Eartheria – Awaken The Sun

L’ep, della durata di mezzora, fatica a tenere l’ascoltatore con l’attenzione concentrata su brani come Myriad o la conclusiva Nihil, tracce tenute prigioniere dalle catene di un sound che segue le peripezie tecniche di Gojira e compagnia, ma che fatica nel lasciare qualcosa in termini di emozioni in chi ascolta.

Secondo mini cd per i finlandesi Eartheria, metal band proveniente da Pori e formata da quattro ottimi musicisti.
Ed infatti la loro bravura strumentale si evince da questi cinque brani che formano Awaken The Sun, successore del primo lavoro uscito tre anni fa (Throes Of Time).

Il quartetto si dedica anima e corpo al death metal dai rimandi tecnici e progressivi, lasciando trasparire un anima melodica per un sound che risulta una via di mezzo tra il technical ed il melodic death.
Il risultato è altalenante, le emozioni latitano, lasciate agli attimi in cui la melodia prende il sopravvento sul tecnicismo, e questo impedisce ad Awaken The Sun di prendere definitivamente il volo.
L’ep, della durata di mezzora, fatica a tenere l’ascoltatore con l’attenzione concentrata su brani come Myriad o la conclusiva Nihil, tracce tenute prigioniere dalle catene di un sound che segue le peripezie tecniche di Gojira e compagnia, ma che fatica nel lasciare qualcosa in termini di emozioni in chi ascolta.
Due ep in quattro anni portano a pensare che al prossimo giro la band si dedicherà all’esordio sulla lunga distanza, e qui vedremo se gli Eartheria sapranno o vorranno sterzare verso un sound più lineare, lasciando maggiore spazio ad un elemento melodico che  sembrerebbe tutto sommato essere nelle loro corde.

Tracklist
1.A Wake (In the Sun)
2.Brought Before the Emperor
3.Myriad
4.Escapist
5.Nihil

Line-up
Leino Juha-Pekka – Guitar & Main Vocals
Unkila Lauri – Guitar & Backing Vocals
Rosholm Janne – Bass & Backing Vocals
Ojakoski Mikko – Drums & Backing Vocals

EARTHERIA – Facebook

HELL OBELISCO

Il video di “Earth Rage Apocalypse”, dall’album “Swamp Wizard Rises” in uscita a marzo (Argonauta Records).

Il video di “Earth Rage Apocalypse”, dall’album “Swamp Wizard Rises” in uscita a marzo (Argonauta Records).

Gli heavy sludge metallers di Bologna HELL OBELISCO pubblicheranno il loro attesissimo album di debutto “Swamp Wizard Rises” il 23 marzo 2018 su Argonauta Records.

Registrato con Para (Boat Studio) e Paso (Studio 73) “Swamp Wizard Rises” conterrà nove canzoni.

Il frontman Andrew spiega:

“Il brano descrive il dialogo finale tra la madre terra e l’uomo: dopo millenni di sfruttamento e di violenza la terra decide di scatenare la furia della natura in un enorme ultimo atto suicida per ripulire la superficie dal virus dell’umanità. L’uomo cerca di giustificare il suo operato parlando di quello di buono che ha fatto, di come ha reso fertile il terreno di come ha fatto prosperare il progresso ecc. ma ormai è troppo tardi.

L’idea ci è venuta dopo l’ultima tragedia della neve di Rigopiano. Ci siamo immaginati una sorta di stop da parte del nostro caro e martoriato pianeta. Siamo una band molto attenta anche a queste tematiche e cercheremo sempre di dare il nostro contributo positivo”.

I pre-ordini di “Swamp Wizard Rises” sono attivi qui:
CD: http://hyperurl.co/HellObelisco_CD
DD: http://hyperurl.co/HellObelisco_DIGITAL
SINGLE: http://hyperurl.co/HellObelisco_SINGLE

“Swamp Wizard Rises” vedrà la parteciapzione di Tony J.J. dei TRANSPORT LEAGUE e Carmelo Orlando dei NOVEMBRE come ospiti speciali in due canzoni (“Voodoo Alligator Blood” e “Biting Killing Machine”).

L’artwork è stato realizzato da Roberto Toderico, artista che ha già lavorato in precedenza con la band.

“Swamp Wizard Rises” tracklist:

1. Voodoo Alligator Blood
2. Teenage Mammoth Club
3. Escaping Devil Bullets
4. Earth Rage Apocalypse
5. Biting Killing Machine
6. Death Moloch Rising
7. Dead Dawn Duel
8. High Speed Demon
9. Black Desert Doom

HELL OBELISCO – PROSSIMI CONCERTI

24 Marzo 2018 – Officine Sonore, Vercelli (TO)
https://www.facebook.com/events/1787876544603730/

31 Marzo 2018 – Alchemica Music Club, Bologna
https://www.facebook.com/events/249018742305547/?ti=cl

Gli HELL OBELISCO sono:

Andrew – Front Row Mammoth
Doc – Six Sludge Strings
Fraz – Seven Doomed and Lowered Strings
Alex – Behind The Skins

Info:
facebook.com/hellobelisco
hellobelisco.bandcamp.com
argonautarecords.com

Morbid Saint – Destruction System

Un ottimo gruppo statunitense, poco conosciuto dai più, che seppe traghettare il thrash verso i lidi del death metal floridiano.

I Morbid Saint – originari di Sheboygan, Wisconsin, e poi trasferitisi a Chicago – si formarono nel 1982 sotto le insegne del nascente US Metal.

L’avvento del thrash californiano cambiò loro la vita e il debutto del 1990, intitolato Spectrum of Death, fu folgorante. L’anno successivo, si sa, Nevermind dei Nirvana e l’omonimo dei ‘Tallica mandarono in crisi il thrash più tradizionale e i Morbid Saint si trovarono costretti a registrare solo su cassetta, in versione demo, il loro secondo disco, Destruction System, pubblicato su compact, insieme all’esordio, soltanto nel 2015 dalla Keltic, con distribuzione Century Media: otto tracce durissime e cattivissime, tra Slayer, primi Kreator, Sepultura, Possessed, Dark Angel e Sadus. Non mancavano contaminazioni con il black metal (primissimi Sodom, nonché Infernal Majesty) e nello specifico con il death di Malevolent Creation, Vader e Merciless (ormai la nuova frontiera dell’estremo in musica all’alba dei Novanta). Destruction System è dunque, oltre che una attestazione di indelebile coerenza ed integrità artistica, anche una significativa e preziosissima testimonianza storica circa l’evoluzione parallela ed intrecciata di thrash e death al principio dei ’90: un prodotto quindi assolutamente da avere.

Tracklist
– Darkness Unseen
– Death of Sanity
– Final Exit
– Destruction System
– Disciples of Discipline
– Halls of Terror
– Living Misery
– Sign of the Times

Line up
Pat Lind – Vocals
Jay Visser – Guitars
Jim Fergades – Guitars
Lee Raynolds – Drums
Gary Beimel – Bass

1991 – Autoprodotto

Special Ops – Baby Take It All

Ep di tre brani per gli alternative rockers canadesi Special Ops, band consigliata agli amanti dell’alternative metal e del crossover.

Gli Special Ops sono una band alternative metal canadese, nata all’inizio del nuovo millennio e con una discografia abbastanza nutrita, tra full length e lavori minori.

In passato il quartetto suonava una miscela originale di metal classico, digressioni jazz e musica tradizionale orientale, trovando un discreto successo per via di un brano utilizzato in uno spot pubblicitario.
Baby take It All è un mini cd di tre brani che segue di pochi mesi l’ultimo album (Tangents), il quarto della storia del gruppo di Montreal.
La title track è il classico brano alternative, un hard rock moderno dal metallico riff iniziale che sterza il tiro del sound verso un rock più radiofonico e mainstream, così come la seguente Dead Are Calling, traccia oscura e melodica che lascia spazio alla notevole Salt, un ritorno a quelle sonorità che che si riassumono in un unico termine: crossover.
Rock, jazz, sezioni di fiati che impreziosiscono ritmiche funky, fanno di quest’ultimo brano il motivo per dare un ascolto a questo ep e fare la conoscenza dei rockers canadesi.

Tracklist
1.Baby take It All
2.Dead Are Calling
3.Salt

Line-up
AK Johnson – Guitar/Vocals,
Weka BW – Lead Guitar,
Waldo Thornhill – Bass,
Clarence Mcgillucutty – Drums & Percussion

SPECIAL OPS – Facebook

TERROR UNIVERSAL

Il video di “Through The Mirrors”, dall’album “Make Them Bleed” (Minus Head Records).

Il video di “Through The Mirrors”, dall’album “Make Them Bleed” (Minus Head Records).

“Through The Mirrors”, the new slasher flick-inspired video from TERROR UNIVERSAL, the “horror metal” band featuring ILL NIÑO drummer Dave Chavarri (who also previously played with SOULFLY), can be seen below. The song is taken from TERROR UNIVERSAL’s full-length debut, “Make Them Bleed”, which was released on January 19 via Minus Head Records. The disc features guest appearances by bassists John Moyer (DISTURBED, ART OF ANARCHY, ex-ADRENALINE MOB) and Tony Campos (FEAR FACTORY, MINISTRY, SOULFLY, STATIC-X). Campos appears on the track “Dead On Arrival”, and Moyer can be heard on “Spines”.

“Through The Mirrors” was directed by vocalist Plague via Film/Facer Productions. He says: “As a director, I was given the freedom to give my visual interpretation of what the song meant to me personally. The inner self that tortures the outer self into being something different no matter the cost. Now mix a twist of insanity into the recipe and you get the ‘Through The Mirrors’ official TERROR UNIVERSAL music video.”

Adds Chavarri: “I am very pumped to be releasing the ‘Through The Mirrors’ video, as this track is one of my favorite songs on our new album, ‘Make Them Bleed’. This song showcases many of TERROR UNIVERSAL’s diverse sounds, as it’s brutally heavy and also has a very anthemic and memorable chorus.”

“Make Them Bleed” track listing:

01. Passage Of Pain
02. Welcome To Hell
03. Spines (feat. John Moyer)
04. Make Them Bleed
05. Through The Mirrors
06. Dig You A Hole
07. Dead On Arrival (feat. Tony Campos)
08. Into Darkness
09. Your Time Has Come
10. Piece By Piece

Guitarist Ahrue Luster (ILL NIÑO; formerly of MACHINE HEAD), who played with TERROR UNIVERSAL in the early stages of the band, has not been involved with the group for around two years.

TERROR UNIVERSAL is:

Vocals: Plague
Drums: Massacre
Guitars: Thrax
Bass: Diabolus

Nydvind – Tetramental I – Seas of Oblivion

I Nydvind non si risparmiano, offrendo oltre un’ora di pagan black metal al suo massimo livello, intenso e robusto allo stesso tempo e privo di punti morti.

Un ottimo pagan black metal è quello che viene offerto dai Nydvind, band francese in circolazione fin dai primi anni del secolo e giunta con Tetramental I – Seas of Oblivion al terzo full length di una carriera dalle uscite piuttosto diradate, nonché di pregevole qualità.

In questo trio troviamo comunque personaggi abbastanza conosciuti nella scena transalpina, a partire dal fondatore della band Richard Loudin, qui con lo pseudonimo di Hingard, vocalist che gli appassionati di doom conoscono molto bene per la sua militanza prima nei Despond e poi nei Monolithe, per arrivare poi a Olivier Sans (Nesh, chitarrista anche negli ottimi Azziard) ed Eric Tabourier (Stig, batterista, ex-Temple Of Baal).
Con queste premesse, l’operato dei Nydvind non poteva che rappresentare il frutto del lavoro di musicisti competenti e capaci di raccogliere e con buona personalità i dettami di uno dei generi nordici per eccellenza.
Ne scaturisce, quindi, un lavoro di notevole spessore, coinvolgente ed epico come devono essere gli album di matrice pagan, con riferimenti stilistici che riportano ai campioni del genere come i Primordial; è bene far notare, comunque, come la storia della band parigina tragga origine dalla precedente militanza di Hingard e Nesh in un’altra band dedita a sonorità folk e celtiche come i Bran Barr, tanto per dimostrare come questa inclinazione verso certe sonorità non sia frutto di una folgorazione improvvisa ma arrivi decisamente da lontano.
Al di là di tali premesse, l’operato dei Nydvind parla attraverso la musica contenuta in questo lavoro splendido per intensità e capacità di coinvolgimento, che si avvicinano non poco al meglio della produzione della citata band irlandese; al proposito va ribadito che tale riferimento è un’indicazione di massima utile a far capire cosa di debba attendere chi ascolterà l’album, visto che il sound dei francesi ha un propria peculiarità stilistica che si esplicita tramite uno spiccato senso melodico sviluppato in una direzione più epica che solenne.
Composto e suonato e prodotto come meglio non si potrebbe, Tetramental I – Seas of Oblivion si pone fin d’ora come uno dei probabile album di punta del genere negli ultimi tempi: il mare in tempesta che ci accoglie fin dalla copertina è l’ambiente naturale lungo il quale si dipana il racconto, con la band che mantiene sempre vivo tale immaginario a partire dalla fatica dei rematori evocata nell’opener Plying the Oars, fino allo sciabordio delle onde od ai versi dei gabbiani che sovente si manifestano nel corso dell’opera.
I Nydvind non si risparmiano, offrendo oltre un’ora di pagan black metal al suo massimo livello, intenso e robusto allo stesso tempo e privo di punti morti, con le quattro lunghe tracce superiori ai dieci minuti di durata (Sailing Towards the Unknown, Till the Moon Drowns, Through Primeval Waters, Unveiling a New Earth) che costituiscono la spina dorsale di un’opera davvero ispirata, alla quale non manca nulla per raccogliere i favori di chi ama questo sonorità ricche di fascino ed emotività.
Il fatto che Richard Loudin non faccia più parte dei Monolithe, con i quali è stato impegnato in maniera piuttosto intensa in questo decennio, fa ragionevolmente pensare e sperare che probabilmente non sarà necessario attendere altri sette anni prima di ascoltare un nuovo album dei Nydvind.

Tracklist:
1. Plying the Oars
2. Sailing Towards the Unknown
3. Skywrath
4. Till the Moon Drowns
5. Sea of Thalardh
6. The Dweller of the Deep
7. Through Primeval Waters
8. Unveiling a New Earth

Line-up:
Hingard: Vocals, Guitars
Nesh: Guitars, Bass nad Bouzouki
Stig: Drums

NYDVIND – Facebook

Hexis – XII EP

Qui tutto è malato, contaminato dal virus dell’umana corruzione: Dio esiste ed è cattivo come nella cosmogonia catara, viviamo in un fluido nero che ricopre tutto e questa musica rappresenta bene la fine dell’illusione.

Devastante hardcore caotico, pesante e dalla grande intensità, un nuovo evolversi di una pesante forma deviata di suono.

I danesi Hexis sono una band piuttosto attiva, che ha ben chiara la propria direzione e continua in maniera interessante un discorso iniziato cominciato sette anni fa. L’essenza del loro suono è nera, si può definire in diverse maniere, come hardcore caotico, quindi una mutazione di tale genere, ma può essere osservato anche da una diversa angolazione come quella del black metal, che è un mattone importante in questo muro sonoro che si staglia contro di noi. Qui tutto è malato, contaminato dal virus dell’umana corruzione: Dio esiste ed è cattivo come nella cosmogonia catara, viviamo in un fluido nero che ricopre tutto e questa musica rappresenta bene la fine dell’illusione. Il gruppo di Copenaghen raccoglie il testimone da gruppi come gli italiani The Secret ed amplia ulteriormente il discorso, dipingendo un quadro molto simile a quelli di Bosch. La composizione e l’esecuzione sono molto buone, come la produzione. Ci son pause, ripartenze, momenti che trasudano potenza e brutalità, e passaggi in stile Amen Ra. La scuola nordica della musica pesante è il principale riferimento dei nostri, che partono da lì per fare un discorso totalmente personale. Grazie alla loro bravura e alle loro capacità il disco è molto interessante, nonostante possieda un suono senza compromessi e privo di commerciabilità. Si soffre, si suda per vivere, ma se lo si riesce a sublimare con dischi come questo allora potrebbe avere un senso.

Tracklist
1.Derelictus
2.Nefarius
3.Famelicus
4.Miseria
5.Sacrificium

HEXIS – Facebook

XENOSIS

Il video di Night Hag, dall’album Devour and Birth.

Il video di Night Hag, dall’album Devour and Birth.

New Haven, Connecticut based progressive death metal legion Xenosis recently dropped their 3rd full-length, Devour and Birth on January 19th, 2018. The album has been well received and praised by many music outlets worldwide.The group has a keen knack for creating technical/progressive death metal that blurs the lines and draws from the past and present equally. Devour and Birth will strongly appeal to fans of Death, Contrarian, Black Crown Initiate, The Black Dahlia Murder, Wretched, and The Faceless.

Devour and Birth is available through Bandcamp
https://xenosis.bandcamp.com/album/devour-and-birth

Social Media Links
https://www.facebook.com/xenosisband/?fref=ts
https://xenosis.bandcamp.com/
https://www.youtube.com/channel/UCWwiADo_JL2bMoJHght_YJQ/featured
https://twitter.com/xenosisband
https://www.instagram.com/xenosis_band/

Bloodland/Necrosi – Death Metal Attack Split

Buona iniziativa della Unholy Fire Records che unisce in uno split i tedeschi Bloodland ed i nostri Necrosi.

Buona iniziativa della Unholy Fire Records che unisce in uno split i tedeschi Bloodland ed i nostri Necrosi.

La prima parte vede quindi i Bloodland alle prese con una mezzora scarsa di death metal old school, feroce e battagliero accostabile ai Bolt Thrower e alla scena olandese.
Una lunga intro ci prepara all’esplosione di Into Sect, brano che rispecchia quanto scritto, mentre Disingrate è leggermente più elaborata nelle ritmiche, con un inizio in mid tempo ed una oscura potenza guerriera che si trasforma in una cavalcata veloce e devastante.
Le coordinate del gruppo tedesco sono mantenute intatte anche negli altri brani, con Disconnected By Humanity a risultare la traccia più convincente di questo breve lotto di  bombe atomiche musicali.
I Necrosi sono invece una band siciliana e nelle sue fila si muovono personaggi di spicco dell’underground estremo come Giuseppe Peri e Tony “Grave”, coppia d’assi dei Thrash Bombz, già recensiti più volte sulle nostre pagine; ad aiutare i due musicisti agrigentini troviamo altri due musicisti appartenenti alla stessa cerchia, Angelo Bissanti al basso e Totò alla batteria.
I tre brani presentati dal gruppo fanno riferimento al death metal tradizionale, producendo una scarica estrema riconducibile alle gesta dei gruppi storici nei primi anni novanta e di palese ispirazione americana.
Ritmiche varie, mid tempo che si trasformano in pesantissime cavalcate estreme, growl feroce e chitarre torturate, fanno di questi tre brani un ottimo antipasto per quello che si potrebbe trasformare in qualcosa di più che non un progetto limitato ad un ep.
Fire In Carnage, la progressiva Nocturnus Trauma e l’ottima Haunted By Fear, dall’inizio doom/death per poi trasformarsi in un crescendo death entusiasmante, sono un biglietto da visita niente male per il gruppo siciliano.
In complesso un ottimo split , che ci presenta due gruppi separati da migliaia di km, ma uniti nel diffondere il verbo del genere.

Tracklist
1.Bloodland-Intro Apocalyptic Visions
2.Bloodland-Into Sect
3.Bloodland-Disingrate
4.Bloodland-Invasion Of Bacteria
5.Bloodland-Disconnected By Humanity
6.Bloodland-The Usual Mortality
7.Necrosi-Fire In Carnage
8.Necrosi-Nocturnus Trauma
9.Necrosi-Haunted By Fear

NECROSI – Facebook

Kobaloi – For Nothing We Follow

Thrash metal e groove si fondono nel sound degli statunitensi Kobaloi per dar vita ad una tempesta estrema che non risparmia frustate hardcore.

Thrash metal e Groove si fondono nel sound degli statunitensi Kobaloi per dar vita ad una tempesta estrema che non risparmia frustate hardcore, composto da un sound personale e che, nella sua violenta ispirazione risulta suonato a meraviglia, tanto che non è così difficile scorgere riferimenti all’heavy metal classico.

La band nasce nel nord Minnesota quattro anni fa e prima di questo debutto sulla lunga distanza ha rilasciato un ep, Crossing Akheron nel 2015.
For Nothing We Follow è un lavoro atipico se si considerano i canoni odierni del genere: spogliato dei classici mid tempo del groove metal, appare quale un devastante macigno thrash dove il gran lavoro ritmico passa da martellate groove a sorprendenti passaggi tecnici di scuola Iron Maiden.
Poi, come d’incanto, una furia hardcore si impossessa del sound (Revence Of A Dying Liar) alternando suoni old school a parti dai rimandi al metal moderno statunitense, in un’altalena di atmosfere esaltate dalla tellurica prestazione del gruppo.
Aphonic Breed è il classico brano che riassume in quattro minuti tutte le sfaccettature della musica composta dai Kobaloi: Megadeth, Sepultura, Iron Maiden e Lamb Of God vengono mescolati in un cocktail estremo che dal groove metal prende quella forza espressiva moderna, il tanto che basta per fare di For Nothing We Follow un album riuscito e, a suo modo, originale.
Choleric e Khold Sin confermano con la loro rabbiosa atmosfera l’approccio estremo del gruppo americano, sicuramente una realtà da seguire nel vasto panorama del metal underground.

Tracklist
1.Walls Of Flesh, Blood And Bone
2.Reverance Of A Dying Liar
3.Endenial
4.Aphonic Breed
5.Choleric
6.The Fury Never Fades
7.Khold Sin
8.Throes Of Hollow

Line-up
J.J. Mohr – Vocals
Vincent Verroust – Guitars
Thomas Toepper – Drums
Adam Syverson – Bass, Vocals
Damian Dunn – Guitars

KOBALOI – Facebook

AFTERLIFE SYMPHONY

Il video di Artemisia, dall’album Lympha in uscita a fine marzo (Revalve Records).

Il video di Artemisia, dall’album Lympha in uscita a fine marzo (Revalve Records).

The Symphonic Metal band Afterlife Symphony, have released the i a brand new video for single “Artemisia”, the imposing opening track of the upcoming album “Lympha” out on march 30th via Revalve records.

The album is available now on pre-order CD/DIGITAL at: https://player.believe.fr/v2/3615930256396

http://www.revalverecords.com/AfterlifeSymphony.html
https://www.facebook.com/AfterlifeSymphony/
https://www.facebook.com/revalverecords/

Profane Burial – The Rosewater Park Legend

Il lavoro tastieristico guida ma non schiaccia il resto della strumentazione: proprio questo equilibrio consente di mantenere il tutto al di sotto del livello di potenziale saturazione per l’ascoltatore, anche se l’assimilazione dell’album non è agevolissima.

I Profane Burial sono una nuova band norvegese che scende nell’arena a cimentarsi con il symphonic black metal curiosamente nello stesso periodo in cui è previsto l’atteso ritorno dei maestri del genere, i connazionali Dimmu Borgir.

E’ inevitabile quindi utilizzare questi ultimi quale termine di paragone anche se, indubbiamente, l’approccio dei Profane Burial è molto più aspro e a tratti dissonante, un qualcosa che già l’appartenenza alla scuderia della Apathy Records poteva far presupporre.
Peraltro, è interessante ritrovare dopo alcuni anni Ronny Thorsen, ex-vocalist dei Trail Of Tears, gothic band che ha goduto di un discreto riscontro di audience nello scorso decennio: la sua prestazione vocale è assolutamente in linea con i dettami del genere, con una buona alternanza tra tonalità più vicine al growl ed altre allo screaming.
Ovviamente, in The Rosewater Park Legend risulta preponderante il lavoro di orchestrazione curato dai fondatori della band Kjetil Ytterhus ed André Aaslie, abili nel fornire al sound un’aura più minacciosa che enfatica, riuscendo piuttosto bene ad evitare eccessivi e stucchevoli barocchismi; in effetti, quali riferimenti vengono indicati, oltre agli inevitabili Emperor, gli altri seminali, per quanto meno conosciuti, Limbonic Art così come i Carach Angren, e per inquadrare al meglio il sound offerto dai profane BurialProfane Burial direi che si può parlare di un’ideale via di mezzo tra queste due ultime maniere di intendere il black metal sinfonico.
L’impronta fornita dalla coppia Ytterhus / Aaslie è solenne ma mai eccessivamente ridondante, prediligendo appunto un approccio inquieto, a tratti sincopato, nel quale il lavoro tastieristico sicuramente guida ma non schiaccia il resto della strumentazione: proprio questo equilibrio consente di mantenere il tutto al di sotto del livello di potenziale saturazione per l’ascoltatore, anche se l’assimilazione dell’album non è agevolissima.
Forse l’unica cosa che fa difetto al lavoro è la mancanza del brano guida capace di catturare l’attenzione in maniera più immediata, anche se The Stench Of Dying Roses spicca sul resto della tracklist presentando una serie di passaggi davvero coinvolgenti, oltre ad una notevole linea vocale: del resto, il suono dei Profane Burial è proprio strutturato in modo tale da non prevedere più di tanto il ricorso ad aperture melodiche, mantenendo sempre un elevato livello di tensione che implica anche frequenti cambi di tempo e spezzature ritmiche, tali da non agevolare il compito dell’ascoltatore, il quale avrà comunque di che dilettarsi con un’opera di questa notevole levatura.

Tracklist:
1.The Tower Bell
2.The Stench Of Dying Roses (The Children’s Song)
3.The Soldier’s Song
4.A Different Awakening (A Proclamation By The Priest)
5.An Interlude (Or How The Curse Of Rosewater Park Began)
6.The Letters
7.The Tale The Witches Wrote

Line-up:
Kjetil Ytterhus : Orchestration
André Aaslie : Orchestration & Vocals
Bjørn Dugstad Rønnow : Drums
Jostein Thomassen : Guitar & Bass
Ronny Thorsen : Vocals

PROFANE BURIAL – Facebook

Atomwinter – Catacombs

Il quartetto tedesco non conosce compromessi e fin dalla copertina è palese l’intenzione di presentarci un lavoro basato su un sound old school, marcio e putrido come l’odore di morte che pervade le catacombe dalle quali, una volta entrati, sarà impossibile uscirne.

Ci si fa una bella gita nelle catacombe con l’ultimo album dei deathsters tedeschi Atomwinter, quartetto che vede l’inizio dell’attività nel 2010 e che ha licenziato due full length, il primo album dal titolo che è una chiara dichiarazione d’intenti come Atomic Death Metal, seguito da un ep e dal precedente Iron Flesh, licenziato tre anni fa.

Il quartetto tedesco non conosce compromessi e fin dalla copertina è palese l’intenzione di presentarci un lavoro basato su un sound old school, marcio e putrido come l’odore di morte che pervade le catacombe dalle quali, una volta entrati, sarà impossibile uscirne.
L’Intro ci apre la via verso le tombe coperte da centinaia di ratti malefici e la title track parte in quarta, il suono è riprodotto fedelmente come nei primi anni novanta, il growl maligno accompagna la parte strumentale che ha in Sadistic Intent la prima clamorosa frenata, un passaggio doom/death perfettamente in grado di regalare sfumature profondamente aberranti e ritornare a macellare padiglioni auricolari con la mastodontica Ancient Rites, il primo grande brano dell’album.
Gathering Of The Undead continua a mantenere la qualità di questo lavoro medio alta, perché Catacombs non brilla certo in originalità, ma la sua forza è espressa nel songwriting che in alcune tracce non fa prigionieri.
Carved In Stone, Necromancer e Morbid Lies risultano tre sfuriate estreme, riportando Catacombs verso il death metal dell’inizio, lasciando alla conclusiva Funeral Of Flesh il compito di levarci ogni speranza di ritorno alla luce con il suo incedere lento, falciato da accelerazioni continue e pesantissimi rallentamenti doom che lentamente chiudono l’entrata della tomba, con il buio totale che ci avvolge nel suo lugubre silenzio.
Asphyx, Bolt Thrower e Morgoth sono i principali ispiratori del combo tedesco, una macchina da guerra death metal consigliata senza remore agli amanti dei suoni old school.

Tracklist
1. Intro
2. Catacombs
3. Dark Messiah
4. Sadistic Intent
5. Ancient Rites
6. Gathering of the Undead
7. Carved in Stone
8. Necromancer
9. Morbid Lies
10. Funeral of Fles

Line-up
O. Holzschneider – Vocals
B.Grapp – Guitars
P.Walter – Drums
M.Schulz – Bass

ATOMWINTER – Facebook

Grievance – Pilar, Pedra e Faca

Quaranta minuti di black metal diretto, melodico, coinvolgente, sporco il giusto nei suoni ma limpido come acqua di fonte per intenti.

Subito dopo essere stato costretto, mio malgrado, ad ascoltare rumorismi assortiti che fa molto “cool” definire arte, imbattermi in un sano album di black metal come Pilar, Pedra e Faca equivale ad una vera e propria liberazione.

Infatti, il bravo Koraxid, musicista portoghese detentore del progetto solista denominato Grievance, mette in scena un bellissimo lavoro nel quale “ciò che si vede è”, senza dover ricorre a chissà quali seghe mentali per ricercare significati che spesso sono più nella testa di chi scrive che degli stessi musicisti oggetto delle recensioni.
In realtà in questo caso, più che il canonico tempo presente, dovrei usare un passato prossimo, visto che album è in realtà datato 2016 ma giunge al nostro cospetto solo quest’anno grazie all’opportuna ristampa in formato fisico curata dalla War Productions.
Poco male, qui non c’è prescrizione che impedisca di godersi questa quarantina di minuti di black metal diretto, melodico, coinvolgente, sporco il giusto nei suoni ma limpido come acqua di fonte per intenti: confermando la crescita esponenziale di una scena portoghese che sembra voler approcciare il genere risalendone le pareti partendo dagli antri più reconditi e profondi, i Grievance offrono un magnifico spaccato di quello che questo genere dovrebbe sempre essere.
Koraxid strepita in lingua madre la propria poco rassicurante visione delle cose, mentre al di sotto la musica si snoda con ritmi ragionati nei quali emerge uno strumento normalmente in secondo piano come il basso (non a caso il nostro ricorre anche all’ospite Joaquim “Vulture” Moreira), lavorando in unisono con un tremolo di grande ortodossia ma sempre capace di disegnare ottime linee melodiche.
Del resto, quanti hanno nelle corde brani trascinanti come Nausea o Um Trono Vazio, o il crescendo della conclusiva Agora e Sempre (peraltro impreziosita da notevoli passaggi di chitarra portoghese, disseminati anche in altre parti dell’album da parte dell’altro ospite Tiago Da Neta)? Non molti, e comunque troppo spesso sottovalutati per una linearità che dovrebbe essere, invece, sempre portata in palmo di mano quando è sinonimo di emotività .
Pilar, Pedra e Faca è magari un lavoro perfettibile in diversi passaggi, ma si rivela molto più ricco di sfumature rispetto alla maggior parte degli album di black metal nei quali mi sono imbattuto ultimamente: magari la mia visione è distorta dal fatto che adoro quella terra e quel popolo, ma ogni volta che ascolto musica provenire dalla Lusitania vi rinvengo sempre una profondità ed un sentore malinconico che va oltre le coordinate tipiche dal genere di volta in volta offerto.

Tracklist:
1. Mensagem Secreta
2. Fortaleza
3. O Novo Dia
4. Desconstruir
5. Náusea
6. Pragas
7. Um Trono Vazio
8. Subliminar Voz Interior
9. Agora e Sempre

Line-up:
Koraxid All instruments, Vocals

Guests:
Tiago da Neta – Portuguese Guitar on tracks 06, 08 and 09
Joaquim “Vulture” Moreira – Electric Bass Guitar in tracks 06 and 07

GRIEVANCE – Facebook

BREAK ME DOWN

Il video di Warrior, tratto dall’ep Resilience.

Il video di Warrior, tratto dall’ep Resilience.

Così dichiara la band: “Il video di “Warrior” è nato per caso… eravamo talmente concentrati sulle registrazioni del primo EP “Resilience” al Magnitude Studio, che tutto il resto non ci interessava. Fortunatamente durante le registrazioni, il nostro amico e fotografo Gianluca Sanna, il quale ci segue fin dalla prima stesura dei brani, invitato a sentire come procedeva il lavoro, ha pensato di riprendere tutto con la sua attrezzatura. Nonostante la canzone parli di come reagire ad un tradimento, un argomento che sentiamo particolarmente, nel video, volevamo dare qualcosa di noi, dell’alchimia che c’è come gruppo e, quando è venuto il momento di pensare ad un video, abbiamo chiesto a Gianluca il materiale che aveva catturato durante le varie sessioni… mangiate di pasta comprese! Abbiamo contattato Niccolò Cadregari per il montaggio e, dopo pochi giorni, ci ha rimandato il video montato. Vi assicuriamo che le sessioni sono state snervanti a tratti, in quanto finivamo di lavorare e tutte le sere ci fiondavamo a Seregno per completare “Resilience” -che tradotto letteralmente vuol dire proprio “capacità di ripresa”-, nonostante tutto è stato indimenticabile e lo rifaremmo 10, 100, 1000 volte ancora. Enjoy”

Il primo EP dei Break Me down è stato registrato e mixato da Matteo Magni, contiene tre brani inediti, scritti e prodotti dalla band stessa, è disponibile sui seguenti canali autorizzati:

Per fans di: Halestorm, Paramore, The Pretty Reckless, Icon for hire, Shinedown, Theory of a Deadman, Alter Bridge

OUTER HEAVEN

Il video di Into Hellfire (Relapse Records).

Il video di Into Hellfire (Relapse Records).

Relapse Records is proud to announce the signing of Pennsylvania-based death metal legion OUTER HEAVEN. Formed in 2013 from the backwoods of PA, OUTER HEAVEN immediately left a pulverizing imprint on the East Coast death metal scene with their crushing live performances, old-school ethos and string of releases including their 2013 Self-Titled demo, debut EP Diabolus Vobiscum (2015) and a 4-way split featuring label-mates Gatecreeper plus Homewrecker and Scorched (2016).

OUTER HEAVEN will enter the studio in the coming weeks to record their full-length debut at Developing Nations Recording Studio in Baltimore, MD with Kevin Bernsten (Full of Hell, Integrity, Magrudergrind). The album is planned for a late 2018 release via Relapse.

Watch OUTER HEAVEN’s previously released music video for “Into Hellfire” AT THIS LOCATION and all digital streaming services HERE.

The band commented on the signing and new material:

“We could not be more excited about becoming part of the beast that is Relapse Records. To be amongst so many bands that inspired us, as well as so many friends, is something truly killer. Our forthcoming LP promises to be the most devastating material we have conjured to date. We have sunken days, months, years, and LAVA into these songs and we think it will undoubtedly show.”

A list of currently confirmed OUTER HEAVEN tour dates, including appearances at Obnoxious Noise Fest alongside Pig Destroyer and Blood of the Wolf Fest, is available below. The band has previously performed with Deicide, Belphegor, Cryptopsy, Immolation, Gorguts, Nails, Hate Eternal, Defeated Sanity, Gatecreeper, Full of Hell, Internal Bleeding and numerous others.

OUTER HEAVEN is:

Austin Haines – Vocals
Jon Kunz – Guitar
Zak Carter – Guitar
Raymond Figueroa – Bass
Paul Chrismer – Drums

Repulsione – Desecrating

I Repulsione picchiano e gridano come un’ora di primitivi hooligans, e fanno un suono old school che sarà amato da chi ascolta grind da parecchi anni.

Chiamatelo grindcore, powerviolence o come vi pare, gli emiliani Repulsione sono tornati con il loro terzo disco, il punto più alto della loro discografia.

I Repulsione picchiano e gridano come un’ora di primitivi hooligans, e fanno un suono old school che sarà amato da chi ascolta grind da parecchi anni. Le chitarre stridono e disegnano linee che partono dall’italico hardcore per arrivare ad essere qualcosa di devastante, la batteria martella tutto con la terroristica complicità di ben due bassi per portare ancora più vicino al vostro culo il loro suono, mentre la voce copre tutta la gamma del growl ed anche oltre. Desecrating non si ferma nei dintorni del grindcore, ma continua nella marcia strada verso il powerviolence, che è un genere molto vicino ad un certo tipo di grindcore. Potenza e brutalità, il tutto senza mai farlo per posa ma con una grande conoscenza del genere e delle proprie possibilità. Il grind è uno dei pochi generi davvero internazionalisti, ed ha un grande scambio fra le diverse nazioni, tanto che i Repulsione in alcuni momenti sembrano una band di grind americano, poi fanno passaggi molto vicini al meglio dell’hardcore nostrano, che è comunque fortemente alla base di questo suono. I Repulsione attualmente sono forse il miglior gruppo di grind powerviolence in Italia e Desecrating è un disco che è destinato a generare molti ascolti, grazie ad una grande potenza e a tanto amore per la materia trattata. Ribellione e violenza, almeno musicale, sono sempre un gran bel programma.

Tracklist
1. The Eternal Darkness of an Usefull Skull
2. Vomero
3. Desecrating
4. Sacrifice
5. Junkyard Dog
6. Resistance
7. An Infamous Beast
8. Last Man Standing
10.1985
11. Arbeit Macht Nicht Frei
12. Union
13. Selfish (Comrades)
14. Maggio Rosso Sangue
15. Emptiness

Line-up
J.J. – bass
Gioele – drums
Tex – bass
Mosh – throat

REPULSIONE – Facebook

Necrodeath – The Age Of Dead Christ

The Age Of Dead Christ è il ritorno di una delle più importanti band metal italiane: il loro thrash black metal continua a mietere vittime e i trentatré anni passati dal primo storico demo non hanno lasciato alcuna cicatrice.

Non è mai facile recensire un album come l’ultimo Necrodeath, si rischia sempre la caduta nella retorica, celebrando una band di valore assoluto ed una manciata di nuovi brani che tornano a far parlare la storia del metal estremo, non solo nazionale.

I Necrodeath sono una delle icone del metal italiano, un gruppo che ha scandito con la sua discografia trent’anni abbondanti di musica metal in Italia, più facile al giorno d’oggi, meno se parliamo degli anni ottanta e novanta.
Peso, Pier, Flegias e G.L sono ancora qui con un album che celebra i trentatré anni dal primo seminale demo The Shining Pentagram, uscito nel 1985, tanti anni quanti quelli del Cristo prima di finire appeso ad una croce sulla collina del Golgotha, come è ben raffigurato nell’artwork che riporta il logo storico del combo genovese.
Ne sono passati di anni e di musica sotto i ponti dell’inferno dove si celebra il metal estremo di matrice thrash/black genere di cui la band è maestra, valorizzato da una tecnica sopraffina e da una furia estrema mai sopita.
The Age Of Dead Christ arriva ad un anno dal bellissimo split con la regina nera del metal nazionale Cadaveria, quel Mondoscuro che vedeva interagire le due band in modo totale, al punto da coverizzarsi a vicenda, e quattro dal precedente The 7 Deadly Sins, opera sui sette vizi capitali nella quale i Necrodeath per la prima volta usavano la lingua italiana, alternandola con l’idioma inglese.
Una band che non ha mai avuto timore di sperimentare torna però al più classico death/black, una mazzata estrema violentissima ed oscura che ci sputa in faccia tutta la sofferenza del mondo tramutata in livore e furia, fin dall’opener The Whore Of Salem, una traccia di metal estremo old school, seguita dal devastante thrash/black di The Master Of Mayhem.
The Age Of Dead Christ non ha pause, con la band che alterna velocissime ripartenze a mid tempo di schiacciante potenza: Peso dimostra d’essere uno dei batteristi più bravi della scena estrema mondiale con una prestazione che ha nei dettagli e nelle tante finezze ritmiche sparse qua e là il suo maggior pregio, G.L. supporta con una prova gagliarda il collega e la furia tecnicamente ineccepibile di Pier Gonella, con Flegias che sputa veleno, demone inarrestabile dietro al microfono.
The Kings Of Rome infuria tempestosa, The Triumph Of Pain rallenta i ritmi ma, in quanto ad atmosfera, è uno dei brani più riusciti dell’ opera; The Return Of The Undead è il tributo al passato e al primo full length Into The Macabre, in quanto nuova versione del classico The Undead con A.C. Wild degli storici Bulldozer come ospite.
L’album si chiude con un trittico di perle estreme come The Crypt Of Nyarlathotep, The Revenge Of The Witches e la title track, che formano un delirio musicale tra atmosfere nere e diaboliche ed il thrash/black metal nella sua forma più convincente, chiudendo come meglio non si poteva questo bellissimo nuovo capitolo della trentennale e leggendaria storia dei Necrodeath.

Tracklist
1. The Whore Of Salem
2. The Master Of Mayhem
3. The Order Of Baphomet
4. The Kings Of Rome
5. The Triumph Of Pain
6. The Return Of The Undead
7. The Crypt Of Nyarlathotep
8. The Revenge Of The Witches
9. The Age Of Dead Christ

Line-up
Flegias – Vocals
Pier – Guitars
G.L. – Bass
Peso – Drums

NECRODEATH – Facebook

LE INTERVISTE DI OVERTHEWALL: ROSSOMETILE

Grazie all’avvio della reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Inauguriamo questa rubrica con i Rossometile. Buona lettura.

Grazie all’avvio della reciproca collaborazione con la conduttrice radiofonica Mirella Catena, abbiamo la gradita opportunità di pubblicare la versione scritta delle interviste effettuate nel corso del suo programma Overthewall, in onda ogni mercoledì alle 21.30 ed ogni domenica alle 22.00 su www.energywebradio.it.
Inauguriamo questa rubrica con i Rossometile. Buona lettura.

Voi siete attivi già dal 1996. Com’è nata l’esigenza di voler proporre musica originale?

È nata dal primo giorno in cui abbiamo imbracciato uno strumento! Abbiamo avuto percorsi diversi e quando ci siamo incontrati per fondare i Rossometile io avevo già suonato e registrato brani con altri progetti, tutti volti alla realizzazione di inediti. Erano gli anni ‘90 e in quegli anni era abbastanza naturale concentrarsi su proposte proprie. Forse oggi lo è un po’ di meno perché, secondo me, con la grandissima diffusione che la musica ha oggi, chi inizia adesso è più propenso ad imitare che a proporre cose nuove.

Ci sono band a cui vi siete inizialmente ispirati?

Sicuramente si, però, per nostra fortuna, credo che queste influenze non si siano mai avvertite nella nostra musica. Il motivo probabilmente sta nel fatto che i membri dei Rossometile hanno avuto storicamente sempre influenze musicali diverse, davvero distanti tra loro, per cui la fusione dei nostri mondi musicali e dei nostri ascolti ha portato, per forza di cose, ad un risultato poco etichettabile, e questo lo consideriamo un elemento positivo.

Le vostre sonorità spaziano in diversi generi rock e metal, passando per il rock, il prog, il gothic e state preparando nuovi brani symphonic metal. Come mai questi cambiamenti da album in album? Un rifiuto ad etichettarsi?

Non si è trattato di qualcosa di studiato ma è capitato naturalmente durante il nostro percorso. La causa principale di ciò sono senz’altro i frequenti cambi di formazione che abbiamo avuto, soprattutto nel ruolo della voce. Questo in qualche modo ha influenzato le nostre scelte e in alcuni casi ha indirizzato la fase compositiva in modo da adeguarsi alle caratteristiche vocali della singer. Per noi infatti la vocalità è sempre al centro della composizione. Siamo consapevoli di aver prodotto una discografia molto eterogenea e del fatto che ciò contribuisca a renderci poco etichettabili, tuttavia è stato un percorso naturale e anche abbastanza inconsapevole.

A chi è affidata la composizione e la stesura dei testi e quali sono le tematiche che trattate nelle vostre canzoni?

Della scrittura dei testi e della composizione dei brani in genere me ne occupo io. Poi con la band si fa una rifinitura dell’arrangiamento. Le tematiche dei testi sono abbastanza varie come lo è la musica, anche se fondamentalmente spaziano nell’introspettivo e a volte dello storico scientifico. Sicuramente per scelta non c’è nulla di politico o sociale. Dietro ogni brano c’è una visione, un immaginario che afferisce a stati d’animo, a situazioni della mente oppure ad episodi storici o aspetti scientifici romanzati.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Abbiamo un album in preparazione. Si tratta del quinto album. Per metà attualmente è già registrato. Stiamo sviluppando altre idee per completarlo. Nei prossimi mesi inizieremo già a pubblicarne qualche traccia mediante un video sul nostro canale youtube senza attendere l’ultimazione dell’intero album. Abbiamo di recente pubblicato un video con il rifacimento in chiave sinfonica della prima parte di un brano intitolato Nel Solstizio d’invero parte 1 e 2, incluso nel nostro quarto album Alchemica. Tra poche settimane pubblicheremo anche la seconda parte. Per quanto riguarda il live abbiamo in programma di ripartire in primavera con una serie di date in tutta Italia e in autunno, per la prima volta, anche fuori dai confini nazionali.

Mi dite i vostri contatti sul web per i nostri ascoltatori?

pagina fb: https://www.facebook.com/rossometile/
sito : http://www.rossometile.it/
canale youtube: https://www.youtube.com/user/rossometile/featured?view_as=subscriber
instagram: https://www.instagram.com/rossometile/

Grazie di essere intervenuti. Vi lascio l’ultima parola!

Grazie infinite per averci dedicato un po’ del vostro tempo! Per noi è molto importante! Vi auguriamo di cercare e di trovare sempre la bellezza e di nutrirvi sempre di musica e cultura, le uniche cose in grado di salvare il mondo!

Nemesis Inferi – A Bad Mess

Un album violento e melodico, potente e devastante quanto basta per non deludere gli amanti del genere e che proietta i Nemesis Inferi verso un futuro all’insegna del groove metal.

Continua imperterrita la trasformazione o evoluzione dei Nemesis Inferi, partiti tanti anni fa verso i gironi infernali dove regna il symphonic black metal, e tornati sui loro passi prima di cedere alle lusinghe del groove metal.

L’ultimo album in studio del gruppo bergamasco si spazzola via le ultime briciole gotiche ancora presenti sul precedente Natural Selection e si candida come album groove metal tout court, caratterizzato da un’anima thrash ed una più alternative, per un lavoro duro come l’ acciaio, pesante come un blindato e melodico il giusto per fare degli otto brani in programma una buona alternativa tutta tricolore allo strapotere statunitense, almeno in questo genere.
Solo il singolo e video Anything Anymore lascia passare la luce fioca di una candela gothic/dark, con G.M.Gain che ricoda a più riprese Peter Steele, per poi tornare a lidi thrash/groove con la tiltle track.
Prodotto da un nome importante della scena metal internazionale come Jaime Gomez Arellano (Paradise Lost, Ghost, Solstafir, Cathedral, With The Dead), l’album è un’esplosione di groove metal che dalle prime note dell’opener Never On Your Mouth alza un vento nucleare che spazza via tutto.
Il thrash moderno fa capolino quando la band sgomma prima di tornare su tempi medi, l’alternative metal è presente ma viene a tratti drogato dallo stoner, le melodie incastonate nei brani mantengono alta la fruibilità della musica ma non fanno mai scendere la tensione anche quando le atmosfere sembrano placarsi, per poi ripartire in un crescendo hard rock (Crawling In The Dust).
Vertigo chiude l’album come era iniziato, violento e melodico, potente e devastante, quanto basta per non deludere gli amanti del genere, chiudendo definitivamente con il passato e proiettandosi verso un futuro all’insegna del groove metal.

Tracklist
1.Never on your Mouth
2.Breaking Bad
3.Hate My Name
4.Rising
5.Anything Anymore
6.Bad Mess
7.Crawling in the Dust
8.Vertigo

Line-up
G.M. GAIN – Vocals & Guitar
FAZZ – Lead Guitar
DANIEL – Bass & Backing Vocals
MATTEO – Drums

NEMESIS INFERI – Facebook

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