Desolate Pathway – Valley of The King

Valley of The King, esordio dei Desolate Pathway oggetto di ristampa nello scorso gennaio, rappresenta una catarsi musicale a 360 gradi.

Valley of The King è il primo album degli inglesi Desolate Pathway.

La band, di recente formazione, esordì con questo lavoro nel 2014. E ancora prima che ve ne fosse bisogno, viene rispolverato dalla Wormholedeath a tre anni di distanza per riconfermare, in maniera forte e chiara, come gli inglesi avessero già un percorso consapevole davanti a sé, consci del proprio (grandissimo) bagaglio tecnico e delle potenzialità di abbinare tutto questo ad un genere come il doom che i Desolate Pathway interpretano in chiave epica, facendolo benissimo. A rendere possibile tutto questo contribuisce, con un’impronta profonda, la voce evocativa e al tempo stesso possente e rassicurante di Simon Stanton, poi sostituito nel 2015 dal chitarrista e fondatore della band Vince Hempstead. Il cantante si assume le proprie responsabilità prendendosi un ruolo centrale più che meritato nella scena del disco. Ovviamente tutto ciò non oscura la grande abilità del resto dei musicisti, infatti troviamo in ogni pezzo frammenti strumentali che vanno dallo spezzacuore al grandioso, fino ad un ottima unione di entrambi.
Alcuni pezzi si strutturano come dei veri e propri racconti in musica, in particolare Last of My Kind o Shadow of The Tormentor; in questo scenario doom dai decisi tratti epic, è quasi obbligato il riferimento a gruppi come Candlemass o Solitude Aeturnus ma, come abbiamo detto prima, i Desolate Pathway possiedono e continuano a costruire un’identità propria.

Tracklist
1. The Valley of the King
2. Desolate Pathway
3. Forest of Mirrors
4. Last of My Kind (The Ring Keeper)
5. Season of the Witch
6. King of Vultures
7. Shadow of the Tormentor
8. Upon the Throne of Lights

Line-up
Simon Stanton – Voice
Vince Hempstead – Guitars
Jim Rumsey – Bass
Mags – Drums

DESOLATE PATHWAY – Facebook

ELEGY OF MADNESS

Il lyric video di Lunacy, dall’album New Era (Wormholedeath).

Il lyric video di Lunacy, dall’album New Era (Wormholedeath).

Gli Elegy of Madness sono entusiasti di presentare il lyric video per il brano “Lunacy”, tratto dall’album “New Era” (2017 Wormholedeath). La band ha dichiarato che questo terzo video é un omaggio per i loro fans di tutto il mondo.
Gli EOM sono inoltre orgogliosi di annunciare il “New Era European Tour 2018”; alcune date sono già state confermate, altre verranno annunciate presto!

Per maggiori info e aggiornamenti visitate la pagina web degli Elegy of Madness https://www.elegyofmadness.com/

“New Era” links:
iTunes https://tinyurl.com/y9h3x3no
Spotify https://tinyurl.com/y8osweu7
Amazon US https://tinyurl.com/y97vgbod
Aural Music https://tinyurl.com/y9vf4eqc

Bergrizen – Der Unsterbliche Geist

Il black offerto in quest’occasione è di chiara impronta nordica, atmosferico, gelido e solenne come si faceva molto bene nel secolo scorso senza stravolgere i dettami di base del genere.

Ancora dalla fertile terra ucraina giunge a noi l’ennesima one man band consacrata al black metal, denominata Bergrizen.

Il titolare di questo progetto è Myrd’raal Bergrizen, il quale ha già pubblicato con questo monicker diversi lavori tra i quali Der Unsterbliche Geist è il quinto full length .
Il black offerto in quest’occasione è di chiara impronta nordica, atmosferico, gelido e solenne come si faceva molto bene nel secolo scorso senza stravolgere i dettami di base del genere, anche se a livello di discontinuità non si può fare a meno di notare la stranezza di una proposta lirica in lingua madre a fronte di un’imtera titolazione in tedesco.
Uno screaming stridulo in stile dsbm non penalizza un lavoro vario e concreto, dai ritmi mai eccessivamente incalzanti e con un’apprezzabile propensione melodica, per quanto misurata: alla fine Der Unsterbliche Geist si rivela un lavoro senz’altro interessante, ricco di dissonanze che si alternano a passaggi più riflessivi e ad altri dalla buona intensità emotiva, come efficacemente esemplificato dalla bella title track.
Peraltro Myrd’raal si fa apprezzare anche per il tentativo di sfuggire alla ripetitività (che non sempre è un male, peraltro) dimostrando bune competenze anche in campo ambient, apprezzabili nella conclusiva Tel’aran’rhiod.
Appartenente all’affollato novero delle opere di buona fattura che continuano con puntualità ad essere offerte in ambito black metal, questa quinta fatica dei Bergrizen manca forse solo di quella scintilla capace di catturare in maniera definitiva l’attenzione dell’ascoltatore, rimanendo appannaggio dei fruitori abituali del genere i quali, peraltro, non credo possano avere da obiettare sulla bontà dell’opera.

Tracklist:
1. Das alte Herzeleid (Prolog)
2. Der unsterbliche Geist
3. Lied der Rache
4. Ankunft der Winterdämmerung II
5. Entsagen
6. Tel’aran’rhiod

Line-up:
Myrd’raal Bergrizen – Vocals & Poetry, Keyboards on Tel’aran’rhiod

Guest/Session:
Aldor – Guitars
R. – Drums
Noxius – Bass
Ginnungagaldr – Vocals
Olgerd – Keyboards

BERGRZIEN – Facebook

MORS SUBITA

Il video di As Humanity Weeps, dall’album Into the Pitch Black (Inverse Records).

Il video di As Humanity Weeps, dall’album Into the Pitch Black (Inverse Records).

Finnish modern melodic death metal band MORS SUBITA is set to release their third album “Into the Pitch Black”. The album is released by Inverse Records on April 6th 2018.

After three years of touring and recording, an anticipated new single “As Humanity Weeps” was released today.

With searing vocals, gut twisting melodies, fierce drumming and the fast yet always tasteful riffing the band has come to be known for, “Into the Pitch Black” builds on the identity Mors Subita has forged for themselves with their previous albums, and promises to not disappoint even the most hardened melodeath fan.

The album was recorded at the legendary Tico Tico Studio in Kemi with Ahti Kortelainen (Kalmah, Impaled Nazarene, Sentenced) with additional arrangements recorded at the Demolition Center in Oulu by Mika Lammassaari. Mixing and mastering for the album was done at Illusia Productions by Stefan Pommerin.

The band will embark on a tour of Finland in April in support of the new album release, while also playing alongside heavyweights Turisas, Beast In Black and Frosttide as part of the “SuomiFeast” tour of Japan in May.

Line-up:
Eemeli Bodde – Vocals
Mika Lammassaari – Guitars & Backing vocals
Ville Miinala – Drums
Mika Junttila – Bass

Links:
https://www.facebook.com/morssubitaofficial
https://twitter.com/morssubita
https://www.instagram.com/morssubitaofficial
https://www.youtube.com/user/MorsSubita
http://spoti.fi/2DB2yRY

INSANIAM

Il video di Primal Fear, dall’album Ominous Era.

Il video di Primal Fear, dall’album Ominous Era.

Bandcamp’s link to the album: https://insaniam.bandcamp.com/album/ominous-era-2018

Dropbox’s free album download: https://www.dropbox.com/sh/woxshvor0iq09qc/AABhGXKooIfWgYOT4ZrqrrHZa?dl=0

‘’Primal fear’’ link : https://www.youtube.com/watch?v=9dfxxn9IAqo

INSANIAM’s press kit: https://www.dropbox.com/sh/nh6hzsj2trj9ivm/AABD0scqaD_nmmv86KOz_l1-a?dl=0

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F.K.Ü.

Il nuovo video di “Hell Night”, dall’album “1981” (Despotz Records).

Il nuovo video di “Hell Night”, dall’album “1981” (Despotz Records).

Ispirati dai film horror e thrash degli anni ’80 la potente moshing machine dell’horror metal F.K.Ü. ha recentemente pubblicato il nuovo album intitolato “1981” su Despotz Records.

“Hell Night” è una nuova esplosione di D-beat thrash e follia horror che celebra le meno conosciute gemme del genere horror degli anni ’80. Horror metal senza freni, un giro incontrollato nel più vicino moshpit!” // F.K.Ü.

L’album “1981” è un’esperienza horror a livello dei vecchi classici slasher. Preparate i popcorn, ordinate una pizza e brindate con i vostri amici. Questa pazza e demente esperienza di maniaci con il coltello è appena partita. La conta delle vittime è iniziata!

L’idea dell’album, che trae ispirazione da “Corpse Mania”, “Il killer della notte” e dai classici senza tempo “Halloween II” e “Venerdì 13 Parte 2”, è di riportare l’ascoltatore indietro nel tempo, quando si andavano ad affittare videocassette in videoteca e non si potevano scaricare film da internet.

Gli F.K.Ü. sono:
Larry Lethal (Lawrence Mackrory) – Voce
Pete Stooaahl (Peter Lans) – Chitarra
Pat Splat (Patrik Sporrong) – Basso
Unspeakable Emp (Emil Berglin) – Batteria

Monads – IVIIV

I modelli presi ad esempio dai Monads sono importanti ed ingombranti ma il quintetto belga non sfigura affatto nel confronto, in virtù di una proposta la cui essenzialità non va mai a discapito della costruzione di un sound aspro e, nel contempo, intriso di una malinconia che resta per lo più soffusa ma ugualmente percepibile.

Quella offerta dai belgi Monads è una delle sempre gradite sorprese che allietano gli appassionati di doom alla ricerca di nuove realtà capaci di introdurli nei meandri di un sentire plumbeo e dolente.

La band fiamminga si è mostrata una prima volta nel 2011 con il demo Intellectus Iudicat Veritatem, per poi non dare più notizie di sé discograficamente prima di questo primo full length intitolato IVIIV.
Nonostante la collocazione in ambito funeral, si intuisce fin da subito che il sound dei Monads possiede più sfaccettature perché, dopo un ottimo incipit in linea con la tradizione del genere, troviamo arpeggi chitarristici che riportano a certo post metal e a quei passaggi più rarefatti tipici dei Mournful Congregation, la seminale band dalla quale i nostri traggono sicuramente ispirazione (non solo per il monicker che ne richiama uno dei lavori più importanti, The Monad Of Creation).
I quattro lunghi brani rimandano quindi all’emisfero australe senza però dimenticare la migliore tradizione centro europea del genere, rinvenendo talvolta una certa vicinanza agli Worship, ma senza raggiungere la stessa esasperazione nel rallentare i ritmi.
Così le trame acustiche, oltre ad essere apprezzabili, non vanno a spezzare la tensione ma preparano semmai il ritorno sul proscenio del growl e di un riffing pesante e diluito.
L’album non lascia soverchi spazi alla melodia andando a raffigurare uno scenario immoto e monocromatico, con l’eccezione parziale costituita da un brano come The Despair of an Aeon, magnifico per la potente drammaticità che riesce ad evocare nel corso del suo quarto d’ora di funesto incedere.
I modelli presi ad esempio dai Monads sono importanti ed ingombranti ma il quintetto belga non sfigura affatto nel confronto, in virtù di una proposta la cui essenzialità non va mai a discapito della costruzione di un sound aspro e, nel contempo, intriso di una malinconia che resta per lo più soffusa ma ugualmente percepibile.
IVIIV si rivela così un esordio su lunga distanza di assoluto livello, a conferma della qualità esibita in maniera puntuale dalle band facenti parte del roster della Aestethic Death.

Tracklist:
1. Leviathan as My Lament
2. Your Wounds Were My Temple
3. To a Bloodstained Shore
4. The Despair of an Aeon

Line-up:
J.Frederix Bass
D.Degrieck Drums
H.Cools Guitars
R.Polon Vocals
F.Breulet Guitars

MONADS – Facebook

CHARLIE BONNET III

Il video di Cold And Alone, dalla’album Sinner With A Song.

Il video di Cold And Alone, dall’album Sinner With A Song.

Nashville rock mainstay, Charlie Bonnet III, has released a new music video for the song “Cold And Alone,” taken from his Tracii Guns (L.A Guns) produced studio effort, Sinner With A Song.

American actor, Lee Vervoort, best known for his role as a Savior in Seasons 6 and 7 of AMC’s “The Walking Dead,” plays the lead character. The video shows a man (Vervoort) in the middle of a mid life crisis, reminiscing of his childhood and visiting places where he would play as a kid. His childhood self is played by the young actor, Charlie Harden. The video also features award winning tattoo artist, Tim Harden. Video production was handled by Luminous Midnight Films.

“This is a song about dealing with depression, and that’s a thing I’ve been fighting with since I was a kid. It affects everybody at one point or another” says Bonnet. “This is the last song on my record, and could be my favorite on there too. It’s dark and moody, but with a 70’s vibe. Tracii Guns put B3 organ on the track and gave it almost a Deep Purple feel. It’s totally killer.”

Bonnet and Vervoort met at a bike rally in 2017, and were mutual fans of each other’s work. “Lee knew of me since the 90’s when I was fronting my metal band, Disarray” reveals Bonnet. “Disarray released 5 records over the years (including discs produced by Dave Brockie of GWAR and Gary Meskil of Pro-Pain), and Lee knew that material inside and out. Of course I’m a big fan of his acting as well, so we really wanted to do some work together. This video was perfect for that.”

Sinner With A Song is available on all digital outlets now.

PRISTINE

Il video di Ninja, dall’album omonimo (Nuclear Blast).

Il video di Ninja, dall’album omonimo (Nuclear Blast).

La band rock norvegese PRISTINE, capitanata da Heidi Solheim, ha pubblicato il video della title track dell’ultimo album “Ninja”.

Sono state anche annunciate nuove date in Europa:

04.04. D Nürnberg – Hirsch
05.04. D Bonn – Harmonie
06.04. D Bückeburg – Schraub-Bar
07.04. D Ulm – Roxy
08.04. D Jena – Café Wagner
11.04. D Berlin – Quasimodo
12.04. D Hannover – Mephisto
16.04. E Barcelona – Sala Rocksound
17.04. E Madrid – Sala Boite
18.04. E Cangas de Morrazo – Salason
19.04. E Gijón – Memphis
20.04. E San Sebastián – Intxaurrondo Kultur Etxea
25.04. D Stuttgart – Café Galao
26.04. D Wuppertal – Live Club Barmen
27.04. D Leipzig – Moritzbastei
28.04. D Willofs – Veteranentreffen

“Ninja” è stato pubblicato da Nuclear Blast ed è disponibile in svariati formati:

http://nblast.de/PristineNinjaNB

www.pristine.no
www.facebook.com/pristineband
www.nuclearblast.de/pristine

Aosoth – V: The Inside Scriptures

L’annichilimento sonoro chiamato V: The Inside Scriptures dura poco più di tre quarti d’ora di musica che non dà  respiro, rovesciandoci addosso tutto il male dell’universo convenuto in cunicolo spazio-temporale che conduce alla Terra.

Ritrovo gli Aosoth dopo quattro anni abbondanti e devo ammettere che non mi sarei atteso l’ulteriore inasprimento di un sound che, già all’epoca, prevedeva ben poche concessioni melodico-atmosferiche.

Di solito il passare del tempo tende ad ammorbidire il sound di chiunque, senza che chi lo faccia possa essere stacciato di commercialità, termine che associato al metal estremo può strappare solo un amaro sorriso: si tratta di scelte che possono essere condivisibili o meno, e lo stesso vale se, in spregio ad ogni logica, ci si richiude dentro la propria torre d’avorio facendo dell’incomunicabilità il solo marchio.
A questo punto l’ascoltatore (che non si può definire certo medio, perché già l’avvicinarsi ad un lavoro degli Aosoth, cosi come di gran parte della scena black metal francese, presuppone una conoscenza della materia certo non superficiale) si trova di fronte ad un bivio con una strada che risulta già sbarrata dal rifiuto netto di queste sonorità e l’altra che, dopo pochi passi, si apre in un baratro la cui conseguente caduta preclude ogni possibilità di risalita.
Per chi decide di correre il rischio, l’ascolto di V: The Inside Scriptures può trasformarsi in’un esperienza che difficilmente non lascerà tracce: il riffing dissonante satura un sound sul quale cerca di stagliarsi lo screaming di MkM, non sempre facilmente percepibile dall’interno della bufera musicale creata dagli Aosoth.
Eppure, nonostante tutti gli indizi possano condurre ad un rigetto di questo lavoro, V: The Inside Scriptures ha l’effetto di un veleno paralizzante, peraltro di quelli della peggior specie perché, invece di darti sollievo con una fine relativamente rapida, ti costringe inerme a vedere ed ascoltare tutto ciò che accade senza poter reagire, per di più con la consapevolezza che non ci sarà un domani.
Ecco perché si riesce ad arrivare alla fine di questo album, rendendosi conto di essere stati a tratti inconsapevoli testimoni di un’esibizione di atrocità destinata ad andare in replica ancora per molto tempo, contro ogni previsione.
L’annichilimento sonoro chiamato V: The Inside Scriptures dura poco più di tre quarti d’ora di musica che non dà  respiro, rovesciandoci addosso tutto il male dell’universo convenuto in cunicolo spazio-temporale che conduce alla Terra.
Questo è (anche) il black metal, nel caso qualcuno continui a pensare che si tratti di un genere divenuto inoffensivo: peccato solo per chi non capirà quest’album, ma non lo biasimo, perché ogni volta che l’ascolto anche la mia fede vacilla pericolosamente …

Tracklist:
1. A Heart To Judge
2. Her Feet Upon The Earth, Blooming The Fruits Of Blood
3. The Inside Scriptures
4. Premises Of A Miracle
5. Contaminating All Tongues
6. Silver Dagger And The Breathless Smile

Line-up:
MkM – vocals
Bst – guitars
INRVI – bass
Saroth – second guitar
T. – session drums

AOSOTH – Facebook

Diretone – Random Spins, Fortune Turns

Random Spins, Fortune Turns è un lavoro gradevole per chi ama il thrash suonato con un approccio tecnico/alternativo ma, forse, da una band sulla scena già da diverso tempo sarebbe stato lecito attendersi un lavoro dalla connotazione stilistica più personale.

I danesi Diretone sono una band attiva già dai primi anni del decennio e Random Spins, Fortune Turns è il loro secondo lavoro su lunga distanza.

Il gruppo di Copenhagen propone un metal alternativo che poggia le sue basi su un thrash groove che, talvolta si apre a contaminazioni southern, senza disdegnare puntate nel djent così come in classiche ballate metalliche.
Anche per questo motivo l’album appare un po’ frammentario ma è soprattutto l’impostazione vocale spiccatamente hetfieldiana di Lars Hørning a rendere i Metallica di Load e dintorni quale naturale punto di riferimento, facendo sembrare comunque più adeguati all’ambito i brani maggiormente robusti rispetto a quelli di matrice alternativa.
Per questo sia l’opener Astray sia la title track appaiono gli episodi più riusciti all’interno di una tracklist senza particolari punti deboli ma neppure impreziosita dal brano capace di fare la differenza.
Random Spins, Fortune Turns è un lavoro gradevole per chi ama il thrash suonato con un approccio tecnico/alternativo ma, forse, da una band sulla scena già da diverso tempo sarebbe stato lecito attendersi un lavoro dalla connotazione stilistica più personale.

Tracklist:
1. Astray
2. King’s Head
3. Misery Sound
4. New Dawn, New Day
5. Under the Afghan Sun
6. Random Spins, Fortune Turns
7. Wrong
8. Sylvia (Until the End)
9. Ten Years
10. Race Against Time

Line-up:
Brion Wekin – Drums
Patrick Ajasso – Guitars
Lars Hørning – Vocals, Bass
Patrick Grønbæch Christensen – Guitars

DIRETONE – Facebook

DEINONYCHUS

Il video di Buried Under The Frangipanis, dall’album Ode To Acts Of Murder, Dystopia And Suicide (My Kingdom Music).

Il video di Buried Under The Frangipanis, dall’album Ode To Acts Of Murder, Dystopia And Suicide (My Kingdom Music).

I see people writing great words about DEINONYCHUS new album “Ode To Acts Of Murder, Dystopia And Suicide” and it was welcomed with enthusiasm by fans and media. Now we’ll present a new video for one of the greatest songs ever composed by Dutch mastermind Marco Kehren. It’s disturbing, obscure and emotional like a knife piercing your emotional well-being… it’s the videoclip of the song “Buried Under The Frangipanis”

This is DEINONYCHUS a band like no other!

ORDER DEINONYCHUS “Ode To Acts Of Murder, Dystopia And Suicide”: http://smarturl.it/DEINODE

Official sites:
– MY KINGDOM MUSIC: www.mykingdommusic.net *
www.facebook.com/mykingdommusic.label
– DEINONYCHUS: www.facebook.com/deinonychusofficial

With a running time of 45 minutes, cover and artwork created by label’s boss F.P., track listing is as follows: 1. Life Taker – 2. For This I Silence You – 3. The Weak Have Taken The Earth – 4. Buried Under The Frangipanis – 5. Dead Horse – 6. Dusk – 7. There Is No Eden – 8. Silhouette

THE BLUE GIANTS

Il video di She Is Fire, dall’album Flamingo Business.

Il video di She Is Fire, dall’album Flamingo Business.

Flamingo Business è l’album di debutto dei Vicentini The Blue Giants, composto da 10 brani tesi e martellanti. Quarantre minuti di puro Rock n’ Roll, che trasmettono le sensazioni e gli stati d’animo che attraversano la band dal momento della fondazione fino ad oggi, in cui focalizzano l’attenzione sull’energia e il “Wall-of-Sound” che solo il Rock n’ Roll può restituire. Lo fanno con approcci diversi… Dall’isolamento per ritrovare sé stessi di Space Caravan, ai cambiamenti sentimentali di Changes, virando verso sentimenti più viscerali rappresentati da “She’s Fire” e “Legs”, fino alle situazioni di confusione e disagio di “The Morning After” e “Sick Again”.

Asylum 8 – Repressed

Nel complesso Repressed scorre abbastanza bene e si può definire a buon titolo un album divertente, in grado di far scapocciare senza dover investire troppo in impegno intellettivo ma, alla fine, quella leggerezza che è la sua forza ne diviene anche il punto debole.

In Finlandia non si vive solo di sonorità cupe e malinconiche ma c’è anche chi cerca di imprimere alla propria idea di metal qualcosa di diverso.

Gli Asylum 8, per esempio, provano a portare su un piano diverso la lezione di Rammstein e Deathstars, incrementando però la componente elettronica invece di quella metal; ciò che ne scaturisce è un interessante miscuglio di death alternative ed EDM: un’idea che immagino sia abbastanza aliena rispetto alla concezione musicale dei puristi ma che fornisce frutti pregevoli.
Per quanti mi riguarda gli Asylum 8 funzionano al meglio quando il growl si poggia su riff squadrati che vengono circondati da suoni elettronici, meno invece allorché la vena alternative prende il sopravvento con dei più canonici ritornelli con voce pulita.
Nel complesso Repressed scorre abbastanza bene e si può definire a buon titolo un album divertente, in grado di far scapocciare senza dover investire troppo in impegno intellettivo ma, alla fine, quella leggerezza che è la sua forza ne diviene anche il punto debole, facendo parzialmente smarrire quella profondità che rende un disco qualcosa in più rispetto ad un piacevole ascolto.
Gli Asylum 8 riescono in ogni caso a produrre un lavoro sicuramente non anonimo e quanto meno a suo modo originale, cosa da non sottovalutare di questi tempi.

Tracklist:
1. Disarray
2. My Lamentation
3. At the Edge of My Mind
4. Thanatophobia
5. Passing
6. Acceptance
7. Deliverance
8. True Survivor

Line-up:
Tatu Heikkinen – bass
Sami Partanen – synths
Anssi Kinnunen – guitars
Henry Hämäläinen – vocals
Sami Hynynen – guitars
Pasi Moilanen – drums

ASYLUM 8 – Facebook

UNCLE BARD & THE DIRTY BASTARDS

Il video di Lads From The Countryside, dall’album Handmade.

Il video di Lads From The Countryside, dall’album Handmade.

Nuovo video per la folk/rock band Uncle Bard & The Dirty Bastards! Si tratta della canzone “Lads From The Countryside”, inclusa nell’ultimo album “Handmade!”.
Ambientato nelle campagne tra Novara e Varese, il nuovo video è un chiaro omaggio al cinema Italiano degli anni ’80, tra richiami al “Ragazzo di Campagna” e “Il Bisbetico Domato”.

La band Italiana, che ha festeggiato di recente il proprio decimo anno di attività, ripartirà a breve per il nuovo tour che la vedrà impegnata in tutta Europa. La prima tappa sarà questo sabato, 27 Gennaio, all’Exenzia Der Club di Prato (PO) in occasione del Fuck You We Rock Festival XIV.

www.dirtybastards.it
www.facebook.com/UBDirtyBastards
www.youtube.com/UBDirtyBastards

LONG DISTANCE CALLING

Il video di “Ascending”, dall’album “Boundless” (InsideOutMusic).

Il video di “Ascending”, dall’album “Boundless” (InsideOutMusic).

A meno di un mese dalla pubblicazione del nuovo album “Boundless” i tedeschi LONG DISTANCE CALLING pubblicano il video di “Ascending”, il secondo singolo. L’album sarà pubblicato il 2 febbraio 2018 su InsideOutMusic.

The band comments:
“We proudly present the brand new video clip for our second single ‘ASCENDING’ which we shot in the studio, where we recorded ‘BOUNDLESS’. We caught an intimate yet intense atmosphere, and we are happy to share it with you, enjoy!”

The album will be released as a special edition digipak CD, Gatefold 2LP + CD (incl. etching on side D) & as digital download. Pre-order & stream the singles now here:
https://longdistancecalling.lnk.to/Boundless

Following the release of two albums that saw the band exploring the addition of vocals to their sound, the band have gone back to basics and created a purely instrumental record.

The band comments: “We are happy to announce our new album ‘BOUNDLESS’ which will see the light of day on February 2nd 2018. This time around the four of us locked ourselves in a room over a couple of months and pretty much got back to where we started as a band to catch this “go with the flow” feeling. This is probably the purest LDC album ever, no guests, no vocals, all instrumental. We´re stoked how it turned out and this album got a lot of energy, heaviness, melodies and twists, we hope you will enjoy it as much as we do.”

Further to the above, the band recently announced new tour dates in support of the new album release. Two new dates have been added to the list, in bold below. See here for the full list of dates:

Presented by VISIONS, GITARRE & BASS, METAL.DE, ECLIPSED, METAL HAMMER, GUITAR

Feb 2nd 2018 – Dortmund (D), FZW (“Boundless” Release Show / followed by Visions Party)
Feb 23rd 2018 – Saarbrücken (D), Garage (Club)
Feb 24th 2018 – Laufen (CH), Biomill
Feb 28th 2018 – Hannover (D), Lux
Mar 1st 2018 – Berlin (D), Musik & Frieden
Mar 2nd 2018 – Hamburg (D), Indra
Mar 3rd 2018 – Kiel (D), Die Pumpe
Mar 4th 2018 – Bremen (D), Tower
Mar 5th 2018 – Köln (D), Gebäude 9
Mar 6th 2018 – Wiesbaden (D), Schlachthof (Kesselhaus)
Mar 7th 2018 – Stuttgart (D), ClubCann
Mar 8th 2018 – München (D), Kranhalle
Mar 9th 2018 – Wien (AT), B72
Mar 10th 2018 – Prag (CZ), Nova Chmelnice
Mar 11th 2018 – Dresden (D), Beatpol
Mar 12th 2018 – Nürnberg (D), Club Stereo

Long Distance Calling will support progressive metal veterans Fates Warning for two shows in Germany. You can find those dates below:

18th January – Turock, Essen, Germany
19th January – Colos-Saal, Aschaffenburg, Germany

Long Distance Calling tear everything down and let it blossom again. ‘Boundless’ sounds like freedom found again, sometimes weightless, sometimes oppressively heavy.

LONG DISTANCE CALLING online:
www.longdistancecalling.de/
www.facebook.com/longdistancecalling
www.instagram.com/longdistancecalling
https://longdistancecalling.merchcowboy.com/

INSIDEOUTMUSIC online
www.insideoutmusic.com
www.youtube.com/InsideOutMusicTV
www.facebook.com/InsideOutMusic
www.twitter.com/insideouteu
www.myspace.com/insideoutlabel

InsideOut Shop
www.insideoutshop.de

EVA CAN’T

Il video di La Ronda Di Ossa, dall’album Gravatum (My Kingdom Music).

Il video di La Ronda Di Ossa, dall’album Gravatum (My Kingdom Music).

Folk-Renaissance tradition lives again in the wonderful “La Ronda Di Ossa”, the new videoclip EVA CAN’T present from their last album “Gravatum”.

It’s a poetic work, where Lucia Palomba who filmed and edited the videoclip, creates at the best the magic and the mystic aura of a macabre dance around a majestic lyrical and musical approach.

Official sites:
– ORDER “Gravatum”: http://smarturl.it/EVACANT – MY KINGDOM MUSIC: www.mykingdommusic.net *
www.facebook.com/mykingdommusic.label
– EVA CAN’T: www.facebook.com/evacantofficial

Coughdust – Worldwrench

Chi è alla ricerca di musica che sia la più pesante ed oppressiva possibile dovrebbe buttare un orecchio a questo secondo full length dei finnici Coughdust.

Worldwrench offre infatti una quarantina di minuti di sonorità distorte, dal peso specifico insostenibile anche per le strutture di una centrale nucleare, con le corde degli strumenti talmente ribassate da andare creare una sorta di rombo sul quale si stagliano le urla belluine del vocalist Murtonen.
La cosa bizzarra è che, nelle note di accompagnamento, si parla anche di stoner rock ma, francamente, qui siamo di fronte ad un death sludge doom nel quali si annidano comunque decisive particelle di groove, elemento fondamentale per rendere ascoltabile quello che sarebbe altrimenti un’impietosa mannaia calata sulle teste degli ascoltatori.
Prendendo quale termine di paragone una band dall’approccio per certi versi simile come i Primituive Man, infatti, notiamo come i Coughdust riescano a sfuggire alla ferocia monolitica esibita dagli statunitensi proprio grazie ad un idea melodica che resta molto sullo sfondo ma è ugualmente presente, quasi fosse un carattere ereditario recessivo.
Parlare dei singoli brani serve a poco, tanto dall’incipit di Serpents of the Earth fino all’ultima nota di Blind, Worldwrench esibisce l’impatto di un meteorite in grado di spostare di qualche grado l’asse di rotazione del pianeta. Basta e avanza se ci si vuole fare molto male …

Tracklist:
1. Serpents of the Earth
2. The Second Principle
3. Gripless
4. Worldwrench
5. Dead Calm
6. Blind

Line-up:
Peltokangas – Bass
Latva – Drums
Murtonen – Vocals
Hartikainen – Drums

COUGHDUST – Facebook

Forgotten Woods – The Curse of Mankind

I Forgotten Woods, nonostante la lenta e numericamente esigua produzione nel corso della loro carriera, non hanno fatto mancare la loro vicinanza a tutti gli amanti del black e del depressive che si rispettino, questa volta con la ristampa del capolavoro The Curse of Mankind.

C’è sempre un sano e più che giustificato timore reverenziale quando si parla dei Forgotten Woods, leggende nel vasto e difficile campo del depressive black metal ma che hanno sempre avuto un’attitudine verso il black vero e proprio, finendo a congiungere magistralmente i due generi, che pure sono già l’uno parte dell’altro.

Cogliamo l’occasione del remaster del secondo dei loro tre album, lo storico The Curse of Mankind, datato 1996, per tornare a parlare della band norvegese, una delle poche ancora rimaste legate alla propria essenza originaria, e che non sente il bisogno di produrre una quantità smisurata di album per soddisfare la sete dei fan, che pure c’è ed è ovviamente legittima. D’altronde, i Forgotten Woods hanno battuto l’ultimo vero e proprio colpo con Race of Cain, nel 2007. Il tempo passa in fretta, si sa, ma non per The Curse of Mankind, che dopo quasi ventidue anni ha ancora una fortissima presa emotiva sui “seguaci” della band.
Proprio per questo, in questa ristampa ogni tratto distintivo a livello musicale è stato lasciato intatto, e gli accorgimenti approntati da Rune Vedda sono pochissimi. Ciò che contava era mandare un messaggio a chi avesse nostalgia dei tempi andati, anche se tutto sono fuorché tali, apparendoci quanto mai attuali.

Tracklist
1. Overmotets Pris
2. My Scars Hold Your Dreams
3. The Starlit Waters I, The Mountain
4. With Swans I’ll Share My Thirst
5. Den Ansiktslose
6. The Velvet Room

Line-up
Olav Berland – Guitars, Drums
Rune Vedaa – Bass, Lyrics
Thomas Torkelsen – Vocals (lead)
Rune Jamne – Vocals (additional)

THE SUNBURST

Il video di Phoenix, dall’album Resilience & Captivity in uscita a marzo (Volcano Records & Promotion).

Il video di Phoenix, dall’album Resilience & Captivity in uscita a marzo (Volcano Records & Promotion).

The new THE SUNBURST’s single ‘Phoenix’!
This track is included in the new album “Resilience & Captivity” which will be released on March 2nd through Volcano Records & Promotion.

Videoclip produced by Lucerna Films
www.facebook.com/lucernafilms

Producer: Beppe Platania
Director: Andrea Larosa

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