Dødsferd – Diseased Remnants of a Dying World

Diseased Remnants of a Dying World finisce per risultare in lavoro decisamente gradevole, tra momenti di grande spessore, con intuizioni melodiche non banali, ed altri non disprezzabili ma molto meno incisivi.

I Dødsferd sono una band tra le più esperte nonché prolifiche della scena black ellenica.

Nel corso di una carriera iniziata nei primi anni del secolo, il gruppo, sempre guidato dal fondatore Wrath, ha cercato di esplorare le diverse sfaccettature del genere con risultati alterni e in fondo questi decimo full length è a suo modo l’emblema dell’attuale status dei Dødsferd, in costante bilico tra i canoni del genere e pulsioni post rock e post metal:
la varietà stilistica non sempre paga gli stessi dividendi perché spesso, a fronte di una gradita imprevedibilità, finisce per emergere a tratti un senso di frammentarietà.
Al riguardo, un ottimo brano come la title track sembra quasi essere un episodio a sé stante, pur ricollegabile comunque alla sognante opener My Father, My Wrath! più che al diretto black di An Existence Without Purpose  e agli spunti depressive di Loyal to the Black Oath, per non parlare della disturbante ambient della conclusiva Back to My Homeland… My Last Breath.
Alla luce di tutto questo, Diseased Remnants of a Dying World finisce per risultare in lavoro decisamente gradevole, tra momenti di grande spessore, con intuizioni melodiche non banali, ed altri non disprezzabili ma molto meno incisivi.
Non ci sarebbe niente di male se tutto ciò fosse offerto da una band di conio più recente, ma il fatto che un un gruppo di tale esperienza dia la sensazione d’essere ancora alla ricerca di una fisionomia più definita qualche perplessità finisce per lasciarla.

Tracklist:
1. My Father, My Wrath!
2. An Existence Without Purpose
3. Diseased Remnants of a Dying World
4. Loyal to the Black Oath
5. Back to My Homeland… My Last Breath

Line-up:
Wrath – All vocals, rhythm and lead guitars
Neptunus – Bass
Setesh – Rhythm and lead guitars, solos, acoustic guitar

DODSFERD – Facebook

Ferum – Vergence

Per i Ferum, Vergence rappresenta un primo passo ineccepibile e quindi una base ideale per costruire qualcosa di ancora più interessante e consistente in futuro.

L’esibizione in musica del dolore e del disagio può avvenire in maniere diverse, certo è che che il metal offre in tal senso diverse ed efficaci gamme: quella scelta dagli esordienti Ferum è un death doom corrosivo e decisamente avaro di slanci melodici.

La band ha la sua base a Bologna ed e stata fondata da Samantha, la quale si disimpegna alla voce e alla chitarra, oltre ad essere autrice di tutte le musiche, e da Angelica (batteria), raggiunte in seguito da Matteo al basso.
Il growl è aspro ed efferato più che profondo, come è sovente quello femminile, e si adegua ottimamente ad un sound volto ad esprimere la giusta dose di rabbia e disgusto; la componente death è prevalente nel suo rappresentare la frangia più morbosa e putrida del genere, con i rallentamenti di matrice doom che giungono puntuali a conferire quel pizzico di varietà sotto forma di cambi di tempo.
Così quest’opera prima dei Ferum lascia buone impressioni, in virtù di una convinzione ed una chiarezza d’intenti che non sono sempre facilmente riscontrabili: dei cinque brani offerti, i primi tre si snodano in maniera uniforme, mentre il quarto, decisamente più cadenzato, è l’efficace cover di Funeral, traccia che segnò l’esordio nel 1990 degli storici statunitensi Cianide.
Chiude l’ep Ed È Subito Sera, brano che riprende liricamente la breve poesia di Quasimodo: anche in questo caso il trio brilla per il suo sound essenziale e coinvolgente che si apre a tratti, questa volta. anche melodicamente andando a lambire lidi black metal.
Per i Ferum, Vergence rappresenta un primo passo ineccepibile e quindi una base ideale per costruire qualcosa di ancora più interessante e consistente in futuro.

Tracklist:
1. Siege Of Carnality
2. Perpetual Distrust
3. Subcoscious Annihilation
4. Funeral (Cianide cover)
5. Ed È Subito Sera (Outro)

Line-up:
Angelica: drums
Samantha: guitars, vocals
Matteo: bass

FERUM – Facebook

S.R.L.

Il lyric video di “Il Museo Delle Cere”, dall’album “Hic Sunt Leones” in usicta a febbraio (Rockshots Records).

Il lyric video di “Il Museo Delle Cere”, dall’album “Hic Sunt Leones” in usicta a febbraio (Rockshots Records).

In 1992, Italy’s S.R.L. was born, their moniker is an acronym for “Società a Responsabilità Limitata (Limited Liability Company)”. The deep meaning of the band name is both how they see society has limited responsibility on a daily occurrence along with being a tribute to the great Italian rock bands of the 70’s such as P.F.M. – Premiata Forneria Marconi, BMS – Banco del Mutuo Soccorso, etc..

With lyrics in Italian and a music style that is a powerful blend of fast thrash death metal, S.R.L. are releasing their next album “Hic Sunt Leones” via Rockshots Records on February 8, 2019. This is the band’s 11th release since their 1995 debut EP “Divieto di Pensiero”. The new album was inspired by the Ancient Roman motto for unexplored and unconquered lands, which is what S.R.L. are doing with this next release.

“We’re exploring new boundaries of our unique style, melting heavy metal with the thrash and death metal energy. The album is such a trip towards the unknown, while each song has got a different mood, melody, and evolution.”

“Hic Sunt Leones” is available for pre-order from Rockshots Records at http://bit.ly/hicsuntleones_PREORDER

Track Listing:
1. Il Culto
2. Il Museo Delle Cere
3. Tenebre
4. Rimarremo da Soli
5. Demoni
6. Un Sasso nel Vuoto
7. Di Luna e Deserto
8. Vertigine
9. L’uomo Senza Volto
10. Mezzanotte
11. Omne Ignotum Pro Magnifico

Francesco “Khaynn” Bacaro – Scream/Growls
Cristiano “Alcio” Alcini – Guitar
Stefano Clementini – Guitar
Jerico Biagiotti – Bass
Rodolfo “RawDeath” Ridolfi – Drum

Album Credits

Music by S.R.L.
Cover/art by Luca Correnti
Mixing and Mastering by Elvys Damiano @ Trip In Music Recording Studio

For more info:
http://www.rockshots.eu
Official Website http://www.s-r-l.it
Facebook https://www.facebook.com/srlmetalband
Twitter http://twitter.com/SRLmetalband
Instagram http://www.instagram.com/srl_official
Bandcamp http://srlmetal.bandcamp.com

COMPLETE DISCOGRAPHY:
– Demo (Demo, Self-Produced 1995)
– Divieto di Pensiero (EP, Self-Produced 1995)
– Società Responsabilità Limitata (LP, Pagina 3 1996)
– Promo (Demo, Self-Produced 1997)
– Requiescat in Pace (EP, Pagina 3 2000)
– Decade (Compilation, Self-Produced 2002)
– In Memoria Temporis (EP, Sonic Records 2003)
– Mutatio et Maestitia (CD, New LM Records 2007)
– S.R.L. Trilogy (Boxed set, Self-Produced 2008)
– De Humana Maiestate (CD, Revalve Records 2012)
– Unus et Viginti (EP, Revalve Records 2013)
– Hic Sunt Leones (Full-length, Rock Shots 2019)

NORTHWOODS

Il video di “Straight Path” / “Future is a Shadow Line”, dall’album “Wasteland” (Shove / Brigante / Mothership Records).

Il video di “Straight Path” / “Future is a Shadow Line”, dall’album “Wasteland” (Shove / Brigante / Mothership Records).

No Echo is hosting the premiere of “Straight Path” / “Future is a Shadow Line”, the new video by Italian noise / post hardcore act NORTHWOODS; the track hailing from the band’s “Wasteland” debut LP, out now via Shove, Brigante and Mothership Records.

“Wasteland” premiered on Cvlt Nation, while the single “City 40” was first released via heavily trafficked portal Echoes and Dust.

A reflection of the band’s diverse background, “Wasteland” draws influence as much from the frenzied and chaotic sound of Converge, Botch and Swedish cult band Breach, as it does the fury and melody of noise rock in the vein of Unsane. “Wasteland” brings something original to the table with a sound that is at once aggressive and honest.

Lyrically the album revolves around the denial of promises for a better future, taking inspiration by the closed cities that once existed in the old Soviet Union, where a very high standard of living came at a price of radioactive contamination. A song such as “Future is a Shadow Line” is based on a quote by Polish/British writer Conrad, who once described the last strip of land visible from the sea – the shadow line – as a metaphor for the future.

NORTHWOODS recorded “Wasteland” in the winter of early 2018 at Cinquequarti Music Studio under the watchful production of Lorenzo Amato. The cover displays a rare photograph licensed by NASA.

Tracklist:
01. Ground Zero
02. Moebius
03. City 40
04. Asylum
05. Strength Path
06. Future is a Shadow Line
07. Detachment
08. The Witness

Line-up:
Alvaro Diamanti – Vocals, Guitars
Federico Mazzoli – Bass
Andrea Gentili – Drums

NORTHWOODS was first brought together in 2015, by a group of veterans of the Italian underground scene. The members of the band aimed to create something original – fierce, beautiful and honest, in order to contribute back to the pantheon of the great and timeless music that shaped the Italian hardcore scene. Their self-titled debut EP was released in 2016 and soon after the band began what would grow be substantial touring of the material with a strong and memorable live set.

https://www.facebook.com/northwoodsposthc/

https://northwoods1.bandcamp.com/

ONYDIA

Il lyric video di The Unknown, dall’album Reflections in uscita a febbraio (Revalve Records).

Il lyric video di The Unknown, dall’album Reflections in uscita a febbraio (Revalve Records).

Gli Onydia rilasciano il loro primo lyric del brano The Unknown estratto dall’album Reflections in uscita via Revalve Records il 1° Febbraio.

https://player.believe.fr/v2/3615935539685
https://www.facebook.com/onydiaband/
http://www.revalverecords.com/Onydia.html

RHAPSODY OF FIRE

Il video di “Rain Of Fury”, dall’album “The Eighth Mountain“ in uscita a febbraio (AFM Records/ Soulfood).

Il video di “Rain Of Fury”, dall’album “The Eighth Mountain“ in uscita a febbraio (AFM Records/ Soulfood).

I RHAPSODY OF FIRE pubblicheranno il nuovo studio album “The Eighth Mountain“ il prossimo 22 Febbraio su AFM Records/ Soulfood e distribuito in Italia da Audioglobe. Per l’occasione sarà disponibile un’edizione limitata a sole 150 copie in doppio Lp color argento direttamente acquistabile dal mailorder di Audioglobe a questa pagina www.audioglobe.it

I Rhapsody Of Fire occupano una posizione speciale nel variegato mondo dell’heavy metal: come pochi altri, la band italiana è sinonimo di Metal sinfonico caratterizzato da velocità, grande pathos e raffinatezza tecnica. Un’altra caratteristica che i fan della band amano è che dall’inizio della loro carriera, quando erano ancora solo Rhapsody, le loro canzoni hanno presentato delle vere e proprie saghe mitologiche. A chi non piace ricordare classici come Legendary Tales (1997), Symphony Of Enchanted Lands (1998) o Dawn Of Victory (2000)? I Rhapsody Of Fire sono tornati ora con la forza di quegli album e alcune novità.

Prima di tutto, c’è stato un importante cambiamento di line up: il vocalist Giacomo Voli al timone del gruppo negli ultimi tre anni non solo ha accettato il potente patrimonio, ma ha anche dato un nuovo slancio alla musica dei Rhapsody Of Fire. La potenza vocale di Voli ha impressionano il tastierista Alex Staropoli, fondatore dei Rhapsody Of Fire “Giacomo è come una boccata d’aria fresca per il gruppo e la sua voce espressiva è stata una grande fonte d’ispirazione per le mie composizioni. Questo è uno dei motivi per cui il nostro songwriting sembra di nuovo più positivo”.

La loro ultima registrazione in studio, The Eighth Mountain, combina canzoni velocissime e cori epici con arrangiamenti orchestrali sontuosi raggiunti lavorando nuovamente con un’orchestra importante. Questa volta i musicisti della acclamata Bulgarian National Symphony Orchestra di Sofia, rinomata per il suo contributo a più di 600 colonne sonore di film, sono stati determinanti nella registrazione del suono complessivo di The Eighth Mountain, sublime e ricco di atmosfera. Anche due cori con più di 20 cantanti, così come un certo numero di solisti che suonano strumenti medievali, meritano di essere menzionati. L’album è stato mixato e masterizzato da Sebastian “Seeb” Levermann (Orden Ogan), un esperto riconosciuto di suoni spettrali.

Il contenuto lirico di The Eighth Mountain segna l’inizio di una nuova storia, sviluppata da Roby De Micheli e Alex Staropoli con il titolo di “Nephilim’s Empire Saga” che si basa su quegli affascinanti elementi fantasy per i quali i Rhapsody Of Fire sono famosi. “La gente scoprirà più dettagli della saga quando ascolterà i testi”, dice Staropoli non volendo rivelare tutti i segreti dell’album.

L’album è inoltre arricchito dall’affascinante copertina illustrata per gentile concessione di Alex Charleux, con il quale i Rhapsody Of Fire hanno già collaborato alla compilation Legendary Years (2017). Staropoli: “L’artwork è davvero mozzafiato e ha un effetto incredibilmente impressionante, in particolare la versione in vinile. Sarebbe impossibile illustrare la nuova saga in maniera migliore di questa copertina”

Credits:

Alex Staropoli – Producer
Seeb Levermann – Mix and Mastering
Alexandre Charleux – Cover Artwork
Greenman Studios – Studio
Karsten Koch – Photographer

Videoclip – Rainer Zipp Franzen

Line-Up:
Giacomo Voli (voce)
Alex Staropoli (tastiere)
Roby De Micheli (chitarra)
Alessandro Sala (basso)
Manu Lottner (batteria)

Tracklisting

CD or DVD: (01:04:36)
01 – Abyss Of Pain
02 – Seven Heroic Deeds
03 – Master Of Peace
04 – Rain Of Fury
05 – White Wizard
06 – Warrior Heart
07 – The Courage To Forgive
08 – March Against The Tyrant
09 – Clash Of Times
10 – The Legend Goes On
11 -The Wind, The Rain And The Moon
12 – Tales Of A Hero’s Fate

Vinyl: (01:04:36)
A 01 – Abyss Of Pain
A 02 – Seven Heroic Deeds
A 03 – Master Of Peace
A 04 – Rain Of Fury
B 05 – White Wizard
B 06 – Warrior Heart
B 07 – The Courage To Forgive
C 08 – March Against The Tyrant
C 09 – Clash Of Times
C 10 – The Legend Goes On
D 11 – The Wind, The Rain And The Moon
D 12 – Tales Of A Hero’s Fate

Tour dates:

21.02.2019 – ES – Barcelona

22.02.2019 – ES – Madrid

23.02.2019 – ES – Donostia

24.02.2019 – FR – Nantes

25.02.2019 – FR – Paris

26.02.2019 – NL – Enschede

27.02.2019 – NL – Leiden

01.03.2019 – DE – Essen

02.03.2019 – CH – Pratteln

03.03.2019 – DE – Osnabrück

04.03.2019 – BE – Kortijk

06.03.2019 – DE – Munich

07.03.2019 – DE – Mannheim

08.03.2019 – DE – Leipzig

09.03.2019 – CZ – Prague

10.03.2019 – AU – Vienna

12.03.2019 – IT – Milano – Legend Club

13.03.2019 – IT – Bologna – Zona Roveri

www.rhapsodyoffire.com

www.facebook.com/rhapsodyoffire/

Sacrificium Carmen / Sarkrista / Malum – Trinity of Luciferian Illumination

Trinity of Luciferian Illumination è un ottima uscita rivolta essenzialmente ad appassionati puri e duri del genere, visto che le tre band coinvolte confermano in pieno il loro valore senza offrire però particolari spunti dai quali poter trarre indizi, anche parziali, di cambiamenti nel prossimo futuro: ma a chi ama il black metal tutto ciò di norma basta ed avanza.

La sempre attiva Purity Through Fire, etichetta tedesca specializzata in black metal, propone questo interessante split album che ci presenta tre realtà invero dai tratti piuttosto simili, ma tutte indubbiamente di buon livello.

Dei finlandesi Sacrificium Carmen non si può che ripetere quanto detto di buono in occasione del loro recente album Hermetica: il fatto che sia lo split che il full length siano stati pubblicati a distanza molto ravvicinata non fa che rendere questi tre brani inediti del tutto conformi a quanto già ascoltato, il tutto però con un accezione positiva, visto che la band di Tampere continua sempre più a convincere con il proprio melodico ed incessante incedere; Kuolonkerjäläinen e Soihdunkantaja esibiscono ritmi intensi ed accattivanti, mentre Ikiliekki si rivela una traccia relativamente più ragionata e rallentata, almeno nella parte iniziale, prima di esplodere nel finale.
I tedeschi Sarkrista sono una delle band che più ha impressionato nell’ultimo decennio in virtù di due ottimi album, l’ultimo dei quali, Summoners of the Serpents Wrath, uscito lo scorso anno: musicalmente la band proveniente dall’estremo nord della Germania fa proprio l’insegnamento soprattutto del black svedese, con i migliori Arckanum che paiono essere uno dei maggiori riferimenti; Distant Blazing Battle Horns e Staring with Fiery Eyes sono due notevoli brani, con il secondo che si fa preferire per intensità e cattiveria
Le ultime tre tracce sono appannaggio dei Malum, anch’essi esponenti dell’emergente scena finnica; anche per la band di Turku l’ultimo album risale al 2017 Night of the Luciferian Light ed in effetti bisogna dire che i tre gruppi che partecipano allo split album sono abbastanza omogenei anche a livello di curriculum, visti che tutti hanno due full length all’attivo, oltre a svariate uscite minori, in un arco temporale compreso dal 2013 in poi.
I Malum appaiono solo un po’ più ruvidi rispetto ai compagni d’avventura, forse anche a causa di una produzione più sporca, ma sostanzialmente le coordinate non cambiano, tramite l’offerta di una traccia lunga ma convincente come Opening the Gates of Cursed Dimension, una più breve Possessed votata al black’n’rpoll, con la sola conclusiva Desecrating the False Temples che assume toni più algidi e cadenzati, offrendo un gradito spunto di discontinuità rispetto a quanto ascoltato in precedenza.
In sostanza Trinity of Luciferian Illumination è un ottima uscita rivolta essenzialmente ad appassionati puri e duri del genere, visto che le tre band coinvolte confermano in pieno il loro valore senza offrire però particolari spunti dai quali poter trarre indizi, anche parziali, di cambiamenti nel prossimo futuro: ma a chi ama il genere tutto ciò di norma basta ed avanza.

Tracklist:
1. Sacrificium Carmen – Kuolonkerjäläinen
2. Sacrificium Carmen – Soihdunkantaja
3. Sacrificium Carmen – Ikiliekki
4. Sarkrista – Distant Blazing Battle Horns
5. Sarkrista – Staring with Fiery Eyes
6. Malum – Opening the Gates of Cursed Dimension
7. Malum – Possessed
8. Malum – Desecrating the False Temples

Line-up:
Sacrificum Carmen
Hypnos – Bass
Advorsvs – Guitars
Profostus – Guitars
Hoath Cambion – Vocals
Xeth – Drums

Sarkrista
Exesor – Drums
Farbauti – Guitars
Revenant – Vocals
VT – Guitars

Malum
KK – Bass
HH – Drums
Valtteri Tuovinen – Guitars
EV – Guitars
Tyrant – Vocals, Guitars, Bass

SACRIFICIUM CARMEN – Facebook

SARKRISTA – Facebook

MALUM – Facebook

MYRATH

Il video di Dance.

Il video di Dance.

I Myrath, band metal orientale, tornano con un nuovo incredibile video diventato virale in pochissimo tempo. “Dance” è ambientato in una terra fantastica, ispirata a “Tales of Arabian Nights”, che la band ha creato per raccontare come la rivoluzione tunisina del 2011 abbia cambiato le loro vite.

Evilfeast – Mysteries Of The Nocturnal Forest

Mysteries Of The Nocturnal Forest si rivela l’ideale base di partenza per scoprire o riassaporare il valore di un musicista come Grzywacz, capace di dare alle stampe negli anni a seguire altri quattro full length di pari livello.

Mai come nel caso dei generi e delle realtà più underground si rivelano utili le ristampe. In questo caso l’operazione riguarda il full length d’esordio degli Evilfeast, a cura della sempre puntuale etichetta tedesca Eisenwald.

Mysteries of the Nocturnal Forest, prima testimonianza discografica del progetto solista del musicista polacco Jakub Grzywacz, in arte GrimSpirit, era stato originariamente pubblicato nel 2004 dall’etichetta locale Old Legend, da qualche anno non più attiva, e anche se c’erano già state in passato riedizioni sia in cassetta che in vinile, arriva opportunamente quella che consente di riappropriarsi in cd di questo frammento di storia del black polacco.
Il genere, nell’interpretazione degli Evilfeast, è quanto mai tradizionale e rimanda ai primordi in terra norvegese, in particolare ai primi passi degli imprescindibili Emperor; il sound, infatti, presenta quell’alone atmosferico che verrà in seguito esasperato da altri nella sua versione sinfonica ma che, nelle mani di Ihsahn e Samoth, diventava lo sfondo ideale sul quale rappresentare tutta la forza blasfema e misantropica del black metal.
GrimSpirit quindici anni fa dimostrava d’aver appreso alla perfezione quella lezione, riversando sull’ascoltatore un’ora di musica gelida, solenne, prodotta in maniera più che soddisfacente in relazione alla tipologia della proposta e quindi con tutte le carte in regola per attrarre l’attenzione di chi era rimasto fedele a quelle sonorità.
Per constatare la veridicità di queste affermazioni consiglio di passare direttamente alla traccia numero 6, la claustrofobica Descending Winds of Holocaust, brano che rappresenta in qualche modo equivalente d quello che fu per gli Emperor Into The Infinity Of Thought, fatte ovviamente tutte le distinzioni del caso.
Nel sound degli Evilfeast confluiscono anche pulsioni derivanti da nomi di minor fama ma ugualmente seminali come furono i Limbonic Art di Moon In Scorpio: parliamo quindi di quelle realtà che introdussero i suoni di tastiera nel genere al solo fine di accentuarne il potenziale evocativo, senza snaturane il senso e la filosofia di base.
Mysteries Of The Nocturnal Forest si rivela cosi l’ideale base di partenza per scoprire o riassaporare il valore di un musicista come Grzywacz, capace di dare alle stampe negli anni a seguire altri quattro full length di pari livello, ultimo dei quali Elegies of the Stellar Wind nel 2017.

Tracklist:
1. Ode to a Rising Fullmoon (Intro)
2. Immerse into Cold Mist
3. Thy Woods Are Sacred
4. Towards the Funeral Winternight Landscape
5. Solitude Apotheosis
6. Descending Winds of Holocaust
7. The Black Heavens Open
8. Morbid Rejoice
9. Desolate Fields Left (Outro)

Line-up:
GrimSpirit – All instruments, Vocals

EVILFEAST – Facebook

NEMESIS INFERI

Il video di “Never On Your Mouth”, dall’album “A Bad Mess”.

Il video di “Never On Your Mouth”, dall’album “A Bad Mess”.

I groove metallers di Bergamo NEMESIS INFERI pubblicano oggi il nuovo video e singolo “Never On Your Mouth”. La canzone è tratta dal loro ultimo lavoro “A Bad Mess”, prodotto dall’acclamato produttore Jaime Gomez Arellano (Paradise Lost, Angel Witch, Cathedral, Primordial, Sólstafir) e pubblicato da Fuel Records/Self nel 2018, ad oggi il manifesto più schietto e coerente di una proposta musicale impetuosa e originale.

“‘Never On Your Mouth’ è il secondo video/singolo dell’album ‘A Bad Mess’. È una canzone molto rock con un testo ‘hard’, dove raccontiamo di una ragazza che ha perso la testa per un tipo al quale della ragazza in questione poco interessa e che la usa solo per sfogare le sue voglie sessuali. Un argomento che può sembrare divertente, ma che in realtà vuole trasmettere un messaggio molto triste. La cosa ovviamente può essere vista anche in senso contrario: una ragazza che usa un ragazzo che ha perso la testa per lei”, spiega il frontman e mastermind G.M. Gain.

Creati nella provincia di Bergamo nel gennaio del 1997 per mano del cantante/chitarrista, principale compositore e unico membro della formazione originale G.M. Gain, i NEMESIS INFERI rispondono ad una precisa esigenza di esplorare le influenze groove metal e l’immaginario gotico di quattro musicisti con diversi anni di esperienza alle spalle.

Lo stile dei NEMESIS INFERI non si limita a rielaborare influenze tutt’altro che scontate come il grunge più sanguigno, le recenti evoluzioni dell’hard rock americano e le radici del metal estremo, ma rivolge anche la propria ispirazione all’idea di un sound davvero personale e immediatamente riconoscibile. Caratterizzato da una potenza espressiva e da un dinamismo ritmico difficilmente riscontrabile in altri gruppi contemporanei, il sound dei NEMESIS INFERI si apre verso l’esterno anche sotto l’aspetto concettuale, presentando un approccio lirico profondo e derivato da storie di vita vissuta, senza per questo rinunciare a una viscerale fascinazione per l’occulto.

Fondendo il romanticismo tragico dei Type O Negative con il freddo isolazionismo dei Bathory, i viaggi lisergici dei Led Zeppelin con l’impatto visuale di Rob Zombie, la rabbiosa inquietudine degli Slayer col rassegnato dolore degli Alice In Chains, i NEMESIS INFERI si dimostrano capaci di allestire un enorme effetto cinematografico sull’ascoltatore.

La musica dei NEMESIS INFERI scardina i limiti delle etichette conosciute, veicolando un messaggio di dedizione all’arte e libertà espressiva in senso netto e inequivocabile. L’essenza materiale della musica viene estrapolata dalla percezione reale e crea un circolo virtuoso tra violenza sonora e suggestioni trascendenti.

LINE-UP
G.M. Gain – voce e chitarra ritmica
Fazz – chitarra solista
Daniel – basso
Carru – batteria

DISCOGRAFIA
Sins Of Eden – CD (1999, Northern Darkness Records)
Somewhere In Darkness – CD (2003, Warlord Records) sold out
Another Kind Of Evil – CD + digitale (2010, Fuel Records)
Natural Selection – CD + digitale (2015, Fuel Records)
A Bad Mess – CD + digitale (2018, Fuel Records)

MAGGIORI INFO:
https://www.facebook.com/N.Inferi/
https://nemesisinferi.bandcamp.com

Ellende – Rückzug in die Innerlichkeit

Se proprio post black deve essere, questo ristampa del primo ep degli Ellende è il volto migliore che vorremmo sempre attribuirgli.

La label tedesca Art Of Propaganda ha da poco ristampato l’ep di debutto degli Ellende, progetto solista del musicista austriaco Lukas Gosch.

Rückzug in die Innerlichkeit risale al 2012 e rappresenta un buon esempio di come si dovrebbe suonare ed interpretare il black metal nella sua versione più atmosferica ed intimista (mi piace definirlo così perché post black rischia di voler dire tutto e niente).
Il bravo L.G., infatti, già al suo primo passo cercava di differenziarsi da tutte le altre one man band conferendo una particolare cura ai suoni sia al livello di produzione che di varietà degli stessi, affidando per esempio un parte importante agli strumenti ad archi affidati all’ospite Anne; tale notevole commistione diede i sui frutti regalando quattro brani che alternavano con grande gusto ed abilità le sfuriate ritmiche del black alle aperture melodiche contrassegnate dall’uso di strumenti classici.
Una traccia magnifica e dal grande tasso evocativo come Der letzte Marsch, con le ossessive note del pianoforte che accompagnano lo sviluppo del brano nella sua seconda metà, è solo un esempio dell’elevata qualità che il bravo musicista di Graz era stato in grado di esibire, ma il resto della tracklist non era affatto da meno, riservando sorprese in più frangenti senza che il sound ne risentisse minimamente a livello di omogeneità.
Comunque, tornando a quanto detto qualche riga sopra, se proprio post black deve essere questo è il volto migliore che vorremmo sempre attribuirgli; negli anni successivi gli Ellende (che in sede live diventano comunque una band vera e propria) hanno pubblicato due full length molto ben accolti a livello di critica, mentre nel prossimo marzo è prevista l’uscita del terzo lavoro su lunga distanza che sarà intitolato Lebensnehmer, per il quale quale l’ascolto di questa ristampa potrebbe risultare un’ideale introduzione.

Tracklist:
1. Rückzug in die Innerlichkeit
2. Pfad der Endlichkeit
3. Der letzte Marsch
4. Von Vergänglichkeit und Trost

Line-up:
L.G. – everything
P.F. – drums

ELLENDE – Facebook

SCALA MERCALLI

Il video di “Be Strong”, dall’album Indipendence” in uscita a gennaio.

Il video di “Be Strong”, dall’album Indipendence” in uscita a gennaio.

Italian heavy metallers SCALA MERCALLI have finished mixing their new album “Indipendence” at ALPHA OMEGA Studio’s by Alex Azzali. The Album is set to be released on January 25th. Today the band unleashes a new video for “Be Strong”, taken from “Indipendence”, watch it here:

The song is an encouragement in trying to find the strength in all circumstances, fighting for own dreams and ideals, without being overcome by everyday difficulties of life that can sometimes be very hard and heavy.

Stated the band on the song: “Being strong doesn’t mean never falling down, but finding the strength to always get up and move forward. May this song help you all, Metalheads! ”

“Indipendence” will be about the first part of Italian Risorgimento, from Naple’s Reign ruled by King Murat until Mazzini’s Roman Republic, including episodes on Mille (The Expedition of the Thousand) and Brigandage, with some of their main characters. The band will wear the new uniform inspired by the units, from north to south, that in the above-mentioned period fought side by side with the people and contributed with hard sacrifices to build Italian nation.

The band about “Indipendence”:
“This project is about some events we consider of great importance in our country’s history, because they remind us of how important it has been, for a people dominated for years by foreign powers, to fight for ideals of unity and freedom, and reminds also that freedom, in every form, is never a gift but has always to be conquered fighting togheter. Yesterday as today!”

This example applies to every people or nation that wants to be truly free!

More information at:
BAND: http://www.scalamercalli.com
MANAGEMENT: hhttps://alphaomega-management.com | https://www.facebook.com/OfficialAlphaOmegaManagement

WHOREDOM RIFE – NID – Hymner Av Hat

L’unica maniera per superare l’ostacolo ingombrante della derivatività è quella di riuscire ad imprimere ad ogni singola nota una convinzione ed un’intensità superiore alla media: ciò è quanto avviene con questa band.

Il secondo full length dei norvegesi Whoredom Rife conferma e rafforza quanto mostrato con l’ep d’esordio ed il primo lavoro su lunga distanza, uscite tutte racchiuse nell’arco degli ultimi due anni.

Il duo di Trondheim esibisce una forma quanto mai tradizionale di quel black metal che nella loro patria ha preso vita e quindi, sgombrato subito il campo da possibili curiosità o variazioni sul tema, ciò che resta per fare la differenza è la maniera in cui tutto ciò viene proposto.
L’unica maniera per superare l’ostacolo ingombrante della derivatività è quella di riuscire ad imprimere ad ogni singola nota una convinzione ed un’intensità superiore alla media: ciò è quanto avviene con questa band il cui motore è V. Einride, il quale si occupa di tutti gli strumenti lasciando al suo compare K.R. l’onere di dedicarsi alle parti vocali.
Il black metal, quando viene suonato senza tralasciare nessuno dei necessari crismi, diviene un genere capace di superare qualsiasi obiezione relativa alla sua ripetitività o addirittura obsolescenza: l’impatto brutale e allo steso tempo atmosferico, sorretto da ritmiche forsennate e da una vice improntata ad un feroce harsh piuttosto che al più consueto screaming, inchioda l’ascoltatore inducendolo che lo voglia o meno ad assimilare quest ennesima rappresentazione di oscurità musicale.
Satyricon, Immortal, poi un po’ tutte le band storiche che si vogliono inserire in elenco costituiscono la fonte alla quale i Whoredom Rife si abbeverano riuscendo a ritrasmettere queste sonorità in maniera fedele e allo stesso tempo confacenti alla contemporaneità.
L’equilibrio raggiunto con naturalezza da Einride in brani come Verdi Oeydest e Crown Of Deceit non può lasciare indifferenti e anche quando, a fine corsa, con Ceremonial Incantation si prova a prendere una leggera variante rallentando leggermente i ritmi e lasciando qualche attimo di respiro in più, il tutto avviene senza che la retta via venga minimamente smarrita fornendo un risultato invero magnifico.
In antitesi al titolo (Hymner Av Hat, ovvero inni di odio) questi sette brani spingeranno semmai gli appassionati ad amare ancor di più queste sonorità.

Tracklist:
1. Summoning The Ravens
2. Verdi Oeydest
3. Where The Shadows Dwell
4. Hyllest
5. Crown Of Deceit
6. New Hate Dawns
7. Ceremonial Incantation

Line-up:
V. Einride – All instruments
K.R – Vocals

WHOREDOM RIFE – Facebook

LA BOTTEGA DEL TEMPO A VAPORE

Il lyric video di Tempo Inverso PT.1 Il Viaggio, dall’album Viaggi InVersi (Revalve Records).

Il lyric video di Tempo Inverso PT.1 Il Viaggio, dall’album Viaggi InVersi (Revalve Records).

https://youtu.be/TB6S-1-WVVw

L’italianissima prog rock band La Bottega del Tempo a Vapore ha appena rilasciato un nuovo video di Lyric per il brano Tempo Inverso PT.1 Il Viaggio tratto da loro ultimo album Viaggi InVersi!

Video maker Stefano Mastronicola
Ascolta Viaggi InVersi su Spotify: https://spoti.fi/2QcF9LW
https://www.revalverecords.com/LaBottegaDelTempoAVapore.html

The Ghost I’ve Become – Circle of Sorrow

L’auspicio è che i The Ghost I’ve Become trovino quanto prima l’appoggio esterno ideale per cominciare a pensare ad un primo full length che, con questi presupposti, potrebbe svelarne le indubbie doti ad numero ben più consistente di appassionati.

Due anni dopo l’ep d’esordio Hollow ritroviamo I finnici The Ghost I’ve Become con un nuovo ep che conferma quanto di buono era già stato esibito a suo tempo.

Nonostante tali valide premesse, non si può fare a meno di notare, quale aspetto negativo, il fatto che una band di tale prospettiva continui ad essere priva del supporto fattivo non solo di un etichetta ma anche di un agenzia di promozione e, purtroppo, in un mondo in cui troppo spesso chi appare ottiene molta più considerazione rispetto a chi vale, tutto questo non può che rivelarsi alla lunga un handicap per questi ottimi musicisti.
Il songwriter e chitarrista Lauri Moilanen ripropone gli schemi vincenti che ben conosciamo, rafforzandoli ulteriormente ed asservendoli al cupo concept che egli stesso ha ideato, ben supportato dalla buona produzione curata dall’altro chitarrista Joonas Kanniainen e ottimamente illustrato dall’inqueitante artwork curato dal vocalist Jomi Kyllönen.
Indubbiamente questo atteggiamento improntato ad un DIY, elevato però ai massimi termini in quanto a professionalità, continua a portare frutti prelibati, in quanto Circle of Sorrow è un lavoro nel quale vengono miscelate al meglio le influenze che i nostri riescono a rielaborare in maniera personale, benché l’impronta di band come gli imprescindibili Swallow The Sun e dei loro contraltari d’oltreoceano Daylight Dies siano ben percepibili.
Denial e Torment rappresentano al meglio il doloroso crescendo che porta alle splendide aperture melodiche di Grief e al commovente intimismo dell conclusiva Yearn: da notare in questi ultimi due brani, l’importante contributo della voce pulita affidata al musicista canadese Marc Durkee, a dimostrazione dell cura dei particolari che non viene mai meno nell’operato dei The Ghost I’ve Become.
Non si può quindi che ribadire con soddisfazione come la band di Oulu sia una delle promesse più concrete in ambito death doom e anche se, come detto, realtà di livello nettamente inferiore riescono a trovare il supporto di etichette anche importanti, continuo sempre a pensare (o meglio dire a sperare) che la meritocrazia alla fine abbia la meglio sulla capacità di vendersi.
L’auspicio è che Moilanen e soci trovino quanto prima l’appoggio esterno ideale per cominciare a pensare ad un primo full length che, con questi presupposti, potrebbe svelarne le indubbie doti ad numero ben più consistente di appassionati.

Tracklist:
1. O
2. Denial
3. Torment
4. Grief
5. Yearn

Line-up:
Lauri Moilanen – Guitars, backing vocals
Joonas Kanniainen – Guitars
Jomi Kyllönen – Vocals
Jaakko Koskiniemi – Bass

Guests:
Marc Durkee – Clean Vocals
Tommi Tuhkala – Drums
Aleksi Tiikkala – Piano

THE GHOST I’VE BECOME – Facebook

LOSTAIR

Il video di Where The Angels Die Taken, dall’album Ad Jubilaeum (Revalve Records).

Il video di Where The Angels Die Taken, dall’album Ad Jubilaeum (Revalve Records).

Lostair shared the first videoclip for their single Where tThe Angels Die taken from the last album AD JUBILAEUM (Revalve records).

Listen full album on spotify: https://spoti.fi/2yBbRgo
https://www.revalverecords.com/Lostair.html
https://www.facebook.com/lostairmetal/

“Ad Jubilaeum” is a concept album focusing on Christianity and its religious political power from antiquity to the present day The first songs of the album, At the hands of black inquisition and Rise, speak of the holy inquisition and the times of the crusades, Where the angels die and Vaticanum instead focus on the Vatican and the power of the church, then proceed with The Bible Code and Trinitity dealing with more complex issues, that is the code hidden behind the rows of the holy bible and the concept of trinity one of the most fascinating religious mysteries in Christian history. They conclude the album The fall of any gods and Finis dierum, both songs express the uncertainty of human destiny and its fragility toward faith.

Nachtmystium – Resilient

Resilient si rivela un ritorno ben più che incoraggiante e, ovviamente, la possibilità di riascoltare musica inedita con il marchio Nachtmystium non può che rappresentare una buona notizia per i numerosi estimatori di questa band.

Di uno come Blake Judd dalle nostre parti si direbbe che ne ha fatte più di Carlo in Francia, intendendo con questo che il musicista statunitense ci ha messo molto del suo per uscire dai radar degli appassionati.

In realtà, a ben vedere, Judd è stato solo l’ultimo di una serie di musicisti che hanno rischiato di compromettere la loro vita, artistica e non, a causa della dipendenza da eroina, una condizione che rende ogni persona capace di fare le peggiori cose pur di soddisfare le proprie necessità primarie, che altre non sono se non quella di procurarsi altra droga; resta il fatto che, nell’ambiente musicale, chi truffa i colleghi o gli stessi fans, indipendentemente dalle motivazioni che stanno alla base, finisce per farsi attorno terra bruciata rendendo molto arduo qualsiasi tentativo di risalire la china.
Ma se una seconda possibilità viene concessa anche ai più efferati criminali, perché questo non deve accadere anche per Blake, che in fondo ha già pagato abbastanza toccando con mano i recessi più profondi nei quali si possa sprofondare nel corso della propria esistenza ? La stessa domanda devono essersela posta anche quelli della Prophecy Productions, label che ha acquisito i diritti dell’intero catalogo dei Nachtmystium e hanno fornito a Judd la possibilità di ricominciare a fare quello che nella vita gli riesce sicuramente meglio, ovvero il musicista.
Così, oltre alla ristampa in occasione del decennale dell’uscita di di Assassins: Black Meddle, Part I, l’etichetta tedesca tramite la sublabel Lupus Lunge ha immesso sul mercato l’ep Resilient, che rappresenta il ritorno sulle scene di Judd con la sua band dopo tutte le già citate vicissitudini.
Fatte le doverose premesse, chi si aspettava una nuova esibizione di black metal obliquo e psichedelico è stato pienamente accontentato: i tre brani più intro presenti nell’edizione base di Resilient dimostrano che il nostro ha ancora parecchio da dire e che la sua particolare cifra stilistica non è andata smarrita.
La title track è infatti un brano sofferto, strutturato su tempi piuttosto rallentali e dal buon impatto melodico e atmosferico, mentre Silver Lanterns è un più classico mid tempo all’interno del quale non mancano certo le variazioni sul tema, nel quale viene messo in evidenza il solito buon lavoro chitarristico di Blake.
Davvero interessante, tanto da renderlo a mio avviso l’episodio migliore del lavoro nonostante il suo netto scostamento rispetto agli altri due brani, è la lunga traccia finale Desert Illumination, vero e proprio trip psichedelico che tiene fede al titolo per la prima metà prima di trasformarsi in una trascinante cavalcata all’insegna del puro black metal.
Tra i musicisti che accompagnano Judd in questo suo riuscito tentativo di rinascita musicale va segnalato il tedesco Martin van Valkenstijn, uno che oltre a essere coinvolto in diverse band della scena black del suo paese, ha all’attivo anche collaborazioni con nomi pesanti quali Empyrium, Sun Of The Sleepless e The Vision Bleak, e da uno che gravita nell’area presidiata da un certo Markus Stock non c’è dubbio che possa esser giunto un prezioso supporto per il redivivo Blake.
In definitiva, Resilient si rivela un ritorno ben più che incoraggiante e, ovviamente, la possibilità di riascoltare musica inedita con il marchio Nachtmystium non può che rappresentare una buona notizia per i numerosi estimatori di questa band.

Tracklist:
01 Conversion
02 Resilient
03 Silver Lanterns
04 Desert Illumination

Line-up:
Joel Witte Guitars (rhythm) (additional)
Blake Judd Vocals, Guitars (lead, rhythm)
Martin van Valkenstijn Bass, Effects, Vocals (backing)
Job Phenex Bos Keyboards, Effects

NACHTMYSTIUM – Facebook

TARGET

Il music video di “Oceangrave”, dall’album “Deep Water Flames (DWF)” di prossima uscita (Australis Records).

Il music video di “Oceangrave”, dall’album “Deep Water Flames (DWF)” di prossima uscita (Australis Records).

Oceangrave has been choosen has 2nd single from “Deep Water Flames”, to be released by the Chilean record label Australis Records.

DWF was produced by Luis Soto (Target – Guitar) and Erick Martinez (Cries, Testigo, Cabrio) at Orange Studios Orange in Santiago de Chile and mixed by Erick Martinez. For the mastering process, Target decided to work under the expert vision of the wolrdwide awarded swedish producer Jens Bogren (Opeth, Katatonia, Daylight Dies, Bloodbath) at Fascination Street Studios in Sweden.

The french artist Dehn Sora, known by his work with several avant-gard and black metal bands such as Blut Aus Nord, Manes, Ulver, Deathspell Omega and Code, was in charge of the artistic vision behind Deep Water Flames.

DWF includes the guest colaboration of two of the greatest Hard Core and Doom Metal local artists; Jerónimo Ruiz (Entrefuego) and Juan Escobar (Ex Mar de Grises).

Deep Water Flames Tracklist;

1-Immerse
2-Inverted Gloaming (Feat; Juan Escobar de Mar de Grises)
3-No Solace Arises
4-Oceangrave
5-Surge Drift Motion
6-Submerged
7-Drowned in an Everlasting Mantra
8-Blackwaters
9-Random Waves (Feat; Jeronimo Ruiz de Entrefuego)
10-Emerge

-O C E A N G R A V E –

Fourth track of Deep Water Flames in its journey to the abyss.

As part of an analogy and, translated into a conceptual story, Oceangrave plunges us into exile, memories and destiny as some of the topics covered by Deep Water Flames in its history. Concept merged within the melodies in crescendo, created as an experiment several years ago.

Oceangrave; it goes beyond its meaning; A grave for oceans, where they can lay to death. It takes us to disappointments buried within us and the decisions we make to get away trying to find our own ways.

– From atmospheres full of convictions, we throw ourselves into a free fall towards uncertainties so to stop at the surface of memories, and only from there the exile begins to germinate.

Band Contact;
targetblast@gmail.com
http://www.facebook.com/targetblast
https://www.instagram.com/target_chile/
https://targetchile.bandcamp.com/

Label Info;
Australis Records
australis@australisrecords.com
https://www.facebook.com/australis.rec
https://www.australisrecords.com/

Bane – Esoteric Formulae

Quello contenuto in Esoteric Formulae è un black death melodico che non va a scombinare le gerarchie del genere ma piazza i Bane in una posizione privilegiata, almeno se si vede il tutto nella prospettiva di spiccare un balzo decisivo verso i piani superiori occupati dalle band più famose.

I Bane sono una band nata in Serbia circa a metà dello scorso decennio e, fino al precedente full length The Acausal Fire, tutti i musicisti coinvolti provenivano da quella nazione.

Il trasferimento del leader Branislav Panić a Montreal ha fatto sì che il musicista si prendesse una pausa di cinque anni prima di ritornare con un nuovo album, il terzo della sua band, intitolato Esoteric Formulae.
Per l’occasione il musicista originario di Novi Sad ha fatto quasi tutto da solo, avvalendosi della collaborazione in studio del batterista ceco Honza Kapák (Master’s Hammer), della canadese Ophélie Gingras a curare le orchestrazioni e di due ospiti come l’italiano Giulio Moschini (Hour Of Penance), alla chitarra in Wretched Feast, e del francese Amduscias (Temple Of Baal), alla voce in Into Oblivion.
L’album fa uno strano effetto al primo approccio, visto che il suo ascolto scorre decisamente bene ma alla fine si ha la sensazione di non aver ascoltato nulla di particolare se non un black death melodico e decisamente ben eseguito; poi, pian piano, i brani fanno breccia in virtù di un’intensità spesso sconosciuta a molti degli epigoni di Dissection e Behemoth, ai quali i Bane possono essere in modo lecito associati.
La bravura di Panić risiede soprattutto nel grande equilibrio che sa donare alle proprie composizioni, facendo sì che la componente estrema e quella melodica non finiscano per fagocitarsi a vicenda e anche, forse ancora di più, per aver proposto un set di vere e proprie canzoni, dieci staffilate dalla durata per lo più contenuta entro i quattro minuti, tempo entro il quale non c’è modo di perdersi in ghirigori o diluizioni di alcun genere.
Quello contenuto in Esoteric Formulae è un black death melodico che non va a scombinare le gerarchie del genere ma piazza la band e il musicista serbo in una posizione privilegiata, almeno se si vede il tutto nella prospettiva di spiccare un balzo decisivo verso i piani superiori occupati dalle band più famose; privo davvero di punti deboli, con menzione per le notevoli Wretched Feast e Burning The Remains, il lavoro va gustato dall’inizio alla fine lasciandosi trasportare da un impatto adrenalinico, utile senz’altro per liberarsi più facilmente dai postumi delle festività e dai conseguenti surplus di melassa dalla quale si è stati inevitabilmente sommersi.

Tracklist:
1.Invocation Of The Nameless One
2.The Calling Of The Eleven Angles
3.Beneath The Black Earth
4.Bringer Of Pandimensional Disorder
5.Wretched Feast” (feat. Giulio from Hour Of Penance)
6.Into Oblivion” (feat. Amduscias from Temple Of Baal)
7.Burning The Remains
8.Reign In Chaos
9.Acosmic Forces Of The Nightside
10.Wrathful Reflections

Line-up:
Branislav Panić – Vocals, Guitars, Bass, Keyboards

Guests:
Honza Kapák – Drums
Giulio Moschini – Guitars (lead) (track 5)
Amduscias – Vocals (additional) (track 6)
Ophélie Gingras – Orchestrations

BANE – Facebook

ANGELCRYPT

Il video di “The Black Hand”.

Il video di “The Black Hand”.

Qualche novità per i maltesi Angelcrypt, e alcune occasioni per poterli ascoltare sui palchi di alcuni tra i festival più importanti.

Per ora, potremmo vederli nei seguenti festivals:

Metal Over Malta Festival V – 22 marzo 2019, Malta

GoatHell Metal Fest – 4 luglio 2019, Croazia

Agressive Music Fest – 19 luglio 2019, Repubblica Ceca

In attesa di aggiornamenti sui prossimi concerti, ecco il video di “The Black Hand”

www.facebook.com/angelcrypt

www.facebook.com/LAlchimieAgency