempo
07. Sahti
08. Ruumiinmultaa
09. Vaarinpolkka
10. Viima
11. Metsämies
12. Kultanainen
13. Kipumylly
14. Ämmänhauta
15. Rauta
16. Kylästä keväinen kehto
17. Wooden Pints
18. Vodka
19. Beer Beer
2014:
01. Intro (Tanhuvaara)
02. Tuonelan tuvilla
03. Ruumiinmultaa
04. Metsämies
05. Kantaiso
06. Juodaan viinaa
07. Petoeläimen kuola
08. Sumussa hämärän aamun
09. Vaarinpolkka
10. Kultanainen
11. Uniaika
12. Louhen yhdeksäs poika
13. Uni
14. Vodka
15. Ievan polkka
16. Rauta
17. Wooden Pints
18. Pellonpekko
19. Happy Little Boozer

CD1 (2016)
01. Intro (Tanhuvaara)
02. A Man With A Plan
03. Journey Man
04. Pilli on pajusta tehty
05. Erämaan ärjyt
06. Lempo
07. Sahti
08. Ruumiinmultaa
09. Vaarinpolkka
10. Viima
11. Metsämies
12. Kultanainen
13. Kipumylly
14. Ämmänhauta
15. Rauta
16. Kylästä keväinen kehto
17. Wooden Pints
18. Vodka
19. Beer Beer

CD2 (2014)
01. Intro (Tanhuvaara)
02. Tuonelan tuvilla
03. Ruumiinmultaa
04. Metsämies
05. Kantaiso
06. Juodaan viinaa
07. Petoeläimen kuola
08. Sumussa hämärän aamun
09. Vaarinpolkka
10. Kultanainen
11. Uniaika
12. Louhen yhdeksäs poika
13. Uni
14. Vodka
15. Ievan polkka
16. Rauta
17. Wooden Pints
18. Pellonpekko
19. Happy Little Boozer

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KORPIKLAANI live:

06.07. E Viveiro – Resurrection Fest
09.07. D Ballenstedt – Rockharz Open Air
21.07. RUS Usabda Otrada – Folk Summer Fest
22.07. UA Dovzhanka – Faine Misto
11.08. RO Brasnov – Rockstadt Extreme Fest
12.08. P Vagos – Vagos Metal Fest
08./09.09. CH Hüttikon – Meh Suff! Metal Festival
16.09. J Osaka – amHall
17.09. J Nagoya – Rad Hall
18.09. J Tokyo – Liquid Room
20.09. RC Shenzhen – Red Sugar Jar
21.09. RC Guangzhou – Tu Space
22.09. RC Chengdu – Little Bar Space
23.09. RC Beijing – Gawara-Tango Live
24.09. RC Shanghai – Bandai Namco Shanghai Base Future House
07.10. FIN Helsinki – Heavy Metal Heart Festival

w/ ARKONA, HEIDEVOLK, TROLLFEST
15.02. B Antwerp – Trix
16.02. D Hamburg – Markthalle*
17.02. D Oberhausen – Turbinenhalle 2*
18.02. NL Amsterdam – Melkweg
19.02. D Saarbrücken – Roxy/Garage
20.02. F Paris – Elysée Montmartre
21.02. F Nantes – Stereolux
22.02. F Toulouse – Le Bikini
23.02. E Madrid – Sala But
24.02. E Barcelona – Salamandra 1
25.02. F Lyon – Transbordeur
26.02. CH Vevey – The Rocking Chair
27.02. D Aschaffenburg – Colos-Saal
28.02. D Berlin – Columbia Theater
01.03. CZ Prague – Meet Factory
02.03. D Munich – Backstage*
03.03. D Stuttgart – LKA*
04.03. CH Pratteln – Z7*
05.03. I Milan – Magazzini Generali
06.03. A Salzburg – Rockhouse
07.03. A Graz – Orpheum
08.03. A Vienna – Simm City
09.03. D Leipzig – Hellraiser*
10.03. D Geiselwind – Musichall*
11.03. D Hanover – Capitol
*extended shows – maggiori info a breve…!


Maggiori info:
www.korpiklaani.com
www.facebook.com/korpiklaani
www.nuclearblast.de/korpiklaani