Master/Dehuman – Decay into Inferior Conditions

Un buon split da parte della Xenokorp, che non deluderà gli amanti di queste iniziative assolutamente underground, alle prese con una band storica (Master) ed un ottimo gruppo di outsider (Dehuman).

Per gli amanti del death metal la Xenokorp licenzia questo sanguinoso split che vede scendere in campo i veterani Master e i molto più giovani Dehuman.

Registrati in Finlandia lo scorso anno i quattro storici brani proposti dai Master ci presentano un trio ancora sul pezzo per grinta ed attitudine estrema: quello della band di Paul Speckmann (ultimamente alle prese con Cadaveric Poison, Death Strike, Johansson & Speckmann), attiva fin dalla metà degli anni ottanta,  è un thrash/death old school che possiede lo stesso marchio di quello storico suonato da Possessed e compagnia di estremisti sonori.
Le tracce sono prese da un bootleg ufficiale, il suono non è un granché, ma l’atmosfera underground e old school rendono il tutto molto gustoso per i fans dei Master che, nell’occasione, festeggiavano i trentacinque anni di carriera nel mondo del metal estremo.
I Dehuman sono invece un quartetto belga: nati una decina di anni fa, hanno rilasciato due full length e si presentano con questi tre devastanti brani suonati live in studio; il sound delle varie Morbid Sound, Sepulcher Of Malevolence e Apocalypse And Perdition segue la lezione dei maestri europei che devastarono il vecchio continente ormai trentanni fa.
Ill gruppo ci travolge con un death metal battagliero e senza compromessi, tra Bolt Thrower e Napalm Death, oscuro e selvaggio, lasciando un’ottima impressione e la consapevolezza di essere al cospetto di una band tripallica e dall’impatto notevole.
Un buon split da parte della Xenokorp, che non deluderà gli amanti di queste iniziative assolutamente underground, alle prese con una band storica (Master) ed un ottimo gruppo di outsider (Dehuman).

Tracklist
1. MASTER – Master
2. MASTER – Subdue the Politician
3. MASTER – All We’ve Become
4. MASTER – Slaves to Society
5. DEHUMAN – Morbid Sun
6. DEHUMAN – Sepulcher of Malevolence
7. DEHUMAN – Apocalypse and Perdition

Line-up
Master:
Paul Speckmann – Bass, Vocals
Alex Nejezchleba – Guitars
Zdenek Pradlovsky – Drums

DEHUMAN:
Andrea Vissol – Bass & Vocals
Rafaël Sellekaerts – Guitars
Lou-Indigo Triagone – Guitars
Laye Louhenapessy – Drums

MASTER – Facebook

DEHUMAN – Facebook

Degial – Predator Reign

Un sound infernale creato per destabilizzare e rubare anime da portare all’oscuro signore in un’atmosfera di indicibile caos.

Se verrete risucchiati nel vorticoso maelstrom creato dai Degial, difficilmente riuscirete a tornare indietro restando imprigionati in un oscuro e personale inferno.

I Degial sono un quartetto svedese attivo da ormai più di dieci anni, hanno dato alle stampe un ep e due full length (Death’s Striking Wings uscito nel 2012 e Svage Mutiny licenziato un paio di anni fa), e tornano con il terzo album sotto Sepulchral Voice Records, questo massacro sonoro dal titolo Predator Reign, fatto di corse lungo i binari del black metal e cavalcate sul destriero death, in un’atmosfera apocalittica e rigorosamente old school.
Riff che creano vortici di male in musica, ritmiche devastanti, scream/growl da orco ferito e dunque (come un animale) ancora più rabbioso e crudele, vanno a comporre un sound infernale creato per destabilizzare e rubare anime da portare all’oscuro signore.
La title track, posta in apertura, e la successiva Thousand Spears Impale, vi danno il benvenuto nel regno della violenza e del caos primordiale, dove non ci sono rallentamenti o aperture a qualsivoglia melodia, solo terrore e rabbia, un massacro che continua imperterrito con Devil Spawn Hellstorm, cuore nero dell’album che pulsa al ritmo inumano di un sound bestiale e senza compromessi.
Clangor Of Subjugation mette la parola fine al massacro con sei minuti di black death epico ed oscuro che trascina a forza verso il fondo dell’inesorabile gorgo.

Tracklist
1.Predator Reign
2.Thousand Spears Impale
3.The Savage Covenant
4.Crown Of Fire
5.Devil Spawn
6.Hellstorm
7.Heretical Repugnance
8.Annihilation Banner
9.Triumphant Extinction
10.Clangor Of Subjugation

Line-up
H. Death – Vocals/Guitar
R. Meresin – Guitar
E. Forcas – Drums
P.J. Vorum – Bass

DEGIAL – Facebook

Begerith – A.D.A.M.

Chi ama il death metal più intenso e veloce qui troverà davvero un bel disco.

In fondo al 2017 arriva questo gran disco di death metal dei Begerith.

Questi ultimi sono dei russi di Vladivostok che si sono trasferiti in Polonia, ed effettivamente il loro suono è molto influenzato dalla scuola polacca del death metal, fatta conoscere nel mondo da gruppi come Behemoth, Vader e Hate, per citare quelli maggiormente conosciuti.
I Begerith sono al loro secondo lavoro sulla lunga distanza, e con A.D.A.M. Mettono in mostra tutte le loro qualità. Il suono, come detto sopra, è un death metal molto polacco, e ci sono anche forti influenze black metal, quello delle origini. Trovano anche molto spazio dei virtuosismi chitarristici mai fini a loro stessi, che potenziano la struttura dei brani. I Begerith mettono al centro di tutto la musica e ciò che veicolano con essa, infatti non si sanno i nomi dei componenti del gruppo, che sono indicati come Begerith e numerati da 1 a 4. Non si perde nemmeno tempo con i titoli delle canzoni, come potete notare. Il disco funziona davvero molto bene, è molto potente e bilanciato, ha un’ottima produzione e riesce a tenere sempre alta la tensione. Pur venendo da un ambiente musicale ben preciso i Begerith sono unici e il loro death è molto personale e devastante. Il disco è incentrato sulla figura di Adamo, scagliato da Dio sulla Terra, mostrando tutta la sua tracotanza. I testi sono molto interessanti, come spesso succede nel death metal, e non sono solo un contorno. I Begerith sono un gruppo affermato nella scena death metal, ed impressioneranno ancora di più grazie a questa prova, che è davvero buona.
Chi ama il death metal più intenso e veloce qui troverà davvero un bel disco.

Tracklist
1.Nome Fatas Hiss Mortus
2.A.D.A.M. I
3.A.D.A.M. II
4.A.D.A.M. III
5.A.D.A.M. IV
6.A.D.A.M. V
7.A.D.A.M. VI
8.A.D.A.M. VII
9.A.D.A.M. VIII
10.A.D.A.M. IX
11.A.D.A.M. X

Line-up
Begerith I – vocals, guitars
Begerith II – guitars
Begerith III – bass
Begerith IV – drums

BEGERITH – Facebook

LEGEND CLUB MILANO : RAGE – FIREWIND – DARKEN HALF

La band di Peter Wagner sarà sul palco del LEGEND CLUB MILANO, per un’unica data italiana, il 6 gennaio!

Era il lontano 1983, partirono con il nome di Avenger passando poi a Furious Rage fino ad arrivare al nome RAGE, un nome che nei decenni è diventato istituzione quando si parla di metal teutonico! La band di Peter Wagner sarà sul palco del LEGEND CLUB MILANO, per un’unica data italiana, il 6 gennaio!
Il tour è a promozione dell’ultima fatica del gruppo “Season of the Black” fuori con Nuclear Blast, disco che a pochi mesi dalla sua pubblicazione continua a riscuotere consensi di pubblico e critica.
Due saranno le bands di supporto che contribuiranno allo spessore di questo show: dalla grecia i FIREWIND capitanati da Gus G, chitarrista di Ozzy Osbourne, i quali promuoveranno “Immortal” disco uscito all’inizio del 2017, e la melodic metal band australiana DARKER HALF.

PREVENDITE:

disponibili online su MAILTICKET

evento FACEBOOK

Legend Club
Viale Enrico Fermi, 98
Milano
(MM3 Affori Centro)

Calabrian Metal Inferno Fest

Tutto pronto per la dodicesima edizione del Calabrian Metal Inferno

Tutto pronto per la dodicesima edizione del Calabrian Metal Inferno; il fetival, organizzato dalla CMI Prodctions, si svolgerà come ogni anno il 28 Dicembre presso lo Zoom Music Club di Marcellinara, in provincia di Catanzaro.
Sul palco ad infiammare gli amplificatori e gli animi dei presenti ci saranno :

CADAVERIA, con il loro sound dalle forti influenze dark/gothic presenteranno ufficialmente il nuvo album “Far Away From Conformity”, una versione remissata e rivista dell’omonimo 2004, appena uscito lo scorso 8 Dicembre.
FUNERAL ORATION, la band culto pugliese dopo un periodo di silenzio onorerà il palco del Metal Inferno con il suo oscurissimo black metal targato 1989
VALGRIND, dal 1993 feroce death metal vecchia scuola, con il nuovo album “Seal Of Phobos” uscito per Everlasting Spew Rec, i calabro-emiliani faranno scuotere le teste a tutti i presenti
INNER HATE, thrash death dalla Sicilia, anche loro presenteranno il nuovo lavoro “Reborn Through Hate”, uscito il 15 Dicembre, una mazzata che dal vivo scatenerà, e darà il via, all’inferno

All’ interno saranno presenti banchetti distro, merch, art expò and gadgets + dj set
Apertura porte alle 20:30, lo start è previsto per le 22:00 con un ingresso a scelta di 8 euro con birra piccola inclusa, o 10 euro con birra grande o cocktail, nel locale è inoltre possibile mangiare e bere a prezzi modici.

Ci vediamo il 28 Dicembre all’ Inferno !!!

28 DICEMBRE 2017
ZOOM MUSIC CLUB
Contrada Mandarano
Marcellinara (CATANZARO)
infoline 335 755 6531
(sulla statale Catanzaro – Lamezia prendere uscita
SETTINGIANO)

https://www.facebook.com/cmiprods/
calabrianmetalinferno@yahoo.it

A Melodic Rock Night

A Melodic Rock Night, annunciata la seconda edizione del festival.

A Melodic Rock Night, annunciata la seconda edizione del festival.

Tanzan Music, in qualità di partner della manifestazione, è lieta di comunicare il ritorno di “A Melodic Rock Night”, il festival organizzato da MelodicRock.it, in collaborazione con Burning Minds Music Group e Rock Temple, il nuovo mailorder italiano per tutti i fan della musica rock / metal.

Torna a grande richiesta dopo il grande successo della prima edizione, il mini-festival “A Melodic Rock Night 2” si terrà la sera del 24 Febbraio 2018, presso il Dedolor Music Headquarter di Rovellasca (CO).

Ancora una volta saranno gli artisti italiani a farla da padrone con 2 band del roster di Tanzan Music come Hungryheart e Soul Seller, che assieme ai Wheels Of Fire sono pronte a regalare a tutti i fan uno speciale set acustico in cui troveranno spazio alcuni tra i loro brani più apprezzati.

Per quanto riguarda il lato “elettrico” della manifestazione, siamo lieti di annunciare la presenza degli storici hard-rocker nostrani Danger Zone, i quali offriranno un graffiante viaggio tra tutti gli episodi in studio della propria discografia, inclusi alcuni estratti dal loro ultimo vincente album “Closer To Heaven”.

Come da tradizione non può mancare una vera e propria esclusiva a firma “A Melodic Rock Night”, per cui siamo felici di annunciare la prima uscita ufficiale in Italia dell’artista danese Michael Kratz (fresco di firma con la nostrana Art Of Melody Music), il quale proporrà alcuni tra i brani presenti nel suo lavoro di prossima uscita “Live Your Life”, un meraviglioso full-length di AOR / Westcoast che vanta tra gli ospiti alcune vere e proprie leggende della scena internazionale (tutti i dettagli sul disco saranno annunciati a breve).

Michael Kratz sarà accompagnato da una band di grande classe come quella dei nostrani Mindfeels, forti del loro notevole debut “XXenty” (Art Of Melody Music), di cui presenteranno live durante la serata anche i due singoli ufficiali.

Ma non è tutto: la seconda edizione di “A Melodic Rock Night” coinciderà infatti con il release party ufficiale dell’album di Michael Kratz “Live Your Life”, che sarà disponibile in esclusiva la sera dell’evento, ben una settimana prima rispetto all’uscita ufficiale fissata online e in tutti gli store fisici.

Novità, aggiornamenti e info relative a biglietti, orari, running order e molto altro seguiranno a breve. Restate sintonizzati perché ancora una volta tutti gli avventori dell’evento potranno usufruire di sconti speciali e ricchi premi legati alle iniziative esclusive della serata!

Partner della serata: Sound Trek Distributions, Tanzan Music, Rock Of Ages @ Radio City Trieste, Linea Rock @ Radio Lombardia, Roxx Zone, Hardsounds.it, Moviedel Productions, PriStudio, W Studio Design, Atomic Stuff Studio e Atomic Stuff Promotion.

Pagina evento Facebook

Biglietti e dettagli della serata: Coming soon!

www.tanzanmusic.com

www.melodicrock.it

Il 2017 di MetalEyes IYE

Dopo un 2017 intenso, che ci ha visto pubblicare circa 1450 recensioni, pari ad una media molto vicina alle 4 giornaliere, è arrivato il momento di tirare le somme e provare a stilare un’ipotetica classifica dei dischi migliori tra quelli che sono stati trattati su MetalEyes IYE.

Stante la nostra vocazione spiccatamente underground, difficilmente in tali occasioni si vedranno primeggiare grandi nomi, anche se fatico a non considerare tali i Pain Of Salvation, autori del miglior lavoro dell’anno secondo noi, pur non trattandosi certo di una band capace di smuovere folle oceaniche.
Come già fatto nel 2016 abbiamo creato cinque categorie, per ognuna delle quali sono stati indicati i migliori cinque dischi, oltre ad altri quindici che verranno classificati sesti a pari merito: una generale, una dedicata ai dischi italiani, ed altre tre riferite a macro generi denominati, rispettivamente, metal estremo (black/death/trhash), materia oscura (doom, gothic, post metal, dark, ma anche ambient e neo folk) e hard’n’heavy/alternative (quindi rock, metal classico o moderno).
Cliccando su ogni disco che troverete nelle classifica verrete indirizzati alla recensione dove, se proprio non vorrete leggere i nostri sproloqui, avrete comunque la possibilità di ascoltare un estratto dei lavori in questione.
Quindi, buona lettura o buon ascolto, e auguri per un 2018 altrettanto ricco di buona musica.

GENERALE


1.PAIN OF SALVATION – IN THE PASSING LIGHT OF DAY


2.SUBTERRANEAN MASQUERADE – VAGABOND


3.EVADNE – A MOTHER NAMED DEATH


4.ENSLAVED – E


5.VENENUM – TRANCE OF DEATH

6.ex aequo
ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE
BELL WITCH – MIRROR REAPER
BLUT AUS NORD – DEUS SALUTIS MEÆ
EVA CAN’T – GRAVATUM
IMBER LUMINIS – NAUSEA
IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO
JESS AND THE ANCIENT ONES – THE HORSE AND OTHER WEIRD TALES
KARTIKEYA – SAMUDRA
KREATOR – GODS OF VIOLENCE
NIBIRU – QAAL BABALON
PALLBEARER – HEARTLESS
SCUORN – PARTHENOPE
SLOW – V-OCEANS
THRESHOLD – LEGENDS OF THE SHIRES
XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT II

ITALIANI


1.IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO


2.NIBIRU – QAAL BABALON


3.ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE


4.SCUORN – PARTHENOPE


5.EVA CAN’T – GRAVATUM

6.ex aequo
ANAMNESI – LA PROIEZIONE DEL FUOCO
CIRCUS NEBULA – CIRCUS NEBULA
DOCTOR CYCLOPS – LOCAL DOGS
EKPYROSIS – ASPHYXIATING DEVOTION
ELECTRIC SWAN – WINDBLOWN
ENZO AND THE GLORY ENSEMBLE – IN THE NAME OF THE SON
FUOCO FATUO – BACKWATER
JMP – JAM MOVIE PROJECT
LAST UNION – MOST BEAUTIFUL DAY
PAOLO BALTARO – THE DAY AFTER THE NIGHT BEFORE
PROGENIE TERRESTRE PURA – OLTRELUNA
SEVENTH GENOCIDE – TOWARD AKINA
SIRGAUS – IL TRENO FANTASMA
STARBYNARY – DIVINA COMMEDIA: INFERNO
TETHRA – LIKE CROWS FOR THE EARTH

METAL ESTREMO


1.VENENUM – TRANCE OF DEATH


2.SCUORN – PARTHENOPE


3.KREATOR – GODS OF VIOLENCE


4.MECHINA – AS EMBERS TURN TO DUST


5.SUN OF THE SLEEPLESS – TO THE ELEMENTS

6.ex aequo
ARCKANUM – DEN FÖRSTFÖDDE
BLAZE OF PERDITION – CONSCIOUS DARKNESS
DEMONIC RESURRECTION – DASHAVATAR
DØDSENGEL – INTEREQUINOX
ESHTADUR – MOTHER GRAY
EXECRATION – RETURN TO THE VOID
FRAGARAK – A SPECTRAL OBLIVION
GENUS ORDINIS DEI – GREAT OLDEN DYNASTY
KARKAOS – CHILDREN OF THE VOID
NOKTURNAL MORTUM – VERITY
ORIGIN – UNPARALLELED UNIVERSE
SLÆGT – DOMUS MYSTERIUM
TAU CROSS – PILLAR OF FIRE
WITCHERY – I AM LEGION
WORSTENEMY – DECEPTION

MATERIA OSCURA


1.EVADNE – A MOTHER NAMED DEATH


2.IN TORMENTATA QUIETE – FINESTATICO


3.IMBER LUMINIS – NAUSEA


4.NIBIRU – QAAL BABALON


5.BELL WITCH – MIRROR REAPER

6.ex aequo
1476 – OUR SEASON DRAWS NEAR
BLUT AUS NORD – DEUS SALUTIS MEÆ
CATAPULT THE DEAD – A UNIVERSAL EMPTINESS
CLOUDS – DESTIN
FROM OCEANS TO AUTUMN – ETHER​/​RETURN TO EARTH
FUOCO FATUO – BACKWATER
IXION – RETURN
MALADIE – SYMPTOMS
MESMUR – S
PALLBEARER – HEARTLESS
SEVENTH GENOCIDE – TOWARD AKINA
SLOW – V-OCEANS
TETHRA – LIKE CROWS FOR THE EARTH
USNEA – PORTALS INTO FUTILITY
VIN DE MIA TRIX – PALIMPSESTS

HARD’N’HEAVY / ALTERNATIVE


1.PAIN OF SALVATION – IN THE PASSING LIGHT OF DAY


2.SUBTERRANEAN MASQUERADE – VAGABOND


3.ENSLAVED – E


4.XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT II


5.THRESHOLD – LEGENDS OF THE SHIRES

6.ex aequo
ABORYM – SHIFTING.NEGATIVE
CRAZY LIXX – RUFF JUSTICE
DOCTOR CYCLOPS – LOCAL DOGS
ENZO AND THE GLORY ENSEMBLE – IN THE NAME OF THE SON
EVA CAN’T – GRAVATUM
JESS AND THE ANCIENT ONES – THE HORSE AND OTHER WEIRD TALES
KARTIKEYA – SAMUDRA
LAST UNION – MOST BEAUTIFUL DAY
PRISTINE – NINJA
PYOGENESIS – A KINGDOM TO DISAPPEAR
PAOLO BALTARO – THE DAY AFTER THE NIGHT BEFORE
SIRGAUS – IL TRENO FANTASMA
STARBYNARY – DIVINA COMMEDIA: INFERNO
THE DOOMSDAY KINGDOM – THE DOOMSDAY KINGDOM
XANTHOCHROID – OF ERTHE AND AXEN ACT I

Nucleus / Macabra – Fragmented Self

Fragmented Self è un’uscita di buona fattura che consente di fissare il punto sul progresso di queste due interessanti band estreme.

Menzione d’obbligo con diversi mesi di ritardo sull’uscita per questo split album, che vede alle prese due realtà piuttosto consolidate della scena death statunitense, i Nucleus ed i Macabra.

I Nucleus provengono da Chicago ed in questo quinquennio di attività si sono già messi in buona evidenza con il full length Sentient dello scorso anno; i tre brani presentati confermano quanto detto passando dal brutal di Fragment al putrido death doom di Assimilation (brano davvero notevole) per ritornare di nuovo ad infierire con il triturante incedere di Beacon, traccia comunque meno brillate delle precedenti anche in virtù di qualche scelta ritmica opinabile.
I Macabra sono guidati dal ben noto Mark Riddick (Fetid Zombie) che fin dalla fondazione della band, risalente al 2011, si accompagna al vocalist franco belga Adrian Weber; a differenza dei compagni di split la forma di death che viene proposta è più composita e dissonante e, di conseguenza, più dispersiva.
In tal senso, se Ellipsis of Self non è che convinca moltissimo, si rivela senza’altro più interessante Breath Thief, che possiede spunti più ariosi grazie al prevedibilmente ottimo lavoro di chitarra di Riddick; Handle with Pain vede un notevole rallentamento dei ritmi ed anche qui, come nel precedente brano, appaiono rimembranze, non so quanto volute, dei primissimi Septic Flesh.
In sostanza, Fragmented Self è un’uscita di buona fattura che consente di fissare il punto sul progresso di queste due interessanti band estreme: personalmente preferisco i Nucleus, che magari sono meno imprevedibili ma più compatti nella loro proposta rispetto ai Macabra, ai quali non mancano certo sprazzi di notevole brillantezza, a tratti opacizzati a livello ritmico dall’assenza di una batteria “umana”, cosa che in ambito death più che in altri generi si fatica a digerire.

Tracklist:
1. Nucleus – Fragment
2. Nucleus – Assimilation
3. Nucleus – Beacon
4. Macabra – Ellipsis of Self
5. Macabra – Breath Thief
6. Macabra – Handle with Pain

Line-up:
NUCLEUS
Dave Muntean – Vocals, Guitars
Dan Ozcanli – Vocals, Guitars
Ryan Reynolds – Bass
Pat O’Hara – Drums

MACABRA
Adrien “Liquifier” Weber – Vocals and text
Mark Riddick – Guitar, bass, drum programming, keyboard, and visuals

NUCLEUS – Facebook

MACABRA – Facebook

Twingiant – Blood Feud

La progressione è incessante e senza scadimenti o cedimenti, anzi più ci si addentra dentro il disco più si viene ammaliati da questo suono, che renderà felice chi ama la musica pesante e pensante.

Devastazione completa operata mediante un uso massiccio di sludge e stoner all’ennesima potenza.

I Twingiant vengono dalla calda Phoenix, Arizona, sono attivi dal 2010 e questo è il loro terzo album sulla lunga durata. Il loro suono è molto pesante, un riuscito connubio fra potenza, lentezza ed una maestosità tipica di quei gruppi che hanno un passo differente rispetto alla maggior parte degli altri. Ascoltandoli si può percepire nettamente la grande capacità compositiva, che li porta a scrivere ed a suonare canzoni di ampio respiro, che ampliano la mente dell’ascoltatore mediante un potente rumore. Blood Feud è il racconto di un massacro, che procede ora lento ora veloce, ma che inesorabilmente spezza tendini e mette fine a molte vite. La progressione è incessante e senza scadimenti o cedimenti, anzi più ci si addentra dentro il disco più si viene ammaliati da questo suono, che renderà felice chi ama la musica pesante e pensante. I Twingiant hanno un tocco personale e riconoscibile, essendo uno dei migliori gruppi del genere, e il loro disco sarà una gioia per molte tormentati sonori. Le tracce si susseguono in maniera mirabile, costruendo un filo narrativo che le unisce in modo ben strutturato e complesso, granitico e terribile. Ci sono vari livelli in questo disco, e pur apprezzandolo fin dal primo ascolto, si riesce a cogliere sempre qualcosa di diverso ad ogni passaggio successivo. Alcuni momenti sono epici, come se ci trovassimo davvero nel Giappone medioevale, e la vita fosse solo una questione di affilatura della spada.

Tracklist
1.Throttled
2.Poison Control Party Line
3.Ride The Gun
4.Re-fossilized
5.Shadow of South Mountain
6.Formerly Known As
7.Last Man Standing
8.Kaishakunin

Line-up
Jarrod – Bass/Vocals
Nikos – Lead/Rhythm Guitar/Backup Vocals
Tony- Lead/Rhythm Guitar/Backup Vocals
Jeff – Drums

TWINGIANT – Facebook

The Sleeplings – Elusive Lights of the Long-forgotten

Con una sorpresa dopo l’altra, Elusive Lights of the Long-forgotten ci mostra una band che a spallate butta giù barriere e fortini in cui si barricano i generi musicali per fornirci una panoramica musicale il più ampia possibile.

Non è così semplice descrivere la musica creata da questo trio danese chiamato The Sleeplings, attivo da una decina d’anni e con un primo album targato 2008.

La band di Århus torna tramite la Marrowphone Recordings con Elusive Lights of the Long-forgotten, album di rock alternativo che tra il suo spartito accoglie e coccola molte sfumature ed ispirazioni da generi diversi, creando un sound originale, magari leggermente dispersivo ma oltremodo affascinate.
Con una sorpresa dopo l’altra, Elusive Lights of the Long-forgotten ci mostra una band che a spallate butta giù barriere e fortini in cui si barricano i generi musicali per fornirci una panoramica musicale il più ampia possibile.
Rock, alternative, progressive, indie e pop, con tutte le loro aperture e varianti, fanno da infinita cornice a questa raccolta di brani creata da Steen Lauridsen (batteria), Peter Just Rasmussen (piano, basso e tastiere) e Jesper Kragh (chitarra, basso voce) aiutati da una manciata di ospiti e tanto anticonformismo musicale che li porta a viaggiare tra la musica degli ultimi cinquant’anni.
L’opener Dead Horse, scelta come singolo, è probabilmente la più lineare tra le tracce proposte, essendo una canzone progressivamente alternative che ci da il benvenuto nel mondo del gruppo danese.
Apothecary, Mary The Quiet, la splendida Broken Light Spectre e via tutte le altre saltano tra un genere e l’altro e con abilità ci deliziano, con citazioni che vanno dai Beatles agli Smashing Pumpkins, dai Gentle Giant e Pink Floyd agli Waterboys, in un quadro ad acquarello dove le note sono come i colori usati da un pittore un po’ pazzo ma assolutamente geniale.
E i The Sleeplings di genialità ne hanno da vendere e come per i veri geni la loro opera va assimilata e compresa.

Tracklist
1. Dead Horse
2. Apothecary
3. Faye Valley Skeleton
4. Mary the Quiet
5. Fog Walkers
6. Broken Light Spectre
7. James
8. Long-forgotten

Line-up
Steen Lauridsen – drums
Peter Just Rasmussen – pianos, keys, double bass
Jesper Kragh – guitars, basses, vocals

THE SLEEPLINGS – Facebook

Darrel Treece-Birch – Healing Touch

Tradizione e soluzioni moderne conferiscono al sound una buona alternativa alle note liquide di molti passaggi, rendendo l’ascolto rilassato ma non troppo, con le strade si alternano tra lunghi rettilinei ed impervie salite sullo spartito che Treece-Birch ha riempito di note a tratti sfuggenti.

Dopo le fatiche sull’ultimo splendido album dei Ten (Gothica), il tastierista e polistrumentista Darrel Treece-Birch torna con un nuovo album solista dal titolo Healing Touch.

Il successore dell’ottimo One More Time, uscito lo scorso anno, è un’opera interamente strumentale, con il musicista britannico che questa volta fa tutto da solo.
Improntato chiaramente su suoni tastieristici, Healing Touch è un album dall’impatto atmosferico molto accentuato, con l’anima dei Pink Floyd che aleggia sulle composizioni con ancora più forza rispetto alle passate release.
Treece-Birch passa dunque agevolmente dall’hard rock dei Ten alle sue opere che sono assolutamente da annoverare nel progressive rock, quadri dai tenui colori autunnali come questo nuovo lavoro licenziato proprio nella stagione che prepara l’anima e la natura alle ristrettezze invernali.
L’album parte con la lunga opener God’s Prescription, una sorta di preparazione atmosferica al viaggio che l’ascoltatore intraprende insieme al musicista e che porta inevitabilmente ad una sorta di sound contemplativo dalle sfumature rock.
Tradizione e soluzioni moderne conferiscono al sound una buona alternativa alle note liquide di molti passaggi, rendendo l’ascolto rilassato ma non troppo, con le strade si alternano tra lunghi rettilinei ed impervie salite sullo spartito che Darrel ha riempito di note a tratti sfuggenti.
Cast It Out, le pulsazioni elettroniche di Re-Boot e tutta la seconda parte dell’album che si posiziona sul “lato oscuro della Luna”, fanno ormai parte del sound in cui il musicista britannico si trova più a suo agio con una menzione particolare per le suggestive sfumature dai rimandi sci-fi di The Release.
Healing Touch è un lavoro per chi ama il rock progressivo strumentale, i Pink Floyd e quel rock atmosferico figlio di tempi nei quali un’opera del genere trovava tutto il tempo per essere assimilata.

Tracklist
1.God’s Prescription
2.From The Mouth
3.Cast it Out
4.Re-Boot
5.The Fruits Of The Spirit
6.The Stand
7.The Release
8.The Expanse
9.No Fear Here
10.God’s Medicine

Line-up
Darrel Treece-Birch – All Instruments

DARREL TREECE-BIRCH – Facebook

Igorrr – Savage Sinusoid

C’è tantissimo qui, e descriverlo è davvero impossibile, deve essere un’esperienza personale, basti dire che è una delle migliori cose musicali che vi potrebbe capitare fra le mani, un unicum al mondo, forse nell’universo, perché è a quest’ultimo che Savage Sinusoid si riferisce.

Come in un immenso videogioco musicale o un divertissement molto corposo e di valore, ecco il nuovo disco di Igorrr, il progetto del geniale multi strumentista francese Gautier Serre.

La sua musica è completamente libera, slegata da ogni pregiudizio di genere, o per accontentare il pubblico, ma scaturisce libera dalla sua genialità. Che Gautier sia geniale non lo si scopre certamente oggi, ma con questo Savage Sinusoid potrebbe aver toccato il suo apice creativo fino ad oggi almeno. Il disco non ha uno sviluppo, ma è caos messo in musica. Il caos ha solo per noi piccoli occidentali un’accezione negativa, mentre in molte altre culture è sinonimo di creatività e di sviluppo, come lo è in natura, si veda la relativa teoria. E in questo disco è esattamente così, si passa dall’oltranzismo in quota Meshuggah, alla drum and bass più scalciante, dal djent maggiormente spinto al death metal futurista. Parlare di generi non ha però molto senso qui, perché ci si trova di fronte ad un potentissimo flusso di coscienza sonoro, un vento che soffia impetuoso e e fortissimo, un’ordalia di suoni che grazie alla bravura di Gautier acquista un senso compiuto e non diventa mai confusione. Non ci vuole una mente aperta bisogna solo aprirla di fronte a tanta abbondanza e ad un disegno totalmente differente, una potente visione ed un immaginario floridissimo. C’è tantissimo qui, e descriverlo è davvero impossibile, deve essere un’esperienza personale, basti dire che è una delle migliori cose musicali che vi potrebbe capitare fra le mani, un unicum al mondo, forse nell’universo, perché è a quest’ultimo che Savage Sinusoid si riferisce.

Tracklist
1.Viande
2.ieuD
3.Houmous
4.Opus Brain
5.Problème d’émotion
6.Spaghetti Forever
7.Cheval
8.Apopathodiaphulatophobie
9.Va te foutre
10.Robert

IGORRR – Facebook

We All Die! What A Circus! – Somnium Effugium

L’album è davvero molto curato e la limpidezza dei suoni ne favorisce l’assimilazione, anche perché qui è netta la sensazione d’essere al cospetto di un artista con la A maiuscola e non di un pur valido assemblatore di suoni.

Devo ammettere che le ultime uscite nelle quali mi sono imbattuto mi hanno parzialmente riconciliato con i dischi strumentali, specialmente quelli basati su un melodico e riflessivo post rock.

Così, dopo il bellissimo lavoro degli americani In Lights, tocca a questo progetto solista del portoghese João Guimarães dal monicker piuttosto bizzarro, We All Die! What A Circus!.
Nonostante le ingannevoli premesse, il sound offerto dal musicista lusitano è quanto mai ortodosso nel suo dipanarsi liquido, melodico e spesso riflessivo tanto da andare a sconfinare più volte l’ambient; indubbiamente il post rock si presta maggiormente a tale formula, proprio perché la rarefazione del sound porta inevitabilmente a sonorità che sono per loro natura strumentali, mentre le aperture melodiche, quando sono di eccelsa qualità come in questo caso, imprimono alla musica un loro marchio ben definito.
A comprovare quanto affermato è sufficiente l’ascolto di Effugium IV che, dopo un avvio tenue e sommesso, si libera poi in un magnifico assolo di chitarra che la dice lunga sul gusto melodico di cui è in possesso Guimarães.
L’album è davvero molto curato e la limpidezza dei suoni ne favorisce l’assimilazione, anche perché qui è netta la sensazione d’essere al cospetto di un artista con la A maiuscola e non di un pur valido assemblatore di suoni.
Il senso della musica, quando non è supportata dalle parole, è in fondo proprio quello di evocare quanto promesso con i titoli dell’album o dei brani, o comunque di tenere fede a quanto dichiarato dai musicisti in fase di introduzione del disco.
In questo caso, Guimarães ci suggerisce che i temi dell’album sono il sogno della fuga e la fuga stessa, dato che in un mondo disseminato di confini e di rovine, dentro e fuori di noi, la necessità di fuggire diviene impellente.
Somnium Effugium è la colonna sonora che ci accompagna in questo stato che oscilla tra l’onirico ed il reale, con i brani intitolati Somnium improntati ad un ambient piuttosto inquieta, mente gli episodi denominati Effugium sono più orientati al post rock, e in quanto tali portatori di splendide melodie chitarristiche venate di una profonda malinconia.
João regala oltre tre quarti d’ora di pennellate sonore di stupefacente profondità, inducendo alla riflessione e alla commozione, e comunque lasciando un segno profondo in chi desidera lasciarsi avvolgere dalla musica creata da questo musicista dotato di rara sensibilità.
Anche se è proprio grazie alle band più celebrate che questo stile è uscito da uno status di nicchia, il mio consiglio è quello di rivolgere l’attenzione a questi nomi minori e magari misconosciuti, la cui freschezza tiene ben alla larga il manierismo ed il rischio di tediosità che ne consegue.

Tracklist:
1.Somnium I
2.Effugium I
3.Effugium II
4.Somnium II
5.Effugium III
6.Effugium IV
7.Somnium III

Line-up
João Guimarães

WE ALL DIE! WHAT A CIRCUS! – Facebook

Persecutory – Towards The Ultimate Extinction

Towards The Ultimate Extinction è un lavoro che definire estremo è un eufemismo: gli amanti del true black metal probabilmente sono i più indicati all’ascolto ma, pane per i loro denti, lo troveranno pure i fans del thrash metal old school.

Una tempesta musicale senza compromessi, black metal feroce che si allea con il thrash ed il death per tormentarvi fino a che le vostre già deboli resistenze crolleranno sotto i colpi dei quattro demoni turchi chiamati Persecutory.

Towards The Ultimate Extinction è un attacco delle forze del male contro il mondo, le urla delle anime dannate trasformate in guerrieri oscuri arrivano direttamente dall’inferno, mentre accelerazioni pazzesche, mid tempo distruttivi ed impatto devastante sono solo alcune delle armi usate dalla band proveniente da Istanbul.
I Persecutory non conoscono pietà, ma solo la crudele e sadica rabbia con cui travolgono già dall’opener Pillars Of Dismay, seguita dagli undici minuti in pieno inferno descritti dalla title track un brano lunghissimo che passa da litanie black/doom a ripartenze true black metal e devastanti e potentissime iniezioni thrash old school.
Quattro loschi demoni al servizio del metal estremo, un’efferata prova di forza che non lascia scampo e non fa prigionieri con Awakening The Depraved Era e la conclusiva Maelstroms Of Antireligious Chaos che, come un vento oscuro ed atomico, spazza via gli ultimi sopravvissuti, anime che vengono spazzate via dalla forza dei Persecutory.
Towards The Ultimate Extinction è un lavoro che definire estremo è eufemismo: gli amanti del true black metal probabilmente sono i più indicati all’ascolto ma, pane per i loro denti, lo troveranno pure i fans del thrash metal old school.

Tracklist
1.Pillars Of Dismay
2.Towards The Ultimate Extinction
3.Till Relentless Salvation Comes
4.Along The Infernal Hallways
5.Awakening The Depraved Era
6.Hegemony Of The Ruinous Impurity
7.Maelstroms Of Antireligious Chaos

Line-up
Tyrannic Profanator – Vocals
Infectious Torment – Guitars, Bass
Vulgargoat – Guitars, Vocals
A.D.B – Drums

PERSECUTORY – Facebook

GREYFELL

Il video di Spirit of the Bear, dall’album Horsepower (Argonauta Records).

Il video di Spirit of the Bear, dall’album Horsepower (Argonauta Records).

https://www.youtube.com/watch?v=foVMmozPJwg

Professor Emeritus – Take Me To The Gallows

Take Me To The Gallows è un buon lavoro incentrato su un heavy/doom classico tra Dio, Black Sabbath e Candlemass, un album dallo spirito underground ma sicuramente da non perdere per gli amanti del genere.

Sicuramente avari di informazioni ma non di buona musica, i Professor Emeritus sono una band di Chicago che, tramite la No Remorse Records, licenzia questo esempio riuscito di heavy metal classico dalle forte tinte epic doom, sulla falsariga di superstar del genere come Dio e Candlemass.

Ed in effetti queste sono le maggiori influenze del gruppo statunitense, ovviamente con i sempre presenti Black Sabbath nella versione con al microfono il grande e compianto Ronnie James, al quale il bravissimo singer MP Papai fa riferimento.
Così tra brani più classicamente heavy come l’opener Burning Grave o Chaos Bearer, ed altri rallentati e nobilitati da un’epicità tradizionalmente doom metal come le bellissime He Will Be Undone e la conclusiva Decius, davvero ispirata, Take Me To The Gallows risulta un ottimo prodotto per gli amanti del doom classico degli anni ottanta, arricchito dal tocco epico del Dio d’annata, il cui spirito rivive grazie ad un vocalist che con bravura ne segue il percorso artistico.
L’album, che arriva dall’underground e da esso trova vigore, è assolutamente consigliato a chi non si ferma ai soliti storici nomi.

Tracklist
1. Burning Grave
2. He Will Be Undone
3. Chaos Bearer
4. Take Me to the Gallows
5. Rats in the Walls
6. Rosamund
7. Decius

Line-up
MP Papai – Vocals
Lee Smith – Guitar, Bass
Tyler Herring – Guitar
Rüsty Glöckle – Drums

PROFESSOR EMERITUS – Facebook

Omega Machine – The End That Comes With Omega Machine

Un disco che apre nuovi spiragli al modo di fare musica pesante in Italia, una prova granitica che regala momenti esaltanti ma soprattutto che spinge a sentirne il contenuto a volume molto alto.

Notevole disco di esordio per questo potente e fantasioso gruppo di industrial metal torinese.

La loro musica è maestosa come la storia che raccontano in questo disco, ovvero la narrazione di un’improvvisa invasione aliena e del tentativo di difesa da parte dell’umanità, ma nulla si può contro l’Omega Machine. Il suono è poderoso e molto potente, con una produzione che ne rende benissimo la profondità. L’immaginario di questo disco è la sci–fi di serie b degli anni sessanta, come si può ben evincere dalla copertina di SoloMacello. Nel disco viviamo benissimo questa battaglia fra i terrestri e gli invasori, anche mediante suoni provenienti da questa guerra estrema. Industrial metal ma non solo, perché gli Omega Machine spaziano per molti generi e soprattutto lo fanno a modo loro, mettendo sempre qualcosa di personale nel calderone bollente del loro suono. Per cui si passa da cose alla Dillinger Escape Plan a nervose colate laviche simili a quelle di Souls At Zero dei Neurosis. Gli Omega Machine sanno benissimo come fare un disco di musica pesante, molto maturo per essere un esordio. Verrete catturati da questi corridoi sonori, da queste mille curve diverse, da stop and go o da momenti totalmente saturi di potenza con il gruppo torinese che sfiamma. Un disco che apre nuovi spiragli al modo di fare musica pesante in Italia, una prova granitica che regala momenti esaltanti ma soprattutto che spinge a sentirne il contenuto a volume molto alto.

Tracklist
1.Gloomy Gait of the Frightstrider
2.Xenoferox Megalodeimos
3.To Neuter a World
4.Crushmoured Assault Raid
5.It Came to Vomit Liquid Fire
6.Terrorstorm Over the Oceanic Battlefront
7.Rust Infector – Aberration Among Monsters
8.Annihilatory Siege of Planet Earth / The End That Comes

Line-up
Kaizer Blasted Kosmos: guitars, programming, samples, synths
Nebular Sub-Terror: bass

OMEGA MACHINE – Facebook

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