Primo full length per questo progetto solista di Daniele Vergine, già conosciuto per la sua militanza nei Noise Trail Imnmersion, autori negli ultimi mesi dello scorso anno dell’ottimo Womb.
Nonostante un monicker del genere possa ricondurre istintivamente a lidi black metal o, comunque ad uno stile musicale dai tratti profondamente oscuri, in effetti Occulta Veritas regala una convincente prova a base di musica strumentale che spazia dal post metal al djent, senza disdegnare accenni ambient e progmetal, il tutto, però, eseguito con una intensità che diviene l’ingrediente fondamentale per rendere un simile piatto, in questo caso, non solo digeribile ma addirittura prelibato.
Intanto The Inner Wail è un lavoro abbastanza imprevedibile, con il suo muoversi nervoso tra una sfumatura stilistica e l’altra, con il valore aggiunto offerto dall’abilità esecutiva dal musicista tarantino (ma di stanza a Torino), sempre al servizio di una scrittura avvolgente ed avvincente sia quando vengono scaricati sullo spartito tutti i cavalli a disposizione, sia quando sono i più riflessivi e tenui passaggi ai confini dell’ambient a prendersi la scena (Melodrama e la magnifica Hidden Land Of My Desolation).
Indubbiamente i brani movimentati costituiscono la maggioranza e, in questi frangenti, oltre alla band d’appartenenza, con il suo tecnical death/mathcore, un possibile termine di paragone potrebbero essere le evoluzioni strumentali degli Ephel Duath di Davide Tiso, ma con un tecnicismo meno esasperato ed invece con una maggiore propensione melodica.
Così, due trittici di brani (tra cui spiccano Vita Nostra e Nonsense, Oblivion) in cui chitarra e basso si scambiano colpi mantenendo sempre una direzione ben definita vengono intervallati dai due episodi più liquidi e pacati, mentre la traccia conclusiva Limbo prova in qualche modo a riassumere il contenuto di The Inner Wail mediando le due anime sotto forma di un post metal esemplare per efficacia.
A differenza di molte tra le uscite dalle modalità simili, quella marchiata Occulta Veritas sembra avere una marcia in più, soprattutto perché si percepisce chiaramente che qui non siamo al cospetto di uno sfogo solista fine a sé stesso, ma piuttosto di un progetto ben definito ed adeguatamente preparato con le uscite di minutaggio ridotto degli ani passati, senza che il tutto faccia venire meno in alcun modo freschezza e spontaneità; anche solo per questo, The Inner Wail si rivela una piacevolissima scoperta oltre che un ascolto consigliato senza alcuna remora a chi apprezza sonorità afferenti ai diversi generi citati.
Tracklist:
1. The Crucial Opera
2. Vita Nostra
3. Nourish The Master (Egemonia)
4. Melodrama
5. Ruggine
6. Nonsense, Oblivion
7. The Matrix
8. Hidden Land Of My Desolation
9. Limbo
Line-up:
Daniele Vergine