Doombringer – Walpurgis Fires

I misteriosi Doombringer potenziano con mid tempo sepolcrali il loro death metal dal piglio black, lente litanie estreme dalle atmosfere che a tratti sfiorano il doom, anche se l’approccio rimane quello di un gruppo più estremo.

Le origini dei Doombringer sono in Polonia, la patria del death/black metal che i Behemoth hanno contribuito a plasmare diventando negli anni uno dei generi che più hanno influenzato le nuove generazioni di musicisti estremi.

La svolta gothic che la band di Nergal ha preso con l’ultimo, bellissimo lavoro lascia un vuoto sul trono di questo tipo di sound che la band di Kielce contribuisce a tenere vivo con il nuovo album, intitolato Walpurgis Fires.
Il gruppo polacco mantiene un’attitudine old school anche in questo lavoro, in arrivo tramite la Nuclear War Now! Productions cinque anni dopo il debutto sul lunga distanza The Grand Sabbath, dato alle stampe successivamente ad una manciata di demo ed ep.
I misteriosi Doombringer potenziano con mid tempo sepolcrali il loro death metal dal piglio black, lente litanie estreme dalle atmosfere che a tratti sfiorano il doom, anche se l’approccio rimane quello di un gruppo più estremo.
Walpurgis Fires risulta quindi un lavoro discretamente congeniato, ben caratterizzato da atmosfere e sfumature maligne e morbose, pregno di male e terrore racchiusi in brani come Into The Woodlands, Samhain Melancholia e Walpurgis.
Un prodotto estremo che nulla toglie e nulla aggiunge al tipo di sound che i Doombringer suonano, ma che merita un ascolto specialmente se si è fans accaniti del genere.

Tracklist
1.Into The Woodlands
2.Agenda Del Aquellare
3.Sworn To Malice
4.Samhain Melancholia
5.Stupor Infernal
6.Briceia Chants The Spells
7.Unnatural Acts Of Flying
8.Walpurgis

Line-up
Old Coffin Spirit – Bass, Vocals
Sepelchral Ghoul – Drums
Tribes Of The Moon – Guitars
Medium Mortem – Vocals

DOOMBRINGER – Facebook

Handful of Hate – Adversus

La Code666 Records ha di nuovo fatto centro. Adversus è un album completo, perfetto ed armonioso, nella sua aggressiva e rabbiosa struttura musicale. Nulla viene lasciato al caso: un album studiato nei minimi dettagli, che dovrebbe essere riposto nelle collezioni di ogni blackster, tra un Immortal ed un Marduk.

Dalla lontana Scandinavia… pardon, dalla vicina Toscana, ci giunge tra le mani questo Adversus, settimo full length degli Handful Of Hate, quartetto di stanza in quel tratto di terra, che dalle colline lucchesi giunge sino al mar Tirreno, e più precisamente a Livorno. Toscana, terra di sole, di campagne sterminate, di campi in fiore e di dorati terreni coltivati, ove i vivaci colori della primavera quasi bruciano il cuore e le torride estati infiammano l’anima.

Sole? Cuore? Colore? Mai tali termini sono stati utilizzati così impropriamente, per identificare questo combo, che pare provenire più che dalla terra del Chianti, dal gelido Finnmark norvegese. La Scandinavia a casa nostra, potrebbe essere il corretto termine per disegnare il percorso musicale di Nicola Bianchi e soci. Freddo, rigido, quasi polare, il suono degli Handful Of Hate. Vero, puro, genuino, il Black Metal dei Nostri. L’album dipanato su 10 tracce, ci proietta alla velocità della luce in un mondo di occulti vizi e perverse maligne attitudini sessuali, tematiche che costituiscono un po’ una costante, nei testi dei ragazzi toscani.
Un Black suonato alla perfezione, che denota una padronanza degli strumenti fin troppo rara, oggigiorno, nel guazzabuglio musicale di band che nascono, suonano (si fa per dire) e muoiono, in sordina, come mosche effimere, senza lasciare alcuna traccia per i vivi e per i posteri. Qui, il discorso è (per fortuna) completamente differente. Grazie anche ad una produzione veramente all’altezza (la Code666 Records di Imola, non è proprio un’etichetta nata ieri. E’ dal 1999 che ci delizia, producendo band del calibro di Negura Bunget, Aborym, Manes e Konkhra), canzoni come la marziale An Eagle Upon My Shield (Veteris Vestigia Flammae), la norvegese Severed and Reversed (Feudal Attitude) o l’atmosferica Down Lower (Men and Ruins) divengono gioielli, quasi inattesi, incastonati alla perfezione nel collier di oro nero, che potrebbe adornare maleficamente il candido collo di perfide principesse o regine come Fredegonda, la spietata regina dei Franchi, Maria Tudor, detta “la sanguinaria”, o la nostra cara Elizabeth Bathory (cosa vi aspettavate? Cenerentola forse?). Potenza, velocità (sempre sotto controllo), cattiveria che spurga da ogni singola nota, un crudele scream (complimenti a Mr. Bianchi), sottile, venefico, maligno, costituiscono i petali della corolla, di un nero fiore, che non appassirà mai, dove la grande creatività dei Nostri rappresenta il gambo, su cui si sorregge stabilmente , ben radicato, in un terreno di capacità tecniche e padronanze musicali non comuni. L’imperversare di scale Death, ordite su una trama di vero genuino Black, mai banale, rendono tracce come Celebrate Consume… Burn! o Thorns to Redemption (Gemendo Germinat), vere gemme musicali che indurrebbero un ascoltatore poco attento e svogliato, con cartina politica dell’Europa sotto mano, a cimentarsi nell’ardua (e sicuramente inutile) ricerca della città di provenienza degli Handful Of Hate, errando tra le fredde Terre del Nord, colpevolmente inconsapevole che dovrebbe volgere lo sguardo più in basso, e col dito tracciare una linea immaginaria, quasi perpendicolare, che da Oslo giunge quasi magicamente in Toscana.
Complimenti quindi a questi scandinavi toscani, che nulla hanno da imparare dai soci vichinghi ma che, forse, qualcosa hanno da insegnare.

Tracklist:
1. An Eagle Upon My Shield (Veteris Vestigia Flammae)
2. Before Me (The Womb of Spite)
3. Carved in Disharmony (Void and Essence)
4. Severed and Reversed (Feudal Attitude)
5. Down Lower (Men and Ruins)
6. Celebrate Consume… Burn!
7. Toward the Fallen Ones (Psalms to Discontinuity)
8. Thorns to Redemption (Gemendo Germinat)
9. Idols to Hung
10. Icons with Devoured Faces

Line-up:
Nicola Bianchi – Guitars, Vocals
Aeternus – Drums
Andrea Toto – Guitars, Bass

HANDFUL OF HATE – Facebook

Possessed – Revelations Of Oblivion

La personale visione di violenza e ferocia in musica messa ancora una volta in campo dai Possessed è impressionante e Revelations Of Oblivion, aldilà del monicker in calce sulla copertina, è a tutti gli effetti un album capolavoro.

E’ fuor di dubbio che il ritorno dei leggendari Possessed dopo più di trent’anni sia per i fans del death metal l’evento dell’anno.

La band statunitense è appunto una vera leggenda per chi in tutti questi anni ha seguito l’evoluzione del re dei generi estremi, nato nell’ormai lontano 1985 tra i solchi di Seven Churches, il loro primo importantissimo lavoro.
Purtroppo la storia del gruppo di Jeff Becerra, bassista e singer nonché unico superstite della formazione che registrò quello che di fatto col tempo è diventato un documento storico, si fermò, per i motivi che più o meno conosciamo tutti, dopo solo due anni, all’indomani dell’uscita dell’ep The Eyes Of Horror, successore del secondo full length, Beyond The Gates licenziato dalla band nel 1986.
Il ritorno di chi è stato progenitore di un genere che in tanti anni ha regalato artisti, gruppi ed opere che sono ben presenti nella storia della musica moderna, si intitola Revelations Of Oblivion, è stato registrato ai NRG Studios e Titan Studios con Jeff Becerra come produttore esecutivo, mentre Daniel Gonzalez l’ha co-prodotto.
Sua maestà Peter Tägtgren ha masterizzato e mixato il tutto nei suoi Abyss Studios in Svezia, mentre l’artwork è opera dell’artista polacco Zbigniew Bielak già al lavoro per Paradise Lost, Absu, Deicide e Ghost, tra gli altri.
Licenziato dalla Nuclear Blast l’album vede Jeff Becerra affiancato da una band che vede Daniel Gonzalez e Claudeous Creamer alle chitarre, Emilio Marquez alla batteria e Robert Cardenas al basso, una band compatta che dà vita ad una serie di brani feroci, estremi, spettacolari nel certosino lavoro in studio, ed assolutamente luciferini.
Questo è death/thrash metal suonato nel nuovo millennio, seguendo e perfezionando le linee tracciate tanti anni fa, ma senza risultare stantio o semplicemente nostalgico, e risultando tecnicamente perfetto sia nelle ritmiche sia nelle parti indiavolate di chitarra, in un’atmosfera di lugubre e maligna magniloquenza musicale.
Si viene così travolti da un armageddon di suoni metallici, una micidiale arma di distruzione che prende avvio da No More Room In Hell passando per un lotto di brani perfetti in ogni dettaglio.
La personale visione di violenza e ferocia in musica messa ancora una volta in campo dai Possessed è impressionante e Revelations Of Oblivion, aldilà del monicker in calce sulla copertina, è a tutti gli effetti un album capolavoro.

Tracklist
1. Chant Of Oblivion
2. No More Room In Hell
3. Dominion
4. Damned
5. Demon
6. Abandoned
7. Shadowcult
8. Omen
9. Ritual
10. The Word
11. Graven
12. Temple of Samael

Line-up
Jeff Becerra – Vocals
Daniel Gonzalez – Guitars
Emilio Marquez – Drums
Robert Cardenas – Bass
Claudeous Creamer – Guitars

POSSESSED – FAcebook

Helligators – Hell III

Hell III conferma gli Helligators come una delle migliori realtà in un genere che è rock’n’roll duro e puro, magari potenziato da tonnellate di riff dal groove fenomenale ed attraversato da un’attitudine southern/blues metal da far impallidire una buona fetta di realtà d’oltreoceano.

Quattro anni dopo lo spesso e potente Road Roller Machine, tornano i rockers romani Helligators con il loro terzo album intitolato Hell III, sempre sotto l’ala della Sliptrick Records, un altro muro sonoro di groove, hard rock, southern metal pesante come un macigno, grasso di watt e devastate come l’impatto di un asteroide sulla terra.

In questi ultimi quattro anni la band non si è certo fermata, tra singoli, video, tributi, ed un ep, licenziato due anni (Back To Life) in cui venivano presentati due brani inediti (Nomad e Servant No More), ed intanto si andavano a formare i nuovi brani che compongono la tracklist di questo nuovo assalto sonoro marchiato Helligators.
Hell III conferma il gruppo come una delle migliori realtà in un genere che, come affermano i protagonisti, è rock’n’roll duro e puro, magari potenziato solo un poco da tonnellate di riff dal groove fenomenale ed attraversato da un’attitudine southern/blues metal da far impallidire una buona fetta di realtà d’oltreoceano.
Con queste premesse Hell III non può che entrare tra gli ascolti abituali come un treno impazzito in una stazione ferroviaria nel periodo vacanziero, una valanga di rock’n’roll che dall’opener Rebellion non lascia tracce di resti al suo passaggio.
Le prime tre tracce, la già citata Rebellion, Here To Stay e Bleeding rappresentano un inizio formidabile per impatto e appeal; la semi ballad Where I Belong, che tanto sa di Black Label Society, concede pochi minuti per riprendere le forze prima che l’album riparta ancora più deciso e possente con le due parti di Confession, Until I Feel No More e la conclusiva Pedal To The Metal.
Con l’ingresso nel raggio d’azione di Black Label Society, Corrosion Of Conformity, Down e Pantera, le linee guida del sound degli Helligators si sono leggermente spostate, abbandonando quel poco di doom classico che aveva caratterizzato qualche momento del precedente lavoro, ma Hell III rimane decisamente un gran bel sentire.

Tracklist
01. Rebellion
02. Here To Stay
03. Bleeding
04. Where I Belong
05. Born Again
06. The Prison (Confession pt.1)
07. Gone (Confession pt.2)
08. Until I Feel No More
09. Bassthard Session III
10. Even From The Grave
11. Pedal To The Metal

Line-up
Simone “Dude” – Lead Vocals
Mik “El Santo” – Guitar & Backing Vocals
Alex – Drums
Kamo – Lead Guitar & Backing Vocals
Pinna “Yeti” – Bas

HELLIGATORS – Facebook

BLACK FLAME

Il video di “Morbid Worship”, dall’album “Necrogenesis: Chants From The Grave” in uscita a maggio (Dusktone).

Il video di “Morbid Worship”, dall’album “Necrogenesis: Chants From The Grave” in uscita a maggio (Dusktone).

Aspettando l’uscita del loro attesissimo settimo album a maggio 2019 su Dusktone, i nostrani BLACK FLAME ci offrono una prima grande anticipazione con l’uscita del singolo “Morbid Worship” disponibile in tutti gli shops digitali e in video streaming su Youtube.

Dusktone ha attivato, da ora, il pre ordine ufficiale del nuovo album “Necrogenesis: Chants From The Grave” che sarà disponibile nei seguenti formati:

– CD digipack (con libretto 8 pagine)
– 12″ LP in vinile dorato (Limitato in 100 copie)
– 12″ LP in vinile nero standard
– Digital download

https://dusktone.bandcamp.com/album/necrogenesis-chants-from-the-grave
http://www.dusktone.eu/

Questo nuovo album è sceso ancor più in profondità oscure e impenetrabili di un occult black death metal di cui i quattro, da oltre un quindici anni, sono ormai devoti e fieri promotori
Aspettatevi atmosfere nere e maligne corroborate da riffs tecnici, potenti e claustrofobici. Un must assoluto.

Black Flame online:
W: http://www.black-flame.net
FB: http://www.facebook.com/officialblackflame

Clouds Taste Satanic – Evil Eye

Evil Eye è molto vicino ad essere una sinfonia di rock pesante, con tanta psichedelia interpretata in maniera differente rispetto alla normale concezione, per un risultato al di fuori del comune.

I Clouds Taste Satanic sono uno dei migliori gruppi stoner psych in giro, non hanno mai sbagliato una canzone e con questo disco sanciscono la loro netta superiorità musicale.

Riff oceanici di sangue infetto travolgono comitive di non morti che partono per una crociata con direzione l’inferno. Questi newyorchesi hanno un suono unico che si sviluppa nei meandri di canzoni lunghe alle quali non si può resistere. Per questo ultimo lavoro, che sarà come annunciato il primo dei due loro dischi che usciranno nel 2019, hanno confezionato due canzoni di venti minuti circa l’una, una per ogni lato del vinile, per una magia nera che non lascerà scampo. Ogni riff ha una vita a sé stante, ed il gruppo trova sempre una soluzione sonora, uno svolgimento di un passaggio altresì difficile con naturalezza e gran classe. Scrivere di musica non è facile, e se si trattano i Clouds Taste Satanic è ancora più difficile, perché su Evil Eye ci si potrebbe scrivere un libro. Questo è un disco che contiene dolore, morte, estasi e tanti viaggi, ha un suo peso corporeo e fisico ma al contempo fa volare lontano, facendo dimenticare tutto ciò che ci sta intorno. Musicalmente è qualcosa vicino ad una sinfonia di rock pesante, con tanta psichedelia interpretata in maniera differente rispetto alla normale concezione per un risultato al di fuori del comune. Non è difficile capire perché i Clouds Taste Satanic godano di una grandissima reputazione underground, sono uno di quei gruppi che compiono un’evoluzione continua e di alta qualità proponendo un qualcosa di unico ed originale. Fare due pezzi di oltre venti minuti con dentro mille mondi, tenendo sempre alta la tensione e l’attenzione dell’ascoltatore può riuscire a pochi, e si tratta di musica pura, senza parole. Già dai primi riff di Evil Eye veniamo portati in una dimensione molto diversa dalla nostra, dove possiamo aspettarci di tutto, cosa che infatti accade. Evil Eye è uscito il 30 aprile, la notte di Valpurga, data di inizio dell’estate esoterica e cara ai satanisti. E non ci potrebbe essere colonna sonora migliore di questa. Il prossimo disco sarà fuori per Halloween 2019.

Tracklist
1.Evil Eye
2.Pagan Worship

Line-up
Steve Scavuzzo
Sean Bay
Greg Acampora
Brian Bauhs

CLOUDS TASTE SATANIC – Facebook

Good Moaning – The Roost

La dolcezza qui è presente, ma è più un leccarsi le ferite, un cercare di andare avanti cercando strade alternative, che è poi ciò che fanno questi ragazzi con la loro musica, cercare altro.

Album di esordio per i baresi Good Moaning che fanno un bellissimo dream pop a tinte psichedeliche, molto intimo e delicato.

The Roost è un disco che non lascia indifferenti, innanzitutto per la capacità di entrare dentro al nostro cuore e di non lasciarlo più, con il suo incedere trasognato e comunque disilluso: ci sono i sogni ma bisogna fare bilanci e stare attenti, molto attenti. Si guarda alla grande tradizione americana, che è certamente la prima fonte di ispirazione, ma ci sono molte cose fluttuanti in questo album. Il gruppo barese è pressoché inedito a queste latitudini perché fa un dream pop che in Italia non siamo molto capaci a proporre, mentre a loro riesce benissimo aggiungendoci anzi molto di loro, ad esempio con una psichedelia latente che esplode quando meno te lo aspetti ad arricchire il tutto. Ascoltando The Roost si capisce che questi ragazzi hanno una conoscenza molto ferrata della materia, ma sono al contempo dei notevoli creatori di musica e il loro disco di esordio funziona come un film, in cui si procede sceneggiatura per sceneggiatura e non ci si riesce a staccare molto facilmente. La dolcezza qui è presente, ma è più un leccarsi le ferite, un cercare di andare avanti cercando strade alternative, che è poi ciò che fanno questi ragazzi con la loro musica, cercare altro. Ogni canzone ha più di un motivo di interesse, e tutto il disco è ben al di sopra della media, proprio perché nella media non ci rientra, è ostinatamente altro, anche nell’uso di qualche elemento di elettronica. C’è una canzone quasi alla fine del disco, Curtain, che è uno dei migliori esempi di come si possa creare un’atmosfera raccontando in poco più di tre minuti di come giocavamo a calcio sotto la pioggia, e di come ora nidifichiamo in angoli che cerchiamo di tenere al riparo dall’acqua che monta, ma non è facile. Ecco, The Roost è una raccolta di momenti così, che ognuno interpreterà come vuole, perché questa in fondo è musica evocativa. E non è poco.

Tracklist
1. mother-door
2. suitcase
3. incubus
4. the roost
5. cornwall
6. scarecrow
7. curtain
8. yousuck

Line-up
Edoardo Partipilo – vocals / guitar
Lorenzo Gentile – guitar
Marco Menchise – bass
Davide Fumai – drums / keyboards

GOOD MOANING – Facebook

Numenorean – Adore

La matrice depressivo-malinconica dei testi e di certi passaggi finisce per divenire il valore aggiunto in un album che, se non apre una nuova strada compositiva, è comunque abbondantemente ricco di brani e passaggi convincenti, capaci di avvincere anche chi non ha di norma un rapporto molto amichevole con modern metal e dintorni.

Adore è il secondo album per i canadesi Numenorean dopo l’esordio Home, di tre anni fa, che li aveva portati all’attenzione di chi apprezza una commistione tra black e modern metal.

In effetti il gruppo dell’Alberta viene incasellato in ambito post black ma, partendo dal presupposto che tutto ciò che è post alla fine non è un vero e proprio genere, la realtà è che quanto viene offerto è spesso molto più vicino ad un metalcore che racchiude al suo interno diverse variazioni e soprattutto un notevole impatto emotivo.
Proprio la matrice depressivo-malinconica dei testi e di certi passaggi finisce per divenire il valore aggiunto in un album che, se non apre una nuova strada compositiva, è comunque abbondantemente ricco di brani e passaggi convincenti, capaci di avvincere anche chi non ha di norma un rapporto molto amichevole con modern metal e dintorni.
La varietà di Portrait of Pieces e il trascinante incedere di Horizon sono indicatori piuttosto precisi di quanto racchiuso in un lavoro che, complice l’ideale durata di una quarantina di minuti, gode di una buona sintesi e si tiene alla larga da passaggi a vuoto. La stessa Regret, che lì per lì sembra il classico brano metalcore gonfio di rabbia repressa ma privo di sbocchi, si apre improvvisamente a livello melodico tenendosi però ben alla larga da certe stucchevolezze di maniera e lasciando alla fine un piacevole retrogusto.
Detto di altri due brani notevoli per impatto come la title track e Coma, e aggiungendo che le altre cinque tracce (tra le quali spicca Stay, sorta di mini-ballad) sono degli interludi tutt’altro che superflui in virtù della buona tecnica in dote a questi ragazzi, Adore rappresenta un approccio al metal moderno nel quale non viene sacrificata la profondità a favore di quello che, invece, si presenta frequentemente come uno spesso involucro all’interno del quale è racchiuso poco più che il nulla.
Non solo, ma in buona parte anche per questo motivo, i Numenorean potrebbero raccogliere consensi in un contesto di appassionati trasversale ai generi.

Tracklist:
1. Nocebo
2. Portrait of Pieces
3. Horizon
4. And Nothing Was the Same
5. Regret
6. Stay
7. Coma
8. Alone
9. Adore
10. DDHS

Line-up:
Byron Lemley – Guitar/Vox
Brandon Lemley – Vocals
Roger LeBlanc – Guitar/Vocals
Alex Kot – Bass
David Horrocks – Drums

NUMENOREAN – Facebook

NEREIS

Il video di ‘The Wave (Symphony Version)’, dall’album ‘Turning Point’ (Eclipse Records).

Il video di ‘The Wave (Symphony Version)’, dall’album ‘Turning Point’ (Eclipse Records).

Hard-rocking alternative metallers NEREIS – who just recently joined BULLET FOR MY VALENTINE for a brief string of dates – have released a new epic video and single ‘The Wave (Symphony Version)’, feat. Isabella Turso on piano.

This is a full orchestral version of “The Wave” which originally appeared on the band’s debut full-length album ‘Turning Point’. The video was directed by Maurizio Del Piccolo and Max Benbinelli, and filmed on location in Venice, Italy. The orchestra scenes were shot at the sport center in Albiano Italy, and the orchestra was conducted by Simone Tonin. Watch the video right now at this location.

“When we wrote The Wave, I never imagined that one day we would perform it with a full orchestra” says guitarist Sam Fabrello. “Working with Simone Tonin, who rearranged The Wave for the orchestra, was a great experience. I remember during the video shoot at the sport center in Albiano, we were listening to how this song came out and watching the orchestra perform our song with us… it was very exciting!”

Just recently NEREIS released a new music video for the song “Now”. The video was directed by Maurizio Del Piccolo, and filmed on location at Adrenaline Stadium (Moscow), and A2 Green (St. Petersburg) while the band was on tour in the Russian Federation, as main support for THREE DAYS GRACE in November, 2018. Watch the video right here: https://youtu.be/bt5rZltaRPA

NEREIS (formely knows as BLACK STAR, formed in 2007) is a heavy rock band with a metal edge from Trento, Italy. During the months after the “From the Ashes” EP release and into early 2015, NEREIS performed over fifty live dates all over Italy. In August 2015 the band set out on their first-ever international tour, hitting top clubs throughout Eastern Europe in cities such as Prague, Brno, and Bratislava. In 2016-2017, the band continued to tour and perform locally with bands such as Arthemis, Riot V, and The Danish Royal Hunt, performing also at festivals such as Rock im Ring. In January 2018, the band signed with U.S. based label Eclipse Records, releasing the band’s second full-length album “Turning Point” worldwie on June 8th, 2018. With a new album under their belt, the backing of an established record label, and a strong will to deliver great music to the masses, it’s only a matter of time before NEREIS becomes a household name worldwide!

Download or stream full album “Turning Point” here:
Spotify: https://open.spotify.com/album/1RzQ7rpbYd14OiDVDCYSbc
iTunes: https://apple.co/2udOVng
Amazon: https://amzn.to/2GlVw46
Google Play: http://bit.ly/2pAiolL
Apple Music: https://apple.co/2pCk7If
Deezer: http://bit.ly/2JGpKAx
iHeart Radio: https://ihr.fm/2JveoMl
and more: http://eclp.se/rtrnn

More information at:
BAND: http://www.nereisofficial.com | https://www.facebook.com/nereisofficial
MANAGEMENT: https://alphaomega-management.com | https://www.facebook.com/OfficialAlphaOmegaManagement
LABEL: https://www.eclipserecords.com

Death Worship – End Times

Un prodotto affascinante proveniente da un underground che sa regalare vere gemme di musica estrema e diabolica.

Dall’abisso in cui era stato risucchiato dopo aver licenziato il primo malefico parto (Extermination Mass del 2016), torna il supergruppo canadese Death Worship, malefica e putrida realtà conosciuta nell’underground black/death metal dove nomi come Conqueror e Blasphemy rimembrano devastanti opere nere come la pece.

DeathLörd of Abomination & War Apocalypse (Conqueror, Blasphemy) alla chitarra, al basso e alla prima voce, aiutato ancora una volta da Nocturnal Grave Desecrater and Black Winds (Blasphemy) alla seconda voce e J.Read (Conqueror, Blasphemy) alla batteria, frantumano i nostri padiglioni auricolari cone queste nuove quattro tracce che formano End Times, ep che arriva a sfiorare i quindici minuti ma che, in così poco tempo, ci risucchia in un atmosfera catacombale, dove la morte nell’ombra segue i nostri passi prima di sferrare l’ultimo colpo con la sua micidiale falce.
Un clima soffocante ci accoglie tra le spire di Stand Witness to Atrocity, e le ragnatele che si attaccano al viso sono il preludio all’entrata nel caos che i Death Worship creano; orrende creature si muovono tra le trame death/black/thrash metal di The Poisoned Chalice e Slaughtersiege, offuscate da visioni di morte e perdizione, mentre la forza maligna di Masters And Monolith mette fine alle nostre sofferenze terrene.
Un prodotto affascinante proveniente da un underground che sa regalare vere gemme di musica estrema e diabolica.

Tracklist
1.Stand Witness to Atrocity
2.The Poisoned Chalice
3.Slaughtersiege
4.Masters and Monolith

Line-up
Deathlord of Abomination and War Apocalypse – Guitars, Bass, Vocals, Effects

J. Read – Drums, Effects
Nocturnal Grave Desecrator and Black Winds – Vocals (backing), Effects

DEATH WORSHIP – Facebook

Rustless – Awakening

Awakening non delude le aspettative dei fans del gruppo e degli amanti del genere, rivelandosi un lavoro emozionante, ricco di passaggi strumentali di altissimo livello e di ottime canzoni.

Stefano Tessarin, Lio Mascheroni e Ruggero Zanolini sono tre quinti dei leggendari Vanadium, negli anni ottanta la più popolare ed importante band heavy metal nata sul suolo italico.

A metà degli anni novanta, dopo la pubblicazione dell’album Nel Cuore Del Caos (1995) la storia dei Vanadium si conclude e dopo qualche anno inizia quella dei Rustless, con il debutto licenziato nel 2008 ed intitolato Start From The Past, seguito da altri due lavori (Silent Scream e Guardian Angel) rilasciati rispettivamente nel 2010 e nel 2014.
Oggi la formazione dei Rustless, oltre ai tre storici musicisti, si completa con Roberto Zari alla voce ed il giovane bassista (allievo di Steve Tessarin) Andrea Puttero: Awakening è il titolo del nuovo album, che si colloca perfettamente nell’hard rock suonato negli anni settanta ed arrivato in perfetta forma nel decennio successivo, ricco di ispirazioni progressive e con la carta d’identità anglo/italiana (si sentono nei brani del disco suoni appartenenti tanto alla scena hard prog del Regno Unito che a quella hard & heavy tricolore).
I musicisti di provata esperienza e dieci brani di ottima musica heavy, raffinata e dalle di grandi melodie, che passano agevolmente dai Deep Purple agli Yes, dai Rainbow ai Rush, ed una raccolta di canzoni sopra la media, fanno di Awakening un album imperdibile per chi ama ascoltare chitarre graffianti, grandi melodie e passaggi progressivi in cui ritmiche e tastiere producono brividi a non finire.
La partenza è di quelle che tolgono il fiato, la title track risulta un brano purpleiano, dove il suono dei tasti d’avorio ispirati al Lord di Perfect Strangers segna indelebilmente tutto l’album, che continua la sua corsa verso il cuore dei fans del genere con altre perle come; Message To God, Invisible, il pomp rock di Light To Pain e i due capolavori rilasciati per il gran finale, la più ruvida Ride With The Wind e la progressiva Take The Sun.
Tirando le somme, Awakening non delude le aspettative dei fans del gruppo e degli amanti del genere, rivelandosi un lavoro emozionante, ricco di passaggi strumentali di altissimo livello e di ottime canzoni.

Tracklist
1.Awakening
2.Message to God
3.Heart’s on Fire
4.Invisible
5.Light into Pain
6.I Wanna Rock You
7.What Kind of Love
8.Tell Me
9.Ride with the Wind
10.Take the Sun

Line-up
Stefano Steve Tessarin – guitars & vocals
Ruggero Ruggy Zanolini – keyboards
Lio Mascheroni – drums
Roberto Zari – muscles & vocals
Andrea Puttero – Bass

RUSTLESS – Facebook

CROWN OF AUTUMN

Il video di “Everything Evokes”, dall’album “Byzantine Horizons” (My Kingdom Music).

Il video di “Everything Evokes”, dall’album “Byzantine Horizons” (My Kingdom Music).

Only three weeks have passed since the release of “Byzantine Horizons” but the success was really so striking that CROWN OF AUTUMN would like to thank their fans with a new video, “Everything Evokes”.

And do not forget to listen to and buy “Byzantine Horizons” at http://smarturl.it/COABYZ

Welcome to a new epic dark ride!

Official sites:
– MY KINGDOM MUSIC:
www.mykingdommusic.net
www.facebook.com/mykingdommusic.label
– CROWN OF AUTUMN:
www.facebook.com/crownofautumn

Cover and tracklist:
1. A Mosaic Within – 2. Dhul-Qarnayn – 3. Scepter And Soil – 4. Cyclopean – 5. Lo Sposo Dell’Orizzonte – 6. Everything Evokes – 7. Walls Of Stone, Tapestries Of Light – 8. Whores For Eleusis – 9. Lorica – 10. Roman Diary – 11. Our Withering Will

Darkened Nocturn Slaughtercult – Mardom

Da ascoltare con devozione il ritorno del gruppo teutonico, indomito nel ricreare la tradizione del Black Metal, con una ispirazione fresca e mai monotona.

Oggi e da sempre il quartetto teutonico rappresenta una garanzia per chi vuole ascoltare Black Metal non contaminato da altri generi, anche con il nuovo “Mardom”, dopo sei anni da “Necrovision” l’arte espressa segue un solco tradizionale, fedele alla “second wave” e al grande spirito scandinavo. Non ci sono variazioni di formazione, i quattro artisti sono profondi conoscitori della materia, hanno un approccio genuino, vero, vitale e il risultato è notevolissimo.

Sesto album, per una carriera che iniziò nel 1999 con il demo “The pest called humanity”, e ancora i musicisti non hanno perso un grammo di ferocia, di attitudine e di violenza; dieci brani costruiti in modo tradizionale ma capaci di esprimere una furia devastatrice che annichilisce fino dal primo brano, dopo un breve intro, “Mardom – echo zmory”… guitar work instancabile, veemente a combattere con la sezione ritmica vitale e tellurica e sopra a tutto lo scream rantolante di Onielar, la strega polacca (Yvonne Wilczynska), da sempre nella band, capace con le sue raggelanti e sinistre vocals di portarci in lande di odio e violenza senza pari. Il booklet interno con i testi e le foto ci confermano che la predisposizione non è cambiata con i testi che trattano temi occulti, satanici e oscuri, mentre la musica ci entra sottopelle, ricordandoci ancora una volta la ragione per cui ascoltiamo e ci nutriamo di Black Metal. Le atmosfere antiche e dannatamente buie di “A beseechment twofold”, con i suoi cambi di tempo raggelanti, dimostrano che il vero verbo non è stato assolutamente dimenticato e scorre fluido nel sangue di veri artisti della nera fiamma. Non saranno tra i nomi di punta della scena europea, ora più rivolta verso altre scene e umori più atmosferici, ma i DNS sono capaci di far vibrare le corde giuste, donandoci momenti di assoluto piacere, solcando si la tradizione ma con ispirazione fresca e mai monotona. Da ascoltare con devozione.

Tracklist
1. Inception of Atemporal Transition
2. Mardom – Echo Zmory
3. A Sweven Most Devout
4. T.O.W.D.A.T.H.A.B.T.E.
5. A Beseechment Twofold
6. Exaudi Domine
7. The Boundless Beast
8. Widma
9. Imperishable Soulless Gown
10. The Sphere

Line-up
Adversarius – Bass
Onielar – Vocals, Guitars
Velnias – Guitars
Horrn – Drums

DARKENED NOCTURN SLAUGHTERCULT – Facebook

Skanners – Temptation

Temptation, che si affianca alle ultime migliori uscite del genere. è prodotto benissimo e presenta una serie di brani incendiari, melodici e orgogliosamente classici.

Il metal tricolore gode di ottima salute di questi tempi, non solo grazie alla moltitudine di band ed artisti che si sono affacciati sulla scena, ma anche per il ritorno di quei gruppi che ne hanno scritto la storia, come gli Skanners.

La band di Bolzano ha scritto pagine gloriose nella storia del metallo classico del nostro paese, in anni in cui tutto era molto più difficile e la credibilità di fans e addetti ai lavori si conquistava con sudore, lavoro ed attitudine.
Quasi quarant’anni sono passati dal primo demo, poi sei full length, un live ed ora questo nuovo album intitolato Temptation e licenziato dal gruppo tramite la Alpha Omega Management, un lavoro composto da undici brani all’insegna dell’heavy metal di stampo tradizionale, potenziato da ritmiche power e perfettamente in grado di dire la sua in questi primi vent’anni del nuovo millennio.
L’heavy metal è vivo e vegeto ed album come Temptation sono qui per dimostrarlo, rinverdendo i fasti passati non solo degli Skanners, ma di tutto un genere.
Temptation, che si affianca alle ultime migliori uscite del genere. è prodotto benissimo e presenta una serie di brani incendiari, melodici e orgogliosamente classici, in cui Claudio Pisoni dà lezione di come si canta su un album heavy metal, Fabio Tenca ci prende a rasoiate con la sua chitarra e tutta la band gira a mille con Davide Odorizzi alla batteria, Tomas Valentini al basso e Walther Unterhauser alla chitarra.
Già dall’opener e singolo In Flammen 666 si viene travolti dalla carica della band altoatesina, tra refrain e chrous dall’alto appeal, ritmiche e solos che sono vangelo per i fans del genere.
I brani si susseguono regalando per tutta la durata dell’album grande heavy metal, da Rays In The Darkness alla tellurica Cut Of My Heart, passando per il power di Demons Of Tomorrow e l’hard & heavy di Back To The Past.
Altro ottimo lavoro targato Skanners e imperdibile per gli amanti dell’heavy metal duro e puro, Temptation segna il grande ritorno di uno gruppi storici del metal italiano.

Tracklist
1.In Flammen 666
2.Rays in the Darkness
3.Rolling in the Fire
4.Cut My Heart
5.Demons of Tomorrow
6.The Eye
7.Lost in Paradise
8.The Letter
9.Back to the Past
10.Pray with My Angel
11.Always Remember

Line-up
Fabio Tenca – Guitars
Claudio Pisoni – Vocals
Walther Unterhauser – Guitars
Davide Odorizzi – Drums
Tomas Valentini – Bass

SKANNERS – Facebook

Duel – Valley Of Shadows

I Duel ci portano in un territorio che non è di questo mondo, trattando della tradizione esoterica, con una musica molto coinvolgente e sempre in bilico fra doom, heavy metal ed hard rock, catturando il nostro cervello ed il nostro cuore.

Torna il combo texano chiamato Duel, con il suo splendido occul doom rock dal groove speciale e senza eguali.

Chi già li conosce sa che la loro musica ha il potere di farti varcare le porte del tempo per approdare in quella particolare stagione del rock dove tutto sembrava possibile, dove lo scopo era superare le proprie percezioni per andare oltre. La loro musica gronda di riferimenti esoterici, e ha la forma di un doom psych rock da banda di motociclisti, e questa è una delle loro peculiarità più importanti. Questa illuminata fusione di doom e hard rock è una miscela speciale che solo loro sanno fare, e ogni disco è una continua evoluzione, e questo ultimo Valley Of Shadows ne è il punto più alto. Ogni riff è studiato e ricopre un compito ben preciso, ogni movimento del gruppo concorre a formare un groove particolare ed ipnotico, fatto di potenza e di una forte influenza di hard rock ed heavy metal nella sua accezione maggiormente ritmica. Se si va ad ascoltare la discografia passata del gruppo si può sentire che fin dall’inizio questo gruppo aveva qualcosa in più, un quid che li accompagna tuttora e che in questo ultimo lavoro ha raggiunto il suo apice. I Duel sono un gruppo importante nel panorama della musica pesante e questo disco è la loro definitiva consacrazione. Il titolo Valley Of Shadows, con una copertina molto simile ai quadri surrealisti, rappresenta bene di cosa tratti questo lavoro, ovvero della valle delle ombre, che può essere interpretata in molti modi. Una delle letture possibili è che la valle delle ombre possa essere il nostro mondo, dove quella che ci appare come ineluttabile realtà non lo sia, e anzi sia un qualcosa che non possiamo comprendere. O la valle delle ombre è dove riposano i morti, o potrebbe essere altre mille cose. I Duel ci portano in un territorio che non è di questo mondo, trattando della tradizione esoterica, con una musica molto coinvolgente e sempre in bilico fra doom, heavy metal ed hard rock, catturando il nostro cervello ed il nostro cuore. Un’altra grande uscita targata Heavy Psych Sounds.

Tracklist
1. Black Magic Summer
2. Red Moon Forming
3. Drifting Alone
4. Strike And Disappear
5. Broken Mirror
6. Tyrant On The Throne
7. I Feel No Pain
8. The Bleeding Heart

Line-up
Tom Frank – guitar,vocals
Shaun Avants – bass, vocals
Justin Collins – drums
Jeff Henson – guitar

https://www.facebook.com/DUELTEXAS/

Lazy Bonez – Kiss Of The Night

Kiss Of The Night è composto da undici brani più due bonus track di heavy metal scandinavo melodico, a tratti graffiante e tagliente, e dalle trame tastieristiche dall’appeal irresistibile.

Arrivano al terzo lavoro i metal rockers finlandesi Lazy Bones, nati nel 2012 da una costola dei Tarot, band famosa per la presenza di Marco Hietala, bassista e cantante dei Nightwish.

Dopo il primo album di rodaggiom intitolato semplicemente Vol.1, uscito nel 2013, ed il seguente Alive licenziato due anni dopo, arriva sul mercato questo ottimo Kiss Of The Night, composto da undici brani più due bonus track di heavy metal scandinavo melodico, a tratti graffiante e tagliente, e dalle trame tastieristiche dall’appeal irresistibile.
I gruppi scandinavi che suonano hard & heavy hanno un talento per le melodie fuori dal comune e questa verità viene confermata da questa raccolta di brani, che non lascia prigionieri sul campo, ma risulta micidiale tra brani heavy ed altri in cui l’anima aor esce in tutta la sua splendente luce, ricamando tracce ispirate come la title track, la spumeggiante Slaves Of The Dark e le splendide War Of The Roses e Fire.
I Brother Firetribe sono il gruppo al quale più si avvicinano con il loro questi sette cavalieri finnici del rock melodico, quindi, se siete amanti delle melodie di scuola scandinava Kiss Of The Night risulta un lavoro imperdibile.

Tracklist
1.Everlasting
2.Run
3.Kiss of the Night (feat. Antti Railio)
4.Calling the Wild
5.Slaves of the Dark
6.Tears of Gold
7.War of the Roses
8.Fire
9.Smile
10.Psych Ward (Under the New Management)
11.Forever Young
12.Poseidon
13.Follow Me

Line-up
Tommi Salmela – vocals
Markku Mähöne – Guitar & backing vocals
Mikko Niiranen – Guitar & backing vocals
Jaakko Kauppinen – bass & backing vocals
Topi Kosonen – drums
Heikki Polvinen – synth
Janne Tolsa – synth

https://www.facebook.com/LazyBonezOfficial/

Vereor Nox – Vereor Nox

Vereor Nox è una gemma del black metal underground, un disco che lega mondi diversi, tutti molto interessanti, e soprattutto figlio di una passione smisurata e pura.

Incredibile concept album sul videogioco Dark Souls, pieno di ottimo symphonic black metal e di archetipi eterni come la Luce e la Tenebra.

Ascoltando l’ultimo lavoro dei Vereor Nox si viene catapultati all’istante in una miriade di mondi , risucchiati dalla Fiamma nell’eterna lotta fra Luce e Tenebra, fra bene e male, ma con molte più sfumature. Il gruppo è attivo dal 2014 su idea di Kronos (Gianluca Moreo) e Fenrir (Beatrice Traversin), con lo scopo di suonare black metal e trattare temi introspettivi ma anche mitologici, e gli uni non escludono affatto gli altri, anzi. Questo ultimo lavoro, il secondo su lunga distanza per il gruppo, richiede molta attenzione perché musicalmente possiede una varietà e una ricchezza non comuni, oltre ad uno studio sui testi davvero notevole. Il punto di partenza è il videogioco giapponese Dark Souls, che volendo dare una definizione disperatamente riduttiva è un rpg dark fantasy, ma in realtà è molto di più ed infatti in questo disco c’è un grande approfondimento. In pratica i Vereor Nox, intorno all’universo del videogioco compongono, un’opera ispirata dal black metal mediterraneo classico, e molto forte è la componente sinfonica che, come un coro greco, interviene nelle situazioni di maggior pathos. Come detto c’è un grande lavoro concettuale dietro il lavoro, ma la musica non è da meno, rafforzata da un grande padronanza tecnica; c’è solo una cosa che non è al suo massimo livello in questo disco, ed è la produzione, perché senza questa sbavatura saremmo davanti forse al disco dell’anno italiano in tale ambito. I Vereor Nox riescono sempre a trovare la soluzione adatta, aiutati da un grande senso della melodia, e producono un album che merita ripetuti ascolti per cogliere il tutto, perché è sterminato quanto l’universo di Dark Souls. Ogni canzone ha molteplici passaggi nascosti, c’è un bel ritornello e sotto si trova una linea di basso ipnotica, oppure una doppia cassa incessante mentre la chitarra esegue degli arpeggi da sogno. Molto adeguata è anche la durata delle canzoni, che non debordano mai. Vereor Nox è una gemma del black metal underground, un disco che lega mondi diversi, tutti molto interessanti, e soprattutto figlio di una passione smisurata e pura.

Tracklist
1. Within The Flames
2. My Dear Sister
3. Born Under The Moon
4. The Crossbreed
5. The Silence In The Cathedral
6. Void
7. Dense Of Nothingness
8. Your Grave

Line-up
Fenrir (Beatrice Traversin) – vocals & lyrics
Gwyn (Emiliano Bez) – guitars, backing vocals, main composer
Seath (Ivano Lo Iacono) – bass, composer

VEREOR NOX – Facebook

Manifestic – Anonymous Souls

Strepitoso lavoro di una nuova band, che si pone e subito quale esponente di spicco del progressive speed metal.

Quando la tradizione dei secondi anni ottanta si amalgama alla perfezione con suoni moderni.

I Manifestic sono un quartetto tedesco, nettamente superiore alla media degli esordienti. Il loro è un techno-thrash che colora sapientemente di tinte progressive la base speed metal di partenza, forte di doti esecutive di assoluto prim’ordine. Anche il songwriting è veramente da paura: colpisce, più di tutto, una maturità di scrittura sicura e impressionante. Le undici composizioni sono inoltre pervase da un flavour fantascientifico, evidente sin dalla grafica (interna ed esterna) e dai suoni di synth che aprono la title-track, che connota in termini freddi e quasi siderali la proposta dei quattro. Un punto di riferimento sono senz’altro i Megadeth del sommo Rust in Peace (anno di grazia 1990), nonché i Voivod del periodo 1987-1988. Tutto è peraltro calato con molta originalità e personalità nel nostro presente ed il platter certo incontrerà i favori di impazzisce per i Vektor di Black Future ed i Sacral Rage del secondo e terzo disco. Quello dei Manifestic è peraltro un album assai vario e completo da tutti i punti di vista: una vera e propria geometria del caos cosmico, che in Time Will Collapse sposa trame nere di matrice primi Slayer e nell’apertura di Code of Silence sa altresì confrontarsi in modo intrigante e generoso con la grande tradizione dell’hard americano e dello US metal più melodico: altri aspetti che fanno di questo Anonymous Souls un prodotto assolutamente da avere.

Tracklist
1- Anonymous Souls
2- Deaf, Dumb and Blind
3- Wide Open
4- Time Will Collapse
5- Incognito
6- Spiritual Abyss
7- Silicon War
8- Code of Silence
9- 263
10- Pillars of Democracy
11- Poisoned Waters

Line up
Tristan – Bass
Jerome – Drums
Rob – Guitars / Vocals
Samy – Guitars

MANIFESTIC – Facebook

ANIMAE SILENTES

Il lyric video di “Bring Me Back Tomorrow”.

Il lyric video di “Bring Me Back Tomorrow”.

Dark/Gothic Metallers ANIMAE SILENTES have released a new single & lyric video for the song “Bring Me Back Tomorrow”, feat. TO/DIE/FOR guitarist Juppe Sutela!

The song was produced, recorded and mixed by Animae Silentes. Mastered by Mika Jussilla (Finnvox studios).

Furthermore ANIMAE SILENTES reveal that they have entered the studio to record the band’s new EP, set to be released in Autumn 2019! More information TBA.

Next ANIMAE SILENTES show:
July 21st – MetalDays 2019

Check out new ANIMAE SILENTES merch, here: https://www.facebook.com/pg/animaesilentesofficial/shop/

Italian Dark/Gothic metal act ANIMAE SILENTES was formed in June 2015. In February 2017 the band released the debut album “Suffocated” as independent and immediately began promoting the album with a series of live shows, mainly in Northern Italy. Among the live experiences, the band shared the stage with names like Lacrimas Profundere at “Venice Vampire Fest” and also Votum and Swallow The Sun at “Metal Gates Festival” in Romania in November 2017. In the summer 2017 Animae Silentes sign a record contract with the label Sliptrick Records for the reprint and promotion of Suffocated and made it’s first foreign experience with a mini tour in Latvia.

More information at
BAND: https://www.facebook.com/animaesilentesofficial
MANAGEMENT: https://alphaomega-management.com | https://www.facebook.com/OfficialAlphaOmegaManagement

Amon Amarth – Berserker

Berserker è un album che guarda al passato remoto della musica che ha sempre ispirato il gruppo svedese, l’heavy metal classico, che qui è portato ad un livello epico ed estremo in grado di lasciare un segno deciso, grazie ad una raccolta di brani che nella sua prima parte trova davvero pochi ostacoli.

Gli Amon Amarth quanto prima troveranno il giusto tributo nella nostra rubrica “Dischi Fondamentali” con il loro capolavoro, Once Sent from the Golden Hall, uno degli album cardine per quanto riguarda un genere come il death metal epico e melodico che il gruppo di Johan Hegg ha contribuito a rendere popolare tra i fans del metal estremo di matrice scandinava.

Altri tempi (era il 1998) ed altra storia, ora la band svedese, all’undicesimo album in carriera, è volata a Los Angels e ha registrato il nuovo Berserker con l’aiuto di Jay Ruston (Anthrax, Stone Sour).
Berserker, album dai suoni cristallini, confezionato per fare il definitivo botto commerciale, è un lavoro che dividerà gli amanti del gruppo di Stoccolma, risultando troppo patinato per alcuni o spettacolare in ogni dettaglio per altri.
La verità non dista molto da approva la nuova fatica del combo, perché Berserker è un lavoro che, nel suo genere, è di facile ascolto, ricco di melodie heavy, epico e possente per non deludere fino in fondo gran parte dei vecchi fans,
Se vogliamo trovare un difetto, quello è nella sua sua durata di quasi un’ora, ma per il resto lasciarsi travolgere dal sound odierno creato dagli Amon Amarth è più quanto un amante del death epico e melodico possa sperare questi tempi.
In sostanza, Berserker è un album che guarda al passato remoto della musica che ha sempre ispirato il gruppo svedese, l’heavy metal classico, che qui è portato ad un livello epico ed estremo in grado di lasciare un segno deciso, grazie ad una raccolta di brani che nella sua prima parte trova davvero pochi ostacoli.
Crack The Sky, Valkyria, Raven’s Flight, The Berserker At Stamford Bridge spiccano in una raccolta di brani che farà ancora una volta scorrere il sangue per i colpi inferti dagli spadoni degli Amon Amarth.

Tracklist
01. Fafner’s Gold
02. Crack The Sky
03. Mjolner, Hammer Of Thor
04. Shield Wall
05. Valkyria
06. Raven’s Flight
07. Ironside
08. The Berserker At Stamford Bridge
09. We Can Set Our Sails
10. When Once Again
11. Wings Of Eagles
12. Into The Dark

Line-up
Johan Hegg – vocals
Olavi Mikkonen – guitar
Johan Söderberg – guitar
Ted Lundström – bass
Jocke Wallgren – drums

AMON AMARTH – Facebook